𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 24
Roxanne
Il pomeriggio è passato in un lampo, peccato che la delusione dell'incontro con Jace sia rimasta e continui ad opprimermi.
Cerco di non pensarci, comprendendo che è quasi ora di dover raggiungere Beth per uscire, cosa che, in questo momento, non mi va più di tanto.
Forse una doccia rilassante aiuterà ad eliminare questo enorme peso che ho nel petto.
Perché, Cristo, non potevo essere una persona normale, con un rapporto fraterno normale, invece di essere sopraffatta da una miriade di pensieri inammissibili e purtroppo impossibili.
La situazione è sempre la stessa, io sono sempre la stessa e ciò che c'è stato con Jace è sempre qui, nella mia cazzo di testa.
Esco dal box doccia infilandomi un accappatoio, dirigendomi così verso l'armadio per scegliere cosa indossare.
Opto per un pantaloncino nero a vita alta con un top floreale senza spalline.
Non ho voglia di imbellirmi per qualcosa che lontanamente ho voglia di fare, cioè attirare esseri di sesso maschile che, purtroppo, sono lontani da ciò che il mio desiderio vuole.
Infilo un paio di Converse, riempio la borsa con ciò che mi serve, scendo le scale e prendo le chiavi dell'auto.
La casa è avvolta da troppo silenzio, Jace non è nemmeno rientrato, probabilmente sarà già a quel raduno di soli imbecilli.
Entro in auto e in poco tempo arrivo da Beth, la quale mi sta già aspettando fuori il vialetto di casa.
«Chica, ti ho fatto una marea di chiamate! Pensavo non venissi più!»
Entra in auto e, scusandomi, partiamo dirigendoci verso il Sixteen.
Un brivido mi percorre lungo la schiena, il ricordo di quel viscido che mi toccava ma soprattutto di ciò che successe in quel bagno con mio fratello, mi fa rivivere emozioni che cerco in tutti i modi di reprimere.
Sarò fortunata questa volta dal non trovarmi in situazioni del genere? O forse, la mia mente spera che Jace e gli altri si trovino lì così da avere anche un minimo del rapporto che ormai non c'è più tra noi?
Il viaggio termina troppo in fretta, parcheggio l'auto e scendiamo, dirette all'entrata della discoteca.
Questa volta è più vuota del solito, probabilmente perché ci troviamo in un giorno non feriale, ma questa cosa non mi disturba, anzi, mi rilassa.
Voglio i miei spazi, strano da dirsi all'interno di un posto simile.
Insieme a Beth ci dirigiamo verso il bancone, ordiniamo due drink e chiacchieriamo nel frattempo che ce li preparano.
«Ryan mi ha scritto prima che tu venissi chiedendomi se vogliamo fare un salto a casa sua, si sono riuniti lì i ragazzi. Ha anche detto che verso Mezzanotte hanno pensato di salire ad Alamitos Beach per fare un tuffo, che ne dici, li raggiungiamo?»
Arrivano i nostri cocktail e, dopo aver fatto un lungo sorso solo per decidere se accettare o meno, le rispondo «un bel bagno non sarebbe male, anzi, forse sarà anche liberatorio, ci sto!»
Beth sorride, mi prende per mano e così ci dirigiamo in mezzo alla pista per divertirci un po'.
Ormai brille e sudate, usciamo dal locale per raggiungere gli altri in spiaggia, dato il messaggio di Ryan che ci informava di essere già in viaggio verso la meta destinata.
Mentre guido sento i palmi appiccicosi sul volante, sarà perché ho ballato troppo e sono ancora tremendamente sudata? O sarà perché dovrò rivedere Jace senza sapere come diavolo comportarmi?
Arrivate ad Alamitos Beach notiamo il pick up del nostro amico già parcheggiato, lo affianchiamo e scendiamo. Ricordo solo ora di avere una bottiglia di Vodka nel cruscotto, faccio per prenderla e ci avviamo verso la spiaggia.
«Hey bellezze! Sono felice che ci abbiate raggiunto, si moriva dalla noia senza di voi!»
