cuori infami
Mi sono ritrovata ancora una volta a pensarti
Alle mattine in cui arrivavi tutto assonnato, a malavoglia, peró con me avevi sempre voglia di parlare, di fare
Ai pranzi lontani, senza nemmeno scrutarci per sbaglio
Ai pomeriggi a tenerci le mani
Ai pomeriggi a tenerci i legami
Ai pomeriggi a tenerci
Ai pomeriggi
Alla sera, avvinghiata a te come ad una notte d'estate
Alla notte in cui non mi era concesso che pensarti
Mi sono ritrovata ancora una volta a pensarti
Non abbiamo mai visto l'alba
Non abbiamo mai avuto una reale occasione
Illusione da insolazione
Il vento non ci sfiorava
Cupido non ci aiutava
Il tuo cuore fugava
Il mio combatteva una lotta contro la ragione
Fuori era tempesta, ma dentro era apocalisse
Fuori tutto tremava, sul ciglio di un bivio, ma dentro le crepe si facevano piú profonde, ma dentro era il terremoto
Maremoto
Vortice vizioso di amor obliquo
Mi sono ritrovata ancora una volta a pensarti
Non abbiamo mai visto l'alba insieme
Non mi hai mai promesso un domani nelle tenue luci di una notte in rovina
7/3/18
Martina dove sei quando ho più bisogno di te? Perchè non sei qui con me? Perchè non sei venuta tu al posto di queste morte in piedi che non hanno nè capo, nè coda? Che sono tutte apparenza e niente sostanza? Martina solo ora che mi sei così lontana mi sei così cara e amata. Strano come, con me, la distanza rafforzi i rapporti anzichè indebolirli. Ebbene, Martina, se tu fossi qui... tutto sarebbe diverso. Tutto girerebbe per il verso giusto. Non avrei bisogno di reprimere i miei sentimenti, i miei pensieri. Non avrei bisogno di filtrarmi e soprattutto non avrei bisogno di Paride.Tu, tu mia cara, proprio tu mi avresti convinta che non ne vale la pena.In rotta con il cuore, In collisione con la mente. Tuttavia Emma è quanto di più raro e caro potessi trovare qui. Benedetta si era rivelata una persona molto carina ed anche coccolosa, ci abbracciavamo più di quanto io e Paride facessimo i primi giorni (e noi ci abbracciavamo davvero molto), parlavamo durante le pause a scuola. Avevamo scoperto di avere solo due facce antipatiche che ci dividevano, a me in realtà Lei aveva sempre ispirato simpatia, ma leggevo nel suo viso dell'astio nei miei confronti, perciò per quanto avessi voluto rivolgerle anche solo una singola parola non l'avevo mai fatto. Almeno fino a Malta, un giorno in cui non stavo nè con le Glenda, nè con Paride, mi ero messa a parlare con Lei. Probabilmente tutto era partito dal mio complimento per i suoi capelli rossi ramati e per le sue lentiggini, la tipica bellezza che sarei tanto voluta essere io, tanto che mi ero tinta i capelli con l'hennè rosso. Da lì avevi capito che la mia faccia antipatica non era altro che... una semplice faccia antipatica. Da lì ci eravamo cercate e piacevolmente tenute compagnia a vicenda. Ma quanto costava veder passare il tempo sotto i miei occhi e non passarlo con te, oh Paride.
Oh Paride, potrò mai dimenticarti se sei così vicino a me, eppure intoccabile? Ti guardo come un uomo guarda il cielo e mi arrendo a cospetto del core, che ha sempre un alibi. ritornerò con solo il cuore come bagaglio. Silenzio del cuore. Nel cuore. Tutto tace e tutto trema. L'origine della paura. Se mi cercherai, non mi troverai. Ma ne sono così sicura? In fondo spero, covo un barlume di speranza anche se dicevi di amare i miei occhi verde palude e non ti ci perdi più. Eviti i miei occhi, il mio sguardo, eviti me, ma i fatti miei te li fai: le mie storie su Instagram te le guardi, sei sempre tra i primi. Io ho smesso di seguirti quando abbiamo litigato il 4, parlai con Glenda di questo e Lei mi fece capire che ero esagerata, che non voleva dire niente, ma per me voleva dire ed anche molto.
