Capitolo 2
-È evidente che la botta in testa che hai ricevuto da piccolo, per colpa mia e del mio orsacchiotto, faccia ancora il suo effetto oggi... che cazzo vuoi fare?!- Lacy ha gli occhi iniettati di sangue, subito dopo aver sentito la proposta di Niall, la quale ha lasciato a bocca aperta persino me e Mary.
-Tu vuoi uscire? Stasera?- domanda scioccata quest' ultima, bevendo un sorso di vino. Faccio lo stesso, il mio amico mi ha mandato la cena di traverso.
-Perché no?-
-Perché domani abbiamo il college.- faccio ovvio, alzando le spalle. Abbiamo ripreso i corsi solo da qualche settimana, mica si aspetterà subito di far festa?
-Scordatelo, fratello. Domani ho un botto di roba da fare.- scuoto la testa, mettendomi in bocca una forchettata di noodles. Dio, a volte benedico Lacy e la sua ossessione per la cucina straniera.
-Cioè?- arcua un sopracciglio nella mia direzione Lacy.
-Be', il college, appunto. Poi avrò il mio primo giorno di lavoro, grazie tante Niall, nella quale vorrei fare bella figura, devo continuare il mio romanzo e devo accompagnare Rose dalla pediatra: scopriremo il sesso del bambino.- sorrido di poco, elettrizzato quanto timoroso.
Se fosse femmina, me la saprei cavare grazie all' esperienza con le mie sorelle, ma se fosse maschio darei un altro maschietto alla famiglia dopo molto tempo. È brutto non avere cugini, zii o zie oltre al tuo classico "gruppo di famiglia", come lo chiamo io.
-È fantastico.- sorride Mary, gli occhi che le luccicano, quasi stesse per piangere.
-Andiamo, ragazzi! Solo un bicchierino...- Niall mette le mani a preghiera e ci fa il labbruccio, guardandoci con i suoi occhi diventati improvvisamente enormi.
Le ultime parole famose sul bere, dette proprio da un irlandese!
-Hai detto così anche l'ultima volta, Niall.- sorride divertita Mary, non credendo minimamente, come me, alle parole del cugino. Lacy per poco non sputa il vino sul tavolo, poi scoppia in una risata fragorosa: -Oddio! La scorsa volta! Com'eri conciato male, cugino! Avevi perfino inventato una stupida canzone sull' alcol, basandoti sulla base della pubblicità di quello yogurt... com'è che faceva?-
-No, no, no, vi prego...!-
-Sho, sho, shottino!- intono io, facendo arrossire il biondo.
-Bevi qua, bevi là, bevi quando e come ti va!- continua Mary, battendo le mani a ritmo.
-Sho, sho, shottino!- la seguo, ridendo assieme a lei e alla sorella, mentre Niall si nasconde con la faccia sul tavolo, disperato e imbarazzato.
-E ti dimentichi con un bicchierino!- si aggiunge Lacy, muovendosi a tempo con noi.
-Sho, sho, shottino!-
-Ok, ok, basta! Abbiamo capito: sono un elfo cattivo e ubriaco di natura!- si sfinisce Niall, costringendoci a tornare a sedere - dato che ci eravamo alzati - e fermando il nostro rap, ma continuiamo comunque a ridere come dei pazzi.
Cavolo, da quant' era che non ridevo così?
-Stavolta andrà diversamente, lo giuro.-
-Wow, Niall, sei davvero così disperato?- Lacy fa una voce fintamente sorpresa, ma vedo nei suoi occhi che ha capito che qualcosa non va. Infatti, dopo qualche secondo di silenzio, Niall sospira e si morde pensieroso la guancia. -Ho sentito Jullienne, stamattina. Mi mancava e io mancavo a lei. Abbiamo parlato per un po', poi... ho scoperto che esce con un altro.-
Quello che usammo dopo poteva essere del fiato sprecato, così accettammo per compassione. E adesso, eccoci qui: in un pub stile "vecchio West". A vedere cowboys e cowgirls ballare su dei pali, servire da bere e provarci con metà dei clienti. Aggiungiamoci anche un tocco di luci dell' altro mondo e il vostro cocktail vi darà alla testa!
Mi guardo attorno. Un luogo strano, con gente strana; mi sento a disagio, qui.
Maledizione a Niall, la "carta Jullienne" vince sempre, porca troia!
