𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 9
Roxanne
Gelo all'istante comprendendo che quel bacio, irruente e passionale, mi sia stato dato niente poco di meno che dal mio fottuto fratello.
Jace si allontana bruscamente da me pochi secondi prima che si riaccendano le luci.
Lo osservo da lontano, notando lo stesso panico che ho io, nei suoi occhi.
Sconvolto e interdetto lo vedo allontanarsi dalla sala e dirigersi verso il giardino.
Ritorno in me, convincendomi che è stato tutto un fottuto scherzo del destino a cui non devo dare troppa importanza.
In fondo, è stato solo uno stupido gioco del cazzo, no?
Mi avvio verso il bancone degli alcolici afferrando un cocktail e svuotandolo in un sorso, sperando che ciò possa alleviare i miei pensieri.
«Hey chica, ti ho cercata dapperutto! Non puoi capire chi mi è capitato tra le mani durante il gioco. Hai presente Nick del quinto anno? Porca puttana se sa usare bene la lingua!»
Cerco di sorridere alle parole di Beth, riuscendo però solo ad abbozzare una smorfia, ancora presa dalla situazione successa poco fa.
«E a te com'è andata? Chi è stato il fortunato?»
Afferro un altro bicchiere pieno di alcol e, senza guardarla negli occhi, le rispondo in maniera distaccata; «nessuno che mi ha fatto perdere la testa, mi sono allontanata da lui prima che si accendessero le luci. Sai, un bacio da 0».
Mento spudoratamente a me stessa e a Beth che sembra essersi bevuta la stronzata alla grande.
Stanca di questa festa e di questo posto che sembra opprimermi, chiedo a Beth un passaggio per tornare a casa.
Lei accetta volentieri, facciamo per uscire da quell'inferno pieno zeppo di ubriachi e viscidi, raggiungendo così la sua auto.
Il viaggio in macchina prosegue silenzioso fin quando non mi trovo davanti al cancello di casa, notando la macchina di Jace parcheggiata nel vialetto.
L'ansia mi assale in un secondo, tanto da salutare in maniera sbrigativa la mia migliore amica, affrettandomi per entrare in casa così da cercare di chiarire le cose con Jace.
Entro e corro verso le scale, arrivando in pochi secondi davanti la porta della sua stanza, pronta ad affrontarlo.
Spalanco la porta chiamando il suo nome a gran voce, ma le parole mi muoiono in bocca quando una scena disgustosa mi si para davanti.
Victoria è a carponi sul letto che emette gemiti da pornostar, mentre Jace la penetra violentemente tirandole i capelli.
Lui si gira a guardarmi impassibile e, con una freddezza inaudita, mi dice «esci da questa fottuta stanza, Roxanne!»
Lo guardo con disgusto, reprimendo le lacrime pronte a fuoriuscirmi dagli occhi.
«Con piacere testa di cazzo. Buon proseguimento», sbatto la porta talmente forte da arrivare quasi a scardinarla e, senza pensarci due volte, scendo velocemente le scale.
Afferro le chiavi dell'auto cercando di allontanarmi il prima possibile da questa fottuta casa.
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