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Capitolo 14

-La prossima volta che volete fottervi, evitate la mia stanza!- sbotto a Liam e Zayn, mentre mi preparo qualcosa da mangiare per pranzo. I due mi guardano colpevoli e dietro di loro c'è Mary, che sta lavando i bicchieri usati la sera prima per la festa, invece Lacy tenta in ogni modo di far rinsavire Niall. -Siete due maiali.- continuo con la mia predica, chiudendo la cartella, ora pronta.
-Siamo solo eccitati e col cazzo sempre in tiro!- si giustifica Zayn, alzando le mani con fare innocente. Liam si dà uno schiaffo in fronte e io lo compatisco.
-Guarda, è meglio se non parl...- non finisco la frase perché sento qualcuno bussare alla porta. Faccio cenno ai due ragazzi, vestiti con solo delle mutande, di non muoversi e vado ad aprire. Mi ritrovo davanti un corriere poco più basso di me, con cappello, baffi e un pacco tra le mani. Legge velocemente il foglietto sopra di esso. -Mr. Tom... Tomlinson?- mi guarda, dubbioso. Annuisco e mi consegna la scatola.
Ah, devono essere i miei vestiti, mandatemi da Harry. Però... non pesano così tanto, dei semplici indumenti.
-Una firma qui.- mi chiede, dandomi dei fogli e una penna. Firmo velocemente la prima pagina e lui mi sorride, allontanandosi. -Buona giornata.-
-Anche a lei.- ricambio, chiudendo la porta. Con più forza che posso, porto la scatola in cucina e la poggio sull' isola. Mamma mia, deve avermi mandato anche qualcos'altro.
-Che cos' è?- si incuriosisce Lacy, avvicinandosi a me. Nell' aria si sente solo il rumore della scatola che viene aperta da me e il russare di Niall dal divano. Mary, Zayn e Liam si avvicinano a loro volta. Una volta che vedo il contenuto, sgrano gli occhi dalla sorpresa. Sopra i miei vestiti, c'è una bottiglia nera con un fiocco dorato. La tiro fuori e la esamino. È pesante, di vetro, ma a tatto sembra pulita e ha anche un buon odore.
-Chi ti ha spedito da bere? Coi tuoi vestiti, poi.- domanda Liam, prendendo fuori la mia camicia di ieri.
-Non dirmelo.- mi ordina Mary, fissandomi in tralice. -Styles, eh?-
-Sono innocente, vostro onore.- dichiaro, guardando confuso la bottiglia che Lacy sta tentando di aprire. -Io gli ho chiesto di mandarmi indietro i vestiti, non alcolici!-
-Da' qua.- dice Zayn, esaminando il liquido con l' olfatto e prendendo un bicchiere dei nostri. Versa poco dell' alcolico, il quale si scopre trasparente e Zayn lo annusa profondamente.
Noi lo fissiamo con ammirazione. Certo, Zayn è un barman e i liquori sono la sua specialità, come gli alcolici.
Il moro manda giù il sorso da due dita e lo gusta affondo nella bocca. I suoi occhi sono pensosi, ma poi si illuminano di colpo. -Oh, mio Dio, oh, mio Dio, oh, mio Dio!- si irrigidisce, prima di correre verso la mia stanza.
Corrugo la fronte. E adesso dove va?
-Cristo... ma è impazzito?!- sbotta, una volta tornato da noi e col proprio cellulare in mano. Muove velocemente le dita sulla tastiera e annusa ad intervalli la mia nuova "bevanda". -Quello è completamente pazzo... ma io lo faccio a pezzi! E quando mi ricapita di... cazzo!- continua ad imprecare, sedendosi ad una sedia.
Eh... qualcuno mi spiega cosa sta succedendo?
-Zay, che cos' hai? Cosa c'è?- chiede spiegazioni Liam, andando da lui e affiancandolo. Lui, in risposta, guarda con occhi di fuoco l' alcolico. -Ti dico io cosa c'è! Quell' idiota del mio capo ha mandato così, alla stracazzo, un esemplare di Diamonds are Forever, il cocktail più costoso al mondo da diciassette mila e seicento dollari, al suo attuale amante!-
CHE CAZZO HA FATTO?!
