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Capitolo 25: Cuore e Gioco


«E si riparte con il secondo set dopo quella pausa... movimentata,» commentò il telecronista. «La Shiratorizawa sembra avere un'energia diversa ora.»

Il servizio di Goshiki tagliò l'aria come una lama, costringendo la Johzenji a una ricezione imprecisa.

«CHANCE BAAAAALL!» chiamò Tendo.

Yukari si mosse prima ancora che la palla toccasse le mani di Shirabu. Non c'erano calcoli questa volta, solo istinto. Solo fiducia.

La Memory Slice esplose come un fulmine, trovando la zona cieca nella difesa della Johzenji.

«PUNTO!» il commentatore quasi urlò.

«E che punto! La famosa combinazione della Shiratorizawa sembra essere tornata!»

«Oh?» Terushima alzò un sopracciglio, un sorriso interessato sul volto. «Sembra che qualcuno abbia ritrovato il suo ritmo.»

«Ne, ne, Capitano,» cantilenò Tendo mentre si preparavano per il punto successivo. «Non è che durante la pausa voi due avete...»

«CONCENTRATI!» gli urlarono Shirabu e Yukari all'unisono, ma c'era un'ombra di divertimento nei loro occhi.

«C'è qualcosa di diverso nella dinamica della Shiratorizawa,» osservò il secondo commentatore.

«È come se avessero ritrovato quella scintilla che mancava nel primo set.»

La palla viaggiava veloce, ma questa volta la Johzenji fu pronta. Terushima schiacciò con forza, ma Mai si tuffò, salvando la palla all'ultimo secondo.

«COPERTURA!» urlò Haruka.

Non c'era bisogno di chiamate elaborate. Shirabu sapeva esattamente dove Yukari sarebbe stata. La palla si alzò in una parabola perfetta.

«È di nuovo la Memory Slice?» chiese il commentatore. «No, aspettate...»

All'ultimo secondo, invece di schiacciare, Yukari fece un tocco leggero che mandò la palla a cadere nel punto più lontano del campo avversario.

«PUNTO!» esultò Goshiki. «È tornata la mia senpai!»

«Senpai?» ridacchiò Mai. «Da quando la chiami così?»

«Da quando ha quasi fatto volare il capitano negli spogliatoi,» sussurrò Tendo con un ghigno.

«TI SENTO, TENDO-SAN!»

«2-0!» annunciò l'arbitro. «Che inizio!»

Washijo-sensei incrociò le braccia, osservando come i suoi giocatori si muovessero in campo. Non era ancora la perfezione, c'era ancora qualche esitazione, qualche momento di incertezza... ma c'era vita. C'era passione.

C'era gioco.

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«Servizio Johzenji!»

La palla arrivò veloce, ma questa volta la Shiratorizawa fu pronta. La ricezione di Haruka fu pulita, precisa.

«Bella ricezione!» chiamò Tendo.

Shirabu si posizionò, valutando le opzioni. La difesa della Johzenji si era già spostata, anticipando una Memory Slice.

«SHIRABU!»

La voce di Yukari era diversa ora. Non un comando, non un calcolo. Era una richiesta di fiducia.

Lui sorrise.

La palla si alzò in una traiettoria che sembrava sbagliata, troppo corta, troppo bassa. La Johzenji si rilassò per un istante.

Fu il loro errore.

Yukari esplose in un movimento che nessuno si aspettava, schiacciando con mano sinistra anziché con la destra, pur di far punto.

«PUNTO!» il commentatore era in piedi. «Una variazione della Memory Slice che non avevamo mai visto prima! È questo che significa giocare d'istinto!»

«Ehi,» chiamò Terushima dall'altra parte della rete. «Non è giusto cambiare le regole del gioco così!»

«Chi ha parlato di regole?» rispose Yukari, e c'era una scintilla nei suoi occhi che fece sorridere tutta la squadra.

«Oh no,» gemette teatralmente Tendo. «L'abbiamo persa. È diventata una di loro!»

«TENDO!»

