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Camping is the way

Tutto era pronto e Anna non ci poteva ancora credere a quello che sarebbe successo: Charlie e Gilbert avevano riesumato le loro vecchie attrezzature da campeggio e in impeto di entusiasmo avevano deciso di fare un weekend di campeggio in spiaggia, invitando anche la ragazza di Charlie, Diana, che non sarebbe mai partita per un'avventura senza la sua rossa.
In seguito Cole aveva sentito l'idea, decidendo di unirsi ai quattro e quando i tre migliori amici cercarono di racimolare l'occorrente, furono scoperti da Jerry, che si aggregò con Ruby, la sua ragazza...quindi tutto il gruppo si sarebbe riunito per l'idea più folle che potevano avere per concludere l'estate.

Anna, con il pesantissimo borsone pronto, iniziò a fare le scale per scendere fino al patio, dove avrebbe aspettato che Diana la venisse a prendere.

"Mi raccomando, bambina, non fate stupidate. State per andare all'ultimo anno, non voglio che ci chiamino i pompieri o l'ospedale." Esordì  Marilla quando la rossa fece il suo ingresso in cucina.
"Fidati di noi e comunque saprei spegnere un incendio." Scherzò lei.
"Non è divertente, Anna." Replicò la donna.
"Andrà tutto bene, siamo ragazzi responsabili e poi se lo fa Ruby è a prova di bomba, sai come ansiosa." Obbiettò la ragazza.
"Comunque niente alcol, fumo o sesso, altrimenti sarai in punizione per il resto dei tuoi giorni." Concluse la donna, facendo arrossire completamente la ragazza.
"Marilla!" Sbottò la giovane in imbarazzo.
"Dovevo dirlo." Esclamò lei.
"Non farlo mai più, ti prego. Ora vado. Ti voglio bene, passo a salutare anche Mattew." Si congedò Anna, baciando la guancia della madre.

Sul patio lasciò il borsone pesante e corse nel fienile a salutare velocemente il padre con un paio di parole, un "ti voglio bene" e un bacio sulla guancia.

Quando fu nuovamente davanti a casa sua, vide la macchia di Diana parcheggiata e Gilbert che portava il suo borsone verso l'auto.
"Mi state derubando?!" Urlò lei, raggiungendoli con il fiato corto.
"No, comunque è pesantissimo. Che ci hai messo? Il forno?" Domandò lui.
"No! C'è il sacco a pelo, un cuscino, i vestiti, un accendino, una torcia, un coltellino svizzero, dei panini di emergenza, medicine comuni, spazzolino, dentifricio, un plaid, tre costumi, un telo mare e la crema solare." Elencò la ragazza, mentre gli amici ridacchiavano.
"Pensi che noi non portassimo nulla?" Chiese Diana.
"Mi piace essere pronta." Replicò la ragazza
"Va bene, allora porterai le tende, mentre io tengo il borsone." Disse il ricciolo.
"Mi reputi così debole?" Domandò Anna stizzita.
"No, ma non vorrei che non ti spezzassi la schiena: questo borsone è oggettivamente più grande di te." Obiettò Gilbert.
"Potreste non litigare? Vorrei arrivare prima di stasera." Interruppe Charlie.
La rossa sbuffò, sedendosi dietro a Diana, mentre il ragazzo sistemava le sue cose nel baule, per poi affiancarla.

Il gruppo raggiunse velocemente il parcheggio vicino alla spiaggia, dove Cole, Jerry e Ruby li aspettavano.

Presero tutte le borse, borsoni, zaini e buste, iniziando a camminare lungo la scogliera, fino a un sentiero che scendeva fino a una baietta dove non avrebbero subito il vento canadese.

