Capitolo 19
Sono su una spiaggia. Il sole sta calando di fronte a me. Vedo vicino all' acqua una ragazza. Porta uno splendido abito bianco lungo, i piedi nudi vengono bagnati sulla sabbia e sulla riva fredda, mentre i ribelli capelli rossi le coprono le piccole spalle e la schiena.
È bellissima.
-Grace!- la chiamo, perché so che è lei. Si volta verso di me. Mi fissa, mi sorride. -Grace!- corro verso di lei, voglio raggiungerla. Grace indietreggia, l' acqua salata prende a bagnarle i polpacci e lo strascico dell' abito. Non smette di sorridermi.
Che sta facendo? Così annegherà!
-Grace! Fermati!- urlo, aumentando il passo. Eppure non riesco ad arrivare da lei. Mai.
-Trova la verità.- la sento dire, sorridente, la sua scollatura a cuore si alza e abbassa. L' acqua le è ormai arrivata alla vita e lei continua ad andare indietro, verso l' oceano. Il sole sparisce quasi del tutto.
-Grace, no, torna indietro!-
-Trova la verità.- ribadisce lei e il sole cala completamente, ma prima che lei possa trattenere il respiro per lasciarsi andare al suo destino, qualcuno compare alle sue spalle. Esce dall' acqua e le mette una mano intorno al collo. La strozza, le alza la testa.
No!
-No, fermo! Lasciala!- imploro chiunque sia e poi lo vedo, vedo il suo volto: sono io. Io. E la sto uccidendo.
Cosa...?
Grace mi guarda triste, delusa, una lacrima lascia uno dei suoi occhi verdi sempre più scuri e scivola sulla sua guancia, sulla sua pelle bianca e piena di lentiggini. -Louis...-
-Nooooooooooooo!-
-Louis? Louis, mi senti?-
Alzo con difficoltà le palpebre e sento la testa girarmi. Ho la vista sfocata e ci metto un po' per capire che ho davanti a me Lacy. -Lace...- biascico, la voce roca e bassa. Dio, mi gira tutto. -Cos... cos' è successo?-
-Ti hanno rapinato, Louis, proprio sotto casa nostra. Ti hanno massacrato di botte e ti hanno preso il portafoglio.- mi spiega lei, prendendo uno straccio bagnato da una scodella piena d' acqua vicino a noi e tamponandomi la faccia. -Ti ha trovato quel ragazzo, Terrence, prima di andarsene. Resterà in città per qualche giorno, vuole stare vicino a Mary. Lei e Niall sono andati dalla polizia a denunciare il fatto, ma è probabile che richiedano anche un tuo verbale. Mi hanno detto che, se accadrà una cosa del genere di nuovo, verranno a parlarti. Prendendo in causa anche quello che è successo alla nostra vecchia casa.-
Una... rapina?
Provo a muovermi, ma è inutile: mi fa male ovunque. Devo aver sbattuto forte la testa, non mi ricordo un tubo. Mi si accende una lampadina: -Che c'entra la sparatoria della nostra ex casa?-
Lacy fa una smorfia, come se stesse pensando se parlare o no. -L' arma... l' arma con la quale hanno sparato a casa nostra non era un' arma che la gente normale, di solito, tiene in casa. So solo questo e non so cosa vuol dire. La polizia sta indagando, assieme a quel agente federale che abbiamo conosciuto dopo la sparatoria, Mr. Valentine, ricordi? Sospettano che, a questo punto, la vera vittima di quei proiettili dovevi essere tu.-
Porca puttana ladra...
-Ah, bene.- sghignazzo in modo sarcastico, -Come mai non avete chiamato l' ambulanza?- cambio argomento, sennò mi viene più mal di testa di quanto non ne abbia in questo istante.
-Ho chiamato prima io Nate ed è venuto subito qui. Ti ha controllato e ha detto che, fortunatamente, non avevi niente di grave. Solo dei lividi e una botta in testa. E...- tituba, abbassando lo sguardo sul pavimento.
-E?- la sprono.
-Ti si è riaperta la ferita sulla nuca, quella che ti hanno fatto al bar qualche settimana fa.-
Merda.
