Capitolo 13
Un bussare costante mi fa mugolare dal fastidio e accarezzo gentilmente il braccio intorno al mio fianco. Sorrido all' odore di Harry su di me. -Chi è, a quest' ora?- mormoro contro il cuscino.
-Non so neanche che ore sono.- borbotta in risposta sui miei capelli. Mi bacia la nuca e scende dal letto. Sorrido e mi giro per guardarlo. Si sta mettendo i boxer e va ad aprire la porta che conduce al suo ufficio.
Oh, cazzo!
Mi copro in fretta non appena vedo Bailey con un abito grigio in mano, appeso ad una gruccia. -Mr. Styles, perché non era alla riunione delle otto con il personale dell' hotel StarRise? Adesso sarò costretta a rifare tutto da capo per riorganizzarne un' altr... oh.- si blocca nel parlare non appena mi vede. Arrossisco imbarazzato e la saluto con la mano. -Ciao, Bailey.-
Resta a bocca aperta, prima di fissare Harry con delusione. -Cosa le avevo consigliato, Mr. Styles?-
-E io non ti avevo detto di non intrometterti tra me e lui?-
-È già fortunato che sia venuta io a cercarla e non Jasper.- lo rabbonisce, folgorandolo attraverso gli occhiali neri da vista. Entra, dandogli una spallata senza riguardo e prende i miei boxer, lanciandomeli. Li prendo al volo e me li metto sotto le coperte. Dio, che imbarazzo!
-Jasper sta partendo per Tokyo, perché avrebbe dovuto venire qui?- Harry si avvicina a noi e incrocia le braccia al petto, guardando la sua stagista con fare dubbioso.
Bailey alza un sopracciglio, scettica. -Indovini?- mi indica, -Se mi sono insospettita io, si figuri lui.-
-D'accordo! Hai vinto!- rinuncia lui, alzando in aria le braccia, dopo aver scosso la testa. -È stata una mossa irresponsabile, avrei dovuto mettermi la sveglia.-
-Ah, sì? È stata quella la mossa irresponsabile? Non mettersi la sveglia?-
Mentre loro continuano a battibeccare, io mi alzo dal letto per vestirmi, ma mi do quasi subito uno schiaffo in fronte mentale. I miei vestiti sono nel suo appartamento! E adesso come ci torno, a casa?
Prendo il mio telefono dal comodino e guardo l' orario. Le nove e mezza, cazzo! Ho il college alle undici, devo andare subito a preparare la cartella e a prendere i ragazzi! Alzo la testa verso una delle finestre. Il cielo è soleggiato e, nonostante si stia avvicinando Halloween, fa ancora un caldo assurdo.
Oltre l' ora, ho visto che non c'era alcun messaggio e nessuna chiamata. Nessuno mi ha cercato, nemmeno Rose. Cavoli, potrebbe almeno dirmi come sta andando la gravidanza, se il piccolo sta bene. A mala pena mi fa avvicinare a lei...
-Harry.- mi volto, attirando l' attenzione di entrambi. -I miei vestiti non sono qui.-
-Oh.- emette soltanto, sbattendo le palpebre imbarazzato. -Ecco... puoi tornare a casa con l' abito che ti ho prestato ieri sera e poi ti farò mandare i tuoi vestiti da un fattorino.-
-Che cosa?!- sbraita Bailey con voce acuta, facendoci saltare in aria entrambi. -Non esiste!- dichiara, poggiato il vestito che ha portato sul tavolo e prendendo da terra l' abito che ho indossato ieri sera, indicandolo con una incredibile supremazia. -Più di una volta è stato visto in passato con questo vestito, Mr. Styles, e adesso vuole che Mr. Tomlinson ci vada in giro? Mi dica la verità, ha intenzione di attirare l' attenzione dei paparazzi?-
-Bailey, non temere, ok? Tuo padre ha già avvertito la sicurezza e le mie guardie del corpo personali. Louis verrà subito protetto una volta uscito da qui e non appena un paparazzo si farà vivo. Ho tutto sotto controllo.-
-Sarà meglio per lei, Mr. Styles.- assottiglia gli occhi Bailey, lasciando l' abito sul letto e, con una mossa veloce, prende il telefono di Mr. Occhi di Ferro dal comodino che sta dalla loro parte. Me lo lancia ed io lo prendo subito.
Ma cosa?
