Capitolo 54: La storia finora
Il tragitto verso casa di Kenjiro fu silenzioso, ma non era un silenzio teso come quelli delle ultime settimane. Era un silenzio pieno di possibilità, di promesse non dette, di futuri che iniziavano a intrecciarsi.
La neve aveva iniziato a cadere leggermente, piccoli fiocchi che danzavano nella luce dei lampioni.
«È buffo,» disse improvvisamente Yukari.
«Cosa?»
«Come tutto sia cambiato dall'estate. La sconfitta ai nazionali, la squadra femminile che arriva in semifinale, tu che diventerai capitano, e ora...» si interruppe, guardando i fiocchi di neve che si posavano sui capelli di Kenjiro.
«E ora Tokyo,» completò lui.
«Forse,» corresse lei. «Se veniamo accettati.»
«Quando,» disse lui con quella sua tipica sicurezza. «Quando verremo accettati.»
Si fermarono davanti alla casa di Kenjiro. Le luci erano accese all'interno, e attraverso la finestra potevano vedere sua madre in cucina. Kenjiro tirò fuori le chiavi, poi esitò.«Sei pronta?»
Yukari strinse la busta nella sua borsa. «No. Ma apriamole comunque.»
La stanza di Kenjiro era ordinata come sempre, i libri allineati perfettamente sulla scrivania, la divisa della Shiratorizawa appesa con cura. L'unica cosa fuori posto era la busta dell'università, posata in diagonale sul tavolo.
Si sedettero sul bordo del letto, le loro buste in mano.«Insieme?» chiese lui.
«Insieme.»
Il rumore della carta che si strappava sembrò assordante nel silenzio della stanza. Yukari notò che le mani di Kenjiro tremavano leggermente mentre estraeva il foglio - proprio come le sue.
Per un momento, ci fu solo il fruscio della carta e il loro respiro sincronizzato.
Poi...
«Sono... sono stato accettato,» la voce di Kenjiro era un sussurro incredulo. «Con la borsa di studio completa.»
Yukari sentì il cuore fermarsi. Abbassò lo sguardo sulla sua lettera, le parole che sembravano danzare davanti ai suoi occhi.«Yukari?»
Lei alzò lo sguardo, le lacrime che minacciavano di cadere.«Anche io,» sussurrò. «Borsa di studio completa.»
Il silenzio durò solo un istante prima che il telefono di entrambi esplodesse di notifiche.
[Da: Tendo-senpai]
"ALLORA?????????"
[Da: Mai]
"Vi prego ditemi che avete aperto quelle dannate lettere"
[Da: Haruka]
"Tendō sta per avere un infarto. Aggiornamenti?"
[Da: Tendo-senpai]
"Il vostro futuro coinquilino esige risposte! ⊂((・▽・))⊃"
Ma né Yukari né Kenjiro stavano guardando i loro telefoni. Si fissavano, le lettere ancora in mano, come se non potessero credere che fosse reale.
«Tokyo,» disse lui, come testando la parola.
«Insieme,» aggiunse lei.
«Con Tendo-san come potenziale coinquilino,» aggiunse lui con un gemito, ma stava sorridendo.
Fu quel sorriso a spezzare la tensione. Yukari scoppiò a ridere, e un momento dopo anche Kenjiro si unì a lei. Risero fino a quando le lacrime - di gioia, di sollievo, di tutto - iniziarono a scendere.
«Dovremmo rispondere ai messaggi,» disse infine Yukari, asciugandosi gli occhi.
«O potremmo...» Kenjiro esitò, poi si sporse verso di lei.
I loro telefoni continuarono a vibrare, ignorati.
Il bacio sapeva di lacrime e di promesse. Di Tokyo e di futuro. Di paure condivise e sogni che iniziavano a prendere forma.
Quando si separarono, Kenjiro appoggiò la fronte contro quella di Yukari, gli occhi ancora chiusi.
«Dobbiamo davvero rispondere a Tendo- san?» mormorò.
Come per rispondere alla sua domanda, il telefono di Yukari iniziò a squillare.
[Chiamata in arrivo: Tendo-senpai]
Kenjiro gemette. «Se non rispondessimo, si presenterebbe qui.»
«Lo farebbe sul serio,» concordò lei, prendendo il telefono.
