E poi fu il buio.

Inspiegabilmente buio nuovamente.

Cresceva dentro di me come una sensazione cruda e fredda. Nera con sfumature lucenti, simili ai miei capelli, e a quelli, credo, di mia figlia.

La sensazione di impotenza e di non autocontrollo mi pervase nuovamente. I pensieri confusi non riuscivano a mettersi in fila. Come se vivessi in un mondo fatto e composto dall'ombra di me stessa. Mi sentivo in un certo senso l'ombra di me stessa, come se tutto ciò che facessi non avesse valenza o principio di nascere perché in un mondo nullo ed inesistente.

E pensai allora, alla futilità dell'esser qui e non provare nulla. In questo mondo bianco e incolore. I momenti intensi, le meravigliose riflessioni, i pensieri convulsi di due estrosi come me e Marco. Il mio Marco, era lui che mi veniva in mente in quel momento. E c'era qualcosa che mi stuzzicava come se mi stessero facendo il solletico dentro. Impedendomi di ricordare. Ma ricordare cosa?

E poi di nuovo i forti rumori alla porta.

Lo scricchiolio delle tavole di legno.

L'uomo e la donna.

I miei movimenti misurati.

La macchina e il viaggio in una Milano pressocchè sconosciuta.

I discorsi incomprensibili dei dottori.

L'entrata nell'imponente edificio.

La stanza.

I due corpi.

Il mio amato Marco. E mio suocero.

Il terrore e la paura.

I pensieri che cominciavano a vorticare, confusi ed inarrestabili. Tranne uno, che sopravvive e mi urla dall'interno "Dov'è Aurora ?"

E poi, il buio.

****

Ci sono domande fondamentali nella vita di ogni uomo.

Ci sono domande fondamentali nelle situazioni che la vita ti impone.

Ci sono domande fondamentali nella vita di ogni padre.

L'importanza che si dà alle persone o alle situazioni, può variare.

Da qualche parte ho letto che gli occhi sono lo specchio dell'anima. E se è così quelli di mia figlia, in quel momento, rispecchiavano me stesso e ciò che ero. Riempivano questo contenitore vuoto, questa ombra che ero diventato.

La prima volta che ho visto Aurora mi sono chiesto se sarei stato in grado di fare il padre. Adesso lo so.

La prima volta che l'ho vista il mio cuore è letteralmente impazzito.

Adesso la sensazione è molto simile, e so per certo che Sara ha bisogno di questo.

Guardala, sentirla e ritrovarsi.

Allora, mi convinco ancor di più che portarla da Sara è la decisione giusta.