Harry fa per protestare, ma lei gli punta un dito contro. -Non dica una parola. Ora, io l' aiuterò a sistemare tutto quello di cui ha bisogno per l' incontro con il nuovo direttore della banca, nel frattempo...- gira di trenta gradi verso di me e mi fa un cenno al telefono del riccio, -Tu chiama il fattorino, il più fidato di Mr. Styles, e dagli l' indirizzo del tuo dormitorio col numero del tuo appartamento. Ci penserà poi Mr. Styles stesso a consegnargli i tuoi vestiti. Elenco telefonico, Lenny Tate.- torna concentrata su Harry e li sento chiacchierare di affari, mentre lui gira per la stanza cercando tutto quello che gli occorre per sembrare presentabile: una spazzola, un profumo, una cravatta pulita e dei gemelli. Bailey gli passa tutto l' occorrente, compreso l' abito pulito e stirato che gli ha portato, e parla, parla tanto, ricordandogli tutti gli appuntamenti. Sembra una di quelle macchine da scrivere che non si fermano mai, tant' è che Mr. Occhi di Ferro fa fatica a ringraziarla ogni volta.
Fisso il telefono che ho fra le mani. Un Samsung Galaxy S9 nuovo di zecca.
Però, si tratta bene, l' uomo.
Premo il pulsante dell' accensione e mi appare subito la scritta della marca. Dopo poco, il telefono - super costoso, dall' aria invitante e che non avrò mai, neanche nei miei sogni più remoti - mi chiese la password.
-Ehm, Harry? Qual'è la password?-
La sua chioma riccia spunta fuori da dietro la porta del bagno e mi raggiunge, elegante al punto giusto. -Dai, faccio io.- dice, tuttavia viene battuto sul tempo da Bailey, la quale è seduta alla sedia del tavolo e si sta passando con destrezza una limetta sulle unghie: -Due, quattro, uno, due.-
La digito in fretta e il telefono si sblocca, mostrandomi come foto schermo una foto di lui e Gemma. Mi paralizzo non appena me ne accorgo.
Un momento... che?!
Due, quattro, uno, due?
Ventiquattro Dicembre.
-La tua password è il mio compleanno?- domando scettico e incredulo ad Harry, il quale boccheggia e fa spallucce.
-Oh, oh! Beccato!- cantilena Bailey, beccandosi un' occhiataccia dal proprio capo. Harry si riprende il telefono e chiama lui stesso il fattorino. Si allontana da me, torna in bagno e non mi stupisco neanche un po' quando lo sento dire il numero della mia camera e il mio indirizzo.
Stronzo di uno stalker.
-Spero che non ti abbia fatto niente che tu non volessi.- si preoccupa Bailey, squadrandomi dalla testa ai piedi e sgrana leggermente gli occhi alla vista dei segni delle corde sul mio bacino e sulle mie cosce.
Oh, mamma.
In fretta e furia, mi sbrigo a vestirmi.
-Louis...- biascica il mio nome e scuote la testa, delusa.
-Che c'è, ma lo hai visto? Come si fa a dirgli di no?- tento di difendermi, abbottonando la giacca.
-Semplice! Basta dire due lettere: N e O!-
-Non è così facile...-
-Io, almeno, ho una buona ragione per non dirgli di no: è il mio capo, il mio superiore. Tu che scusa hai? Ti avevo chiesto di stargli vicino, non di farti abbindolare di nuovo! Siete entrambi praticamente sposati, hai idea di quanto rischiate solo perché lui vuole fotterti?- si alza dalla sedia e i suoi tacchi fanno il loro solito rumore mentre si avvicina a me.
Boccheggio come un pesce lesso e penso a qualcosa, qualsiasi cosa. Ha tremendamente ragione, ci sono cascato con tutte e due le scarpe e mi sono pure fatto raggirare, ma, nonostante tutto il male che mi ha provocato, sento di aver ancora bisogno di lui.
Perché so che, rispetto a tre mesi fa, non è cambiato un cazzo. Lo amo ancora.
-Bailey... per favore... io...- balbetto parole a caso, però Harry ritorna dalla sua chiamata e ci guarda con nonchalance. -Tutto ok?-
-Sì. Tutto ok.- risponde fredda Bailey, guardando però me. -La aspetto di là, Mr. Styles.- comunica veloce, prima di lasciarci da soli.