Non fece in tempo a dire "pronto" che la voce eccitata di Tendo esplose dall'altoparlante:
«YUKARI-CHAN! KENJIRO-KUN! Il vostro silenzio può significare solo due cose: o vi state baciando appassionatamente - in quel caso, bravi! - o avete ricevuto brutte notizie e in quel caso sto già correndo da voi con gelato e manga!»
Si sentì in sottofondo la voce di Haruka: «Tendo, metti il telefono in vivavoce!»
E quella di Mai: «Fateci sapere se dobbiamo venire a consolarvi o a festeggiare!»
Yukari mise il telefono in vivavoce, scambiando uno sguardo divertito con Kenjiro.«Siete tutti insieme?» chiese.
«CERTO!» la voce di Tendo era carica di energia. «Siamo al negozio di Semi-Semi, in attesa di notizie! Anche Wakatoshi-kun è qui! Saluta Wakatoshi-kun!»
«...saluti,» si sentì la voce monocorde di Ushijima in sottofondo.
«Allora?» intervenne Goshiki. «Ci dite come è andata o dobbiamo venire lì a scoprirlo?»
Kenjiro prese il telefono dalle mani di Yukari.«Se venite qui, vi lancio una palla in faccia,» disse, ma il suo tono era leggero.
«KENJIRO-KUN!» esclamò Tendō. «Allora siete insieme! E dalle tue minacce passive-aggressive deduco che sono buone notizie! SEMI-SEMI, PORTA LO CHAMPAGNE!»
«È sidro di mele, idiota,» si sentì la voce di Semi. «Goshiki e le ragazze sono ancora minorenni.»
«DETTAGLI!» insistette Tendō. «Vogliamo i dettagli! Tokyo vi aspetta?»
«Tokyo ci aspetta,» confermò Yukari, e le urla di gioia che esplosero dal telefono li fecero sussultare entrambi.
«LO SAPEVO!» gridò Tendo. «Il Guess Monster non sbaglia mai! Semi-Semi, mi devi un parfait!»
«Avevate scommesso su di noi?» chiese Kenjiro, incredulo.
«Naturalmente!» rispose allegramente Tendo. «Semi-Semi pensava che avreste aspettato fino alla cerimonia del diploma per dirvelo. Io ho detto che vi sareste decisi prima. E ho VINTO!»
«Siete impossibili,» sospirò Kenjiro.
«Ma ci amate comunque!» cantilenò Tendo. «E ora... FESTA DA SEMI-SEMI! Venite subito qui!»
«Tendo, è il mio posto di lavoro, non puoi...» iniziò Semi.
«Dettagli, dettagli! Wakatoshi-kun, vai a prenderli se si rifiutano!»
«Capito,» rispose Ushijima con la sua solita serietà.
Mai rise. «Vi conviene venire di vostra spontanea volontà. Sapete che lo farebbe davvero.»
Kenjiro e Yukari si guardarono, vedendo nei loro occhi la stessa rassegnata felicità.
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Venti minuti dopo, erano seduti al tavolo, circondati dai loro amici. Il locale era tecnicamente chiuso, ma Semi aveva fatto un'eccezione, anche se continuava a borbottare che avrebbe perso il lavoro.
Tendo aveva decorato frettolosamente un tavolo con quello che sembrava essere carta igienica colorata ("Sono festoni improvvisati!") e aveva costretto Semi a preparare parfait per tutti.
«Un brindisi!» proclamò Tendo, alzando il suo bicchiere di sidro di mele. «Ai nostri piccoli kohai che finalmente hanno smesso di essere idioti!»
«E a Tokyo,» aggiunse Haruka, sorridendo.
«E alla futura convivenza!» continuò Tendo con un sorriso malizioso.
«Non abbiamo ancora detto sì a quello,» precisò Kenjiro.
«Oh, lo farete,» Tendo fece l'occhiolino. «Ho già trovato un appartamento perfetto vicino a entrambe le vostre scuole. Tre camere, vista sul parco...»
«Hai... hai già cercato appartamenti?» chiese Yukari, incredula.
«Il Guess Monster è sempre preparato!»
«È stato tutto il pomeriggio su siti immobiliari,» confermò Ushijima con la sua solita franchezza.
«In realtà,» continuò Tendo, rubando una ciliegina dal parfait di Semi, «ho trovato un lavoro part-time in una libreria di manga vicino all'università di Kenjiro. La casa è di mio cugino, tra un mese si laurea e ha concesso di darmela, in cambio di un affitto sempre puntuale!»
