Capitolo 41
L'intervento di Lacy è durato due ore, fortunatamente non ha nulla di grave. Porterà una benda al polpaccio e userà le stampelle finché non sarà in grado di camminare di nuovo correttamente.
Adesso io, Mary e Niall, siamo seduti al suo capezzale, intanto che Jordan e Harry parlano, rispettivamente, uno con il chirurgo ortopedico e l'altro con il paramedico, Nate. In auto, Mr. Occhi di Ferro mi ha detto che lui e quel ragazzo si sono incontrati ai corsi di medicina pre-avanzata e che studiavano spesso insieme in biblioteca. Come se non bastasse, è il fratello maggiore di Natalie, la ragazza che ho conosciuto a Fuerteventura e che ha ballato con Harry il tango. Da quel che ho capito, è stato molto premuroso nei loro confronti: non appena il padre aveva perso il lavoro, Mr. Occhi di Ferro lo aveva assunto come chef. Nathalie lo aveva seguito, mentre Nate era rimasto per fare da paramedico e aiutare l'ospedale.
-Ragazzi, Criminal Minds ci fa un baffo.- ridacchia Lacy, lo sguardo lievemente assonnato e una flebo attaccata al braccio. Noi facciamo dei segni d'assenso con la testa e Mary le stringe una mano: -È finita.- sorride alla sorella. Lacy sospira e annuisce.
Io non so seriamente che cosa dire o pensare. La mia mente è nel baratro. Stavamo per morire tutti e quattro, qualcuno ci ha sparato attraverso la nostra abitazione e Harry...
Grugnisco e stringo le mani fra loro. Sento qualcosa, sto iniziando a provare qualcosa. Qualcosa di forte, indescrivibile, che mi rende fottutamente felice. Non dovrebbe essere così.
-Ti lasciamo riposare.- sospira Niall, accarezzandole la fronte e ci dirigiamo verso la porta. -Louis.- mi richiama Lacy, -Puoi restare ancora un po'?- mi chiede, con voce speranzosa. Il mio istinto mi sta gridando ad alta voce di lasciarla dormire dato quanto sembra affaticata, ma non me la sento di dirle di no. Faccio segno a Niall e Mary di uscire e, una volta soli, mi accomodo sulla sedia vicino a lei.
-È stato Alden, non è vero?-
La domanda mi lascia basito e tentenno: -Perché lo chiedi a me?-
-Chi altro potrebbe essere stato?- mi domanda con fare ovvio, scuotendo di poco la testa e alzando la testa. -Solo lui è in grado di fare una cosa del genere, quei proiettili erano per me.- si morde una guancia e vedo i suoi occhi farsi lucidi. -Mary e Niall si comporterebbero da stupidi se capissero, ma io ho fiducia in te. Ti prego, impedisci loro di fare qualsiasi tipo di follia.- le sue ciglia sfarfallano e mi fissa con paura. -Non sopporterei che Alden facesse del male anche a loro. Per favore, promettimi che li fermerai.-
La guardo e la vedo distrutta. I capelli sono raccolti in uno chignon fatto dalla sorella, il viso è sciupato e gli occhi sono pieni di tristezza e dolore represso. Potrebbe aver ragione? È stato davvero Alden?
-Te lo prometto, li fermerò sempre.- le faccio un mezzo sorriso e le stringo il braccio. Lei mi sorride felice, o almeno tenta, però non smette di piangere comunque. -Cos'altro c'è?- le pongo la domanda con gentilezza e lei singhiozza. -È veramente questo il mio destino, Louis?- la sua voce è terrorizzata, colma di delusione. -Rischiare ogni giorno la morte per colpa di un ragazzo che non amo più? Vivere nella sua ombra, temere sempre che possa farmi del male?- stringe forte la coperta e piega la schiena contro il cuscino, -Io voglio solo un po' d'amore... chiedo troppo?- stringe la labbra e china il capo, piangendo ancora.
Le passo dei fazzoletti, ma non so cos' altro posso fare per tirarle su il morale. Sto per dirle qualsiasi cosa mi passi per la testa, ma entra un'infermiera: -Spiacente, l'orario delle visite è finito.- sorride con dispiacere e mi fa cenno di uscire. Sbuffo, però faccio come mi ha detto, non prima di aver dato un bacio sulla testa a Lacy.
Raggiungo Mr. Occhi di Ferro, che continua a parlare con il paramedico, e si accorge di me. -Tutto bene?-
-Non lo so, Lacy è distrutta.- mi guardo le scarpe, sfinito. Ho bisogno di una doccia e di una lunga dormita, anche se è solo pomeriggio. Guardo fuori dalla finestra più vicina e vedo che sta piovendo tantissimo.