-E giù!- annuncia Lacy, facendoci trangugiare a tutti e quattro il terzo shottino della serata. Il liquido mi va in gola in un modo così bruciante da farmi venire le lacrime agli occhi.
-Ricordatevi: il primo che sviene per il troppo alcol, paga per tutti!-
-Odio le tue scommesse, Lace.- dichiaro, massaggiandomi la testa. Detesto questa emicrania; mi sta tormentando come un trapano ad un muro. Tra l' altro, perché ho accettato di venire se sto tentando di smettere con l' alcol? Ah, già, perché sono un coglione e non ho detto niente ai miei amici del mio "problemino"!
Sento la gola diventarmi improvvisamente secca e mi congelo.
Merda, come faccio ad avere ancora sete? È impossibile!
Sento il panico assalirmi. Sono nei guai, seriamente nei guai. Questa serata per rilassarsi sta per diventare la mia bomba ad orologeria. Non posso ubriacarmi più di tanto, altrimenti rischio di urlare ai quattro venti tutto quello che mi passa per la testa. Ok, o vado avanti e mi trattengo finché posso, oppure fingo di svenire e denudo il mio amato portafoglio.
Però, c'è sempre l' opzione tre: quella più codarda.
-Ragazzi, io mi ritiro!- dichiaro, allontanandomi con la sedia dal tavolo e alzando le mani. Non mi sorprendo di certo dei loro versi di protesta. -Dico sul serio, domani sono impegnato al massimo, non posso essere ubriaco.-
-Louis, amico mio...- Niall mi prende le mani tra le sue, gli occhi rossi e lucidi. Ora ho capito chi cederà per primo tra di loro. -... con tutto il cuore: vaffanculo.- dice, con voce talmente mielosa da far ridere a perdifiato le due sorelle.
Bene, e adesso come li farò salire sulla mia auto per riportarli al dormitorio?
-Grazie, Niall.- biascico sarcastico, alzandomi. Ho bisogno del bagno: forse devo vomitare, non lo capisco.
-Con tutto il cuore... con tutto il cuore...- ripete il biondo, con il volume della voce talmente simile ad un pianto e mandandomi baci volanti.
Gesù, la disperazione umana.
Entrò nel bagno maschile e tiro un sospiro di sollievo. C'è mancato poco. Quelle poche volte che sono stato ubriaco in presenza di qualcuno, non facevo altro che dire la verità. E adesso, per colpa di questa cosa, i miei ex vicini di Boston sono a conoscenza di quanto le scopate con Mr. Bastardo mi siano piaciute!
Per non parlare delle allucinazioni... oh, quelle le odiavo di più! Ma le amavo anche. Perché mi permettevano di vedere lui. Di vederlo lì, di fronte a me, in carne e ossa, come se fosse vero. Ma non lo era. Non lo era mai.
Sento gli occhi pizzicare e mi ci passo le mani, prendendo più aria possibile.
Ecco perché sono diventato un ubriacone. Ecco perché avevo sempre della vodka o del rum, a Boston.
Non avevo altro modo di vederlo.
Il mio telefono vibra, facendomi sobbalzare e guardare in giro, come se mi stessero per attaccare. Non appena risento quel rumore, realizzo e vado a leggere il messaggio.
Oh, è Amber.
"Ciao, Louis. Scusa l'orario indecente, ma tu l' hai capito il compito di Scrittura Inglese per giovedì? Sai, non vorrei rimanere indietro".
Mi viene naturale sorridere un pochino. Amber è una brava ragazza, da quel che ho potuto vedere, e si sta integrando alla grande sia coi miei amici che con il resto dei ragazzi del Queens.
Sono costretto ad appoggiarmi al muro pur di risponderle correttamente e senza fare errori: "Purtroppo non l'ho ancora fatto, mi dispiace".
"Fa niente, chiederò a qualcun'altro. Buonanotte".
Con una difficoltà estrema, neanche avessi delle catene alle braccia, rimetto il cellulare in tasca e vado al lavandino. Apro il rubinetto e mi bagno la faccia con acqua gelida.
Torna lucido, cazzo! Non perdere la concentrazione!
Mi accorgo di avere la pelle fredda dopo un po' e smetto di bagnarmi, alzando lo sguardo verso lo specchio... però, a quanto pare, l'acqua non ha funzionato abbastanza.