"Qui è fantastico! Sistemiamo le cose in fretta, voglio fare un bagno!" Esclamò la rossa, seguita a ruota da Ruby e Diana, che non aspettavano altro.
"Se volete andare mentre noi prepariamo le tende non c'è problema. Vi chiamiamo quando c'è da preparare per stasera." Disse Charlie.
"Amore, non credi che prima sarebbe meglio avere una tenda in cui cambiarci?" Domandò cautamente Diana, provocandogli una smorfia di consapevolezza.
"Va be, non ci vorrà molto: abbiamo i cervelloni della scuola." Intervenne Ruby, riferendosi alla rossa e al ricciolo, che sorrisero subito, iniziando ad aprire una delle buste con le tende e cercando di capire come montarla.
Dopo qualche battibecco sul significato di un pezzo delle istruzioni non totalmente chiaro, ci vollero pochissimi minuti per costruirla perfettamente.
"Ammetto che mi aspettavo che fosse più difficile." Affermò Gilbert, con l'assenso di Anna.
"Parlate per voi!" Sbottò Diana, impegnata a cercare di capire cosa dovesse fare, mentre Charlie metteva insieme i pezzi ad intuito.
"Io non ci provo nemmeno." Asserì Ruby, guardando Cole e Jerry analizzare gli oggetti come se fossero degli ingegnerei.
"Piccioncini o scemo più scemo?" Chiese la rossa al ragazzo al suo fianco.
"Come preferisci." Rispose lui.
"Prendo scemo più scemo." Sorrise lei, dirigendosi dal suo quasi-fratello e il suo migliore amico.

In qualche modo, riuscirono a costruire le tre tende in un'oretta: una per Jerry e Cole, una per Charlie e Gilbert e una per le ragazze, che non esitarono a usare per mettersi i costumi.

Diana indossava un bikini blu con le perline, Anna uno di Diana con la bandiera americana e Ruby uno rosa antico.

Quando uscirono ridendo dalla tenda e si tolsero dalle spalle i teli mare per poggiarli sulla spiaggia, gli occhi dei tre amici non poterono che scivolare sui loro corpi pallidi e scoperti.
Sembravano tre allocchi, guardandole ridere e scherzare con quei indumenti quasi inesistenti, che permettevano a Gilbert, Jerry e Charlie di ammirare le curve delle ragazze.
Erano semplicemente avvenenti.

"State sbavando...dovremmo cambiarci anche noi." Commentò Cole, una volta uscito dalla tenda con addosso una camicia e il costume.
"Non lo dici solo perché vorresti essere tu quello che sbava?" Domandò scherzoso il francese.
"Taci, anche io e le ragazze ci meritiamo di rifarci gli occhi...dovrei proporgli di andare a fare un giro nell'altra spiaggia per un piccolo sopralluogo..." Replicò il biondo, facendo stizzire i ragazzi.
"Non se ne parla, ci manca solo di dover passare il weekend cercando di non farci rubare le fidanzate." Sbuffò Charlie.
"Io sono ancora nella friend-zone, quindi sarebbe anche peggio." Si lamentò il ricciolo, facendo ridere gli altri tre.

Lui sbuffò e guardò la rossa, immersa nell'acqua fino alle ginocchia e con ancora i bellissimi capelli fuocosi che si lasciavano spostare facilmente dal vento.

"Sai di essere in Canada, vero?" Chiese Gilbert con un ghigno, avvicinandosi lei.
"Si, ma questo è di Diana. Io ho solo due costumi dato che non li indosso quasi mai. Amo il mare, ma non so nuotare." Spiegò lei.
"Come mai non hai mai imparato?" Si accigliò lui.
"Da piccola non facevo attività extra, anche perché non avevo i soldi per farle. Quando sono arrivata qui Mattew voleva insegnarmelo, ma Marilla era preoccupata per il suo cuore e quindi la cosa è rimasta in sospeso." Raccontò la rossa.
"Capisco, rimediamo subito." Affermò lui, togliendosi la maglietta e buttandola sulla riva asciutta, per poi prendere Anna a mo di sposa e portarla più a largo.
"No! Torna indietro! Gil! Torna indietro! È fredda! È fredda! Ti denuncio!" Strillò lei, aggrappandosi a lui come se fosse la sua unica salvezza, mentre il ricciolo rideva e si addentrava nell'oceano gelido.
"Ti. Sto. Odiando. Profondamente." Scandì la ragazza, ormai bagnata, ma ancora attaccata a lui per un minimo di calore.
"Vuoi che ti lasci?" Chiese lui, con un ghigno in viso.
"Provaci e stanotte ti taglio un sopracciglio." Lo minacciò lei, con i denti che le battevano per il freddo.
"Lo sai che se ti muovi ti scaldi?" Domandò lui.
"Ho troppo freddo per muovere un solo muscolo...come fai a reggere così bene?" Sbuffò lei, raggomitolandosi al busto allenato del ragazzo.
"Sono il tipo di persona che entra di botto." Spiegò lui.
"Follia!" Esclamò la ragazza.
"Povera piccola." La prese in giro lui, accarezzandole la schiena.
"Sei spregevole, Gilbert Blythe." Affermò lei, facendolo ridere e sentendo i suoi sussulti contro il suo corpo.