Avrei interrogato i tuoi occhi come il cielo interroga le stelle. Avrei contemplato il tuo cuore danzare come conchiglie nel mare. Avrei ascoltato la tua anima come il profumo dei fiori biascicato dal vento ma piú impennavo con il mio aereoplanino di carta, piú il cuore imbarcava acqua. Stavo annegando, preda dei miei stessi sentimenti. In preda a te.
Steff, Dio ti benedica in questo triste e miserabile giorno. ''Buongiorno.'' mi accolse stonato ''buongiorno!'' ripetei io ed avrei voluto raccontargli. Avrei voluto raccontarmi, ma non lo feci. Dopo tutto eravamo poco più che sconosciuti. C'era qualcosa in Lui... qualcosa. Invece non ci parlammo molto, mi offrì il suo caffè, se così si può chiamare il loro caffè annacquato con un goccio di latte, per di più era freddo, rifiutai e strarifiutai, ma Lui insistette a tal punto che lo assaggiai ''bleah.'' Salì sul furgone per sistemare le cose ed era così maestoso visto dal basso, le sue braccia erano lunghe e muscolose, dotate di una forza immane. Pareva non fare alcuno sforzo in ogni suo movimento, gli riusciva tutto così facile. ''Che braccia. Che vene e che culo!'' esclamai ammirandolo, a momenti mi colava la bava dalla bocca. Pareva avere la stessa forza di Zeus, l'agilità di Ares, il corpo di Poseidone, gli occhi di Atena, lo sguardo di Urano, la bocca e il riso di Dionisio. Paride tu che cosa parevi? Che cosa sei? Chaos e Ipno. ''tutte uguali siete voi ragazze, guardate solo le vene. E poi non ha un bel culo.'' balzò sù Paride ''Lucrezia, ma tu guardi sempre i culi?''si voltò Glenda ''sempre, penso sia una delle prime cose che guardo, penso proprio di essere un ragazzo in effetti..'' ''com'è il culo di Paride?'' ''non lo so, non l'ho guardato.'' risposi ''hai capito?'' gli diede uno schiaffo sul braccio ''non ti ha guardato il culo.'' Paride allampò, sbiancò sotto l'espressione indecifrabile. Quando Steff scese dal furgone mi chiese come fosse il caffé e perchè non l'avessi bevuto tutto, lasciai che fosse Lui a scoprirlo. Riposò la tazza a terra e si mise vicino a me, ci stavamo guardando intensamente quando Paride gli disse una cosa di pessimo gusto in inglese: lasciala stare é disabile. Steff ci guardò un po' confuso, io frignai scherzosamente e diedi una pacca a Paride. Forse Steff inizió a capire e si tiró un po' indietro: si trovava nel bel mezzo di un triangolo. In realtà era un bel quartetto ed io ero l'unica consapevole di ció.
Andammo tutti in magazzino a pulire, Steff ed io eravamo nella parte sinistra, Glenda e Paride dall'altra. Mi misi ad osservare Steff, perché non lo avevo notato prima? Senza bisogno di parlare tra noi c'era una complicità inaudita, cosa che con Paride mancava assolutamente. Quando Steff mi guardava, guardava me e vedeva me. Vedeva e coglieva mille e piú cose di me. Aveva occhi ed orecchie solo per me. Quando Paride mi guardava, non guardava me e basta, Lui notava i miei e me li faceva notare. Quando Lui doveva ascoltarmi, mi sentiva e basta. "Io ho bisogno di una persona cosí al mio fianco." mi dissi. Steff finse di sganciarmi un destro ed io finsi di scansarlo con tanto di "dai." in italiano, gli afferrai il pugno e glielo buttai giú lungo il corpo. Ci sentivamo osservati, eravamo osservati. Le fila si sono scombinate ed io mi sono ritrovata con Steff alla mia sinistra e Paride alla destra, Paride finse anch'esso di mollarmi un calcio ed io in tutta risposta gli tirai un ceffone sul collo cosí forte da risuonare fino alle orecchie di Marc, mi scusai subito. Non avrei mai creduto di potergli mollare un ceffone cosí forte, doveva essere tutta la tensione e la rabbia accumulata in quei giorni nei suoi confronti. Paride divenne paonazzo, ma non emise alcun suono. Marc preoccupato mi portó fuori a parlare, per noi era uno scherzo, ma Lui aveva capito che mi ero leggermente sfogata sul suo corpo.