Un senso di nausea mi invade. Mi faccio schifo da solo. Ma, oramai, è fatta. Devo vederlo solo tre volte a settimana, posso resistere. Tre giorni su sette. Posso farcela, non è niente in confronto alla settimana a Fuerteventura.
Mr. Occhi di Ferro fa un mezzo sorriso nel scannerizzarmi con lo sguardo e mi sistema il colletto. -Lei è uno schianto dopo una notte di sesso, Mr. Tomlinson. Lo sapeva?-
Faccio un verso da sbruffone. -Lei è un artista che contempla la propria opera, Mr. Styles.-
-E ne vado fiero.- ghigna con fierezza e poggia il suo naso contro il mio. Oh. Una... coccola? -Ti faccio portare a casa da Hearl o preferisci prendere l' autobus?-
Rimango sbalordito. Mi ha... seriamente lasciato una scelta? Non mi ha ordinato?
-Be', io... penso che mi sentirei più al sicuro con Hearl.- ammetto e vedo i suoi occhi illuminarsi di una luce a me sconosciuta. Mi accarezza con gentilezza i capelli, un tocco che mi provoca solo sollievo e amore. Penso che prima o poi mi farà fare le fusa a forza di toccarmi così...
Mi stringe le spalle e mi sorride, quel sorriso di un bambino felice che sia Natale. -Ho un regalo per te.- mi confida e mi bacia la fronte.
Si dirige verso i vestiti che si è messo per la serata di ieri e tira fuori una scatolina dalla tasca dei pantaloni. Mi viene di fronte ancora e me la porge. È una scatolina beige, con un fiocco dello stesso colore dei miei occhi.
Mi salta il cuore in gola. Per... perché? Un regalo? Adesso? Non è il mio compleanno e lui lo sa bene.
-Aprila.- mi invita, con una punta di paura. Forse teme che non mi piaccia.
Con un lieve tremore alle dita, tiro la cordicella del fiocco e tolgo il coperchio.
Ma... che... cosa...?
Oh, mio Dio. Oh. Mio. Dio.
Un braccialetto. Un braccialetto a catena fatto di oro bianco. Lo stesso materiale dell' anello della sua famiglia.
Cos' è, pazzo?!
-Harry, no! Cosa... non posso! Non posso accettarlo!- mi spavento, prendendogli la mano e dandogli il regalo. Non posso accettarlo, chissà quanto gli è costato...
-Louis, è per te. L' ho fatto fare per te, non puoi ridarmelo comunque.- ridacchia con tenerezza, quasi divertito della mia reazione, e mi spinge il braccialetto al petto con delicatezza.
Deglutisco, rosso sulle gote e confuso. -Che... che vuoi dire con... "l' ho fatto fare per te"?-
Harry sorride meravigliosamente e mi aiuta a togliere il gioiello dalla scatola. Poggia quest' ultima sulle coperte e apre il braccialetto, per poi porgermelo. -Guardalo da vicino.- mi consiglia.
Da vicino?
Con mille domande e dubbi in testa, faccio come mi chiede e avvicino questo splendido tesoro agli occhi... i quali si allargano e sospiro di colpo.
Oh... Gesù Cristo, che... Harry...
Sul braccialetto, su questa catena intrecciata, scritte in modo abbastanza leggibile, ci sono delle frasi. Le nostre frasi.
"Sorridimi, Mr. Tomlinson".
"Corvo nero mancato".
"Sei qualcosa di stupido".
"Mr. Occhi di Ferro".
"Torno sempre da te".
Mi salgono le lacrime agli occhi. È un regalo così dolce, così personale, così intimo...
-Harry. Perché?- glielo chiedo con sincerità, perché, seriamente, non ci sto più capendo niente.
Lui prende un respiro profondo e si passa le mani tra i capelli, probabilmente cercando le parole giuste. -Perché, con te, io perdo il controllo. Divento chi sono sempre stato, senza averlo mai rivelato. Ritorno in vita mille volte al secondo e muoio costantemente per quanto ti voglio. Perché...- si blocca, perde le parole e muove la bocca senza emettere suono. Fa un grugnito frustrato e, alla fine, parla: -Perché, quel giorno, ho taciuto perché non potevo. Non potevo lasciarti andare, ma non potevo neanche parlare. Sappi solo questo, Louis, voglio che tu sappia almeno questo.- proferisce, tornando a stringermi le spalle e a guardarmi con una determinata furia negli occhi. Le parole che dice ora, mi distruggono ogni ragionamento degli ultimi mesi: -Io non amo Jasper.-
Porca puttana...
