Capitolo 27
-Posso entrare?- Jasper Rasteece mi sorride come una vipera pronta a mangiarsi un topolino indifeso e fa un cenno all' appartamento. Stringo convulsamente la maniglia della porta e deglutisco, boccheggio e tento di parlare: -Sì... sì, certo.- gesticolo con le mani tremanti e mi sposto per farlo passare, guardo ovunque tranne lui.
Oddio, sento che sto per cadere a terra per quanto le mie ginocchia si siano indebolite. Che imbarazzo, voglio nascondermi... Che diavolo ci fa qui? Non era a Tokyo?
Raggiungo Jasper in salone, incrocio le braccia al petto per tentare di darmi forza e mi passo la lingua sulle labbra secche. -Volevi vedermi?- guardo la sua figura, tenendo una gamba tesa e l'altra piegata. Lui fa una smorfia fra il divertito e il disappunto, senza smettere di guardarsi attorno. -Di certo non sono venuto a chiederti lo zucchero come il più penoso dei vicini.- mi deride e prende in mano una foto delle sorelle Hanson. Sorride in modo falso, mostrandomela: -Le tue sorelle?-
-Le mie coinquiline, stanno dormendo di là. Cosa che dovrei fare anch'io, dato che sono le tre di notte.- lascio trapelare una punta di sarcasmo e lui fa spallucce. -Mmh. Forse.- e si volta verso la televisione.
Dio...
Dentro di me si mescolano rabbia, vergogna e ansia. -Jasper.- lo richiamo, -Che ci fai a casa mia alle tre di notte? E come accidenti fai a sapere che ho delle sorelle?-
-Ti ricordo, dolcezza, che oltre a essere il marito di Harry Styles sono anche il suo manager. Conosco a memoria i suoi codici: quello bancario, quello del tablet, del suo computer, del suo telefono... a proposito, mettere la tua data di nascita come password dello sblocco è penoso, oltre che prevedibile e disgustosamente dolce.- parla con calma, aggiustandosi capelli e colletto allo specchio vicino alla libreria. -Se lui cerca qualcosa su internet, io lo vengo immediatamente a sapere. Ed è per questo che so...- si avvicina al divano e indica Evelyn, ancora addormentata. -... che lei è tua sorella maggiore. È incinta o sbaglio?-
Merda.
-Sta'. Lontano. Da Eve.- stringo i denti e registro con lo sguardo ogni suo movimento. Ho voglia di sbatterlo al muro non appena si inginocchia alla sua altezza. -Shhh, la piccola sta dormendo...- incalza un tono di voce giocoso, ma io so che non sta giocando. Gli vado incontro, costringendolo ad allontanarsi da lei.
Non toccare mia sorella e mio nipote.
-Si può sapere che cosa vuoi? Non potevi aspettare stamattina?-
-E perché mai avrei dovuto? Grazie a Harry, so la tua routine giornaliera. Avresti trovato tempo per me, il giorno?- cammina spensierato e tocca ancora gli svariati oggetti che sono qui con noi: un posacenere mai usato, un vaso piccolo e delle statuine irlandesi. -Fidati, ci avrei provato dato che sei tu.-
-Oh, che gentile.- si passa una mano tra i capelli corvini e mi fa il verso. -Come mai? Perché sono il marito del tuo amante segreto?-
Deglutisco e mi mordo il labbro. Cazzo, mi fa sentire una puttana. Be', forse lo sono.
-Jasper, io... mi dispiace. È vero, tu sei suo marito, hai la precedenza su di lui. Ti giuro che non sapevo niente quando tutto questo è cominciato, te lo giuro.-
-Risparmiami le tue moine, me ne fotto delle tue scuse.- si dirige verso la cucina e apre il frigo, frugando come se fosse a casa sua. Io non smetto di tenerlo d' occhio e prego che nessuno, in questa casa se non nel dormitorio, si svegli. -Sono qui per parlare con te. Non avete niente di meglio, qui dentro?- mi chiede con sufficienza, mostrandomi la Jack Daniel's che tiene dal collo della bottiglia e arcua un sopracciglio.
Birra? A quest' ora?
-Ehm... no, purtroppo no.- mento, non ho alcuna intenzione di dirgli del cocktail di Harry.