Cody ci saluta calorosamente; ricambiando e salutando gli altri il mio sguardo si posa in quello di mio fratello che, purtroppo, non sembra sia dello stesso parere del nostro amico.
Si accende uno spinello, saluta Beth senza curarsi di me.
Ti odio Jace Dallas, ti odio da impazzire.
I ragazzi hanno acceso un falò e, sedendomi, prendo la bottiglia di vodka, iniziando a berne un po' prima di passarla agli altri.
«Se vuoi fare la fine della festa che hai organizzato a casa nostra, rendendoti ridicola, è meglio se smetti di bere, Roxanne», la sua affermazione mi arriva dritta come uno schiaffo in pieno viso, fisso mio fratello, accecata da una rabbia ormai diventata ingestibile.
Mi ignori ma poi sei il primo a giudicare ciò che faccio?! Non ci sto, caro Jacetestadicazzo.
Mi alzo e lo tiro per il braccio, «voglio parlarti, alza quel culo».
Lui mi guarda annoiato, ma si alza e ci allontaniamo dagli altri.
«Smettila di comportarti in questo modo, non lo sopporto. Credi che per me tutto questo sia facile? Credi che a me faccia piacere sentirti lontano, vederti a stento, dopo il casino che è successo giorni fa? Jace, io non ce la faccio a stare senza di te, ma lo sai quanto cazzo è sbagliato ciò che abbiamo fatto. Perché me ne fai una colpa?»
Lui, ascoltando, fa un tiro e mi passa lo spinello, «Roxanne, dopo quello che è accaduto tra noi, ho capito quanto fosse malsano il nostro rapporto. Forse la tua affermazione sul non voler affrontare tutto quello insieme è stata la cosa migliore che potessi dirmi. Hai ragione, voglio vivere una vita libera, non fatta di segreti, di relazioni incestuose e di sentimenti che io so di non provare per te».
Mi fermo ascoltando le sue parole, fanno male, malissimo.
«Quindi cosa vuol dire? Che te ne freghi di ciò che è successo? Che è stato solo un divertimento malsano il tuo?! Ci pensi a noi? Ci pensi al rapporto che avevamo e che io voglio, pretendo, di nuovo?».
Lo sento ridere, sprezzante, mentre fissa il mare agitato come i nostri animi.
«Io non penso più a noi, perché non sento più di essere niente per te, Roxanne. Ci ho pensato tanto, sai, arrivando alla conclusione di voler troncare con tutto ciò che mi lega a te, iniziando a cambiare la mia vita. Victoria mi ha chiesto di trasferirmi a casa sua, per continuare a stare insieme, da soli, per avere una relazione vera, possibile, non deviata. Ne ho bisogno, Roxanne».
Una lacrima solca il mio viso, «una relazione vera?! Con quella stronza che hai sempre detto di non volere?! Jace, guardami».
Gli prendo il viso tra le mani, sentendo il suo corpo irrigidirsi sotto il mio tocco, «guardami negli occhi e dimmi che è stato uno sbaglio, dimmi che non hai provato niente, dimmi che per te io non sono nulla se non tua sorella gemella e ti giuro, Jace, che non parlerò mai più di ciò che è accaduto tra noi. Ti prego, ti scongiuro, farò di tutto per dimenticare, per farti dimenticare di quel noi inammissibile, ma non lasciarmi da sola in quella casa che sa tanto di te, di noi, della nostra Famiglia».
Lo fisso, aspettando una sua risposta, che spazza via tutte le illusioni e le speranze provate fino ad ora.
«Voglio andare via da quella casa, voglio smetterla con promesse e con tradizioni che portiamo avanti da troppo tempo. Siamo grandi Roxanne, i nostri genitori forse rimarranno sconcertati dalla mia decisione, ma se ne faranno una ragione e devi fartela anche tu. Non siamo più dei bambini che per non aver paura dormivano insieme. Voglio i miei spazi, voglio continuare questa relazione con Victoria, il nostro è stato uno sbaglio, solo un errore. Non sei stata niente per me, non lo sarai mai, sei solo mia sorella, accettalo».
Si sposta dal mio tocco, incamminandosi verso gli altri, rimanendo me dietro, più triste e incasinata di prima.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro