•Atto X•
[Terribile risveglio ]
In qualche modo i due innamorati erano riusciti a tornare nella loro dimensione e dopo essersi preoccupati di cancellare ogni ricordo che si aveva di loro si erano presi il loro tempo per coccolarsi, stringersi e amarsi dopo il terribile terrore che avevano provato al pensiero di non vedersi più.
Si erano addormentati abbracciati sul letto, il volto di Mefisto appoggiato al muscoloso petto tonico di Ignifero che si alzava ed abbassava lentamente seguendo il ritmo caldo e pacato del suo respiro mq non quello martellante del suo accelerato battito cardiaco.
Però quando Mefisto riaprì gli occhi si trovava circondato dal freddo e dal buio, almeno finché davanti ai suoi cocchi confuse comparve un'immagine per lui straziante, come lo sarebbe stato per chiunque altro nella sua triste e crudele situazione.
C'era il suo ragazzo privo di indumenti che lasciava scivolare lascivamente le sue mani sul corpo di una ragazza, le sue labbra premure contro quelle della sconosciuta e i loro corpi erano uniti in quel tipo di contatto, stavano facendo sesso.
Lei, dal nulla, fra ansimi e gemiti chiese a Ignifero se non fosse un problema quello che stavano facendo o il luogo, sembrava sapere bene che erano fidanzati quindi se il demone lì avesse scoperti sarebbe stata una pessima situazione e fu in quel momento che il ragazzo parlò dicendo che non era importante.
Disse che a lui di Mefisto non gliene era mai importato nulla, che ci si era messo insieme senza motivo è che lo trovava divertente quando vedeva come era felice ad ogni suo piccolo gesto, disse che lo aveva semplice usato per fare sesso dato che era l'unico che gli rivolgeva la parola.
Quell'immagine lo fece sentire male, un dolore lancinante che non può essere spiegato a parole lo colpì al cuore, o meglio, a ciò che ne restava dopo quella orribile rivelazione.
Non riusciva a respirare, era come se qualcuno avesse stretto la presa attorno al suo collo, anzi no, era più come se una mano forte gli stesse tenendo la testa sotto il livello dell'acqua privandolo dell'ossigeno ed obbligandolo ad inalare il liquido.
Sentiva che lentamente i suoi polmoni cominciavano a bruciare come se un fuoco ardente vi fosse stato acceso dentro, sentiva che c'era qualcosa che non andava ma era troppo scosso per riuscire a pensare, come era troppo scosso per riscuire in qualche modo a fermare quelle emozioni dirompenti.
Chiude nuovamente gli occhi, si rannicchiò su se stesso come un bambino spaventato che si tappa le orecchie e nasconde il mondo alla sua vista sperando che ciò che gli è davanti scompaia o che, meglio ancora, quando torni a vedere scopra che quello era stato solo un incubo, che non c'era nulla da tenere perché nulla era stato reale.
Però in quella posizione, con la testa che pulsava e il petto che doveva terribilmente Mefisto finì con il perdere conoscenza con un unico desiderio nel cuore, la speranza che quello che gli era stato mostrato non fosse altro che il frutto delle sue paure, che non fosse nulla di diverso da un incubo e di svegliarsi ancora fra le possenti braccia del suo innamorato.
Eppure non sarebbe stato fra le sue braccia quando avrebbe riaperto gli occhi, ma questo lui ancora non poteva saperlo.
Ignifero aveva dormito pacificamente quella notte, il suo cuore che era sempre stato tormentato al suo risveglio parve leggero come una nuvola che si muove libera nel cielo azzurro.
Non era ancora completamente sveglio ma un sorriso raggiante e dolce si era stampato sul suo viso, espressione che purtroppo cambiò velocemente quando si girò sul fianco sinistro per poi allungare il braccio.
Sotto il palmo della sua mano aveva percepito solo il tessuto piegato delle lenzuola e delle coperte ormai freddo, segno evidente che già da tempo Mefisto mancava dal letto, che già da tempo era sparito.
Appena se ne rese conto scattò in piedi senza neppure pensare, le sue labbra prima piegate in un tenero sorriso si contrassero nella più minacciosa delle espressioni mentre un pericoloso ringhio di minaccia sfuggì al suo controllo, ancora una volta la sua nuova parte stava prendendo il controllo ma lui non aveva la minima intenzione di fermarla.
Si vestì velocemente con le iridi verdi diventare nere a causa della rabbia ma al tempo stesso della paura che albergavano nel suo animo bollente, ardente del desiderio di riportare a casa il suo amato e di procurare il massimo dolore possibile a chi glielo aveva portato via.
Suo malgrado Ignifero dopo aver riottenuto completamente la sua anima aveva con essa acquisito quei ricordi che erano continuamente sfuggiti alla sua mente, aveva visto con i suoi occhi da bambino il volto di sua madre, della sua madre e ricordò le prime e ultime parole che la donna pronunciò davanti a lui e a lui rivolte.
«Vedrai figlio mio, tornerai da me » quelle parole dette con quel suo classico tono sprezzante e superiore, lei era una di quelle persone che aveva sempre creduto di essere meglio degli altri e a dire la verità era meglio di tante persone, un numero quasi incalcolabile, ma non era la migliore, ne era molto lontana.
Riuscì, in qualche modo che a luì sfuggì, a creare un passaggio che lo concesse da sua madre, o per precisare la donna che lo aveva dato alla luce, non poteva essere certo che quella fosse opera sua, probabilmente era un modo di agire piuttosto azzardato o meglio, lo sarebbe stato se le prove a aottolinearne la colpevolezza non fossero esistite.
Ignifero aveva sviluppato completamente i suoi sensi e se già prima erano perfettamente aguzzi, forse più di quello di un animale, ora erano talmente tanto perfetto da notare le tracce più lievi in ogni momento e ne aveva fiutato l'odore, l'odore di quella donna che probabilmente si definiva ancora sua madre.
Attraversò quel portale ben conosco di dove questo portasse e con un'espressione in volto che avrebbe fatto gelare il sangue in corpo ad un morto, sul suo viso si leggeva chiaramente la sua unica intenzione, riprendere ciò che era suo.
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