-Diciasset... diciassette mila... cosa?!- urlo con voce stridula, il mio corpo viene scosso da un brivido.
Ma che cazzo gli è saltato in testa?! Mi ha regalato il... il... cocktail più costoso al mondo, mio Dio!
-Ha capito tutto, l' uomo, regala dell' alcol e verrai amato!- sghignazza Lacy, gli occhi elettrizzati puntati sul mio regalo. Cribbio, perché? Perché l' ha fatto?
-Qualcuno ha detto alcol?!- sbiascica Niall, alzandosi a fatica dal divano. -No.- lo tranquillizza Mary, spingendolo leggermente, portandolo a sdraiarsi di nuovo.
-C'è un biglietto.- si accorge Lacy, prendendolo dal fondo della scatola. Lo tira fuori e legge velocemente. Sembra un biglietto da visita bianco. -Bleah, troppo zucchero per il povero sangue del mio cuore!- si lagna, fingendo di rimettere e tirando fuori la lingua. La sorella glielo strappa di mano e legge ad alta voce: -"Il meglio per il meglio". Oh, che dolce!-
Arrossisco fino alla punta dei capelli. Il "meglio" saremmo io e il cocktail da quasi diciotto mila dollari?
Per me si è fumato qualcosa.
-Già, sdolcinato da far schifo.- ridacchia Lacy, scuotendo la testa. Mary poggia le mani sui fianchi, non prima di avermi dato il foglietto, e arcua un sopracciglio in direzione della sorella. -Perché? Nate non è da meno con te.-
-Questo lo so, ma mica mi scrive breve poesie spedendomi da bere!-
-Non è una breve poesia, è solo... solo...- cerco una via d' uscita da questa situazione imbarazzante, ma peggioro solo le cose. -Ok, come non detto.-
-Questa meraviglia stava bene al Lion! Perché l' ha data a te?!- quasi piange disperato Zayn, interrompendoci dal nostro dialogo. Scuote la testa e porta le mani fra i capelli.
-Tesoro, Harry l' ha data a Louis solo perché è cotto di lui, è semplice.- sminuisce la cosa Liam, accarezzandolo sulla schiena nuda.
E questa novità, adesso?
-Non è cotto di me!- mi difendo, prima di annusare il profumo del cocktail dal bicchiere di Zayn, ormai vuoto. Mmh, però, è buono. -Ma adesso basta. Dobbiamo andare al Queens. Lo berremo insieme, stasera a cena. Zayn? Liam? Verrete?- lancio un' occhiata alla coppia, nel frattempo metto la bottiglia in una credenza.
-Scusa, Lou, ma stasera non riusciamo: andiamo al cinema.- fa spallucce Liam, guardando sia me che Zayn. Tiro un respiro profondo e annuisco. -D'accordo, non importa. Ragazze, ci siete?-
-Sì.- rispondono all' unisono, entrambe con le loro borse in mano. Prima di andare al Queens con Lace, devo prima accompagnare Mary e poi raggiungerla nel pomeriggio per il mio turno. -Bene, allora vado a prendere il telefono e andiamo.- confermo, andando verso la mia stanza. Socchiudo la porta, stacco il caricatore dalla presa di corrente e prendo il cellulare dal comodino. Lo schermo si illumina e mi mostra due messaggi: uno da Rose e uno da Evelyn. Oh... strano che non ce ne sia un terzo da parte di Harry. Sorrido, forse ha capito che ho bisogno di spazio.
Speriamo bene.
La porta torna ad aprirsi e Liam entra con disinvoltura. -Ehi, devo vestirmi. Tranquillo, non guardarmi in quel modo, non vado via. È solo che, come dire, non vorrei tentare Zayn.- ridacchia, tirandosi su la zip dei jeans.
Mi sfugge una risata. Davvero si saltano sempre addosso, questi due? Be', ok, lo ammette, anche io e Harry non siamo da meno.
Guardo il mio amico con un velo di tristezza. Cazzo, non posso rimanere per sempre con la bocca chiusa. In questo modo sto facendo del male a lui, alle sorelle Hanson e a Cindy. Però non posso nemmeno tradire Zayn, Nate e Jordan, non sarebbe giusto. Il mio cuore batte alla rinfusa. Che devo fare?