«Cosa? Era un complimento!»

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«20-18 per la Shiratorizawa!» annunciò il commentatore. «Che rimonta incredibile in questo secondo set!»

Il sudore gocciolava dalle tempie di Yukari mentre si preparava per il servizio. Le braccia bruciavano per via dello sforzo, un promemoria costante dell'impegno che ci stava mettendo.

«Capitano,» chiamò Tendo durante una breve pausa. «Ti ricordi quando dicevi che le emozioni erano una distrazione?»

Shirabu gli lanciò un'occhiata, asciugandosi il sudore dalla fronte. «Tendo, giuro che se non la smetti...»

«... di essere l'unico che dice la verità?» completò lui con un sorriso innocente.

«L'unico che rischia di fare extra sprint dopo la partita,» corresse Mai, ridendo.

«Concentrazione!» chiamò Washijo-sensei dalla panchina, ma c'era qualcosa di diverso nel suo tono. Quasi... soddisfazione?

«Servizio Shiratorizawa!»

Yukari fece rimbalzare la palla un paio di volte, respirando profondamente. Guardò verso Shirabu, che annuì leggermente.
Non servivano parole.
Non più.

«È questo,» disse il secondo commentatore, «che rende la pallavolo uno sport così speciale. Quando una squadra trova il suo ritmo, è come guardare una danza perfettamente orchestrata.»

La palla lasciò le mani di Yukari in un servizio flottante che fece imprecare Terushima.

«Ricezione difficile per la Johzenji!» esclamò il commentatore. «La palla è lunga...»

«CHANCE BALL!» urlò Tendo.

Tutti sapevano cosa stava per succedere. La Johzenji lo sapeva.
Il pubblico lo sapeva.

Ma saperlo non significava poterlo fermare.

«È incredibile,» sussurrò il secondo commentatore. «Stanno per...»

Shirabu alzò la palla in quella che sembrava una normale alzata.

Yukari iniziò la sua rincorsa.

La difesa della Johzenji si mosse come un'unica entità.
Ma questa volta era diverso.
Non era una Memory Slice calcolata al millimetro.
Non era una variazione studiata.

Yukari saltò, il suo corpo che si inarcava in aria come se stesse volando.
La palla toccò le sue dita esattamente nel punto giusto. E poi...

«PUNTO!» l'urlo del commentatore si perse nel boato della folla.

«21-18 per la Shiratorizawa! E che punto! Non ho mai visto una Memory Slice così... così...»

«Libera,» completò il suo collega. «Come se avessero finalmente smesso di pensare e avessero iniziato solo a giocare.»

Shirabu e Yukari si guardarono per un momento, un mezzo sorriso che si specchiava sui loro volti.

«Ne, ne,» iniziò Tendo.

«NON OSARE!» urlò tutta la squadra all'unisono.

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«24-23 per la Shiratorizawa! Set point!»

La tensione nella palestra era palpabile. Un punto. Un solo punto li separava dal pareggiare la partita.

«Ricezione perfetta di Mizuno!» urlò il commentatore mentre la palla volava verso Shirabu.

Il tempo sembrò rallentare ancora una volta.
Shirabu non aveva bisogno di guardare. Sapeva esattamente dove sarebbe stata. Come sempre.

Come doveva essere.

L'alzata partì dalle sue mani come se avesse vita propria.

Yukari corse, saltò, e per un momento sembrò sospesa nell'aria. I suoi occhi incrociarono quelli di Shirabu per una frazione di secondo.

La sua mano colpì la palla con una potenza che nessuno si aspettava, un tuono che echeggiò nella palestra.
La palla toccò il pavimento prima che qualcuno della Johzenji potesse anche solo muoversi.

«PUNTO E SET SHIRATORIZAWA!» Il boato della folla fu assordante, ma Yukari lo sentì appena.

Si voltò verso Shirabu, il respiro ancora accelerato, il cuore che batteva forte nel petto.

Per la prima volta da quando giocavano insieme, alzò la mano.

