Capitolo 2
Mr. Occhi di Ferro non sembra intenzionato a distogliere i suoi occhi dai miei. È ammaliante. Quasi perfido da parte sua. E questo incontro casuale inizia, poco a poco, a non sembrarmi più così "casuale".
-Sono contento di rivederla, Mr. Tomlinson. La mia stagista l'ha chiamata?- il suo tono di voce è ben controllato, adatto al modo in cui si presenta a me. Con giacca e cravatta, proprio come il giorno prima. Ma queste sono diverse, più da sera che da lavoro.
Mi schiarisco la voce, leggermente in imbarazzo, e mi alzo in piedi per poter parlare con lui. Anche se resta il fatto che lui sia più alto di me lo stesso. -Sì. Mi ha chiamato qualche ora fa.-
-Quindi? Che ne pensa della mia offerta di lavoro?- dal sorriso che mi rivolge sembra che si aspetti una risposta positiva. Se c'è una cosa in cui non sono bravo è deludere la gente. -Mi dispiace, ma...-
Dio, perché balbetto?
-... non posso accettare.- l'ultima frase è appena un sussurro e la dico fissando i suoi pantaloni. Brutta mossa. Gli aderiscono fin troppo quelle gambe che sono certo siano muscolose e scattanti e che mi fanno capire perfettamente quanto ce l'abbia grosso. Chiudo gli occhi, mortificato, e arrossisco.
Cazzo, ma che mi prende?! Perché lo guardo come non dovrei?
In tutta la mia vita, neanche una volta, non avevo mai pensato in termini sessuali ad un uomo. È vero che dalle superiori sto con Rose, ma ho avuto esperienze anche con altre ragazze, le quali mi erano piaciute. E anche parecchio. Perciò, perché proprio adesso? Perché proprio con lui? Mi morsi il labbro, decidendo che era solo l'ansia per il matrimonio.
-Come mai?-
Torno a guardarlo in viso e deglutisco più volte. -Ho lo studio, i miei impegni e mi sto per sposare. Al momento, un lavoro non rientra nei miei piani.- dico, sincero. È la verità. Mia madre e i genitori di Rose ci stanno prestando dei soldi dato che siamo troppo occupati per le nozze. Ero anche stato costretto a lasciare il mio vecchio lavoro nel negozio di abbigliamento che si trova a pochi passi dal mio appartamento. Perciò, no. Niente lavoro fino al dopo matrimonio.
Mr. Occhi di Ferro mi fa pesare il suo sguardo e d' un tratto sento fortemente caldo. -Stai per sposarti?- dalla voce capisco che è arrabbiato, ma non so il perché.
Davvero ha capito solo quello di ciò che ho detto?
-Non le ho dato il mio permesso di darmi del "tu".- lo riprendo, tentando di essere il più gentile possibile. Odio le persone che mi mancano di rispetto, che si credono superiori a me per chissà quale titolo. Anche se, un conto è la Regina d' Inghilterra, un altro è questo stronzo bacato!
Mr. Occhi di Ferro fa un colpo di tosse protetto dal suo pugno e mi sorride in modo falso. -Mi scusi. Dicevo: sta per sposarsi?- non riesco a capire se gli importi veramente oppure no. Annuisco lo stesso. -Quest' estate.- aggiungo, per poi guardarmi attorno. Un pezzo di Martin Garrix fa saltare le persone. Solo alcune. Le altre sono troppo occupate a mettersi la lingua in bocca negli angoli più appartati.
-Capisco. Ma, se non le dispiace, mi piacerebbe parlare con lei di un'offerta per un lavoro in futuro, Mr. Tomlinson.- la mia testa gira di scatto verso di lui. Sta scherzando, vero? -Meglio di no, Mr. Styles. Lo studio è la mia massima priorità.- confesso di nuovo la verità. Voglio andare a Londra e niente, neanche un lavoro che vorrebbero tutti, me lo impedirà.
-A cosa ispira, Mr. Tomlinson?-
Eh?
-Vuole diventare uno psicologo?-
Oh. Quello.
-Scrittore, a dire il vero. Sto già scrivendo un romanzo.- mi blocco le labbra dentro la bocca e fra i denti non appena mi accorgo di quello che ho detto. Nessuno, neanche la mia famiglia, sa del fatto che scrivo già libri. I miei coinquilini nemmeno e lo stesso Rose. È da sempre un mio segreto personale. Come mai mi è parso così facile raccontargli di un fatto tanto personale?