-Ok, mi accontento.- non sembra così triste dal doversi rassegnare. Cerca qualcosa tra i cassetti della cucina e trova il cavatappi, apre la bottiglia e tracanna lunghe sorsate. Sospiro e mi guardo in giro. Non lo voglio qui, preferivo se mi cercava al college dove c'è anche Harry, ma almeno avevamo più chances di nasconderci. -Dunque, Louis Tomlinson, perché continui a vederti con Harry?- si appoggia con un braccio alla portiera del frigo e beve ancora. Mi sento preso in contropiede, non mi sarei aspettato una domanda del genere. -Che intendi? Cioè... dopo aver scoperto di te?-
Fa spallucce. -Anche quello.-
-Lui... lui mi rende felice...- dico la prima cosa che mi viene in mente perché, davvero, non so cosa dirgli. Che si dice al marito dell' uomo che ami?
Ridacchia con scherno e finisce la birra. -Già, lui è un incantatore nato. Ti dà tutto e poi ti butta giù da un dirupo.- becca per miracolo il cestino della spazzatura sotto il lavandino e butta la bottiglia. Torna a guardarmi e mi fa sentire vulnerabile. -È bravo con le parole, vero? Ti fa stare bene, ti tocca come se fossi la cosa più preziosa al mondo... ma tu prova a disobbedirgli e ne paghi le conseguenze.-
Cosa?
-Di che stai parlando?- mi allontano di poco da lui e sento la bile salirmi in gola. Ho un sonno pazzesco, mi gira la testa e sono in ansia. Se poi c'è anche Jasper vicino a me, la cosa non finirà bene.
-Fossi in te starei lontano da lui... è un uomo pericoloso.- piega la testa di lato e mette le mani nelle tasche dei pantaloni. Lo squadro da capo a piedi. -Harry non mi ha mai minacciato.- gli faccio notare e spero che la prenda anche come un avvertimento. Non mi ispira simpatia questo ragazzo, voglio che se ne vada. Che stia lontano da me e dalle persone che amo.
-Oh, ma io non ti sto minacciando. Ti sto solo proteggendo.- fa una finta espressione offesa e si porta una mano al petto. Cammina con lentezza verso di me, come se dovesse attaccarmi da un momento all' altro.
Proteggendo?
-Parla chiaro, proteggermi da cosa?-
Mi rivolge uno sguardo annoiato. Forse gli sembra di parlare con un idiota, però io davvero non ci sto capendo niente. -Ma da Harry, no? Rispondi a questa domanda: cosa sai di lui?-
Oh, no.
Ingoio la saliva e boccheggio come un pesce fuor d' acqua. Stiamo per giocare a "Chi conosce meglio Harry"? Allora sono nei guai, perché so che vincerebbe lui su tutta la linea.
-Ha venticinque anni, una sorella maggiore e i genitori divorziati. Sua madre è morta e ha un rapporto difficile col padre malato di Alzheimer.-
-Tutto qui?-
-Sì, tutto qui.- confesso a bassa voce, quasi mi vergognassi nel non sapere nulla. Ma non è colpa mia, Harry non mi dice mai niente.
Jasper grugnisce con disprezzo e mi fissa con gli occhi scuri ridotti a due fessure. -Non lo capisci, Louis? È tutto un fottuto gioco per lui! Non può farne a meno. Secondo te, perché prima di conoscerti è stato con altri ragazzi, compreso il fidanzato del tuo amichetto?- domanda retorico e si morde il labbro, -Se aveva in mente di farmi soffrire o di tradirmi gli bastava fare sesso con una sola persona, ma non l' ha fatto. Non si è limitato. Dimmi, a parer tuo, perché?- si accosta al mio corpo e sono costretto ad alzare la testa per guardarlo in faccia. Il cuore mi batte veloce e forte come un toro impazzito e non riesco a guardarlo più di tanto negli occhi.
Ok, Louis, calmati. Non può ucciderti, non siete da soli in questo appartamento.
Mi darei uno schiaffo in fronte, se potessi. Molto consolatorio.
-Lui... mi aveva detto che voleva...-
-Provare il sesso gay? Se fosse vero non pensi che, piuttosto che scoparsi mezza popolazione maschile di New York rischiando qualsiasi tipo di malattia, sarebbe venuto direttamente da me?- mi parla come se fossi stupido e in effetti mi ci sento. Ha ragione, tutto questo non quadra. -Abbassa la voce, per favore. Rispondi tu, dimmi perché.- lo supplico, mi sta per scoppiare la testa per via di tutti questi misteri.