-Ti porto a casa? Vuoi dormire un pochino?- la sua mano mi accarezza la spalla e lo fisso con sorpresa. Come ha fatto a capirlo? -Ok.-
-Ok... va' a salutare i tuoi amici e domani niente college.-
-Lo sospettavo.- annuisco, con uno sguardo da "ti conosco troppo bene" e mi accorgo che guardarlo è una delle cose che mi piace fare di più.
È un uomo stupendo...
Mi mordo la lingua per punirmi. Cazzo, Louis, no. Prendo più aria possibile voltando il capo, perché adesso non posso proprio sentire il suo odore.
I miei occhi cadono su Nate; sta scrivendo velocemente qualcosa sulla cartella di un dottore e gli sorride cordialmente. Guardo poi, senza alcuna ragione, verso la finestra che mi mostra Lacy, la quale fissa ipnotizzata il soffitto, abbattuta. Continuo così a guardare prima uno e poi l'altro, senza nessuna ragione. Mi fermo su Nate: capelli talmente neri che sotto la luce artificiale sembrano blu, corti e ribelli, un accenno di barba pronunciata, viso ovale, un sorriso solare e degli occhi blu come il mare la notte. Muscoloso, leggermente più alto di me e snello.
-Mmh...- mi mordo un labbro, curioso, facendo due più due.
E se...?
-Nate, giusto?- mi rivolgo al ragazzo non appena il medico se ne va. -Nathaniel Anderson, sì.- conferma, sorridendo.
-Sei impegnato sentimentalmente?-
-No, perché?-
-Che ne pensi di Lacy?-
Lui si ammutolisce, fissandomi confuso, e sento gli occhi roventi come il ferro di Harry sul volto.
Lo so, sono una persona orribile, non giudicatemi.
-Be'...- cerca le parole adatte: -Il foro del proiettile le ha danneggiato leggermente il muscolo, ma fortunatamente non le ha preso l'osso, perciò...-
Sto russando internamente.
-No, Nate.- lo interrompo, rabbonendolo dolcemente. -In quel senso.- gli spiego.
Lui corruga la fronte e si volta verso la mia amica. La guarda a lungo e vedo i suoi tratti addolcirsi.
Nella mia mente sto facendo il ballo della vittoria. Lo sapevo!
-È... carina. Molto carina.-
-E single.- gli confido, alzando le sopracciglia con fare allusorio.
Lui, però, non capisce: -Oh. Davvero? Una ragazza così bella come lei...-
-E single.- ripeto con lentezza, indicandogli con la testa di andarci a parlare.
Andiamo, abbocca!
Lui sgrana gli occhi, passando lo sguardo da me a lei, ma poi si decide: mette via i guanti in tasca e cammina verso la sua stanza. -D'accordo.- sussurra, gonfiando il petto ed entrando. Vedo perfettamente oltre il vetro loro due che si stringono la mano, lui che si siede vicino a lei e che dopo poco iniziano a ridere, senza mai smettere di parlarsi.
Evvai! Assumetemi come nuovo Cupido, gente!
-Sei. Terribilmente. Dolce.- sento il sussurro roco al mio orecchio che mi fa rizzare tutto, prima che dei denti mi mordano il lobo.
Trattengo un gemito.
Fregato dal Cupido originale.
Mr. Occhi di Ferro mi ha portato in un appartamento che ancora non avevo visto, sempre di sua proprietà e si trova nella periferia di New York, adatta per avere un po' di pace. Ultimo piano, come al solito, pavimento piastrellato e il colore azzurro domina in ogni dove. Un colore freddo... come i miei occhi.
Ma è bello, molto bello.
Siamo seduti sul divano bianco, lui con le gambe a terra, io sdraiato, la schiena poggiata contro la sua spalla e il suo fianco destro. Guardiamo la TV, qualunque cosa va bene, e ci rilassiamo. Mary e Niall sono da Jordan, Rose è tornata a casa sua e Bailey ha il giorno libero, così come Harry e ne sono felice.
Passa il braccio intorno a me e mi stringe intorno alla vita a sé. Sorrido tranquillo, mi fa sentire in pace con il mondo stargli vicino.
Harry smette di cambiare canale quando trova un vecchio film degli anni ottanta e anche se è iniziato da quaranta minuti, ci accontentiamo.
-Grazie. Per tutto quello che hai fatto per me e i miei amici.- volto la testa nella sua direzione e gli parlo sinceramente. Lui ghigna, senza togliere gli occhi dal televisore. -Be', ho fatto di sicuro più io della tua put...- si ferma appena in tempo e con la coda dell'occhio vede che lo sto incenerendo. -Mogliettina.- si corregge, facendo un sorriso inquietante.