Se non fosse stato per un bene superiore, ovvero evitare l'ipotermia, non sarebbe mai stata così vicina al ragazzo.

"Ehy ragazzi! Venite qui!" Li chiamò Ruby, che nuotava vicino a Jerry.
"Se vuoi puoi camminare, ci tocchiamo qui." Propose lui.
"Va Bene" accettò lei con un sospiro di preparazione alla sofferenza.
Si staccò dal corpo caldo del giovane e iniziò a camminare nell'acqua fredda, mentre le correnti la spingevano piano.
"Si sta benissimo, vero?" Chiese il francese, con un gran sorriso.
"Ma sono l'unica che ha freddo?!" Sbuffò la rossa.
"Si." Risposero i tre ridendo, facendole roteare gli occhi.
"Ragazzi! Battaglia d'acqua!" Urlò Diana avvicinandosi, già seduta sulle spalle di Charlie.
"Si!" Accettò di buon grado Jerry, tirando su una Ruby divertita.
Mentre Anna rideva guardando come la bionda sbucasse fuori dall'acqua, due mani le si poggiarono sulle cosce, poi una testa le si insinuò tra le gambe e si sentì spingere verso l'alto, seduta sulle spalle del ricciolo, che cercava di togliersi l'acqua dalla faccia.
La rossa rise, spostandogli i capelli bagnati dal viso, mentre lui rimetteva le mani sulle sue gambe per stabilizzarsi.

Aveva un tocco molto delicato, al contrario di come ci si potesse aspettare da un ragazzo abituato agli sport e il lavoro in fattoria.

"Vince la coppia che non cade...pronte? Via!" Esclamò Charlie, dando inizio al gioco, in cui le ragazze cominciarono a spingersi a vicenda e contemporaneamente speravano di non cadere.
Alla fine Anna e Diana fecero squadra per abbattere Ruby, che cadde facilmente, facendole ridere.
"Rimaniamo noi..." Disse poi la rossa con un ghigno, guardando la migliore amica.
"Scontro tra migliori amici di una vita..." aggiunse Diana.
"Siete spacciati." Asserì Charlie.
"Sogna pure fratello." Ricambiò Gilbert.
"Via!" Esclamò Anna, iniziando a spingere Diana, che non esitò a restituirle il favore.
Erano talmente concentrare sul non mollarsi che finirono col cadere insieme, segnando la parità.

E, ovviamente, appena Anna finì in acqua fu presa dal ricciolo e rispinta in superficie, preoccupato per quanta poca familiarità la ragazza potesse avere con il nuoto.

Il gruppo continuò a nuotare e scherzare in acqua, Gilbert sempre vicino alla rossa per assicurarsi che non affogasse, finché Cole non li chiamò per la cena.

"Come ci togliamo il sale?" Chiese poi Diana, una volta uscita dall'oceano.
"Così!" Esclamò il suo ragazzo, cominciando a baciarle il collo, mentre lei rideva come una pazza.
"Io dovrei avere delle salviette umidificate" Intervenne Anna.
"Hai davvero tutto!" Sbottò Ruby impressionata.
"Io sono preparata!" Ripetè la rossa, facendo ridere i presenti.
"Quante ne hai?" Chiese poi Jerry.
"Promettete di non prendermi in giro?" Domandò lei.
"Ovvio che no." Le Disse Cole, utile come sempre.
Lei sbuffò e poi ammise: "cinque pacchetti...io non vivo senza lavarmi.", frase che provocò le risate di tutti.
"Che brava bimba." Le fece il verso il francese, guadagnandosi uno scappellotto.
"Almeno io non puzzo come un maiale! Mai sentito parlare di deodorante?" Lo provocò lei.
"Io non so di maiale! Non farmi la predica, l'altro giorno sei tornata a casa completamente sporca di fango!" Replicò lui.
"Solo perché io e Diana siamo cadute in una pozzanghera quando il cavallo dei Somersons mi ha spaventata sbucando all'improvviso." Ribattè lei.
"Chip e chop, avete finito?" Intervenne la bionda estenuata.
I due sbuffarono e smisero di bisticciare, così che Anna potesse allontanarsi per andare a prendere le salviettine e passarle agli amici.

