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Capitolo 13

Mi volto di scatto verso di lui e allungo una mano: -No, no, no! Non si avvicini! Guai a lei se si avvicina!- ordino, ma è tutto inutile e arriva a un passo da me.
Mi fissa negli occhi, ma io abbasso la testa. È vicino, troppo vicino.
Indossa una camicia nera a bottoni, sottile, dei pantaloni e delle scarpe lucide dello stesso colore. Qualche bottone è aperto e riesco a vedergli un po' gli addominali.
Schiocca le dita e degli uomini entrano. Sono tutti vestiti in nero con dietro la scritta "staff". Fanno uscire tutti gli uomini che erano rinchiusi nei cessi e poi sento alla perfezione una chiave che gira.
Non posso crederci. Ha ordinato di rinchiuderci qua dentro.
Mi nasce un formicolio dietro la testa quando lo vedo aprirsi la camicia e rimanere poi a torso nudo di fronte a me, buttandola da una parte.
Meno male che questo bagno è pulito... ma perché cazzo penso ad una cazzata del genere in questo momento?!
-Mr. Styles, no!- grido, cercando di allontanarmi da lui, ma mi schiaccia contro il lavandino.
-Gliel'ho già detto, la smetta di combattere! È inutile.- scuote la testa e avvicina i nostri visi.
Cristo, tabacco e limone... non credevo che mi sarebbero mancati.
Aspiro affondo quell'odore e mi sembra di andare in tilt. Mi prende da sotto le cosce e mi solleva sul lavandino, facendomici sedere.
-No, non possiamo, si fermi!- le mie proteste non hanno alcun effetto su di lui. E, in realtà, neanche su di me.
Louis, non farlo, torna in te!
Mi agito compulsivamente quando tenta di togliermi la maglietta e, senza nemmeno pensarci, gli tiro un pugno in faccia. Lui si blocca, la testa voltata e una mano al viso.
Oh, cazzo. L'ho fatto veramente?
Rimango a bocca aperta, stupito di me stesso. Mr. Occhi di Ferro si gira lentamente nella mia direzione, il sangue che fuoriesce dal suo labbro inferiore. I suoi occhi sputano fiamme.
Merda.
-Mr. Styles, io... mi... mi dispiace, non...- non mi fa finire che aggredisce la mia bocca con la sua, più vorace di prima. Affamato.
Sento il suo sapore, così dolce ma anche forte, afrodisiaco, mischiato al sapore del sangue.
Dio, non pensavo mi potesse piacere una cosa così erotica.
-Non andare in Italia.- mi ringhia sulle labbra, portando una mano ai miei pantaloni e toccandomi lascivamente il membro, facendomi diventare duro.
Squittisco e stringo con forza i suoi bicipiti tra le mani.
-Non sposarti.- mi ordina, leccandosi poi il labbro ferito e facendomi rabbrividire.
-Non mi dia del "tu"...-
-Finiscila!- mi sgrida, aprendomi i pantaloni e baciandomi al lato del collo. Mi mordicchia, succhia, lecca, ed è adesso che capisco: Mr. Occhi di Ferro ha inteso che il mio è solo un modo per respingerlo, per allontanarlo.
Non funziona più con lui. Non funziona da tempo.
-Non sarai mai felice con quella biondina. Non impazzirai mai come fai con me.- riesce nell'intento di togliermi la maglietta e si abbassa velocemente i pantaloni, scalciandoli poi a terra. Le sue mani mi afferrano per i fianchi e si avventa ancora una volta sulla mia mascella e il mio orecchio.
Sento un forte calore ovunque la sua bocca finisca e un liquido bollente scivola dalla mia spalla fino ad un mio pettorale, raggiungendo il capezzolo.
Gesù, è il suo sangue.
Non lo riconosco, quasi. Dov'è la sua freddezza, la sua compostezza?
A quanto pare, anche lui, come me, ha perso il controllo.
-Lei non sa come ti piace essere toccato, non riuscirà mai a soddisfarti completamente.- mi sporca di rosso le labbra, il mento, metà collo e il lobo sinistro. Le sue mani mi spingono verso di lui, graffiandomi leggermente la schiena e facendomi impazzire. -E lo sai il perché?- la sua voce arrabbiata piomba nella mia testa con crudeltà, prendendomi i capelli e facendomela alzare verso di lui.
-Perché lei non è me.- lo dice con ovvietà, pensando sia vero.
Lo è? È vero?
Mi bacia ancora, scontra le nostre lingue e i nostri denti. Siamo tutti e due solo in boxer e sussulto quando una sua mano si infila nei miei.
Prende la mia erezione e la stringe, facendomi gemere con forza.
Porca puttana!
Si piega e riesce nel mordermi dietro la spalla e il collo, intanto la sua mano prende a muoversi su e giù stuzzicandomi.
