Adrian

La luce del mattino inonda l'atelier, danzando sulle vetrate e creando riflessi dorati sulle pareti.
Isabella è qui, seduta di fronte a me, la sua figura perfetta come una visione eterea.
Ogni tratto del suo volto è una sfida, una bellezza da catturare sulla tela.
Ogni pennellata è un passo più vicino alla verità nascosta dietro quei suoi occhi verdi e penetranti.

"Rilassati, Isabella" le dico con un sorriso, cercando di infondere calma anche a me stesso.
"Voglio catturare la tua essenza, non solo il tuo aspetto."

"Sto cercando di farlo" risponde, con una nota di nervosismo nella sua voce.
"Non è facile restare ferma sapendo che mi stai osservando così intensamente."

Sorrido, divertito dalla sua franchezza.
"Non è un'osservazione casuale, Isabella.
È un modo per conoscere te, per vedere chi sei davvero."

Lei arrossisce leggermente, distogliendo lo sguardo per un momento.
"E cosa vedi finora?"

La sua domanda mi coglie di sorpresa, ma cerco di rispondere con sincerità.
"Vedo una donna forte e vulnerabile allo stesso tempo, qualcuno che ha molto da dare ma che teme di mostrarsi completamente.
Vedo una bellezza che va oltre l'aspetto fisico, una profondità che pochi possono comprendere."

Isabella mi guarda, i suoi occhi pieni di emozione.
"Nessuno mi ha mai detto qualcosa del genere" mormora.

"Allora è il momento che qualcuno lo faccia" rispondo, sentendo una strana connessione tra di noi crescere ad ogni parola.

Continuo a dipingere, lasciando che le nostre conversazioni fluiscano liberamente.
Parliamo di tutto: arte, musica, sogni, paure a ogni parola mi avvicino di più a lei, rivelando strati di complessità che non avrei mai immaginato.
E mentre lavoro, non posso fare a meno di sentire un senso di urgenza, un bisogno di proteggerla da qualcosa di oscuro che incombe su di noi.

"Adrian, posso chiederti qualcosa?" Dice a un certo punto, interrompendo il mio flusso di pensieri.

"Certo, Isabella.
Puoi chiedermi qualsiasi cosa."

Lei esita per un momento, poi prende un respiro profondo.
"Perché hai scelto di venire qui, nella nostra comunità? Cosa ti ha spinto a lasciare tutto e venire in questo luogo sperduto?"

La sua domanda mi colpisce più profondamente di quanto avrei voluto.
Mi fermo, guardandola negli occhi.
"La verità è che sto cercando qualcosa, Isabella.
Qualcosa che ho perso molto tempo fa e che spero di ritrovare attraverso la mia arte.
Questo luogo e tu mi danno speranza di poterlo ritrovare."

I suoi occhi si riempiono di comprensione.
"Capisco.
Anche io sto cercando qualcosa, qualcosa che mi dia un senso di completezza."

Sorrido, sentendo un legame ancora più forte tra di noi.
"Forse, insieme possiamo trovare ciò che stiamo cercando."

Il resto della sessione trascorre in un silenzio confortevole, interrotto solo dal suono del pennello che scivola sulla tela.
Quando finalmente mi fermo, sento che abbiamo fatto progressi, non solo nel ritratto, ma anche nella nostra conoscenza reciproca.

"È ancora un lavoro in corso, ma penso che ti piacerà quando sarà finito" dico, appoggiando il pennello
e guardando il dipinto con soddisfazione.

"Non vedo l'ora di vederlo" risponde Isabella, alzandosi dalla sedia.
"E grazie, Adrian.
Per tutto."

"Grazie a te, Isabella.
La tua fiducia significa molto per me."

Vorrei ringraziare CristinaGelsomini per l'aiuto.