Voglio sapere.
Jasper si raddrizza con la schiena e sbuffa, lanciando un' occhiata veloce alla zona notte dove i miei amici stanno dormendo. -Ok. La verità è che Harry Styles è un viziato del cazzo.- ringhia furioso questa frase, tenendo sempre il tono basso. -Deve sempre essere tutto come vuole lui, noi esseri umani dobbiamo fare tutto quello che lui vuole, sennò ci rovina la vita. Io ne sono la prova.-
Che cosa?!
-La prova? Tu? Ma... siete sposati.-
-E secondo te noi vogliamo essere sposati?- aggrotta la fronte con ovvietà e allarga le braccia, -Lui vuole solo un corpo caldo da potersi fottere e l' ha cercato in tutti quei ragazzi. Ma tu? Ti ha tenuto perché ti sei ribellato a lui. Gli altri li ricattava. Ha ricattato Zayn, il fratello delle tue coinquiline, il fidanzato di una di loro, tutti! Li teneva in pugno e li lasciava andare solo quando si annoiava. Chiediglielo, prova a vedere se è vero.-
No...
Lo champagne mi sale dritto dallo stomaco, forse sto per vomitare. Non può essere vero, ero con lui neanche un' ora fa.
-Stai mentendo, non mi ha mai ricattato.-
-Perché a te non ti conosceva. Prima ti ha voluto scopare, ingannare, poi ha scoperto della tua vita privata!- sorride dolorosamente e avanza ancora. Indietreggio con timore, sperando di non andare a sbattere contro qualcosa. -Fammi indovinare: ti ha detto di sapere già chi fossi prima del vostro primo incontro faccia a faccia? Non ti sembra un po' sospetto?-
Mi blocco e sgrano gli occhi. Oddio... È vero, Harry me l' aveva confessato. Quella notte, nel bagno di uno dei suoi appartamenti, con Gemma in salone.
Cristo, non ci credo.
-Harry stava per...-
-Sì! Stava per ricattare anche te. In procinto al matrimonio, una famiglia con problemi economici, determinato ad andare a un' università londinese... non ti sembra la preda perfetta per lui?- dice in modo serio e capisco che è sincero. Non c'è bugia nei suoi occhi.
Mi ha mentito... mi ha di nuovo mentito per tutto questo tempo.
-Perché non l' ha fatto, allora?-
Apre le braccia come a dire "e che ne so?". -Non ne ho idea. Probabilmente gli sei sembrato più divertente degli altri uomini. Tu hai cercato sin dall' inizio di allontanarti da lui, a differenza di tutti quanti. Gli hai fatto capire che puoi perfettamente vivere anche senza di lui e questa è una cosa che lo manda su tutte le furie. Lui ama giocare, sfidare se stesso... tu eri e sei la sua sfida.- la sua voce si incrina e diventa dispiaciuta, non ha più l' aria da sbruffone, ma da uomo che sa quello che dice.
Mi salgono le lacrime agli occhi e mi mordo a sangue il labbro. Una... sfida? Ero solo questo, una sfida? Non mi ama veramente...
-E... per te... quando finirà?- ho veramente tanta paura della sua risposta e adesso la voglia di nascondermi è aumentata. Ma non da lui, bensì da Harry. Scuote il capo, -Chi può dirlo? Forse dopo che ti avrà tolto tutto. Niente matrimonio, niente università... niente speranza. Fidati di me, Louis: è meglio se lo fai sparire dalla tua vita, prima che te la distrugga.-
Mi trema il labbro e cerco di mantenermi lucido. Inspiro, espiro. Di nuovo: inspiro, espiro. Ancora: inspiro ed espiro. Devo rilassarmi, devo mantenere il controllo.
