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𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 16

Roxanne

Mi sveglio di soprassalto con il corpo di Ander avvinghiato al mio, cercando di sfuggire dalla sua presa per alzarmi.

Quando il mio sguardo finisce sull'orologio, sgrano gli occhi notando che segna le nove passate, facendomi capire che sono in ritardo per la conferenza all'Università.

Mi alzo di botto dal letto, facendo svegliare Ander, «che succede piccola? Perché cazzo hai interrotto il mio candido sonno?!».
Mi affretto ad afferrare dei vestiti puliti dall'armadio, fiondandomi in bagno, «sono fottutamente in ritardo, devo correre all'università! Puoi sloggiare ora, il nostro tempo è finito».

Senza aspettare una sua risposta, chiudo la porta con un calcio.
Faccio una doccia al volo, asciugandomi e vestendomi velocemente.
In men che non si dica, con ancora una brioche in bocca, entro in auto, avviandomi verso la mia meta.

Mentre sono in viaggio, accendo una sigaretta e rifletto sulla serata passata.
Ammetto di aver fatto la stronza volutamente quando ho baciato Ander davanti la finestra, con gli occhi di Jace addosso, ma in fondo se lo meritava per l'atteggiamento di indifferenza e rabbia, ingiustificata per i miei gusti, che mi ha dedicato.

Espiro il fumo dalle labbra, incazzata con lui e soprattutto con me stessa, per la gelosia insensata che mi fa provare e per i cazzotti che avrei dato volentieri a lui e a quella troia.

Se solo fosse plausibile il motivo per cui sto così di merda, se solo non fossimo legati dagli stessi genitori, se solo non ci fosse stato quel bacio del cazzo alla festa di Chad.
Sferro un pugno sul volante, pensando di dover chiarire assolutamente con mio fratello.

Non possiamo negare ciò che è successo, ma di certo non possiamo andare avanti così.
Tutto questo è fottutamente anormale, dobbiamo mettere in chiaro le cose e tornare ad essere semplici fratelli affettuosi, nonostante tutte le cose assurde accadute fra di noi; soprattutto a causa del poco tempo che ci rimane dal ritorno dei nostri genitori.

Mi avvio verso il vialetto dell'Università, sgommando e cercando in fretta un parcheggio.
Felice del fatto di averne trovato uno, scendo dalla macchina e corro verso l'aula magna per seguire questa cazzo di conferenza, con la speranza che non sia l'unica ad essere in ritardo.

Entro in aula e, come non detto, è strapiena.
Non solo il ritardo, non solo il casino che ho in testa, ora dovrò anche sorbirmi due ore di questa noia in piedi!

Come se fosse un regalo divino, vedo una mano sventolare in aria verso la mia direzione e mi accorgo che si tratta di Emily, una ragazza che segue il mio corso.

Mi affretto a raggiungerla, felice del fatto che ci sia un posto libero vicino a lei, «quando ho visto che non eri al cancello stamattina, ho pensato di conservarti un posto in quanto sono a conoscenza del tuo essere una ritardataria cronica».

Le sorrido, lasciandole un bacio sulla guancia, «sei l'unica cosa positiva che mi sia capitata dal mio risveglio ad ora».
Mi siedo e inizio ad ascoltare questa noia mortale, sperando che finisca in fretta, così che io possa subito cercare Jace e parlare.

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Sollevata, comprendo che il peggio è passato, sono finalmente libera!
Saluto Emily e mi affretto ad uscire dall'aula, intenta a raggiungere il cortile.

Noto seduti su una panchina Beth e Cody, presi a gesticolare animatamente.
Sorrido alla scena, staranno sicuramente discutendo sulle solite stronzate, come loro abitudine.

Mi avvicino a loro accorgendomi però che, quando voltano lo sguardo verso di me, sbiancano e smettono di parlare.
Stranita dal loro atteggiamento, velocizzo il passo e, trovandomeli di fronte, dico «che cazzo succede? Perché avete quelle facce da funerale? Cos'è, stavate sparlando di me?», chiedo ironica.

Loro in tutta risposta si guardano in faccia, lottando con gli sguardi per capire se dirmi o no ciò che nascondono, ma nel momento in cui sembra che Beth stia per parlare, si pietrifica improvvisamente, guardando un punto indefinito dietro le mie spalle.

Non capendo il suo atteggiamento, decido di seguire la direzione del suo sguardo, comprendendo a malincuore il motivo della sua reazione.
Di fronte a me noto Jace e Victoria avvicinarsi a noi.

Tutto ciò non dovrebbe assolutamente scandalizzarmi, dato che è cosa ormai di tutti i giorni, se solo non fosse per le loro mani intrecciate e, come se avessero preso le sembianze della coppia perfetta da copertina, camminano ridendo e scherzando affettuosamente.

Gelo sul posto, incredula per la scena che mi si para di fronte, e pensare che volevo addirittura chiarire con lui.
Ci sarà mai fine a questa giornata di merda?!

Mi giro verso i miei amici scazzata, «stavate parlando di questa situazione ridicola eh?! Avrebbe potuto scegliersela con un minimo di cervello quel coglione la ragazza, con questo ha davvero toccato il fondo».

Mi accendo una sigaretta e per poco non mi strozzo con il fumo, sentendo la voce dell'oca giuliva che richiama la mia attenzione, «hey cognatina, saputa la novità? Ah, ma certo che l'hai saputa, guardaci, è così evidente!», ride compiaciuta e continua, «sapevo che prima o poi tuo fratello mi avrebbe confessato il suo amore, non ne sei felice, piccola Rox?».

Mi volto verso di lei gettando via la sigaretta,  comprendendo che ormai nemmeno questa può calmare la rabbia che ho dentro di me.
Mi avvicino alla coppia felice, non degnando di uno sguardo quel bastardo e le rispondo, «ma io sono super felicissima per voi! Anzi, sai che ti dico? Ora vi faccio un bel regalo».

Afferro il cellulare e digito freneticamente la mia vendetta.
Soddisfatta del messaggio, lo inoltro ai contatti esistenti sulla mia rubrica, attendendo che tutti leggano quel che ho inviato.

Noto Beth controllare per prima ciò che ho scritto e, stupita, legge il messaggio ad alta voce, «Stasera, ore 20:30, festa a casa Dallas. Celebreremo un evento memorabile: il fidanzamento del mio adorato fratello! Non mancate e fate girare la voce, mi raccomando. Xoxo, Rox».

Sorrido diabolica voltandomi verso Jace e la stronza, notando la felicità negli occhi di quest'ultima, ma non in quelli di mio fratello, che invece mi guarda in cagnesco.

«Ed ora, se volete scusarmi, ho una festa da organizzare», saluto i miei amici, avviandomi verso l'auto.

Prima di aprire la portiera, mi volto verso Jace mandandogli un bacio volante e, con il sorriso più falso che mai, gli dico «tanti auguri, JJ!»

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