Shirabu la guardò per un momento, sorpreso. Poi, lentamente, un sorriso si aprì sul suo volto mentre alzava la sua mano per incontrare quella di lei.

Il suono del cinque risuonò come una promessa.

«FINALMENTE!» urlò Tendo, lanciandosi su di loro. «CI AVETE MESSO SOLO...»

«TENDO!»

Ma questa volta, un sorriso dominava sui volti di tutti.

«È INCREDIBILE!» esclamò il commentatore. «Non solo la Shiratorizawa ha pareggiato i conti, ma sembra che abbiamo assistito a un momento storico! Il primo high-five tra il duo della Memory Slice!»

«Capitano,» Tendo si asciugò una finta lacrima.
«Sono così commosso. Il nostro piccolo robot sta crescendo!»

«Tendo-san,» sospirò Shirabu, ma il suo solito tono esasperato era addolcito da un mezzo sorriso.

«È questo il potere dell'amo...» iniziò Tendo, ma fu interrotto da un asciugamano che lo colpì la faccia, cortesia di Haruka.

«Rimanete concentrati!» chiamò Washijo-sensei.
«Il terzo set sarà quello decisivo.»

La squadra si riunì intorno alle panchine per l'intervallo. Mai passò delle bottiglie d'acqua mentre Haruka distribuiva asciugamani freschi.

«Ehi,» sussurrò Tendo a Yukari mentre si asciugava il collo. «Non è che durante la pausa negli spogliatoi voi due avete davvero...»

«Tendo-san,» lo interruppe lei, ma stava sorridendo. «Se finisci quella frase, giuro che la prossima Memory Slice la faccio sulla tua testa.»

«Minaccioso!» rise lui. «Mi piace questa nuova Yukari-chan! Molto più divertente del robot di prima.»

«TENDO!» chiamò Shirabu dalla panchina. «Smettila di tormentare la mia schiacciatrice e vieni qui a rivedere gli schemi difensivi!»

«La tua schiacciatrice, eh?» mormorò Tendo con un sorrisetto, ma si affrettò a raggiungere il capitano prima che potesse lanciargli qualcosa.

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«Il terzo set sta per iniziare!» annunciò il commentatore. «E devo dire che l'atmosfera è completamente diversa da quella del primo set.»

Yukari si sistemò in posizione, sentendo l'adrenalina scorrerle nelle vene. Questa volta non c'era tensione nelle sue spalle. Solo determinazione.

«Ehi,» chiamò Shirabu mentre si preparavano. «Pronta?»

«Pronta,» confermò lei.

Poi, con un lampo di divertimento negli occhi, aggiunse: «A meno che tu non voglia essere di nuovo professionale.»

Le sopracciglia di Shirabu si inarcarono per la sorpresa, prima che un sorrisetto gli increspasse le labbra.
«Non osare.»

«Oh? OH?» la voce di Tendo risuonò dietro di loro. «Stiamo anche facendo battute ora? È questo che succede quando...»

«HO DETTO CONCENTRAZIONE!» tuonò Washijo-sensei dalla panchina, ma c'era un che di divertito nel suo tono burbero.

Dall'altra parte della rete, Terushima sorrideva. «Sembra che la principessa di ghiaccio si sia finalmente sciolta!»

«Non provocarla,» lo avvertì Shirabu, ma era troppo tardi.

Yukari si voltò verso l'alzatore con un'espressione che fece deglutire persino Tendo.

«Shirabu-san,» disse con un sorriso dolce che prometteva vendetta. «Che ne dici di mostrare alla Johzenji quanto può essere pericolosa una principessa quando si scalda?»

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«25-22! LA SHIRATORIZAWA VINCE IL TERZO SET E LA PARTITA!»

Mentre il boato della folla riempiva la palestra, Yukari si trovò improvvisamente circondata dai suoi compagni di squadra. Tendo la stava praticamente soffocando in un abbraccio, mentre Goshiki piangeva apertamente di gioia.