-Oh, perfetto.- borbotto sarcastico, ci mancava solo questa. Un attimo! Nate?! -Non ha chiamato Harry, vero?!- scatto, prendendole il polso e spaventandola. La sua espressione diventa confusa, -No... ma perché?- domanda e si libera dalla mia stretta.
Meno male.
-Non voglio che Mr. Occhi di Ferro venga a farmi la ramanzina.- borbotto, ammettendo la verità. Con Harry mi sento sempre come un bambino nei guai col padre, quando mi succedono cose come questa. Lacy ridacchia. -Mr. Occhi di Ferro? Fico come soprannome! Di sicuro, molto meglio del mio Mr. Money... vuoi provare a sederti?-
-Mmh.- mormoro e mi muovo con lentezza. Il divano del salone è comodo abbastanza da aiutarmi nel poggiare le natiche senza farmi male e prendo un respiro profondo non appena la mia schiena torna dritta. -Ok, ci sono.- finito di dire questa frase, lei mi si fa ancora più vicina e mi tira uno scappellotto sopra la testa, la quale mi fa ancora più male adesso.
-Ahia! Perché?!-
-Tu non hai fatto boxe, babbeo?! Perché cazzo non ti sei difeso?!- mi aggredisce, ma vedo un accenno di ansia e preoccupazione nei suoi occhi. -Spaventami così un' altra volta e ti faccio mangiare ragù di rane per un mese!-
Nella mia mente sento tre diversi suoni: quello del rigurgito in arrivo, quello della sirena d' allarme dei pompieri e l' urlo di una scimmia.
-Scusa! No, no, non lo faccio più!- dico alla svelta, unendo le mani in segno di preghiera e facendole il mio miglior sguardo da cane bastonato.
Santo cielo, qualunque cosa ma non le sue ricette a base di rane. Vi ricordate che Lacy, a volte, cucina roba straniera? Ecco. Da quando ha iniziato quello stupidissimo corso online sulle ricette straniere, le rane sono la morte mia!
-Bene. Vuoi qualcosa da bere?-
-Acqua.-
Lacy si alza e va in cucina velocemente, così da poter tornare subito da me e tenermi d' occhio.
-Non ricordi proprio niente?-
-Niente di niente.-
Lacy mi accarezza la schiena. -Forse è un bene, no? Chi vorrebbe ricordarsi una scazzottata?- tenta di alleggerire l' atmosfera che si è creata, senza successo. Le sorrido comunque. -Grazie, Lace.-
-Figurati. Però... è meglio se ti prepari.-
Eh?
La guardo, confuso. -Che vuoi dire?-
Sorride sarcastica. -Rose sta venendo qui.-
-Come?!- salto in piedi, tenendomi poi a lei per via di un capogiro improvviso e mi guardo allo specchio più vicino della casa. Un labbro spaccato, un occhio nero e un livido viola sulla fronte. Cavolo, mi hanno conciato male. -Perché viene qui?-
-Mia sorella ha pensato bene di avvisarla e di consigliarle di evitare di portarsi dietro i genitori.- si avvicina a me e fa una smorfia, -Dai, ti hanno reso più bello.-
-Oh, certo! Meglio questo che lo schifo di prima, giusto?- dico ironico, osservandola attraverso lo specchio. -Esatto!- conferma lei, prima che scoppiamo entrambi a ridere.
Mi massaggio la schiena, porco cane se fa male. Chiunque sia stato era davvero forte e doveva avercela a morte con me.
-Lace, ma che ore sono?-
-Le undici.-
-Impossibile. Prima che svenissi era quasi mezzanotte.-
La vedo arcuare un sopracciglio. -Le undici di mattina, non di sera. Dopo che hai perso i sensi, sei rimasto incosciente tutta la notte.-
Veramente?
-Oh... e il college?-
-Non muore nessuno se per un giorno salti le lezioni. Io e Mary faremo a turno, dato che stasera io e Nate usciamo fuori e lei ha il turno di mattina.- parla con calma, aiutandomi a sedermi senza farmi troppo male sulla poltrona. Si siede poi sul divano, di fronte a me.
