Roxanne

Dopo interminabili ore, finalmente posso sgranchirmi le gambe e uscire da questa dannata aula.
Non mi lamento della facoltà di Psicologia, ma delle ore passate a sentire il professor Crosby che alternava i suoi discorsi sugli unici autori che a lui sembrano interessare: Freud ed Adler.

Mi domando, sa dell'esistenza di altri psicologi oltre questi due stronzi che, per carità mi affascinano, ma che dopo venti lezioni solo su questi argomenti sembrano un semplice disco sentito e risentito?!

Faccio per incamminarmi verso l'auto di Jace, ma delle voci mi bloccano sul posto.
Capendo con fastidio a chi appartengono, cerco di nascondermi dietro un pilastro per non farmi vedere e per ascoltare la loro dannata conversazione.

«Jace, perché cazzo non dici a tua sorella una buona volta di togliersi dalle palle? O vuoi ancora tenerle nascosto che stiamo insieme?!», squittisce quella gallina di Victoria.
Mi gelo sul posto, incapace di emettere alcun suono, soprattutto dopo la risposta dello stronzo di mio fratello.

«Piccola, non c'è bisogno che lei sappia, scopi con me o con lei? Evita di vaneggiare in cazzate. Ci vediamo stasera alla festa, scegli una stanza dove farti trovare comoda da me».
Sento la rabbia mangiarmi viva e, a passo svelto, mi avvicino a quegli infami che sbiancano sul posto nel vedermi arrivare.

«Bene» applaudo come se vedessi il finale di un bel film comico, «caro fratellone, stasera chiederò a Chad di passarmi a prendere prima che la sua fottutissima casa sia gremita di bastardi come voi. E tu», mi giro a guardare quella gallina dalle extension più brutte del secolo, «non illuderti per un'importanza che nella mia vita non meriti di avere. Tranquilla poi, non hai bisogno di nasconderti in un fottuto buco aspettando Jace che venga a scoparti,vacci con lui a quella dannata festa».

Dopo aver sputato solo un minimo della rabbia che provo per la situazione, intravedo la figura di Chad vicino la sua auto e mi incammino verso di lui.
«Hey Chad, senti, ma per la festa di stasera ti va di passarmi a prendere? E già che ci sei, ti va di darmi uno strappo a casa? Sai, mio fratello è troppo impegnato con la sua scopata di turno».

Chad non se lo fa ripetere due volte e, con un sorriso che lascia tanto all'immaginazione, mi prende per le spalle avvicinandomi a lui, «assolutamente, Rox, per le otto sarò da te. Mi raccomando, non far troppe cerimonie per la scelta dell'abito, già di tuo sei uno schianto plateale».
Sorrido falsamente, mi avvicino ancor di più al suo viso e gli schiocco un bacio sulla guancia, sapendo di avere gli occhi di mio fratello puntati su di me.

Chad con un ghigno mi apre la portiera, faccio per entrare nella sua auto, ma vedo una figura avvicinarsi prepotentemente verso di noi.

Nemmeno il tempo di poter permettere a Jace di fiondarsi sullo sportello dell'auto che Chad dà a tutto gas e usciamo dal college con lo stronzo che, man mano ci allontaniamo, diventa solo una fottuta sagoma lontana.