Capitolo 22
Vi ricordate di quando vi ho parlato di quei cinque minuti che si ha al mattino?
Be'... stamattina, a me, non sono concessi.
Apro gli occhi di scatto, come la mia bocca, e stringo forte tra le dita il cuscino. Sopra di me, Mr. Occhi di Ferro spinge con forza al mio interno, appoggiato con le mani vicino alla mia testa.
Che risveglio del cazzo!
-Buongiorno, dolcezza.- mi sorride sghembo, continuando a scoparmi con rudezza e muovendo i fianchi con forza.
Alzo come posso la schiena e mi artiglio alle sue spalle, nascondendo il viso fra il suo collo e i suoi pettorali, mugugnando uno "stronzo" detto con fatica. Incrocio le gambe sopra di lui, fra la schiena e il sedere, e sento coi polpacci tutti i muscoli che sta contraendo.
Respiro con fatica, la bocca in cerca d'aria, di già sudato ed eccitato.
Se dopo non riesco a camminare, lo strangolo a mani nude. Oggi devo tornare a fare boxe con Liam.
-Giuro che dopo questa... ti castro.- gli ringhio, in preda al godimento e alla rabbia per la sorpresa appena avuta, mordendogli un bicipite gonfio.
Mi bacia il collo con velocità, mentre io gli accarezzo il fianco con la scritta tatuata. -Non ne gioverebbe nessuno di noi due.- ridacchia con voce calda, spingendo di nuovo e beccando il mio punto.
-Dobbiamo parlare...- dico in fretta, prima di gemere a voce alta. Stringo i denti e poi lo mordo sul mento.
Lui ha la fronte sudata, i capelli gli incorniciano il viso cadendo leggermente sulla mia pelle calda e la sua bocca dal sapore afrodisiaco è aperta e turgida. Quando non è impegnata a baciarmi, ovvio.
-Di cosa?- ansima, portando una mano alla mia erezione e masturbandomi a tempo con le spinte.
Scherza?
-Di tutto!- gli urlo in faccia, prima di poggiare la testa sul cuscino e mandarla all'indietro, gridando in modo strozzato e graffiando la sua pelle liscia. Mr. Occhi di Ferro deve avere più problemi di stress di me se pensa che io faccia sesso solo per essere più rilassato.
-Dopo.- si limita a dire, dandomi le ultime tre spinte e facendomelo sentire fino in fondo.
Faccio un verso misto tra un gemito e un urlo e vengo fra i nostri corpi, mentre lui mi riempie col suo seme. Prendo respiri profondi, passandomi una mano tra i capelli e sulla fronte, intanto che lui mi pulisce, esce da me e indossa dei boxer nuovi.
Ovviamente, senza che io mi accorga di nulla. Sono ancora mezzo stordito.
Mi alzo sugli avambracci e vedo lui, bello come il sole, con solo l'intimo e una camicia bianca aperta a mostrare i pettorali. È di fronte a me e sta mordendo una mela rossa, senza smettere di guardarmi negli occhi.
Porca puttana.
-Di cosa volevi parlare?- mi sorride, addentando poi il frutto e muovendo volontariamente la bocca lentamente.
Bastardo.
-Per prima cosa... potevi anche svegliarmi e chiedermi il permesso.- borbotto con finta calma, andando con una mano a massaggiarmi il culo dolorante.
-E il divertimento dove stava?- ghigna leggermente, continuando a mangiare e lanciandomi uno sguardo divertito.
Sono seriamente a tanto così da prendere la laurea come scienziato, approvare la mia ricerca e dirgli che le mele fanno male alla salute.
Oltre al fatto che vorrei prendere ago e filo per cucirgli la bocca.
Aspetta... nah, troppo cattivo. Poi come fa a farmi i pompini?
Ma che cazzo sto pensando?!
Faccio un verso scocciato e mi alzo dolorante dal letto. -Lei è... è... qualcosa di stupido! Un incorreggibile uomo che non tiene conto del volere degli altri!- m'invento di sana pianta, rimettendomi i vestiti che lui è andato "gentilmente" a prendermi dopo che me li aveva letteralmente strappati di dosso.