-Dovresti rompere con Zayn, Liam.- non taccio in tempo che mi scappa tutto. Mi copro la bocca con le mani. L' ho detto così velocemente che spero non mi abbia capito, ma lo vedo distintamente irrigidirsi. Si volta verso di me e abbassa la maglietta blu appena messa. -Perché?-
Deglutisco pesantemente. Che gli dico, adesso?
-Perché non ti ha detto tutto di sé.-
-Che significa?-
-Io...-
-Louis!- il richiamo di Lacy mi fa improvvisamente tornare a respirare, -Ti dai una mossa?!-
-Arrivo! Dovresti parlare con lui. Ci sentiamo.- liquido in fretta il mio amico e scappo, diretto all' uscita assieme alle ragazze. Prendiamo l' ascensore e io ignoro le due sorelle che stanno parlando tra di loro riguardo un film.
Ma che accidenti ho combinato?! Doveva vedersela Zayn, con lui, non io! Adesso ho rovinato tutto tra di loro, me lo sento.
Che testa di cazzo che sono.
Prendo un respiro profondo e guardo il telefono. Apro i messaggi e leggo quello di Rose: "Ti do un quarto d'ora con nostro figlio. I miei non lo sanno, dovrò praticamente scappare di casa come quando ero un' adolescente. Verrò stasera da te. Vedi di esserci, almeno per il piccolo".
Sento un coro di angeli benedirmi con un canto celestiale nelle orecchie.
Sì, evviva!
Non aspettavo altro, è da troppo tempo che non tocco la pancia di Rose, che non sento il battito di mio figlio. Sorrido come un ebete e vado a leggere il messaggio di Evelyn: "Il corso di teatro comincia questo venerdì, per le quattro e finisce per le sette. Ti mando qui l' indirizzo dello studio, se ti va di venire...".
Mi sale di colpo la colazione in gola. Tre ore a settimana nella stessa stanza dove c'è mia sorella? Mmh... non saprei, non mi fido di me stesso; di sicuro finirei per rincorrerla con una mannaia o le urlerei addosso qualsiasi tipo di insulto. Arriviamo al parcheggio e accendo il motore della mia auto. La faccio partire, senza smettere di non prestare attenzione alle chiacchiere delle mie amiche. I miei occhi cadono sul braccialetto regalatomi da Mr. Occhi di Ferro.
Dio, perché mi deve mandare nel panico tutte le volte?
Prima questo gioiello e adesso quel cocktail. Cosa sono tutti questi doni? E i tre appuntamenti? Stamattina non mi ha detto niente, non so neanche quando sarà il primo né dove. Forse mi farà chiamare da Bailey, come al solito.
-Wow! Alza il volume!- mi fa spaventare Lacy, seduta sul sedile del passeggero, vicina a me e alzando il volume della radio. Alzo gli occhi al cielo quando sento i Backstreet Boys.
Cavolo, questa ragazza deve sapersi contenere quando si parla delle band che le piacciono, non ha più sedici anni!
-Diamine, quanto li adoro!- urleggia e sento chiaramente lo sbuffo sconfortato di Mary dietro di me. -If you want it to be good girl, get yourself a... bad boy!- prende a cantare, muovendo la testa al ritmo e ballando sul posto. Merda, perché non posso guidare con una mano e con l' altra filmarla?
-Mio Dio... Louis, per favore, cambia stazione.-
-Neanche per sogno! Non pensarci nemmeno.- mi minaccia con un dito la mia amica e vedo dallo specchietto retrovisore Mary che fa ruotare gli occhi, disperata. -Almeno non questa canzone! Ti conosco, ora che l' hai ascoltata non farai che canticchiarla per tutto il giorno. Forse anche per l' intera settimana!-
-Quanto sei melodrammatica, Mary, lo sai che è una delle mie canzoni preferite.- la sbeffeggia, alzando ancora di più il volume.
Porco cane, no!
-Lacy!- la rimprovero, abbassando di poco il volume, -E che cazzo, vuoi farci diventare tutti sordi?!-
-Ti ci metti anche tu adesso?-
-Sono arrivata!- dice Mary e mi tocca la spalla, avvertendomi di accostare. Mi fermo davanti al negozio e Mary scende velocemente, salutandoci. Io abbasso il capo, timoroso delle occhiate che la gente per strada mi sta lanciando.