Sbianco e sento tutto il sangue andarmi ai piedi, che diventano di piombo.
Lui... lui non... lo ama?
-Ma... ma come... tu... allora perché...?-
-Louis, Louis, ascoltami.- mi richiama, vedendo che sono prossimo a perdermi nei meandri della mia mente. -Ti giuro che non ti sto mentendo, stavolta, è la verità! Non posso raccontarti ogni cosa, non ancora. Ma hai la mia parola che, da adesso in poi, sarò sincero con te.-
Scendo dalla Limo Bob e tiro fuori un respiro profondo. La testa mi scoppia e decido di prendere l' ascensore, per una volta. Premo il pulsante del mio piano e tiro fuori le chiavi di casa.
Cristo! Che casino...
Harry mi sta seriamente confondendo, peggio dei gialli di Agatha Christie. Mi ha detto di non amare Jasper, ma se è così perché si è sposato con lui? Magari lo amava in passato e ora non più. Oppure... oppure cosa?
Mi guardo distrattamente il braccialetto. La catena mi stringe di poco il polso destro, ma non tanto da farmi male. Catene... azzeccato, direi. Già, una catena che mi lega a lui.
Ottimo senso dell' umorismo, Mr. Occhi di Ferro.
Le porte si aprono e mi dirigo verso la porta dell' appartamento. Inserisco la chiave nella toppa e sento una forte musica provenire da dentro. Boh, sarà Lacy. Quella ragazza è drogata di musica. Apro la porta, entro, chiudo a chiave e mi giro.
CHE CAZZO...?!
Dio Santo Benedetto, ma che schifo è questo?!
Le foto appese ai muri sono state tutte disegnate con vari pennarelli, cibo e profilattici regnano il pavimento e un forte tanfo di alcol aleggia nell' aria.
Dio mio, che orrore!
Cammino con attenzione nel piccolo corridoio, tentando di non pestare nulla di disgustoso e arrivo, finalmente, sano e salvo nel salotto.
Santo cielo, ma che hanno combinato, quei tre?!
Mi volto subito non appena sento da dove proviene la musica e il mio corpo non sa se scoppiare a ridere o piangere dalla disperazione, perciò mi limito a fissare la scena che mi ritrovo davanti con impassibilità: le sorelle Hanson e Niall, vestiti con cappelli estivi, occhiali da sole e vari gioielli sul corpo, stanno giocando al karaoke della televisione con dei microfoni giocattolo in mano, ubriachi e reppando una specie di "mash-up" tra Super Bass e Pem pem sulle note di Rap God di Eminem. La cosa più buffa? Nessuno di loro azzecca una parola.
-Yes, I did, yes, I did! Somebody, please, who the fuck I am. I am LaceHan, I make them rules up, back coupes up and check the deuce up!- quasi urla Lacy, per poi essere seguita da Niall: -Boy, you got my heart beat running awaaay!-
Sento la terra sprofondarmi sotto i piedi e non so se, in un momento come questo, sia una cosa bella o brutta.
No. No, Niall. Non fare il twerk, non fare il twerk, non fare il twe-! Ha fatto il twerk.
-Yo se que es asì! Yo so que el no me ama, quiere fumare Marijuana! E fa pem! Pem pere pem, pem pem!- sembra quasi avere un crampo alla milza Mary, perché no, quello non è ballare.
-Ehi!- urlo, spaventandoli come se fossero dei suricati indifesi e Mary spegne la tv e il gioco. Si tolgono gli occhiali neri e posso dire che sì, sono senz' altro ubriachi. I loro occhi sono lucidi e rossi, talmente tanto da fare a botte coi loro azzurri naturali.
Cosa diamine è successo? Loro tre hanno... hanno... che?!
-Avete dato una festa?!- sbraito, mettendomi a braccia conserte e aspettando una loro risposta. Per l' amor di Dio, sembro un padre coi figli adolescenti!
-Eh...-
-No?-
-Forse.-
Mi tiro uno schiaffo in fronte. Perché non l' ho previsto prima? Perché non me lo sono aspettato, dannazione?! La casa è veramente una schifezza: sporcizia ovunque, birre vuote o mezze vuote poggiate anche nei posti più impensabili e - Dio mio, abbi pietà - non voglio neanche sapere da dove proviene questa puzza di vomito.