-"Qualcosa" di stupido?- si trattiene dal ridere, fissandomi con una strana luce negli occhi. -Sono "qualcosa" di stupido, Mr. Tomlinson?- se la ride, non trattenendosi più.
Alzo lo sguardo al cielo e mi metto la giacca, con all'interno il libro tascabile che mi ha dato Jasmine, prima di fissarlo truce. -Davvero ha capito solo questo di ciò che le ho appena detto?!-
-Lei mi faccia una descrizione di qualcuno che è "qualcosa di stupido" ed io l'ascolterò.- sorride furbo, finendo la mela e buttando il torsolo nel cestino lì a fianco.
Mi sta prendendo in giro.
Faccio finta di pensarci, prima di sorridere soddisfatto: -Una persona riccia, dagli occhi verdi, alto un metro e ottanta circa e con l'abitudine di scoparsi sempre lo stesso uomo nonostante affermino entrambi di essere etero. Ecco una descrizione di chi è "qualcosa di stupido".- concludo, dandogli le spalle e dirigendomi verso il bagno, mentre lo sento ridere fragorosamente.
Però, ha proprio una bella risata.
Louis! No! A cuccia!
Mi dò un lieve colpo in testa per fare mente locale. Dunque, il tizio sexy che si trova oltre questa porta vuole me - me! -, ma io sono promesso sposo e tutto ciò per cui ho lavorato andrebbe a pezzi.
Mi sono rassegnato all'idea che ho tradito Rose, molte volte a questo punto, e le dirò scusa mentalmente ogni volta che posso.
Apro il lavandino e mi lavo mani e faccia. Ieri notte è stato... diverso. Non so come, ma lo è stato.
Che abbia finalmente capito che sono umano anch'io? Lo spero.
Torno nella camera e lo vedo che fissa fuori dalla grande vetrata l'alba che sorge su New York.
Dio, saranno le sei del mattino.
Ho ancora sonno.
Il mio sguardo cade sul tavolo e vedo parecchia roba allettante. Mi avvicino e prendo un croissant ancora caldo e al cioccolato. Lo metto nel latte e lo mordo, sospirando felice per il sapore.
Cazzo, da quant'era che non facevo una vera colazione?
-Non mi porti al Queens oggi, vero?- gli chiedo, bevendo un sorso d'acqua, nonostante sappia già la risposta.
Vedo nel riflesso del vetro che sorride e si gira verso di me. -Lo sapevi da quando ho detto al tuo amico che ti avrei ospitato per la notte.-
-Esatto. Ora... possiamo parlare?- mi avvicino a lui, dopo aver finito il latte nella tazza di ceramica, e incrocio le braccia al petto.
Lui non smette di sorridere e torna a guardare il panorama. Anzi, no. I suoi occhi sono sul mio riflesso. -Dica.- mormora assente, passando leggero le dita sulla mia immagine. E mi sembra che mi stia toccando veramente, perché sento un brivido lungo la schiena. -Non voglio che Bailey continui ad essere la mia insegnante.-
-Gliel'ho già detto, Mr. Tomlinson.- si volta dalla mia parte e mette le mani in tasca, in una posa professionale. -Bailey è lì perché sì, gliel'ho chiesto io, ma solo a causa del fatto che sono anni che miro a diventare il nuovo preside della mia ex scuola. Posso darle molti fondi per i progetti dei suoi alunni.-
-E per quale motivo non ho mai sentito parlare di questo fatto?- alzo un sopracciglio, indagatore.
Lui fa una smorfia. -Perché ultimamente c'è qualcosa che mi ha fatto sentire...- si avvicina a me con passo lento, fino a quasi sfiorarmi. -... molto più motivato all'idea di diventare preside.-
La mia faccia cambia improvvisamente, dall'arrabbiata al sorpresa. Sta involontariamente confermando ciò che penso da ieri?
-Mi sta dicendo che "quella cosa" sarei io?- stringo gli occhi in due fessure e lo scruto in volto.
Sento il cuore aumentare. Mi desidera fino a questo punto?