Sospiro, tremante.
È dietro di me.
Le mani in tasca, un' elegante giacca blu abbinata alla camicia, pantaloni aderenti e adatti per azioni veloci e un' espressione fredda, severa e grigia in volto. Sul suo bellissimo volto.
Queste allucinazioni sono una maledizione quanto una benedizione.
Ha i capelli più corti, però. Tagliati verso l' alto, selvaggi. Bello come sempre.
Sorrido sghembo, spavaldo al finto riflesso nello specchio. -Sei tornato.- fingo una voce seria, cosciente che, come sempre, lui non mi risponderà. Infatti, non apre bocca.
Ne approfitto, già che ci sono, per lavarmi le mani. Spruzzo il sapone liquido tra i palmi e strofino, concentrato con gli occhi nell' azione, poi le sciaquo.
-Torno sempre da te.-
La mia testa scatta come una molla in alto e gli occhi si fissano sullo specchio. Apro la bocca all' inverosimile per lo stupore e sbianco.
Lui... lui ha parlato? No... no, è frutto della mia mente. Perché io voglio che lui mi risponda.
L' immagine si avvicina a me, alle mie spalle, ma io non mi volto. Non ne ho il coraggio. Sento il cuore pulsarmi nelle orecchie. Forte, sempre più forte, veloce.
Non è reale. Sei ubriaco, è un' allucinazione, non può essere reale.
Prendo dei respiri veloci, ansioso e spaventato. I suoi passi sembrano così reali nelle mie orecchie.
È ancora a Riverton. Per me, lui è ancora nel Wyoming.
Stringo tra le dita la ceramica del lavandino quando tra di noi rimane di distanza solo un passo. Aspetto qualsiasi suo movimento, intrepido. Perché lui è così, imprevedibile. Potrebbe farmi qualsiasi cosa, in questo momento, proprio qui. Solo perché lo vuole. Vedo la sua mano alzarsi attraverso il vetro e, con una lentezza infinita, la poggia sulla mia spalla.
Vedo le mie pupille dilatarsi e la mia gola deglutire.
No...
Cazzo, no! No, no, no, no!
Cristo Santo, no, ti prego!
La sento. Sento la sua stretta. Il suo palmo grande su di me, le sue dita che mi stringono possessive causandomi quasi dolore, il suo calore quasi amorevole... È vero. Lui è vero.
È qui con me, realmente.
-Mr. Styles...- soffio spaventato, intimorito dalla sua presenza e dal potere che riesce ancora ad avere su di me, dopo tanto tempo.
Dallo specchio, vedo che ghigna: -Sorridimi, Mr. Tomlinson.-
Oh, porca merda.
La sua voce, così possente, tetra, sexy, che sovrasta i pensieri sopra ad ogni punto di vista...
Rabbia, sollievo, felicità, orrore.
I miei sentimenti si stanno facendo la guerra nel mio cuore e nella mia mente. Non so cosa fare, non so cosa dire... decido semplicemente di scappare: con velocità, gli rifilo una gomitata e allontano la sua mano da me, correndo fuori dal bagno. Mi scontro con parecchie persone e vado alla ricerca dei miei amici.
Sento il bisogno di nascondermi farsi largo in me.
-Ehi, non sei il ragazzo sul giornale?- un ragazzo poco più grande, contro la quale ho sbattuto, mi riconosce e questo mi manda solo di più in palla.
'Fanculo, dove cazzo sono finiti quei tre?!
Cerco ovunque, facendomi spazio a fatica e andando addosso alla milionesima persona. -Scusami.- mi affretto a rispondere, voltandomi per un secondo indietro.
Madonna mia...
Mr. Bastardo mi sta seguendo, riesco a vedere che è non molto lontano da me. Dio, so già cosa succederà: mi rapirà, mi porterà in uno dei suoi dannatissimi appartamenti, hotel o case e mi costringerà a parlare.
No, per favore!
Non ne ho le forze, non sono mentalmente pronto per uno scontro con lui...
AH!
Sento di colpo un tremendo dolore alla testa, accompagnato dal rumore di vetro che si rompe... sul mio cranio.
Mio... Dio... cosa...?
Delle urla femminili risuonano nel pub e nella mia mente, come una sirena assillante che dà l' allarme.
Non vedo, non sento più.
Come un morto, cado a terra e vedo Harry Styles come ultima cosa.
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