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Capitolo 23

Questa volta non sono su una limousine, ma su una Maybach Exelero oscura come la notte ed è Mr. Occhi di Ferro stesso a guidarla.
La trovo una scena veramente seducente: il braccio sinistro appoggiato fuori dal finestrino, l'altra mano sul volante, gli occhiali da sole, i capelli liberi al vento, un leggero sorriso e una canotta nera aderente.
Mmh... non male.
Mi sciocco dei miei stessi pensieri e mi porto indietro i capelli. Devo ancora abituarmi al fatto che mi piace avere piacere da un altro uomo.
Continua a guidare fino a quando non arriviamo di fronte ad un hotel, che suppongo sia di sua proprietà, e parcheggia nel parcheggio privato del personale.
Appunto.
Una volta scesi, Mr. Occhi di Ferro si avvicina a me velocemente e, una volta preso dal bagagliaio due cose, me le mette addosso. Un cappello da beseball e degli occhiali da sole.
-E questi?- domando, abbassando per un secondo gli occhiali così da poterlo vedere meglio. Me li rimette sul ponte del naso. -Lo vedrai.- risponde soltanto.
Mi prende per mano e mi guida verso l'entrata, ma non facciamo in tempo neanche ad arrivare sul marciapiede che una folla di paparazzi ci aggredisce: alcuni con le telecamere, altri facendo foto e altri ancora facendo domande a raffica.
Oh, ora ho capito.
Sta cercando di nascondermi agli occhi del pubblico. Non so se esserne lusingato o deluso. Meglio la prima scelta: avrei fatto suscitare sospetti a chiunque, pure a Rose.
Ma nonostante tutte queste persone, tre guardie del corpo escono direttamente dall' hotel e ci circondano, aiutandoci a camminare.
E adesso mi spiego anche la sua strana chiamata di poco fa.
Riusciamo ad entrare con passo svelto e Mr. Occhi di Ferro porta subito entrambi alla receptionist, la quale è immensa.
È un bel posto. Moquet rossa, pareti color oro, divani e poltrone in giro. C'è persino un pianista nell' angolo più vicino a noi.
La donna al computer oltre al bancone sta digitando qualcosa, ma smette subito non appena ci vede. O meglio, non appena vede il viso del riccio.
-Buongiorno, Mr. Styles. Mi avevano avvertita del suo arrivo.- sorride smagliante, battendo le ciglia in modo civettuolo.
Ma che diavolo ci trovano tutte le donne in lui?!
Poi mi ricordo perché sono qui.
Meglio che stia zitto.
-Buongiorno, Addison. Nuovo look?- dice, togliendosi gli occhiali da sole e alza un sopracciglio, indicando l'acconciatura a chignon di lei, sorridendo in modo seducente.
Carogna di un adulatore.
-Oh, grazie, sono felice che lo abbia notato.- ridacchia leggermente, prima di aprire un cassetto. -Piscina o balconata?-
-Balconata.- dice deciso e le fa un cenno quando lei gli porge la chiave. -Grazie, Addie.-
-Desiderate usufruire anche della Spa, Mr. Styles?-
C'è una Spa?!
-No, grazie...-
Ma come?!
-... però mi chiedevo se potessi farmi portare un paio di cose a certi orari.- si china leggermente verso di lei e la sua voce assume una sfumatura sensuale. Lei si arma subito di computer, di nuovo: -Mi dica.-
-Una cravatta color monaco adesso, olio per massaggi verso le nove e fragole e panna per le due.-
Cosa?!
Lo colpisco al braccio, non tanto forte, ma riesco comunque ad attirare la sua attenzione. -Che c'è?- mi fissa come se fossi un bambino che chiede l'ennesima sciocchezza, ma non lo è. Per niente.
-Non posso rimanere con te fino a tale orario, devo andare a fare boxe con Liam!- gli sussurro sottovoce, avvicinando la mia bocca al suo orecchio sinistro. Lui si limita ad alzare un sopracciglio, confuso. -Chi?!-
Fa sul serio?
-Il mio amico, quello che il tuo barista si è rimorchiato ieri sera.- gli sibilo a denti stretti, immaginando di fargli saltare la testa con solo lo sguardo.
A volte mi fa veramente venire i nervi.
Lui sospira, fa un verso di comprensione e annuisce. -Non m'interessa.- scuote velocemente la testa e torna a parlare con la ragazza, ignorandomi.
Brutta testa di...!
Lo colpisco ancora, stavolta più forte e facendogli male.
Certo, lui è più robusto di me, ma io mi alleno ogni due volte alla settimana le nocche per tirare cazzotti degni di veri lottatori. Quasi mi sento soddisfatto di me stesso quando vedo la sua smorfia dolorante.