Dopo essersi puliti, si cambiarono, indossando i vestiti asciutti e si misero a preparare un falò con un po' del legno trovato in giro e un po' di quello portato da casa per sicurezza.
Per cena mangiarono i panini portati da casa e scaldarono alcuni marshmallows, bevendo una birra a testa o dell'acqua.
"Ora ci vorrebbe la musica..." Disse Ruby indispettita, quando ormai era calato il sole e la luce veniva solo dal fuoco, le stelle e qualche lampione in lontananza.
"Subito madame." Esclamò Jerry, accendendo Spotify per fare atmosfera.
Ormai faceva freddo e l'umidità contribuiva ad abbassare la temperatura, spingendo le due coppiette a coccolarsi, mentre Anna aumentava gli strati di vestiti che indossava.
Era arrivata a una canottiera, una maglietta, un maglioncino e una felpa.
"Come fai ad avere così freddo? Sicura di stare bene, ragazza?" Le chiese Diana divertita, mentre l'amica si allungava le maniche sulle mani.
"Disse quella che sta usando il proprio ragazzo come cuscino riscaldante." Replicò Anna, facendo ridacchiare il gruppo.
"Tieni Frozen." Disse Gilbert, passandole la sua felpa, visto che sapeva di non poterla scaldare con il suo corpo.
"Quando la mia sorella sconosciuta verrà per accidentalmente rendermi una statua di ghiaccio, ti pentirai di questa battuta." Esclamò lei, indossando l'indumento caldo e largo.
"Dovremmo davvero chiamarti frozen, infondo tu e la sorella di Elsa siete la stessa persona: orfane, esuberanti, con i capelli rossi, passionali, coraggiose, ingenue, goffe e troppo buone." Intervenne Cole.
"Non sono un personaggio Disney, quindi evitiamo." Insistette lei.
"Però sarebbe giusto: tutti chiamano Alice Lennox come Alice nel paese delle meraviglie, quindi ti dovremmo chiamare Anna di Arendel." Esclamò Ruby.
"Seguendo questa logica, dovremmo chiamare Diana come la cacciatrice." Disse la rossa.
"E a Jerry dovremmo chiedere dove ha lasciato Tom." Aggiunse Charlie, facendo ridere solo la corvina.
"Era carina." Borbottò lei quando si rese conto di essere stata l'unica a reagire.
"Grazie amore, sono loro che non ci capiscono." La abbracciò di più il castano, baciandole i capelli.
"Non commento." Mormorarono all'unisono la rossa e Gilbert ridacchiando.
"Come fanno i nostri discorsi a degenerare sempre così?" Domandò Cole.
"È la vera amicizia: finiscono i discorsi seri e il livello di decenza si abbassa sempre di più." Spiegò Diana.
"Vero...ormai i nostri sono ridicoli." Concordò Anna.
"Tipo?" Domandò Jerry curioso.
"L'altro giorno abbiamo discusso per un'ora su una pubblicità brasiliana per auto, in cui c'erano dei pony canterini." Raccontò la prima, facendo ridere la migliore amica e confondendo tutti gli altri.
"Cosa c'era da commentare?" Chiese la bionda confusa.
"Molte cose, Ruby...davvero molte!" Le assicurò la rossa.
"Ringrazio che non fossi con voi." Esclamò Cole, facendole ridere.
"Ok, dopo questo patetico frangente, direi di recuperare un po' di dignità cambiando argomento...ad esempio, chi riesce a trovare il carro maggiore?" Domandò Charlie, alzando gli occhi al cielo.
"Io non distinguo nessuna stella...Anna?" Chiese Jerry.
"Zero, non conosco le costellazioni." Ammise lei.
"È facile, vedi quel gruppo di stelle? Ce ne è una più luminosa, un po' a sud, centrale." La guidò il ricciolo, tenendole il viso per direzionarlo nel modo giusto.
"S-si...credo di averla trovata...quindi quella a destra sotto...le quattro...Uh! L'ho trovata! La vedo!" Esultò la ragazza una volta essere riuscita nella sua impresa.