-Davvero? Allora è fortunato, Mr. Tomlinson. Sono il proprietario di una casa editrice, la "Words Styles". Abbiamo avuto successo grazie a libri meravigliosi di scrittori nascenti e, magari, potremmo aiutare anche lei.- mi fa un mezzo sorriso, mentre beve la birra che il barista gli ha offerto.
C'è qualcosa che non ha quest' uomo? Ah, sì! Il senso dello spazio vitale! E due!
-Mr. Styles...- dico, spingendolo lentamente lontano da me e procurandomi una scossa per tutto il braccio. -... lei è davvero generoso, ma preferirei riuscire a compiere i miei progetti con le mie sole forze.- alle mie parole, alza un sopracciglio. Lo so bene anche io che è una scusa stupida, ma non so cos' altro dirgli!
Mi fa uno strano effetto. Non lo voglio vicino a me...
-Come desidera. Posso, almeno, offrirle qualcosa da bere?-
-No, grazie, ho già bevuto abbastanza.-
-Allora un pranzo. Pagherò tutto io.- mi sorride cordiale, amichevole. Non mi fido. -Perché è così gentile?-
-Non posso esserlo?- Touché. Se fossi paranoico, avrei preso quel sorrisetto per uno malizioso. Ehi, un momento... io sono paranoico! -Mr. Styles, non vorrei disturbarla...-
-Nessun disturbo.- mi interrompe, avvicinandosi di nuovo a me e facendo quasi aderire i nostri corpi. Riesco a sentire il suo calore anche se non mi tocca. È... piacevole. I suoi occhi, oramai verdi scuri e con la pupilla dilatata, cadono sui miei e sulla mia bocca di continuo. Come per scappare da lui, chiudo gli occhi e nascondo le labbra dentro la bocca, abbassando la testa.
Non guardarmi in quel modo. Ti prego.
-Va bene.- accetto, solo perché spero che così se ne vada. Faccio un piccolo salto quando sento una mano grande e calda sulla mia spalla. La sua.
Oh, mio Dio.
Che diavolo sta facendo?
La mano scivola lentamente lungo il mio braccio, accarezzandomi delicatamente e andando dietro la mia schiena. Io non mi muovo. Non ci riesco. E ho quasi paura a capire le sue intenzioni. Continua a scendere verso il basso della mia schiena e mi mordo il labbro non appena accarezza il mio culo.
Cristo.
La magia svanisce e i miei muscoli si rilassano solo quando tira fuori dalla tasca posteriore il mio cellulare.
Oh. Quello.
Velocemente, smanetta con la tastiera e io rimango immobile a boccheggiare come un pesce. -Ecco, questo è il mio numero.- mi sorride, porgendomi il mio telefono. -Mi mandi un messaggio appena può con il suo indirizzo. La verrò a prendere domani alle ore undici.- prima di voltarmi le spalle, mi dà un leggero bacio sulla guancia e sono sicuro di essere più rosso di prima. Come se non bastasse, ho smesso di respirare.
Cosa cazzo è appena successo?!
Forse devo controllare di nuovo le notizie su di lui su Google. È possibile diventare da etero a gay in poche ore? Tutte le foto di lui con modelle, attrici, cantanti, sconosciute... non significano niente? Harry Styles è gay?!
Mi batto una mano in fronte, dandomi dello stupido. Di certo vorrà parlare solo di lavoro. Devo smetterla con queste mie seghe mentali.
-Ehi, Occhiblu!-
Mi volto verso il barista moro, Zayn, il quale mi sorride. -Ho le allucinazioni o Harry ti ha appena dato il suo numero?-
-Sì, ma solo per lavoro.- con quella frase tento di convincere anche me e mi ripeto a mente le mie tre parole chiave: etero, Rose, matrimonio. Etero, Rose, matrimonio.
-Ne sei certo? A me pareva ti stesse rimorchia...- scoppia a ridere prima ancora di finire la frase. Lo guardo nel mio peggior modo possibile. -No... no, no, scusa. È che... Harry non guarda mai i ragazzi e il modo in cui si è comportato con te è lo stesso che usa per... per... Oddio!- ride di nuovo e comincia a darmi i nervi. Sinceramente, spero non intenda quello che penso.
Etero, Rose, matrimonio. Etero, Rose, matrimonio.
-Scusami, lo stesso che usa per...?-
Etero, Rose, matrimonio. Etero, Rose, matrimonio!
-Rimorchiare le ragazze che poi porta a letto.-
Oh. Quello!
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