-Ahio! Che diavolo?!-
-Smettila. Il mio terzo desiderio, ricordi?- gli faccio il numero "tre" con le dita e sorrido, furbo come una volpe.
Scacco matto, Mr. Occhi di Ferro.
Lui sbuffa pesantemente e cerca di sorridere ad Addison, nonostante la sua ovvia rabbia. -Fragole e panna verso mezzogiorno invece delle due, grazie.- la saluta velocemente e mi trascina verso un ascensore, anch' esso color oro e abbinato ai muri.
Chiunque ci sia all'interno, arriva direttamente dal penultimo piano.
-Perché non prendiamo le scale?- mi volto verso di lui per porgergli la mia domanda, ma m'ignora volutamente.
Molto maturo.
Le porte si aprono e ne scendono due persone anziane, le quali ci sorpassano.
-Perché tanto suderai in camera.- mormora a bassa voce, in modo che possa sentirlo solo io e rimettendosi i suoi occhiali da sole firmati D&G.
Oh oh.
Rimango basito, ma lui mi strattona all'interno dell'ascensore facendomi quasi prendere un colpo.
Per tutto il tempo, non mi ha mai lasciato la mano.
È strano, per me. Non ho mai tenuto la mano a qualcuno per motivi precisi. Con Rose non lo faccio, almeno che lei non voglia mostrare a qualcuno quale magnifica coppia innamorata noi siamo.
Mr. Occhi di Ferro preme il pulsante per l'ultimo piano - ovviamente - ed io lo lascio andare per togliermi cappello e occhiali, ma vengo fermato dalla sua mano. -Non farlo. Tienili finché non siamo in camera.-
-Ci sono paparazzi anche all'interno dell'hotel?- sposto la montatura per tornare a vederlo a colori e lui contrae la mascella. -Per quanto mi riguarda, anche uno dei camerieri potrebbe scattarci foto di nascosto.-
Oh.
-Senti, Harry...-
Quanto mi è strano dire il suo nome.
-... ho capito che sei ricco, ma non ho capito per quale motivo sei tanto famoso.- glielo dico sinceramente, perché non ci arrivo da solo.
Lui volta il viso verso di me in un modo quasi elegante, prima di fissare il numero dei piani che stiamo sorpassando. -Ho molte proprietà, degli hotel lussuosi che mi appartengono, come questo, una casa editrice neonata che sta già avendo successo per i suoi lettori, posseggo una delle banche più sicure di New York, ho una sorella che fa abiti firmati marca "Styles" famosa quanto l' Adidas e la Vans, faccio donazioni di beneficenza ogni anno, devo andare avanti?- torna a guardarmi con aria annoiata ed io mi sento di nuovo stupido per via anche solo della sua presenza.
-No.- borbotto sottovoce, trovando parecchio interessanti le mie scarpe.
Riesce sempre a farmi sentire inferiore. Ok che è più grande di me, ma dovrebbe portarmi almeno un po' di rispetto. Il mio terzo desiderio includeva anche quello.
Divento quasi di gelatina quando una sua mano mi prende delicatamente per il mento e mi fa alzare la testa verso di lui. -Molta gente, senza di me, non avrebbe lavoro, Louis. Non dico di essere un benefattore, ma sono importante. Ti basta sapere questo.- mi sorride, un sorriso sincero, e mi sembra il più bello che abbia mai visto.
Un suono ci fa separare improvvisamente e le porte si aprono, accogliendoci nell'ultimo piano. La sua mano torna magicamente a stringere la mia e mi conduce lungo il corridoio, fino alla fine. Noto che c'è parecchio spazio fra la porta che sta aprendo e quelle intorno a lei. Non ha neanche un numero. C'è semplicemente scritto, sul legno color rame, il cognome Styles in nero e con una bella calligrafia.
Mi fa spazio e mi lascia entrare per primo, intanto che posso finalmente liberarmi i capelli e gli occhi. Accende la luce ed io quasi sobbalzo. A prima vista, di fronte a me, c'è un letto enorme bianco matrimoniale, con mobili, un armadio, tappeti e specchi. Alla mia sinistra non c'è neanche una porta, quindi riesco a vedere alla perfezione il bagno, con una doccia a parte nell'angolo e un'immensa vasca a idromassaggio, che sembra sprofondare nel pavimento. Mentre alla mia destra c'è una portafinestra, che conduce alla meravigliosa vista di New York dall'alto.
Forse ho capito per davvero perché gli piace stare sempre all'ultimo piano: gli piace il panorama di New York.
I colori che vedo sono solo il bianco e l'azzurro chiaro. Mi sembra di stare nella freschezza più assoluta e nel cielo.
Mi siedo sul letto, constatando la sua morbidezza, e poggiando il suo cappello e i suoi occhiali da sole che mi ha prestato sul comò lì vicino.