-Cioè, voi fate questo mentre io non ci sono?!- chiedo scettico, ricevendo in risposta solo tre sorrisi fintamente angelici.
Stringo i pugni fino a farmi sanguinare i palmi e digrigno i denti. Colpo di grazia, mi continuano a guardare come se non avessero fatto nulla di male.
Louis. Stai. Calmo. Sono ubriachi, non sono in loro stessi, stai calmo...
-Ok.- acconsento, prendendo aria dal naso e trattenendomi a fatica dal prenderli a calci in culo, uno ad uno. -Io non mi arrabbierò, se...-
-Beeeee.-
-Perché c'è una capra nella nostra cucina?-
Lacy, la treccia laterale a dondolarle su una tetta, sgrida un ubriaco Niall: -Te l' avevo detto che l' avrebbe notata!-
-Speravo che la scambiasse per la mobilia!-
-Ah! Quindi la pulisci tu la merda della mobilia?!- alzo il tono, incazzato nero. Assurdo, non posso lasciarli da soli neanche per una notte... Respiro con pesantezza, provando a ridurre il mio attacco di collera. -Va bene, adesso io vi dò tre secondi per correre in giro per casa, rimettere tutto a posto, tornare lucidi e chiamare lo zoo, sennò vi giuro, io vi assicuro, che vi lascio a piedi da oggi fino alla fine del college! Uno!- grido forte, alzando un dito per minacciarli e in un attimo scompaiono dalla mia vista.
Mi passo le mani sulla faccia dalla stanchezza, mentre odo i miei coinquilini che eseguono il mio ordine. Me lo sentivo nelle vene, li stavo per picchiare in modo forte.
-Preparo la colazione.- dice Lacy dopo cinque minuti, dirigendosi in cucina. Nel frattempo, la capra si sta mangiando la pianta del salone. Raggiungo la mia amica e mi appoggio all' isola, -Sei già lucida?-
-Una bella passata d' acqua fresca in faccia e un bicchierone di questa da bere fanno miracoli.- ammette e in effetti vedo che ha la faccia bagnata e qualche capello umido.
-Ragazzi!-
Ci voltiamo entrambi e vediamo Mary trasportare Niall di peso da noi. O meglio, trascinarlo da noi. -Abbiamo un problema.- ci avverte, lasciando cadere un Niall alticcio sul divano, il quale non smette di ridere.
-Fammi indovinare: ha bevuto più di tutti?-
-Il folletto ubriaco ha parlato del suo amore francese per tutta la notte.- dichiara Lacy, passandomi un caffè. Sto per berlo, ma poi mi dico che no, non ce la faccio. Ho ancora la nausea, che nervi.
-Riesce a venire al Queens?- domando, guardando Lacy di sfuggita. Lei fa una smorfia. -Ovvio che sì.-, poi si rivolge al cugino: -Ehi, Nì? Va' alla macchina di Louis e aspettaci lì. Ma non prendere le scale, chiama l'ascensore.-
-Ascensore?!- chiama, alzando la voce.
Ma che cazz...?
-Col dito!- parla palesemente Mary.
Niall si mette un dito in bocca. -Ascensore?!-
Madre Maria Teresa di Calcutta, perché a me?
-Come non detto.- ammette Lacy, -Mary, se non hai nulla da fare, oggi...-
-Ma vorrai scherzare?! Sia io che Louis, oggi, dobbiamo andare al negozio perché lui ha il turno ed io ho altri scatti.-
Porco cane, il lavoro!
Me ne ero completamente scordato!
Sbuffo, affranto: -Ha ragione, ma non possiamo lasciarlo qui da solo.-
Lacy fa spallucce. -Chiediamo di fargli da "babysitter" ai due adoni di là. Praticamente, dopo stanotte, ti devono un favore, Lou.-
Eh?
-Quali adoni?-
-Guarda in camera tua.- mi consiglia Mary, indicandomi la mia stanza col pollice. Non capendo, mi incammino verso la mia camera e apro la porta. -Merda!!!- impreco sotto shock, chiudendo la porta con un botto, non prima di aver sentito i due ragazzi urlare a loro volta. -Liam! Zayn! Chi cazzo vi ha dato il permesso di scopare sul mio letto?!-
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