«Aspetta,» intervenne Yukari. «Lavorerai e studierai per diventare un pasticciere soltanto per...»
«Per assicurarmi che i miei kohai preferiti abbiano un nido d'amore perfetto? Certo!» Tendo sorrise. «E poi, qualcuno deve preparare il terreno. Non posso lasciarvi andare a Tokyo da soli l'anno prossimo. Chi vi proteggerà? Chi vi guiderà nei migliori ristoranti di ramen? Chi vi impedirà di litigare?»
«Noi non...» iniziò Kenjiro, ma fu interrotto da tutti gli altri che tossirono significativamente.
«E poi,» aggiunse Tendo con un sorriso più dolce, «un anno passa in fretta. Nel frattempo, tu dovrai guidare la squadra come capitano, e Yukari-chan dovrà fare lo stesso.»
Semi scosse la testa, ma sorrideva. «In altre parole, non riesce a lasciarvi andare.»
«Semi-Semi! Non rivelare i miei segreti!»
«Non posso credere che tu abbia già pianificato tutto,» disse Kenjiro, ma il suo tono era più affettuoso che irritato.
«Oh, non hai ancora sentito la parte migliore!» Tendo si illuminò. «L'appartamento è sopra una piccola caffetteria. Il proprietario cerca qualcuno che aiuti part-time, e ho pensato che Yukari-chan potrebbe...»
«Hai già trovato un lavoro anche per me?» interruppe Yukari, tra il divertito e lo sconvolto.
«Il Guess Monster pensa a tutto!» Tendo fece l'occhiolino. «E poi, qualcuno dovrà pur mantenere Shirabu-kun mentre studia medicina!»
Kenjiro si strozzò con il suo sidro. «Chi ti ha detto che studierò medicina?»
«Oh, andiamo! Ho visto i tuoi libri di anatomia. E poi, sei fin troppo preciso per non essere un futuro chirurgo.»
Mai ridacchiò. «Ha ragione, sai? Hai quella... come dire... quella maniacalità nei dettagli che serve.»
«Non so se essere offeso o lusingato,» mormorò Kenjiro.
«Entrambi,» suggerì Ushijima con la sua solita serietà, facendo scoppiare tutti a ridere.
«E comunque,» continuò Tendo, mentre Semi portava un altro giro di parfait, «ho già parlato con i miei genitori. Sono d'accordo per anticipare la cauzione dell'appartamento.»
«Tendo-san...» iniziò Yukari, ma lui alzò una mano per fermarla.
«Niente 'ma'. Consideriamolo un regalo di diploma anticipato. E poi...» il suo sorriso si addolcì, «voi siete la mia famiglia qui. Lasciatemi fare questo.»
Ci fu un momento di silenzio commosso, interrotto solo dal rumore di Semi che cercava di nascondere un singhiozzo dietro il bancone.«Semi-Semi, stai piangendo?»
«No, sto tagliando cipolle!»
«Non ci sono cipolle nei parfait!»
Haruka si sporse verso Yukari. «Sai,» sussurrò, «quando abbiamo iniziato con gli allenamenti congiunti, non avrei mai immaginato che saremmo finiti qui.»
Yukari guardò il tavolo: Tendo che tormentava Semi, Ushijima che osservava la scena con un piccolo sorriso, Kenjiro che cercava di mantenere la sua facciata seria, ma non ci riusciva e Goshiki che aveva le labbra sporche di dolce.
«Neanch'io,» rispose dolcemente. «Ma sono felice che sia andata così.»
«Oh!» esclamò improvvisamente Tendo, battendo le mani. «Quasi dimenticavo! Ho un regalo per voi!»
Frugò nel suo zaino e tirò fuori una scatola avvolta in carta colorata.
«Non dovevi...» iniziò Kenjiro, ma Tendo lo zittì con un gesto.
«Apritelo insieme!»
Con cautela, come se potesse esplodere (cosa non impossibile, trattandosi di un regalo di Tendo), Yukari e Kenjiro scartarono il pacchetto. Era un album fotografico. Sulla copertina, in caratteri dorati, c'era scritto "La Storia Finora".
«L'ho fatto con le foto che Mai-chan ha scattato quest'anno,» spiegò Tendo.
«Semi-Semi mi ha aiutato con l'impaginazione.»
Sfogliarono le prime pagine: c'erano foto degli allenamenti, dei match, dei momenti rubati in caffetteria. Foto del festival, del bowling e tanto altro.