Lui alza le spalle e fa un cenno con la testa. -Be', io sono "qualcosa di stupido".- dice sarcastico, fissandomi come se nulla fosse.
Invece di ridere mi limito a sorridergli raggiante. -Sì che lo sei.- gli soffio sulle labbra, non appena gli prendo il viso fra le mani e lo costringo a piegarsi per baciarmi.
Dopo un momento di shock, prende lui il controllo e mi avvicina al suo corpo, una mano sulla schiena e l'altra sul mio culo.
Non so perché l'ho fatto... mi andava.
Era troppo tempo che non facevo qualcosa che mi andasse.
-È un sì?- mi sussurra, prima di mordicchiarmi giocosamente l'angolo della bocca.
Sorrido estasiato. -A che cosa?-
-Al provare una relazione strettamente sessuale. Non mi dica che non è curioso dopo tutto questo...-
E addio paradiso.
Mi stacco da lui e mi passo il dorso della mano sulle labbra, furioso. -Certo che lei è proprio senza cuore!-
-Louis, ne avevamo parlato sin dall'inizio: io voglio solo provare delle cose con te, cose che non posso fare con le donne. Tra l'altro, non possiamo avere più di questo e lo sappiamo entrambi. Io ho il mio lavoro che mi tiene troppo impegnato e tu devi...- si interrompe per deglutire e stringe forte i pugni. -... sposarti con la tua fidanzata.-
Neanche una pugnalata al cuore farebbe male come il dolore che sento adesso. Ma si ascolta quando parla? Assurdo. Prima mi dice di lasciarmi andare e poi è lui stesso a farmi tornare coi piedi per terra.
Mi mordo il labbro e trattengo le lacrime.
"Non possiamo avere più di questo".
Ciò che abbiamo... mi piace. All'inizio è stato strano, parecchio strano, ma poi è andato tutto a puttane quando ho iniziato a godere già dalla prima volta.
"Devi sposarti con la tua fidanzata".
Solo sesso. Non è una fuga lontano da tutto e da tutti. Solo sesso liberatorio, per entrambi. Un tipo di sesso curioso e sperimentale. Tanto, prima o poi, ci lasceremo a vicenda.
Che Dio non mi mandi al Purgatorio per ciò che sto per fare...
-Accetto.-
Mr. Occhi di Ferro torna a guardarmi, la parola "stupore" descrive alla grande la sua attuale espressione. -Cosa?- il suo è praticamente un sussurro.
Deglutisco, batte le palpebre più volte e ripeto: -Accetto.- sperando di non pentirmene. -Ma... voglio delle cose in cambio.-
Lui sorride vincente e si avvicina a me, ancora incerto, prendendomi per i fianchi e incastrando un'altra volta i nostri corpi. -Comanda, padrone.- ghigna, posando lo sguardo sulle mie labbra e leccandosi le sue.
Mmh. Belle le due parole che ha appena detto...
Torno in me e spingo in un angolino della mia mente la mia vocina perversa, che è nata praticamente da quando conosco il riccio qui presente, e lo fisso nelle sue meravigliose iridi verdi, deciso: -Non voglio che dici parole negative nei confronti di Rose...-
-Solo in tua presenza?-
-No, sempre.- lo correggo con un sorriso da chi sa che può avere tutto e lui si limita a sbuffare. -Altro?-
-Sì: non voglio che mi fai mai più cose avventate senza avvertirmi. Tipo il tuo "dessert" al The Modern o il fatto che mi svegli con il tuo cazzo nel mio culo.-
Ride leggermente, prima di fare una faccia maliziosa. -Oh, ma io prima avevo solamente notato che avevamo entrambi una bella erezione mattutina e ho pensato bene di aiutarci a vicenda. Il mio è stato un gesto caritatevole.-
-Senti, stronzo, la prossima volta che vuoi essere "caritatevole"...- faccio il segno delle virgolette con le dita e lo fisso dall'alto in basso, -... dona il tuo sperma alla banca del seme e non al mio culo!-
Questa volta torna a ridere forte e seriamente divertito come poco prima, ma non ci mette molto nel riprendersi: -Ok, ok, ho capito... sua maestà vuole anche il terzo desiderio?- alza e abbassa le sopracciglia, allussivo, facendomi solo divertire.