Ma io dico, non avete una vita sociale?!
-Ciao ciao, Mary! Divertiti col tuo agnellino!- grida con euforia Lacy e a me quasi scappa da ridere.
-Stronza!- fa in risposta Mary, poi ride di cuore. Torno in strada e mi dirigo verso il Queens. -Di che stavate parlando?- domando con disinvoltura e Lacy fa spallucce. -Mmh, niente, solo un suo collega che le sta facendo una corte spietata, ma lei non sembra interessata.-
-Ah, capisco. Brutto?-
-Oh, no, tutt' altro. È mia sorella che ha il prosciutto sugli occhi.- borbotta, guardando con noia il cellulare. Sbuffo un sorriso. Oh, le mie piccole stanno crescendo! Spero solo che stiano bene tutte e due.
Parcheggio al lato della strada vicina al college e scendiamo entrambi. Camminiamo verso l' ingresso e Lacy mi dà una leggera gomitata. -A proposito, tra poco è il suo compleanno. Che le regaliamo?-
Mi si rizzano i peli sulla nuca. Maria, ecco cosa mi ero scordato!
-Eh, non so... a lei cosa piace?-
Lacy si gratta pensosa la testa. -Le piacciono le gonne, i balletti, suonar... suonare! Ci sono, regaliamole una chitarra classica nuova! La sua si è rotta mesi fa e non ha mai avuto abbastanza soldi per comprarsene un' altra.-
Faccio schioccare le dita, sorridendo. -Grande, sei un genio! Tanto di chapeau.- mi chino di poco e lei contraccambia: -Merci.- ride, correndo poi verso l' entrata. Entro anche io e so di averla persa di vista, perché alla prima ora abbiamo due lezioni diverse. Mi dirigo al mio armadietto e ne depongo i miei libri. La campanella suona e io mi dirigo su per le scale.
Tutta la mia testa è un party di domande e dubbi. La mia vita si sta incasinando come non mai e percepisco sempre un brivido gelido lungo la spina dorsale... proprio come adesso. Mi fermo su due scalini e mi guardo attorno. Sono solo. Sì, sono proprio solo. Però... non so, mi sento come osservato. Mi scuoto tutto; che sensazione orribile.
Come un condannato a morte, apro la porta dell' aula e mi dirigo al mio banco, peggio del patibolo. Devo pure andare a quei diavolo di incontri. Non ha neanche senso, secondo me, non bevo più da...
Da quando Harry è tornato in città.
Stringo i denti e di nuovo il presentimento di avere degli occhi addosso si fa largo in me. Cristo, che mi prende? Mi allungo con le gambe. Devo seriamente tentare di calmarmi o finirò al manicomio.
-Buongiorno, Mr. Tomlinson. Bella giornata, vero?-
-Ah, sì, ciao.- mormoro, senza pensare. Sgrano gli occhi all' inverosimile non appena il mio cervello si riconnette al mio corpo.
Questa voce... io conosco questa voce.
E anche fin troppo bene.
Giro di trenta gradi la mia testa verso sinistra e la alzo. Harry è in piedi al mio fianco e mi guarda con un sorriso provocatorio. Ha addosso una giacca professionale e una tracolla intorno alla spalla sinistra. Comincio a sudare freddo appena vedo la maggior parte dei miei compagni di studi fissarci, alcuni curiosi e altri perplessi.
Che diavolo sta succedendo?!
Sorrido nel modo più finto, falso e stupido che conosco, ridacchiando in modo patetico e parlando al riccio coi denti stretti fra loro: -Per la barba di San Pietro, che stai facendo?-
-Oh, andiamo, Louis. Non sei contento di rivedermi? E poi non mi sembra il caso di disturbare i santi per una cosa così innocua.- si prende gioco di me e fa la parte dell' angioletto innocente e senza colpa.
Ha proprio un bel collo, lo devo ammettere, e con una splendida corda attorno...
-Cos'è, soffri di alzhaimer? Ti devo forse ricordare la mia unica richiesta per quanto riguarda le nostre uscite?- evito di fissarlo negli occhi mentre parlo e giocherello con una delle mie matite. Odo la sua lieve e sexy risata: -Nessuno ha mai detto che sono qui per te, Mr. Tomlinson.- sibila con divertimento e le sue parole mi provocano sia fastidio che dolore.