E va bene, ora basta.
-Si può sapere che diavolo hai contro Rose?- il mio busto si gira verso di lui, le gambe si piegano, sempre sdraiate sul divano, e il braccio sinistro va sullo schienale, dietro la sua testa.
-Mi piacerebbe un'ascia, ma l'ho lasciata a Chicago.- il suo sorriso diventa amaro e incrocia le braccia. Un bambino, non c'è che dire. -Te l'ho già detto mille volte, Harry: portale un po' di rispetto!-
-Ah, come tu ne porti a te stesso?- finalmente mi guarda negli occhi, ma i suoi sono furiosi. Faccio una smorfia tra la sorpresa, il scetticismo e la confusione. -Che vorresti dire? Parli proprio tu che mi tratti come un oggetto!- gli sputo addosso quello che penso.
-Voglio dire che tu ti sottovaluti, Louis. Ti dai così poca importanza che te ne freghi di ciò che vuoi per davvero e lasci che gli altri ti comandino a bacchetta. Ti senti in colpa per Grace, lo so, e scommetto che ti colpevolizzi anche della morte di tuo padre, ma è acqua passata ormai, devi guardare oltre!- il suo corpo è totalmente rivolto verso di me, come pronto a saltarmi addosso per bloccarmi, il suo viso è contratto, incazzato come una belva. -Sai cos' altro ho capito? Tu non studi psicologia al Queens perché sogni di diventare uno scrittore, no, tu lo fai perché vuoi studiare te stesso, per capire il tuo comportamento di quella sera, quando hai stuprato il tuo primo amore. Vuoi sapere perché sei stato così coglione e bastardo da rovinare la vita ad una persona, nonostante l'amassi. Perciò non dirmi che ti tratto come un oggetto, quando sei proprio tu a farlo per primo!- mi ha ringhiato contro ogni parola, guardandomi senza alcun pudore.
Deglutisco un boccone amaro, mi trema il labbro e trattengo le lacrime.
Stronzo.
Però ha ragione, ha ragione su tutto. Ed io sono stato così vigliacco da non ammetterlo neanche a me stesso.
Porca troia... mi ha fatto piangere...
Mi vergogno così tanto di me stesso, di quanto vulnerabile lui mi abbia fatto diventare. In che razza di uomo mi ha ridotto? Come può avere un tale potere su di me? Come può distruggermi con così poco?!
Tremo tutto e il vecchio me gli tirerebbe volentieri un bel cazzotto. Ma non ci riesco. Mi ha reso debole, talmente debole da non permettermi più di fargli del male.
Oh, ti odio così tanto, Mr. Occhi di Ferro... almeno quanto ti amo.
-Vaffanculo, Styles!- gli urlo contro, cercando di proteggere ogni mia fragilità che lui è riuscito a portarmi a galla e alzandomi dal sofà. Lui però mi prende e mi riporta giù, costringendomi seduto sulle sue gambe. In un attimo, mi immobilizza gambe e braccia con le proprie, circondandomele da sotto.
Cazzo!
-Mollami subito! Lasciami andare, Styles, molla l'osso! Non intendo restare un secondo di più, mi hai sentito?! Lasciami!- mi agito come un animale in gabbia, ma mi riesce impossibile liberarmi con il fatto che mi tiene stretti al busto gli arti.
Le mie ginocchia sono costrette fra di loro, le mie braccia sono incollate ai fianchi... sono legato come un salame, però, al posto delle corde, sono le sue braccia e le sue mani a tenermi stretto.
Prendo l'aria di getto quando la mia spalla, come il resto del mio corpo lateralmente, viene schiacciato contro il suo busto. -Smettila, Harry, sei un figlio di puttana! Liberami, adesso!- gli sbraito in faccia con odio, inutilmente. La mano che mi serra le gambe si muove velocemente e mi abbassa la zip dei jeans. Sento un infarto in corso.
Non vorrà mica... adesso?!
-Non pensarci nemmeno, maniaco! Dopo ciò che mi hai detto, col cazzo che mi lascio fottere da te! Levami le mani di dosso!-
Non mi ascolta, ovviamente, e poggia il naso contro i miei boxer che contengono il mio membro, il quale ha reagito diventando quasi duro del tutto non appena mi ha denudato dei pantaloni e quest' ultimi contribuiscono nel tenermi strette le gambe tra di loro.
-Lei è molto contraddittorio, Mr. Tomlinson.- soffia sulla pelle sopra la mia intimità, lasciata scoperta dalla mia maglietta e me la morde. Mi irrigidisco e serro gli occhi.
Dio, no.