"Ora lo spiegate anche a noi?" Chiese Diana accigliata.
"Io credo di averla trovata...si! Ah!" Esclamò Cole in tono vittorioso.
"Grazie mille, hai l'occhio allenato..." Sbuffò Jerry.
"Anche io penso di averlo trovato." Ammise Ruby, con un sorriso dispiaciuto per il suo ragazzo.
"Tu giochi facile, mon étoile." Disse il francese, baciandole la guancia e facendo scappare uno squittio di eccitazione a Diana.
"Siete adorabili!" Aggiunse poi la corvina.
"È gran complimento da una coppia affiatata come voi." Ricambiò la bionda.
"Si, siamo i migliori." Si vantò Charlie, facendoli ridere.
"Tanto sappiamo tutti che se la mia otp si realizzasse sareste eclissati in un batter d'occhio." Intervenne l'artista, facendo annuire le Ruby e Diana.
"Che otp?" Chiese la rossa.
"La vera domanda è...cos'è una opt?" La corresse Gilbert.
"Amico! Sei indietro! Sono le coppie che loro vorrebbero si mettessero insieme, ma che fanno resistenza. Fatti una ragazza e aggiornati." Lo biasimò Charlie.
"Gia! Sono le basi, fratello." Gli diede manforte Jerry, facendo indispettire il ricciolo, mentre gli altri ridacchiavano.
"Povero, non è colpa sua se non conosce il mondo dei fandom." Lo difese e canzonò Anna, pizzicandogli la guancia come una vecchia prozia fastidiosa e ridendo.
"Non parlate come se mi piacesse essere ignorato." Sbuffò il ragazzo.
"Oh, tragedie romantiche, Blythe?" Chiese la rossa beffarda.
"Bisogna sudarsela se si punta alla migliore." Rispose lui a tono.
"Forse se lasciassi da parte quest'arroganza sarebbe più facile." Commentò lei, particolarmente infastidita.
"I migliori medici sono anche estremamente arroganti, Shirley-Cuthbert." Replicò lui.
"Eppure se non sbaglio la superbia è un peccato." Ribattè lei.
"Perché? Mi reputi super?" Domandò lui divertito.
"Non osare storcere le mie parole." Scattò lei.
"Calmati, furia, stavo scherzando." Sbuffò lui.
"Se mi vuoi tranquilla, non aizzare il mio temperamento." Replicò Anna.
"Beh...noi andiamo a dormire. Ci vediamo domani." Disse Diana, seguita dal "buonanotte" di Charlie.
La coppietta si alzò e diresse verso la tenda per il ragazzo e il suo migliore amico.
"Ehm, scusate, sbaglio o dovreste dormire con noi?" Intervenne Anna.
"Ci abbiamo ripensato." Ammise lui.
"Cercate di sopravvivere fino a domani, vi vogliamo bene!" Aggiunse la ragazza, trascinando il suo fidanzato nella tenda.
"Allora io dormo con Ruby. Voi single prendere quella a tre." Affermò Jerry, facendo comparire un gran sorriso sul viso della bionda.
"Cosa?! No! Non voglio dormire con loro! E se si limonassero?" Scattò Cole preoccupato.
"Ma che dici?! Piuttosto sono io a non voler dormire con voi due! Avrei dovuto passare tutta la notte a mangiare biscotti e chiacchierare con le mie amiche!" Ribattè la rossa.
"E io non voglio stare stretto!" Intervenne il ricciolo.
"Rassegnatevi, non sareste dovuti venire con due coppie." Replicò Ruby.
"Pensavamo di essere qui come gruppo di amici." Replicò Gilbert.
"L'amore a volte supera l'amicizia." Sospirò Jerry, alzandosi e portando con se la bionda in tenda.
"Siete dei traditori!" Esclamò Anna.
"Bonne nuit, petite soeur." Rispose lui, rintanandosi della struttura temporanea.
"Che tristezza la vita da single..." Borbottò Cole, guardando gli altri due.
"Già...chi si vuole cambiare per primo?" Chiese Gilbert.
"Andate voi, io lavo i denti." Disse la ragazza, andando a prendere l'astuccio con il necessario e prendendo un bicchiere d'acqua per sciacquare.