Come riesce a farmi male solo con una frase?
-Perché il cocktail? Volevi vedere se l' avrei finito subito?- mi infurio leggermente e guardo con la coda dell' occhio le sue gambe. Capisce subito che alludevo alla mia tenacia nel restare sobrio. -È semplicemente un regalo di cortesia, Louis, smettila di pensare sempre male degli altri. E, soprattutto, di me.-
-Ma perché?- insisto.
-Mi piace viziarti.- si limita a rispondere. Respiro pesantemente e per poco non spezzo la matita in due con le mani. -Che cazzo ci fai tu, qui?!- riformulo la domanda con più rabbia e lo fisso dritto nel ferro di fuoco.
-Dato che oramai è impossibile che io diventi il nuovo preside, ho deciso di riprendere gli studi.-
-Allora cambia posto, ce n'è uno lì in fondo: lontano da me.- piego le labbra all' insù e gli indico con la matita una sedia lontana.
Soffia dal naso una risata e scuote la testa. -Mi dispiace, Mr. Tomlinson, ma questo posto mi sembra perfetto per seguire al meglio la lezione.-
-Ma così rischia di distrarsi.- mi prendo gioco di lui, perché sappiamo entrambi che lo farà.
-Sono disposto a correre il rischio.-
-Spiacente, il posto accanto al mio è già occupato.- provo con la mia ultima difesa disponibile.
-Da chi?- arcua un sopracciglio e sorride come se non ci credesse. -Oh, ma da lei.- cantileno con fierezza, indicando la ragazza che si sta avvicinando a noi. Amber è incantevole oggi, come ogni giorno. Indossa una maglietta a maniche corte di pizzo nero e una gonna color crema che le arriva alle ginocchia. Eh sì, lei è quel tipo di ragazza che non mi dispiacerebbe affatto accompagnare a fare shopping.
Harry squadra Amber, proprio come Amber fa con lui. Lei arrossisce e scruta affondo l' uomo che ha di fronte. -Lei... lei è Harry Styles?-
-In carne e ossa.- sorride gentilmente il mio amante, baciandole il dorso della mano. -Con chi ho il piacere di parlare?-
-Oh... Amber, Mr. Styles. Amber Talles. Io l' ammiro molto, la maggior parte dei miei libri preferiti sono stati pubblicati dalla sua casa editrice e non vedo l' ora di andare a vederla al cinema nel ruolo di Lucas in Evernight.- la sua voce è leggermente acuta, timida, e parla velocemente, emozionata.
Sbatterei volentieri la testa contro un muro, in questo momento. Non ci credo, ha incantato persino lei!
-Ti ringrazio, Amber. Dammi pure del "tu" e chiamami Harry.-
-Va bene, Harry. Ahm, volevi sederti al mio posto?-
Seriamente?!
-Sei gentile, Amber, ma non toglierei mai il posto ad una bella ragazza.- le fa un occhiolino e lei ridacchia imbarazzata. Con le orecchie e le guance rosse, Amber comincia a tirar fuori il suo materiale dalla cartella, non prima di avermi salutato.
-Sei veramente squallido.- sussurro all' orecchio di Harry, che si è chinato sul mio banco con entrambe le mani. Lui fa un mezzo sorriso. -Almeno lei ha capito che quando le chiedo di darmi del "tu" lo deve fare veramente, a differenza di qualcun'altro, qui.-
Uh! Colpito e affondato!
-Ci vediamo dopo, Mr. Tomlinson.- mi saluta con naturalezza, dirigendosi successivamente verso il posto che gli avevo indicato io poco prima.
I miei istinti omicidi stanno salendo al livello successivo di questo gioco malsano. Non ha mantenuto la sua promessa, c'era da aspettarselo. Va bene, mi aveva promesso l' onestà, non la fedeltà, quindi di che mi lamento?
Di avere, tipo, tutti gli sguardi dell' aula addosso? Che stanno fissando con insistenza sia me che Mr. Occhi di Ferro? Sparlando e ridendo alle mie spalle?
Lascio cadere con un botto la testa sul banco e mi nascondo come posso il viso con le braccia. Qualcuno, lassù, si diverte a prendermi per il culo. E alla grande.

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