Mr. Occhi di Ferro chiude la porta a chiave, prima di sorridermi: -Mr. Tomlinson, benvenuto all' hotel a cinque stelle, Jewel.- apre leggermente le braccia con fare teatrale, prima che qualcuno bussi alla porta.
Jewel... gioiello.
Sorrido con allegria e mi lascio cadere all'indietro. Le lenzuola pulite e profumate mi tolgono di colpo tutto lo stress che ho accumulato negli ultimi mesi, forse anni.
Sto da favola.
-Grazie.- lo sento dire e alzo la testa. Chiude per la seconda volta a chiave e vedo che gli hanno dato la cravatta di color monaco che aveva chiesto.
-A che ti serve?- domando, visto che non è vestito in modo molto "formale" per indossare una cravatta.
-Non è per me... è per te.- dice soltanto, fissando l'oggetto in questione che ha fra le mani e accarezzandone con leggerezza il tessuto.
-Ma io non la voglio mettere.- mi metto seduto, cercando di capire cosa vuole farci.
-Infatti non la metterai. Almeno... non al collo.- torna a puntarmi i suoi occhi addosso e stende di colpo la cravatta, come una frusta.
Oh, cazzo.
Balzo in piedi, come una molla, e ridacchio nervoso. Lui si avvicina a me con lentezza ed io indietreggio. Penso ad un argomento, qualsiasi argomento, e quasi gli urlo in faccia quando mi torna in mente il nostro ultimo discorso di ieri sera. -Mr. Styles, dobbiamo...-
-Ah, adesso sono Mr. Styles?- domanda divertito, giocando con la cravatta.
-Harry...- mi correggo, -... dobbiamo parlare di ieri sera. Il fatto del viaggio insieme... non mi convince. Ho detto "sì" solo perché...-
-Perché ti ho costretto io, lo so.- annuisce, senza però smettere di venirmi incontro e farmi finire con la schiena al muro, al lato del letto.
-Ecco, appunto. Come farò con il Queens? Come lo dirò a Rose? E ai miei amici? Mi dispiace, ma non posso.-
-Parlerò io con il Queens. La tua fidanzata, invece, sembra essere una delle mie tanti ammiratrici; sarà solo contenta di sapere che io e te stiamo stringendo amicizia.- dice sarcasticamente le ultime due parole, -Per quanto riguarda i tuoi amici... non è la fine del mondo se stai via una settimana.- alza le spalle in modo indifferente, ma mi guarda comunque con uno sguardo dolce.
Volto la testa per non fissarlo. Se mi guarda in quel modo, vicinissimo a me e facendomi sentire alla perfezione il suo classico ma splendido profumo, è ovvio che non riesca a resistergli.
-Ti sto solo invitando a prenderti un attimo di pausa, Louis. Non ti sto stroncando la vita. La tua vita scolastica va alla grande, da quel che ne so io. Sei uno dei più studiosi del Queens, una settimana non ti farà bocciare. Non manca poi così tanto a giugno e poi sarai totalmente preso dal tuo matrimonio. Io fra due settimane sarò in Ohio e non ti vedrò per un po'...-
-Così hai pensato bene di chiedermi di restarti attaccato per sette giorni prima di separarci?- gli lancio una lieve occhiata, ma mantengo la mia posizione.
-Be'... sì, più o meno è così.- fa finta di pensarci e torna a sorridermi. -Ci divertiremo, Louis. E poi ognuno di noi due tornerà alla propria vita monotona.-
La mia testa scatta verso di lui, come il mio sguardo, preoccupato: -Vuoi dire che... tutto questo finirà una volta che saremo tornati?-
Ha davvero lottato così tanto, per me, per avere così poco?
Mr. Occhi di Ferro sbuffa una risata e scuote la testa. -No, Louis. Intendo farla durare molto di più.-
-Quanto?-
-Facciamo... fin quando non ti sarai sposato.- decide, scrutandomi in volto per notare anche il minimo segno di cedimento.
Sarebbe circa... un mese e mezzo.
Un mese e mezzo di sesso. Con Mr. Occhi di Ferro.
Oh, Madonna Santa.
-Ok...- sussurro, annuendo e accettando tutto quello che può darmi. -Ma... dove andremo, esattamente?-
Lui ridacchia piano. -Te l'ho detto: sorpresa. Però ti consiglio di portarti il costume da bagno. Partiamo domani pomeriggio.- soffia sulla mia pelle, prima di baciarmi e impedirmi di fare altre domande paranoiche.
Mi aggrappo alle sue spalle e lui alla mia schiena. Ricambio il bacio, magnifico e passionale.
Si stacca, mi fissa negli occhi e alza la cravatta per mostrarmela, facendomi arrossire di poco. -Adesso... che ne dici di sdraiarti sul letto? Mh? Mi hai distratto abbastanza, Mr. Tomlinson.-

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