Quando furono tutti e tre pronti, si misero nella tenda, Anna in mezzo.

Rimasero qualche secondo in silenzio, a disagio, guardando il "soffitto" della tenda.

"No. È troppo strano. Vado a dormire in macchina, buonanotte." Asserì Cole, andandosene con il suo sacco a pelo.

I due lo guardarono uscire in silenzio, poi si scambiarono un'occhiata e scoppiarono a ridere.
"Che scemo." Disse Anna.
"Però aveva ragione." Replicò Gilbert.
"In effetti, mi sentivo come una sardina tra di voi." Ammise lei.
"Beh, non avresti avuto freddo" Constatò lui.
"Vero." Confermò la ragazza, stringendosi nella coperta.
"Vuoi anche tu un cuscino riscaldato?" Propose poi il ricciolo, con una certa titubanza.
"Si, sei come un calorifero!" Esclamò lei, avvicinandosi a lui e lasciandosi abbracciare.
"Come mai soffri così il freddo?" Domandò, stringendole una mano gelida.
"Io ho una teoria: le ragazze sono fisicamente fredde perchè così sono più propense a mettersi con voi, dato che avete corpi caldi a compensare la stupidità. E visto che io sono particolarmente diffidente dopo un certo livello di intimità, la natura mi fa provare più freddo così sono obbligata ad avvicinarmi agli altri." Spiegò lei.
"Beh, non fa una grinza." Commentò il ragazzo con un sorriso.
"E purtroppo funziona." Aggiunse lei, riferendosi alla situazione corrente.
"Vero." Mormorò lui ridacchiando.
"Però è davvero piacevole." Ammise lei, accoccolandosi di più su di lui.
"Molto rilassante." Concordò Gilbert, accarezzandole i capelli.

Era da molto che non poteva avere gesti di affetto disinteressanti e quelli che aveva provenivano da ragazze quasi sconosciute, interessate solo alla sua popolarità o una notte di divertimento.

Certo, la rossa lo stava usando per stare al caldo, ma lo faceva in un modo tenero e poi era strepitoso sentire il suo corpo così vicino, o le sue dita disegnare piano dei quadrati contro il tessuto della maglietta.

"Non dirlo a nessuno, ma a volte invidio Diana e Ruby...sembrano così felici, anche quando sono scocciate...e poi mi piace l'idea di qualcuno che mi coccola ogni tanto. Non sono abituata a questo genere di cose, ma tutti ne hanno bisogno sporadicamente, no?" Confessò lei sussurrando.
"Concordo. A volte cedo a qualche storiella quando ho voglia di sentire che qualcuno tiene a me...ma non è mai come me lo ricordo." Ammise lui.

Anna sapeva delle avventure del ricciolo e la avevano sempre fatta arrabbiare perché le sembrava profondamente irrispettoso nei confronti del partner, ma a sentire quei bisbigli le dispiacque.
Lei conosceva la voglia di essere stretti quando nessuno ti ama veramente ed era una delle sensazioni più atroci che esistessero.

Si alzò dal petto di lui, sostenendosi con il braccio, e fece collidere i loro sguardi penombra della notte.
Il suo viso era leggermente corrugato per la confusione, mentre i suoi occhi la osservavano come un bambino smarrito.

Anna si sentì intenerire, provando una certa compassione, e si morse il labbro per il suo aspetto così buono, innocente e indifeso su un corpo forte, virile e sicuro.

Guardò i riccioli scompigliati cadergli sulla fronte e un minacciare di coprire gli occhi castani.
Scostò quei capelli ribelli, accarezzandogli il viso e poi il suo corpo agì da solo, sporgendosi per baciarlo piano, senza malizia, sulle labbra morbide.

Gilbert, frastornato, si lasciò guidare in quel bacio quieto e pieno di sentimento, senza passione, lasciandosi cullare dal suo tocco delicato, mentre la stringeva a se e passava le dita da i suoi meravigliosi capelli rossi.

Era lento e lungo, compiuto da persone che avevano bisogno di sentire di nuovo che qualcuno li amava davvero, che c'era chi non li avrebbe mai lasciati.

Lui sapeva che non era una dichiarazione, ma una promessa.

La promessa di sostenerlo, di esserci, di amarlo e che comunque sarebbe andata, lei non l'avrebbe mai abbandonato del tutto, perché i loro corpi potevano essere lontani, ma le loro anime erano legate in un modo indissolubile.

Anna si scostò, cercando di non fare troppo rumore malgrado il fiato corto, e si coricò nuovamente su Gilbert, che la strinse con tutto l'amore che provava per lei.

Sapeva che non si sarebbero messi insieme, ma ora sapeva anche che non sarebbe stato nella friend-zone per sempre. Doveva solo darle tempo e intanto gli aveva dimostrato di essere una delle persone a cui lei più teneva.















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