«Mi dispiace,» disse improvvisamente, facendo zittire tutti. «Sono stata una gran testa di cazzo.»

«La più grande,» confermò Mai con un sorriso.

«La regina delle teste di cazzo,» aggiunse Tendo allegramente.

«TENDO-SAN!» lo rimproverò Goshiki.

«No, ha ragione,» Yukari scosse la testa, un sorriso che le tirava le labbra nonostante tutto. «Ho dimenticato cosa significa essere una squadra. Ho dimenticato che la forza non sta nel controllo perfetto, ma in... questo.»

Gesticolò verso tutti loro. «In noi.»

Le squadre si allinearono per il saluto finale. Terushima, dall'altra parte della rete, aveva ancora quel suo sorriso irriverente.

«Bella partita, principessa. La prossima volta non farmi aspettare così tanto prima di scaldarti!»

La tribuna della Shiratorizawa esplose in un ultimo coro di tifo mentre la squadra si inchinava in ringraziamento. Yukari poteva giurare di aver visto sua madre tra il pubblico, ma prima che potesse esserne certa, Tendo la stava già trascinando verso gli spogliatoi.

Una volta dentro, mentre tutti festeggiavano e si cambiavano, il telefono di Yukari vibrò nella sua tasca. Quando lesse il messaggio, il colore abbandonò il suo viso.

«Oh no,» mormorò.

«Cosa c'è?» chiese Haruka, avvicinandosi preoccupata.

«Mia madre...» Yukari deglutì.

«Ci ha invitati tutti all'evento di stasera al club di tennis.»

«Evento?» Mai si voltò, curiosa.

«È un evento importante, con sponsor e dimostrazioni sportive...» Yukari sembrava quasi disperata in quel momento.

«E dovete venire. Tutti. Per favore. Non posso affrontarlo da sola.»

«Oh?» il sorriso di Tendo si allargò pericolosamente. «Un evento elegante? Con il nostro capitano in giacca e cravatta?»

«Tendo-san,» sospirò Shirabu.

«Non ho niente da mettermi per un evento del genere,» protestò Goshiki, guardandosi allo specchio.

«Oh, non preoccuparti per quello,» disse Yukari, leggendo un altro messaggio. «Mia madre ha... già pensato a tutto.»

La sua voce tradiva una rassegnazione che fece alzare più di un sopracciglio.

«Che intendi?» chiese Mai.

Come in risposta, la porta degli spogliatoi si aprì e una donna elegante entrò, seguita da quello che sembrava essere un intero staff di assistenti carichi di borse e custodie.

«Yukari!»

La signora Saito sorrise, i suoi tacchi che risuonavano sul pavimento.

«Che partita interessante! Un po' troppo drammatica forse, ma il finale è stato... accettabile.»

«Mamma...» iniziò Yukari, ma sua madre la ignorò, studiando invece il resto della squadra con occhio critico.

«Quindi questi sono i famosi giocatori della Shiratorizawa,» disse, fermandosi davanti a Shirabu.

«Shirabu, il capitano. Ho sentito molto parlare di te.»

Tendo tossì qualcosa che suonava sospettosamente come "suocera" prima che Mai gli desse una gomitata nelle costole.

«Saito-san,» Shirabu si inchinò formalmente, apparentemente l'unico non intimidito dalla presenza della donna. «È un piacere conoscerla.»

«Mmh,» la signora Saito lo studiò per un momento. «Almeno uno di voi sa come comportarsi in società. Bene, abbiamo molto lavoro da fare e poco tempo. L'evento inizia tra tre ore.»

«Tre ore?» squittì Goshiki. «Ma non possiamo...»

«Oh, tesoro,» lo interruppe la madre di Yukari con un sorriso che ricordava quello di un predatore. «Quando avrò finito con voi, sembrerete usciti da una rivista di moda.»

Yukari affondò il viso tra le mani. «Vi prego,» mormorò ai suoi compagni. «Non lasciatemi sola in questo.»

«Beh,» disse Tendo con un ghigno, «almeno sarà divertente!»