-Sì, l'ultimo ed il più importante.- divento serio, prendendogli il viso fra le mani e avvicinandolo al mio. -Io sono un umano. Non un oggetto. Ho i miei sentimenti, le mie responsabilità e le mie idee. Voglio che lo tieni ben a mente.- glielo dico con il cuore in mano, perché ci tengo veramente tanto.
La sola idea che lui possa farmi soffrire... Dio, non so perché, ma non mi alletta affatto.
Lui annuisce deciso, prima di liberarsi dalla mia presa e fissarmi con serietà. -Anche io voglio i miei tre desideri.-
Cosa?!
-Perché?- gli chiedo, sconvolto. Gli permetto di avermi dopo tutto questo tempo, cos'altro vuole?
-Il nostro è un rapporto sessuale, Mr. Tomlinson, diamo e prendiamo a vicenda. Se lei ha tre desideri da parte mia, li voglio anche io da parte sua. Qui si gioca ad armi pari.- fa un sorriso soddisfatto non appena vede che quasi mi cade la mascella e ho gli occhi pieni di fiamme.
Brutto figlio di...
Prendo un respiro profondo e mi ricompongo: -Va bene. D'accordo. Che cosa vuoi?-
-Numero uno...- fa il numero con le dita e ghigna malefico. -Non dovrai mai nominare la tua fidanzata quando saremo soli.-
-Come?!- mi scatta la testa in avanti per l'assurdità che ho appena sentito. -Ma...!-
-Numero due...- m'interrompe, alzando anche il medio assieme all'indice. -Farai tutto quello che ti dirò di fare durante i nostri momenti intimi.-
Ora gli stacco la testa a morsi. Se i nostri sono solamente dei semplici momenti intimi, io...!
-E numero tre...- prima di proferire di nuovo parola, s'incupisce e m'incute un po' di timore: -Qualunque cosa accadrà, qualunque cosa sconcertante gli altri ti diranno mai su di me, che sia vera o falsa, tu non uscirai mai dalla mia vita.- mi punta un dito contro e mi fissa tra lo spaventato e l'arrabbiato.
Ingoio un boccone amaro e annuisco. -Sì...- sussurro.
Lui torna a sorridere, come se non fosse successo niente, e mi accarezza con entrambe le mani il viso. -Sa, Mr. Tomlinson, il comportamento di sfida che ha avuto con me e con i miei lavoratori non è stato... diciamo educato.- mormora sulla mia fronte, facendomi sentire come delle scosse in tutto il corpo. -Adesso, io le farò una domanda e voglio che lei mi risponda sinceramente.- mi bacia la testa e poi ci poggia una guancia, soffiando fuori l'aria: -Vuole che la punisca?-
Mi irriggidisco e comincio a sudare freddo. Mi ha seriamente chiesto...?
Oddio.
-Può dire sia sì che no.- questa frase diventa seducente non appena viene accompagnata dalla sua mano, che entra nei miei pantaloni.
Prendo dei respiri profondi e appoggio la faccia sui suoi pettorali, respirando il suo profumo oramai riconoscibile ovunque per me.
-Allora?- mi stuzzica, baciandomi leggero come ieri sera.
Un bacio da farfalla.
Mmh...
Mi accarezza la mia oramai semi erezione e l'altra mano sta massaggiando in modo delizioso il mio collo. Scommetto che se fossi un gatto, farei le fusa già da un pezzo.
-Sì.- la mia risposta esce con quasi disperazione e non mi pento di aver detto la verità. -Mi punisca, Mr. Styles.- gemo, aggrappandomi alle sue braccia coperte dalla camicia e ansimando leggermente.
Si stacca, facendomi sentire come smarrito, e si avvicina al tavolo, prendendo da una ciotola un mazzo di chiavi, che mi mostra trionfante. -Venga con me, Mr. Tomlinson. Qui non ho tutto ciò che mi occorre per mandarla in estasi.-
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