-Tu, invece?- provo a concentrarmi un' altra volta e punto i miei occhi sul suo viso. -Tu perché non lo fermi? Perché non hai aiutato me e quei ragazzi? Perché hai avvertito solo me?-
Sbuffa con ironia, sorride di scherno e piega le sopracciglia. -Cos' avrei dovuto fare? Sono suo marito, certo, ma anche il suo manager: se si venissero a scoprire tutte le sue stronzate la sua carriera finirebbe dritta nel cesso. Ovviamente i suoi tradimenti non sono mai stati segreti per me, ma con te... tu sei durato più a lungo, ecco. Con te si è impegnato per mesi, con gli altri ci stava massimo tre settimane e minimo una notte. Volevo solo avvertirti nel caso in cui, per te, sia iniziata a sembrare una cosa seria.- mormora con lentezza per farmi capire bene la situazione e si passa il pollice sul naso dopo aver inspirato bruscamente. Soffia fuori aria calda dalla bocca e mi guarda addolorato: -Con Harry si è fregati non appena ci si incrocia lo sguardo. Gli piaci? Devi essere suo. Vuoi rompere ogni contatto con lui? Ti fa a pezzi poco a poco, giorno dopo giorno, riducendoti a un cumolo di cenere.- la rabbia traspare dal suo monologo e non sento affatto l' amore che un marito dovrebbe sentire per il proprio marito.
Dio, Jasper.
-Tu lo sai bene?- mi sale questo dubbio e noto solo ora che è in procinto di piangere. Annuisce. -Andy Rasteece. Mio fratello.-
Dio Santissimo...
-Tuo... tuo fratello?-
Annuisce di nuovo, gli occhi lucidi per l' alcol e le lacrime. -Io, lui e Harry eravamo al liceo insieme. Anche all' epoca Harry voleva tutto e subito, in quanto rappresentante d' istituto e capitano di svariate squadre della scuola. Al terzo anno... lui voleva mio fratello. Mio fratello minore ed etero.-
Cazzo.
Questo non mi suona bene, non mi piace la piega che sta prendendo la sua storia.
-Andy lo rifiutò più volte, ma Harry era testardo come un mulo. Avevano avuto qualche rapporto... intimo... ma mio fratello voleva solo provare. Per Dio se Harry si incazzò quando gli disse di "no" per la milionesima volta e lo schiaffeggiò di fronte a mezzo liceo. Per tutta risposta, mandò con dei messaggi una foto di loro due nudi a tutti i nostri compagni, amici e anche ai nostri genitori. Lo stronzo ha fatto in modo che solo Andy fosse ben riconoscibile, con un altro ragazzo senza volto. Così fu solo Andy la vittima di bullismo per i due anni a seguire, fu lui che si beccò le cinghiate e gli insulti da nostro padre per essere un "frocio di merda", cosa che neanche era vera, e fu sempre lui a impiccarsi in camera nostra.-
Oh... oddio... no...
Non mi sento più le gambe e sì, ne sono sicuro, dopo questo vomiterò.
-Andy perse tutto per colpa di Harry. I suoi amici, la ragazza che amava, la nostra famiglia, la dignità e il rispetto. Finito il liceo, poteva ancora salvarsi e ricominciare da un' altra parte, e invece no. Quella notte, la notte del ballo dell' ultimo anno, papà lo voleva cacciare di casa e proprio quella notte il gruppo di Harry lo attaccò, con lui a capo. Lo attirò nei bagni dicendogli di volergli parlare... invece lo stuprò assieme ai suoi amici, come se fosse una puttana da quattro soldi.-
Smetto di respirare e mi immedesimo in quel povero ragazzo: quattro o cinque ragazzi che mi tengono fermo e mi spogliano contro la mia volontà, i loro corpi che mi prendono con la forza e le loro mani che mi chiudono occhi e bocca, pur di non farmi urlare.
No... no, no, no!
Jasper tira fuori da una tasca interna della giacca nera una foto spiegazzata e vecchia, mostrandomela. Perdo per un secondo l' equilibrio, è l' immagine di un adolescente biondo scuro, con la gola segnata da una corda, gli occhi chiusi, coperto fino alle ginocchia da un lenzuolo bianco e le gambe sporche di sangue. -Questa è l' ultima fotografia di Andy. Questo è l' ultimo ricordo che ho di mio fratello.- stringe con forza la foto tra le dita e parla a denti stretti, svuotato di ogni cosa.
Io non riesco a muovermi. Sento solo freddo. Quelle mani... quelle mani così dolci, gentili e benevoli con me... una volta sono state degne di un maniaco.
Dio mio, è un incubo. Un orribile, mostruoso incubo.