«Le ultime pagine sono vuote,» notò Yukari.
«Ovvio!» Tendo sorrise. «Quelle sono per Tokyo.»
Mai si sporse per guardare. «Oh, questa è del giorno del festival! Guarda come Kenjiro cerca di non sorridere!»
«Non stavo cercando di non sorridere,» protestò Kenjiro debolmente.
«Stavi assolutamente cercando di non sorridere,» confermò Ushijima.
Mentre sfogliavano l'album, i ricordi fluivano naturalmente nelle loro conversazioni.«Questa è del giorno in cui Goshiki ha cercato di imitare il servizio di Ushijima-san,» ridacchiò Mai, indicando una foto dove il giovane asso giaceva drammaticamente sul pavimento della palestra.
«E questa...» Tendo indicò un'immagine sfocata, «è quando Kenjiro-kun ha realizzato che gli piaceva Yukari-chan! Guarda che faccia!»
«Non è vero,» protestò Kenjiro, arrossendo. «Quella è solo...»
«La foto della rivelazione!» proclamò Tendo. «Il momento esatto in cui il nostro piccolo setter acido ha capito di avere un cuore!»
«Tendo-san...» sospirò Kenjiro, ma le sue labbra tremavano in un sorriso trattenuto.
Semi si avvicinò al tavolo con l'ultimo vassoio di parfait. «C'è anche quella del giorno in cui hai quasi mandato la palla in faccia a quel ragazzo di secondo anno che stava fissando Yukari-san troppo a lungo.»
«Quello è stato un errore di calcolo,» disse Kenjiro con dignità.
«Certo, certo,» Tendo fece l'occhiolino. «Come quella volta dove hai terrorizzato Yahaba alle terme.»
Yukari guardò Kenjiro con occhi spalancati. «Hai fatto cosa?»
«Non è andata esattamente così,» si difese Kenjiro, ma le sue orecchie erano diventate rosse. «È stato...uno scambio di battute.»
«Uno scambio di battute piccanti!» commentò Goshiki con un sorrisino.
«Oh, oh!» Tendo girò pagina con entusiasmo. «E questa è del giorno del vostro primo appuntamento!»
«Non riesco a credere che tu ci abbia seguiti.» disse Kenjiro, incredulo.
«Il Guess Monster deve proteggere i suoi kohai!»
«Li abbiamo seguiti tutti,» confermò Ushijima con la sua solita franchezza. «Tendo ha insistito dicendo che era il nostro dovere come senpai.»
«Wakatoshi-kun! Non dovevi dirlo!»
Yukari nascose una risata dietro la mano, guardando le foto. C'erano così tanti momenti che non sapeva fossero stati catturati: sguardi rubati durante gli allenamenti, sorrisi nascosti tra una lezione e l'altra, piccoli gesti che raccontavano una storia più grande.
«Le ultime pagine,» disse Tendo con un sorriso più dolce, «sono per i vostri momenti a Tokyo. Ma ho lasciato anche qualche spazio per quest'ultimo anno qui. Dovrete renderlo memorabile!»
«È tardi,» disse infine Semi, guardando l'orologio. «Dovrei davvero chiudere il locale.»
Tendo si alzò con un movimento fluido. «Il nostro momento è giunto! Ma prima...» tirò fuori il telefono. «Una foto per immortalare questa serata storica!»
Si ammassarono tutti insieme, con Tendo che cercava l'angolazione perfetta mentre Semi protestava che non voleva essere fotografato con il grembiule da lavoro.
«Cheese!» Il flash illuminò i loro sorrisi, catturando per sempre quel momento di pura felicità.
Mentre si preparavano per andare, Yukari sentì la mano di Kenjiro cercare la sua. L'album fotografico era stretto al petto, un tesoro di ricordi passati e promesse future.
«Ehi,» sussurrò lui. «Va tutto bene?»
Lei annuì, guardando i loro amici che si preparavano ad uscire: Tendo che saltellava intorno a Ushijima, Semi che controllava di aver spento tutto, Mai che raccoglieva le sue cose, Haruka e Goshiki che ridevano per qualcosa che lei aveva detto.
«Sì,» rispose. «È perfetto.»
Fuori, la neve aveva smesso di cadere, lasciando la città avvolta in un silenzioso manto bianco. Il futuro li aspettava, brillante come le luci di Tokyo all'orizzonte, ma per ora, questo momento era più che sufficiente.
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