-Dici di non volere che io ti menta, come in una coppia e poi prendi le distanze.- mi bacia i boxer, proprio sopra al cazzo, ed io gemo.
Merda...
-Ti definisci costantemente una persona in mia presenza, quando tutti gli altri ti trattano come un burattino.- le sue dita calde mi tolgono l'intimo con agilità, lasciandomi libero da ogni vestito nelle parti basse. Mi mordo il labbro per non urlare non appena mi lecca dalla base alla punta, due volte, per poi baciarmi la capella, che si sta ingrossando sotto il suo sguardo sexy e voglioso. -Dici di volere il sesso, ma con me tu fai l'amore.- sussurra, ma riesco a sentirlo, e mi fa affondare nella bocca.
Urlo di piacere, un piacere intenso e improvvisso, piegandomi in due verso la sua schiena.
Cristo Santo benedetto!
-Oh, Harry!- grido all'estremo, con la sua lingua che accarezza la mia pelle e le sue labbra che mi succhiano come se volesse impremermi un succhiotto a vita. Scuoto la testa, sudo e stringo i pugni. -Ah!- getto la testa all'indietro una volta che tocco il fondo della sua gola.
Il posto migliore del mondo: stretto, caldo, bagnato... Harry.
-Dio, no!- spalanco occhi e bocca non appena sento che sto di già rilasciando delle gocce di precoito dentro la sua gola e che lui le sta inghiottendo.
Non posso venire così presto, gliela darei più vinta adesso di prima.
No, no, basta! Fermati!
È inutile, è tutto terribilmente inutile. L'essere bloccato contro di lui, i suoi muscoli che mi tengono fermo e mi sollevano contro la sua bocca, i muscoli della sua gola che si muovono intorno alla mia erezione...
Tutto. Fottutamente. Troppo.
Dio!
Rilascio un grido strozzato, gli occhi stretti tra loro e la fronte umida, mentre il mio sperma scende come vino tra le sue fauci.
Prendo dei respiri profondi e mi sembra di riuscire a colmare meglio i polmoni una volta che allenta la stretta su di me. È stato spettacolare, ultraterreno.
L'ho amato.
Lui mi mostra il suo viso e si lecca le labbra, ancora leggermente sporche di me. Sorride maliziosamente: -Scusami, ho esagerato. Perdonato?-
Per avermi ferito nell'orgoglio o per avermi fatto il pompino dei miei sogni?
La mia testa gira come una trottola e mi limito ad annuire. Perché tanto non conta quanto mi fa male. Basta che aspetti il matrimonio e non lo rivedrò più. Una specie di catena mi stritola il cuore al solo pensiero.
Louis, no, falla finita.
Sospiro pesantemente. Basta con queste cazzate. Non devo farmi distrarre, non posso più farmi distrarre. Ma è difficile adesso che lui... che io...
-Voglio mostrarti una cosa.- mi risveglia inconsapevolmente dai miei pensieri e si toglie la camicia nera. I miei occhi puntano dritti dritti ai lati del suo petto in alto, vicino alle clavicole. Due rondini simmetriche in stile "old school".
Che cosa? Ma che...?
-Harry, perché?- domando semplicemente. Da quanto le ha?
-Me le sono fatte a Washington. Ti piacciono?- sorride in un modo genuino, prendendomi la mano e facendomele toccare. La sua pelle calda e liscia mi provoca una leggera scossa. -Per te, come questa.- spiega, passando col dito sulla scritta "Unapologetic" al fianco.
Resto senza parole e respiro quando capisco: -Perché tu non sei un corvo nero mancato...- bisbiglio, guardandolo in viso.
Lui ghigna fiero. -Sono una rondine nera, Mr. Tomlinson.-
Boccheggio, la mia mano ancora a mezz'aria tra di noi.
No.
Mi viene da piangere, da baciarlo fino a quando non rimango senza ossigeno.
Non posso...
Lui mi ama, ci tiene a me e anche se lo nasconde, me lo mostra in tutti modi.
Tutto questo deve fermarsi.
Ingoio la saliva e la mia mente va nel pallone. È una follia, è contro ogni mia regola morale.
Non posso farlo.
La mia vita verrebbe spazzata via, i miei sforzi diverrebbero tutti invani se osassi... se provassi a...
Per l'amor di Dio, no!
Mi ha confuso, mi ha usato a suo piacimento e poi si è pure innamorato di me. Sto davvero mettendo a confronto un "probabilmente" con un "sicuramente"?
No... non esiste.
Il mio cuore diventa di pietra. Che stupido che sono stato e che sono tutt'ora. Tutta questa pagliacciata deve finire. E finisce oggi.
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