-Harry è un assassino, ha spinto Andy al suicidio. Ho tentato di tutto per salvarlo: gli parlavo, stavo con lui, ma niente. Qualche anno dopo, Harry cominciò a farsi spazio nel mondo del lavoro e già guadagnò molto nei primi mesi. Lui sapeva chi ero, sapeva cosa mi doveva. Io rivolevo indietro mio fratello... però lui non poteva ridarmelo. Così pensò bene a un' alternativa.-
Lo stomaco mi si contrae e libero un sospiro trattenuto. -I soldi.- capisco e dalla sua faccia comprendo di averci preso. -Non è un ricatto, il vostro, è vendetta. Harry ti ha sposato perché così una parte del suo guadagno andava anche a te, è il suo modo di chiederti scusa e sentirsi meglio.-
-Sei in gamba, ragazzo. È tutto vero, ci hai preso. Lui mi deve una persona, mio fratello, e se tenerlo legato a me tramite matrimonio è l' unica soddisfazione che posso avere, allora ne godrò per sempre, basta che lui soffra.- è pieno di frustrazione, ma lo sento anche rassegnato. Si allontana e, prima di aprire la porta di casa, si volta verso di me: -Stai attento, Louis. Non lasciarti uccidere da lui anche tu. Nessuno se lo merita, proprio come non se lo meritava Andy. I fratelli possono essere molto vendicativi.- perde una lacrima, sospira pesantemente e se ne va.
Mio... mio Dio...
Harry è davvero questo tipo di persona? È seriamente così vendicativo? Così spregevole, senza scrupoli?
Non riesco a muovermi, non riesco a respirare.
Io non... non posso crederci. Non è vero, lui... lui non può essere così. Non Harry, non il mio Harry.
Uno stupro di branco.
Dio, ti prego...
-Louis.- il bisbiglio di mia sorella non mi smuove, ma almeno so che è sveglia. Corro in fretta e furia verso il bagno e rimetto lo champagne e i dolcetti di Harry nel gabinetto. Stringo forte la ceramica e sento Evelyn che mi tiene la schiena. So che ha origliato tutto, fingendo di dormire, ma non m' importa. Un po' di comprensione è tutto ciò di cui ho bisogno.
Come ha potuto non dirmi una cosa del genere?
E pensare che per lui ero disposto a tutto, anche a rinunciare al mio stile di vita. Lui, invece, non ha neppure avuto le palle di dirmi la verità sul suo matrimonio.
Potevo essere io. Poteva ricattarmi in qualsiasi momento e portarmi alla morte.
Un assassino. Harry Styles è un assassino.
-Shhh, va tutto bene. Va tutto bene, va tutto bene, ci sono io.- mi accarezza come può mia sorella, parlandomi con dolcezza. Provo a respirare, ma sembra che più aria prendo, più bile rimetto. -Respira, Louis. Tranquillo, fratellino, ti tengo io.-
Perché non me l' ha detto?
"Sorridimi, Mr. Tomlinson".
Io gli ho detto di Grace, perché è stato così codardo?
"Vivrei in quel tuo sorriso, Mr. Tomlinson".
Tutto quello che ha fatto provare, vivere a me, l' ha fatto anche con gli altri?
"Rakastan Sinua".
Ha ucciso Andy, giorno dopo giorno, solo perché non ricambiava il suo amore? È la stessa fine che farebbe fare a me?
Dio, perché mi fa così male il cuore?
La cosa peggiore è che io, in questo preciso istante, sto pensando a lui... e sento ancora una piccola parte di me che lo ama intensamente e profondamente.
-Oh, Eve... che cazzo...- tremo come una foglia, singhiozzo e poggio la testa contro il suo petto. Mi abbraccia con calore e mi culla, -Lo so. Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace...- sussurra tristemente e mi bacia tra i capelli. L' ossigeno ritorna padrone nei miei polmoni e piango silenziosamente, lasciandomi scappare dei singulti e tenendo convulsamente le braccia di Evelyn intorno a me. Ho la mente vuota, non riesco a pensare e mi sembra di non poter sentire più niente, non per davvero. Il solo pensiero che lui mi abbia toccato... oddio, che schifo!
E oggi devo pure rivederlo al Queens.
-Sta' calmo. Sta' calmo, Louis, ci sono io. Risolveremo tutto, ok? Ti aiuterò anch'io, dimmi solo quello che devo fare. Respira, tesoro mio.- la voce di Eve trasuda paura per me e non smette di baciarmi la testa. -Ti voglio bene, piccolo. Ti voglio bene.-
Te ne voglio anch'io.
Non riesco nemmeno a parlare, desidero solo scomparire. Scomparire per sempre.
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