Stringo forte la mascella. Forse, stasera, Nate le chiederà di sposarlo. Meglio per lui di no, sennò lo faccio a fette. Deve dirle la verità e subito.
Sento come una campanella suonarmi in testa. Una piccola campanellina della memoria... che poi diventa una campana.
Maledizione!
-Cazzo!- mi ricordo, fissando con terrore la mia amica. -Stasera devo vedere Harry, non posso permettere che mi veda in queste condizioni!-
Lacy fa spallucce e ghigna fiera. -No problem, dolcezza, ti trucco io.-
Tiro un sospiro di sollievo. Siano benedette le donne col trucco. -Grazie. Di nuovo.-
Sbuffa una risata e poi mi fissa seriamente. -Louis... c'è qualcosa che devi dirmi?-
Mi si gela il sangue nelle vene. -Perché?-
-Be', prima l' aggressione al bar, ora questo! Sicuro di non avere dei nemici?- i suoi occhi azzurri mi scrutano a fondo, indagatori, mettendomi in suggestione.
-Ehm... no, non penso.-
-Ne sei certo? Ho aiutato io Terrence a portarti fino all' ascensore e dentro casa e avevi addosso una ciocca di capelli.- si piega, poggia le braccia sulle ginocchia e riduce gli occhi in due fessure, -Capelli rossi e ricci.-
Che cosa?
Un senso di nausea accompagna il ritorno della mia memoria, assieme ad un vero senso di terrore.
Porca puttana.
Porca. Puttana. Troia.
Non mi sono immaginato tutto, dunque?
Gesù Santo Benedetto.
-Ro... rossi e ri... ricci, hai detto?-
-Lou, che sta succedendo?-
-Io...- balbetto, venendo bloccato sul nascere da un bussare alla porta.
Dio esiste!
-Non finisce qui.- mi intima lei, alzandosi per andare ad aprire. Mi passo una mano sulla fronte, sibilando dal dolore non appena tocco il livido. Merda, oh.
-Louis!- la voce di Rose mi fa girare sulla poltrona e mi alzo in piedi per abbracciarla. Il suo lieve pancione ci impedisce di stringerci del tutto e contribuiscono anche le mie lesioni. -Oh, Dio, ma che hai fatto? Una rapina, qui? Come ti senti?- sproloquia, portando entrambi sul divano, mentre Lacy si appoggia con un fianco alla poltrona lateralmente, non vogliosa di sedersi.
Non mi piace il fatto che, adesso, Rose mi parli senza problemi, perché so che lo fa solo perché è preoccupata per me. Sono certo che tra poco tornerà ad odiarmi, come ha sempre fatto da quando l' ho tradita.
-Tutto ok, non è niente.-
-Mi hanno detto che hai perso il portafoglio. Tieni, puoi usare quello vecchio di mio padre.- prende dalla sua borsetta un portafoglio nero di pelle, che sembra più nuovo che vecchio, e me lo da. -Grazie.-
-E, per l' amor di Dio, che hai fatto qua dietro?!- strilla orripilata, ignorando il mio ringraziamento e spostandomi di poco la testa per potermi vedere meglio la vecchia ferita. Mi nasce un sorriso sincero e la guardo con rassicurazione: -È una ferita vecchia, Rose. Nate, il ragazzo di Lacy e paramedico, me l' ha già curata.-
La sento sospirare pesantemente e si rilassa. Meglio così, non voglio che troppa preoccupazione a causa mia le faccia mettere in pericolo il bambino.
Rose, rispetto a qualche mesi fa, ha i capelli più lisci e biondi e la sua pelle è diventata più luminosa e pulita da quando ha cominciato la gravidanza. È veramente bella. E mi sembra anche diversa. Il fatto che i suoi genitori stiano qui, ventiquattro ore su ventiquattro, deve scombussolarla molto.
-Va bene, ti credo. Purtroppo non posso restare per molto; mia madre vuole portarmi al corso di yoga per donne incinte e mio padre è sparito chissà dove. Tu, se vuoi, puoi sentire il piccolo, in questi pochi minuti.-
Oh, Dio, sì, ti prego.