Ansimo senza fiato e mi viene quasi da urlare per la frustrazione quando smette e mi lascia insoddisfatto. Mi gira la testa dall'emozione. Mi strattona via l'intimo, facendomi rimanere nudo ai suoi occhi vogliosi, e con la bocca va sul mio pomo d'Adamo.
Mi solleva con una facilità impressionante e mi sbatte contro un muro lì vicino. Gemo di dolore e le mie mani finiscono sul suo culo sodo. Non mi ero accorto che si fosse spogliato del tutto.
Come cavolo riesce a distrarmi così facilmente?!
Mi sorregge, spinge i nostri bacini l'uno contro l'altro, la mia pelle che tocca la sua e di nuovo il contrasto con il cemento freddo e il suo corpo bollente, determinato in ciò che vuole e possente.
Dio, è bellissimo.
Perdo totalmente la testa e stavolta sono io a cercarlo, a baciarlo, a volerlo. Assaggio la sua pelle, così morbida in alcuni punti e contratta in altri. Mi appoggio con il capo al muro e mi godo la vista di lui. Sudato, voglioso, deciso... è lui a prendersi cura di me e non il contrario. Non mi era mai successo.
Vorrei finalmente constatare di vista quanto è grosso, ma lo schiacciamento dei nostri corpi me lo impedisce. Riesco però a vedere una scritta nera, fatta verticalmente, dall'alto verso il basso, sul suo fianco sinistro. Un tatuaggio. Non ce l'aveva stamattina, ne sono certo.
-Che significa?- gli domando affannato, indicando la scritta e leggendola.
"Unapologetic".
Mr. Occhi di Ferro segue il mio sguardo e sogghigna. -Ti piace? L'ho fatto oggi pomeriggio. Praticamente significa "nessuna colpa per i propri peccati".- me lo dice in modo sensuale e recepisco il suo messaggio sottinsteso.
Non si pente di ciò che mi fa, mai.
Non si pente di noi.
Mi schiaccia con più forza e boccheggio nel sentire le nostre erezioni premere l'una contro l'altra.
Cristo!
Sto per esplodere, me lo sento.
Mi fissa negli occhi, un sorrisetto soddisfatto gli aleggia sulle belle labbra. Porta due dita in bocca e le succhia, le lecca, mentre io tremo con forza contro di lui.
Sto per farlo ancora... non posso crederci.
Devo seriamente alzare di più il muro tra di noi... Merda!
Mi trattengo dall'urlare quando un suo dito entra in me. Lo stringo, trattengo le lacrime. Continua ad entrare, intanto che io lo graffio sulle spalle e sulle braccia.
Ingoio un boccone amaro quando ne aggiunge anche un altro.
Capisco che non vuole perdere molto tempo. Poi, si blocca. Lo fisso, scioccato.
Perché si è...?
Si avvicina di scatto al mio viso e annusa profondamente nell'incavo tra collo e mascella, vicino all'orecchio.
-Sei stato con lei...-
Oh oh!
Sgrano gli occhi e scuoto la testa, -No, io...!- cerco di mentire, ma le sue dita entrano più in profondità e mi fanno zittire.
-Non mentirmi, Mr. Tomlinson.-
-Mr. Styles, la prego...-
-Harry. Sono Harry.- digrigna i denti, portando una mano alla mia gola.
Annuisco e lui toglie le dita. Mi stringe con forza i fianchi ed entra in me senza avvisarmi.
Grido, ma la sua bocca mi mangia l'urlo.
È duro, come sempre, e bollente.
Mi riempie fino in fondo, si struscia in modo erotico alle mie pareti, ed io non posso far altro se non gemere.
Si stacca da me e nasconde il viso nella mia spalla, mentre comincia a muoversi con forza e velocità.
Urlo per il dolore e per l'enorme piacere che mi travolge come un'onda anomala.
È arrabbiato, riesco a sentirlo.
Ogni bacio che mi dà, ogni tocco, ogni spinta, qualsiasi cosa di lui mi sta gridando "tu sei mio".
Vuole che lo capisca.
Le mie mani lo graffiano sulla schiena, stringo forte il suo culo e lo massaggio, godendo ancora di più.
-Ti piace?- mi sibila all'orecchio, spingendo forte.
-Ah! Sì!- cerco di rispondere alle sue spinte, ma sono bloccato da lui.
-Lo vuoi tutto?- mi sussurra seducente, leccandomi il collo fino ad arrivare a una mia guancia.
-Sì... sì, cazzo, sì!- non ragiono neanche più, so solo che non voglio che si fermi. Acconsentirei a qualsiasi cosa.
Esce da me, mi volta facendomi tornare coi piedi per terra e mi penetra ancora. Tutto questo in neanche cinque secondi.
Urlo e stavolta non ho nulla a cui aggrapparmi. Allargo le gambe e spingo verso i suoi fianchi, sentendolo fin nelle viscere. Gemo d'adorazione, il viso schiacciato con una guancia contro il muro. Le mie unghie graffiano il muro con foga, intanto che ansimo impaziente.