«Tendo-san,» la voce di Shirabu era stranamente seria, «la tua definizione di 'divertente' mi preoccupa sempre.»

«Oh, ma sarà magnifico!» La signora Saito batté le mani. «Ho già fatto preparare tutto: abiti, accessori, parrucchieri. Useremo i soldi che sono avanzati dalle generose offerte degli sponsor. Le ragazze verranno con me, i ragazzi andranno con Okada-san.» Indicò un uomo elegante che aspettava sulla porta.

«E non accetto rifiuti.»

«Non che ci lasci molta scelta,» mormorò Yukari.

«Cosa hai detto, cara?»

«Niente, mamma.»

«Perfetto!» La signora Saito sorrise radiosa.

«Oh, e Yukari? Ho invitato anche Akira-kun. Si ricorda ancora di te, sai?»

Yukari si immobilizzò. Dall'altra parte della stanza, Shirabu smise improvvisamente di sistemare la sua borsa.

«Akira-kun?» chiese Haruka con interesse. «Chi è Akira-kun?»

«Solo un vecchio amico,» rispose Yukari velocemente. Troppo velocemente.

«Oh, non essere modesta!» sua madre agitò una mano con eleganza. «Akira-kun era il miglior giocatore di tennis junior della prefettura. Lui e Yukari facevano una coppia adorabile nel doppio misto.»

«Mamma!»

«Una coppia, eh?» il sorriso di Tendo si allargò pericolosamente mentre guardava la reazione di Shirabu.

«Nel tennis,» precisò Yukari, lanciando uno sguardo quasi implorante verso la sua squadra. «Solo nel tennis.»

«Comunque!» La signora Saito batté di nuovo le mani. «Non c'è tempo da perdere. Ragazze, con me. Ragazzi, seguite Okada-san. Ci vediamo tutti al club tra tre ore!»

Mentre veniva praticamente trascinata via da sua madre, Yukari lanciò un ultimo sguardo alla squadra.

«Mi dispiace,» mimò con le labbra.

«Ne varrà la pena?» sussurrò Mai a Tendo mentre uscivano dagli spogliatoi.

Il centrale guardò Shirabu, che stava fissando la porta da cui era uscita Yukari con un'espressione indecifrabile.

«Oh,» sorrise, «ne varrà assolutamente la pena.»

La porta degli spogliatoi si chiuse con un click definitivo, lasciando un silenzio carico di aspettativa.

«Allora,» disse Tendo, sporgendosi verso Shirabu con un sorrisetto. «Akira-kun, eh?»

«Tendo-san,» la voce di Shirabu era pericolosamente calma, «se non vuoi presentarti a questo evento con un occhio nero...»

«Ma capitano! Sono solo... interessato alla storia sportiva della nostra cara Yukari-chan. Sai, per... motivi tecnici.»

«Gli unici motivi tecnici che dovresti considerare sono quelli dei duecento servizi che farai domani.»

«Duecento?» Tendo mise su un'espressione ferita. «Solo perché sono interessato al passato tennistico della tua...»

«Trecentocinquanta.»

Mai e Haruka si scambiarono uno sguardo divertito mentre seguivano la signora Saito lungo il corridoio.

Davanti a loro, Yukari sembrava rassegnata al suo destino.

«Hey,» sussurrò Mai a Haruka, «secondo te quanto ci vorrà prima che Shirabu-san faccia qualcosa di imbarazzante stasera?»

«Con Tendo-san che lo provoca e questo misterioso Akira in giro?» Haruka ridacchiò.
«Non darei al nostro capitano più di dieci minuti.»

«RAGAZZE!» La voce della signora Saito interruppe i loro sussurri.

«Meno chiacchiere e più passo! Abbiamo una reputazione da mantenere e...» si voltò verso di loro con un sorriso che ricordava quello di Tendo nei suoi momenti peggiori, «...una serata molto interessante davanti a noi.»

Yukari gemette internamente. Quella prometteva di essere una delle serate più lunghe della sua vita.

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