[T/n sta per tuo nome]

Le mie notti sono diventate un labirinto di ombre e suoni sospetti.

C'è qualcosa di strano a Lawrence, e non sono solo le solite storie da raccontare ai tavoli del bar.

Sono di nuovo dietro il bancone, le luci soffuse creano un'atmosfera accogliente, ma non riescono a dissipare la tensione che mi opprime da giorni.

È come se qualcuno o qualcosa mi stesse guardando da un angolo oscuro, senza mai rivelarsi completamente.

Preparo un caffè, cercando di concentrarmi sul lavoro per ignorare la sensazione di disagio che mi accompagna.

Ma quando mi volto per versare il latte, vedo un'ombra sfiorare il bordo del mio campo visivo.

Un brivido mi percorre la schiena.

"Devo stare calma" mi ripeto, mentre la mia mente corre a mille all'ora.

Forse è solo stanchezza, forse è solo la mia mente che gioca brutti scherzi.

Ma la sensazione persiste, e non posso ignorarla più a lungo.

Chiudo il bar presto quella notte, decidendo di fare una passeggiata per raccogliere i miei pensieri.

Il quartiere è silenzioso, la luna a metà cielo proietta ombre lunghe e inquietanti sul marciapiede.

Cammino lentamente, cercando di non guardare dietro ogni angolo.

Ma quando mi volto a un incrocio, vedo un lampo di movimento nel buio.

Mi fermo, il cuore in gola, mentre l'ombra si allunga e si trasforma in qualcosa di indefinito.

"Chi è là?" chiedo, la mia voce tremante più di quanto avrei voluto.

Silenzio.

Solo il sussurro del vento tra le foglie degli alberi.

Decido di tornare indietro, ma mentre mi giro, vedo un'altra figura, stavolta più vicina.

È alta, indistinta, ma posso percepire un senso di minaccia nel modo in cui mi guarda.

La paura mi invade, ma una strana curiosità mi spinge a non scappare.

"Che cosa vuoi da me?" chiedo, cercando di mantenere la voce ferma.

L'ombra si avvicina lentamente, una luce fioca rischiara il volto.

È una figura umana, ma qualcosa di più.

I suoi occhi brillano di una luce fredda, e quando apre la bocca per parlare, sento un brivido corrermi lungo la spina dorsale.

"Sei diversa dagli altri," dice, la sua voce un sussurro che riecheggia nel buio.

"Chi sei?" chiedo di nuovo, l'ansia serrandomi la gola.

L'ombra si dissolve lentamente nel nulla, lasciandomi con la sensazione di vuoto e confusione.

È stata solo un'illusione?

Un'allucinazione causata dalla mia mente affaticata?

Torno al bar, ma quella notte non riesco a chiudere occhio.

Le immagini dell'ombra mi tormentano, e mentre il sole sorge lentamente all'orizzonte, so che nulla sarà più come prima a Lawrence.

Le cose strane sono tornate nella mia vita, e ora devo scoprire cosa significano prima che sia troppo tardi.