-Vi lascio da soli.- capisce la situazione Lacy e volendoci lasciare un momento di intimità. Rose mi guarda e mette sul basso tavolino di vetro la borsetta. Si sdraia e alza la larga maglietta. -Questo è il mese in cui comincia a muoversi, perciò non sentirai solo il cuore.- mi avverte, mettendosi le mani dietro la testa.
Il mio cuore ha un sobbalzo. Sta cominciando a muoversi.
Caspita.
Trattengo a stento l' emozione e poggio le mani sul pancione appena accennato. Sento quasi subito un calcio contro la mano.
Oh, mio Dio! Il mio ometto!
-Ciao...- sussurro, accarezzando questo bozzo d' amore così fragile e stupendo al tempo stesso. -È il tuo papà che ti sta parlando.- mi commuovo e sento gli occhi pizzicare per via delle lacrime. È una sensazione ultraterrena.
Mio figlio.
-Dobbiamo dargli un nome.- soffio, incantato da quello che ho tra le mani, dal bimbo che deve ancora nascere.
-Troy.-
Alzo la testa con una mossa fulminea e guardo la mia fidanzata con occhi sgranati.
Lei... cosa? Da... davvero?
-Come mio padre?-
-Come tuo padre.- sorride lei e vedo perfettamente i suoi occhi che si fanno lucidi.
Oh, Rose...
Il suo telefono squilla di colpo, interrompendo la magia che si era creata. Lo prende dalla borsetta e la vedo intristirsi quando vede chi è. -Mia madre è di sotto, devo andare.-
-Ma sei qui solo da pochi minuti.-
-Louis, fidati, se fosse per me...- si interrompe bruscamente e scuote la testa, -Lascia stare. Piuttosto, dammi una mano.-
-Certo.- mi affretto ad aiutarla e lei si sistema. Prima che se ne vada, però, mi inginocchio di fronte a lei. -Ciao, piccolo Troy. Papà ti vuole bene.- parlo a quello che è poco più che un feto e bacio il pancione coperto dall' indumento. Sento Rose che ride. -Lou! Dai, mi fai il solletico!- tenta di spingermi via. Mi alzo e la abbraccio, cercando di farle meno male possibile.
Finirà mai, tutto questo?
-Ci vediamo.- mi bacia sulla guancia ed esce di casa, prendendo l' ascensore. Prendo un enorme boccata d'ossigeno e mi butto sul divano, seduto. Cribbio, ho seriamente paura che i suoi genitori ci tengano lontani l' uno dall' altra, e soprattutto me da mio figlio. Merda, non posso lasciarglielo fare! Mi serve un piano, un' idea... o un avvocato.
Bailey!
Conscio di star facendo, senza dubbio, una mossa avventata, tiro fuori il telefono dalla tasca dei pantaloni per scrivere a Bailey, venendo fermato da un messaggio di Mr. Occhi di Ferro.
"Per stasera non mettere nulla di formale. Anzi, vestiti vecchi o che si puliscono facilmente vanno bene. Ma niente roba bianca".
Arcuo un sopracciglio. Dove diavolo ha intenzione di portarmi?
A una discarica, forse?
Sorrido a trentadue denti per via del mio pensiero idiota e vedo Lacy tornare dalla sua stanza. -Tutto bene?-
-Sì, tutto bene.- rispondo, mettendo via il cellulare.
-Ok. I ragazzi arrivano tra poco, riesci ad aiutarmi in cucina o ti senti ancora distrutto come prima?-
-Non preoccuparti, sono forte il necessario per tenere in mano un coltello.- ridacchio lieve, alzandomi in piedi e ci dirigiamo verso la cucina. -Ricordati di truccarmi prima che io esca, stasera. E che, molto probabilmente, non mangerò con voi.-
-Come vuoi.-
-Che c'è di buono, a pranzo?-
Lacy si gira verso di me, lentamente, e un sorrisetto compiaciuto quanto inquietante le fa mostrare i denti. -Arrosto di pescatrice.-
Ah... sta scherzando, vero?
Quando aspetto che scoppi a ridere per la mia faccia, ma non lo fa, capisco che no, non scherza per niente.
Bleah!
-Ne possiamo parlare?-
-Consideralo un avvertimento, Tomlinson.-
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