Spinge, forte, costantemente, senza fermarsi. Non mi lascia neanche il tempo di respirare. Non ho più ossigeno nei polmoni da quando abbiamo cambiato posizione.
Mi sta punendo. È normale che la cosa mi piaccia?
-Se la tocchi ancora... io toccherò te.- mi minaccia, leccandomi poi la guancia libera e baciandomi.
Non ho il coraggio di rispondergli. Potrei solo peggiorare la situazione.
Un calore immenso si propaga dal mio basso ventre e torno per un secondo lucido.
No... cazzo, non posso dargli questa soddisfazione.
Non sono una bambola gonfiabile.
Non sono suo.
Mi trattengo, nel frattempo che lui aumenta le spinte.
-Perché non vieni? So che sei al limite.- mi limito a grugnirgli con rabbia e forse lui capisce, perché esce da me e il tutto si svolge velocemente: mi prende e mi costringe nello sdraiarmi a terra di schiena - il pavimento è ancora più freddo -, mi solleva le gambe mettendosele sulle spalle e mi penetra con forza.
Di nuovo grido dal dolore e dalla sensazione di questa nuova posizione.
Mi afferra il cazzo e pompa allo stesso ritmo delle spinte.
No... ti prego...
Non resisto, non ce la faccio.
Se vengo, avrà la prova che mi fa ammattire. Che ha ragione riguardo Rose.
Ci provo veramente, con tutte le mie forze... ma è inutile.
La mia testa va indietro, chiudo gli occhi con forza e grido in modo strozzato. Vengo nell'esatto momento in cui viene lui.
Respiro profondamente, imitato dal riccio e deglutisco a vuoto.
Sento il suo liquido caldo dentro di me e mi risveglio dal mio stato di torpore.
Stronzo!
Mi alzo in piedi su gambe tremanti e, non appena siamo uno di fronte all'altro, gli tiro un ceffone nello stesso identico punto dove prima gli ho dato quel cazzotto.
-Il preservativo, bastardo!- glielo grido con una rabbia che non ho mai sentito e subito dopo comincio a vestirmi.
-E me lo dici solo dopo la terza volta?- ride leggermente, in modo amaro e di nuovo sul punto di esplodere.
Non rispondo e vado al lavandino per pulirmi.
Cazzo. Sono pieno del mio stesso sperma, il suo sangue e i nostri sudori.
Mi faccio schifo da solo.
Prendo della carta igienica da uno dei cessi e la uso per pulirmi al meglio.
-Hai cercato di non venire.- dice con voce atona, quasi mi stesse incolpando di qualcosa, nel mentre che anche lui si pulisce.
Faccio una risata finta. -E ne sei stupito?- non mi aspetto una risposta e infatti non me la dà.
-Dormi da me, stanotte.-
Mi blocco non appena finisco di infilarmi la scarpa e lo guardo sotto shock. -Come, scusa? Cosa odono le mie orecchie?- gli parlo con la voce piena di veleno e non me ne pento.
Se lo merita.
-Non farò proprio nulla, né con lei né per lei, Mr. Styles.-
-Siamo tornati al Mr. Styles?-
-E ci rimaniamo!- urlo questo comando, dirigendomi poi verso la porta.
Sto per aprirla, quando una sua mano mi afferra il braccio. Ci fa uscire dando ordine attraverso la porta e mi trascina via. -Si fermi! Si fermi immediatamente! Lei lo sa cos' è il sequestro di persona?! Mi lasci stare!- non mi ascolta, ovviamente, e arriviamo fino alla sua limousine. Hearl è lì, in piedi, nessun' espressione in volto. Quasi si aspettasse di vedermi assieme a lui.
-Buona sera, Mr. Tomlinson.-
-'Fanculo, Hearl! Mr. Styles, se non mi lascia subito andare giuro che mi metto ad urlare!-
-Lo stai già facendo, smettila che dai spettacolo.- mi avverte, come se stesse parlando ad un bambino.
-Non mi dia del "tu"!- lo colpisco con forza al braccio, ma la sua presa diventa solo più forte.
Mi fa entrare afforza nell'ultimo posto in fondo e chiude la portiera, mettendo poi la sicura.
Vedo attraverso i finestrini oscurati che lui sta andando a sedersi al posto del passeggero, vicino a Hearl. Cerco di aprire la portiera in più di un modo, ma è troppo tardi.
Mr. Occhi di Ferro ha già dato l'ordine di partire.
Metto immediatamente le mani nelle tasche dei pantaloni, alla ricerca del mio cellulare, ma non lo trovo. Poi, ho un flash veloce di quando mi ha spogliato.
L'ha preso lui.
Ringhio per la frustrazione.
Dove mi vuole portare? Al suo grattacielo? A casa sua?
So solo che, ovunque mi porterà, lì ci sarà un telefono. E lì chiamerò la polizia.

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