Poco dopo Paride parve aver dimenticato la mia manata sul suo collo perché mi prendeva e mi abbracciava, nonostante io mi divincolassi e gli dicessi di lasciarmi stare con tonno supplichevole ed infastidito. Voleva a tutti i costi trattenermi tra le sue braccia, io non volevo far altro che scappare dalla morsa dello scuola. Forse, se io e Steff non ci fossimo avvicinati, Lui non so sarebbe avvicinato a me, Lui non mi avrebbe illusa nuovamente. Ma il gioco non finisce finché tu non hai smesso di giocare, eh Paride? Che importa se mi hai prosciugato la voglia di amare dal cuore e la voglia di vivere l'amore dagli occhi? Che importa se hai prosciugato la mia luce fino a rendermi notte? Che importa se non ho piú avuto termine di paragone, se non per i tuoi occhi?
Steff in tutto ció andó in secondo piano, non mi accorsi nemmeno della sua assenza, tanto il fastidio. Andai in cucina e lo trovai a compilare dei documenti con la mia penna "ei, quella é la mia penna!" mi guardó con aria smarrita e poi guardó la penna "ma no, questa non é tua." Rispose "Sisi, io vado lí!" Mi avvicinai alla sua sedia "Ah okay, allora mi aiuti? Mi controlli le risposte?" "Certo che si, tutto quello che vuoi." Pensai, ma non lo dissi. Non eravamo soli, perció presi il foglio e mi spostai dall'altro capo del tavolo e Lui mi raggiunse. Come potevo rispondere a domande di cui non conoscevo la risposta? Quei documenti erano di tutt'altro livellp, probabilmente Paride avrebbe potuto aiutarlo, ma quando entró con Glenda non lo aiutó, non ci aiutó. Ci limitó a guardarci. Che cosa pensi Paride? Ogni tanto, quasi sempre, avrei voluto aprirti il cranio e vedere i tuoi pensieri scorrere inesorabilmente. Sapere a cosa pensi, se mi pensi. Non ogni tanto, quasi sempre. E se mi pensi perché non mi fissi e mi dici che mi hai pensata? Perché non mi hai mai guardata?
Ci ritrovammo noi nel bel mezzo di due edifici a parlare, dei sogni fatti, del piú e del meno. Tra l'imbarazzo e tra i silenzi che pesano come macigni. Io e Glenda saremmo dovute andare di nuovo al parco dei gatti, ma vedendo che le cose con Paride si stavano risolvendo sganciai la bomba "quasi, quasi torno a casa, Glenda." "Allora torno anch'io." Cazzo, Glenda ma te le devo proprio spiegare le cose? Non ci arrivi? Se tu scendi prima di noi, noi possiamo passare del tempo insieme. Ma forse é proprio questo che ti da fastidio, é proprio questo che non vuoi perché per giorni ti sei sentita una leader, una principessa, ti sei sentita l'universo ed ora ti sei resa conto di non essere nulla di tutto ciò. Oggi sei stata la terza incomoda, ció che io sono stata per giorni, ora puoi capire come mi sono sentita, ma a te non é mai importato, volevi attenzioni e le hai avute, ora di che ti lamenti? Per giorni io sono stata assente mentalmente e fisicamente per voi, un fantasma dietro le vostre risa. Ancora una volta il karma é una puttana e torna piú velocemente di un frecciarossa. Cone ti senti ora, Glenda? Stai un po' tornando con i piedi per terra o ti dondoli ancora sull'altalena? Forse sei appena caduta? Riesco quasi a vedere le tue ginocchia sbucciate. Per giorni il mio cuore é rimasto spezzato, ma tu non riuscivi ad intravederne le crepe, non te ne curavi.
"Scrivo alle altre di non venire." continuó "va bene, va bene. Vengo con te." maledissi Lei ed il suo egoismo, io e Lei non potevamo essere amiche, Lei era così egoista e lo nascondeva molto bene, a detta mia, a detta di altri non lo nascondevo affatto. Avevo capito da poco, dalla nostra prima litigata che non eravamo fatte per essere amiche, io sono una persona schietta e sincera, Lei tace ed accumula fino a scoppiare. Le persone così io le odio e le evito. Martina, mi manchi sempre più e noto sempre più la sottile differenza tra la nostra amicizia e quella mia e di Glenda. Giusto per non infierire e per non farmi notare i miei difetti Glenda mi disse ''io se fossi in te mi ricoprirei di fontotinta con quelle macchie che hai.'' non mi offesi e risposi prontamente ''sinceramente ho avuto l'acne, me ne frego di queste macchie, le macchie se ne andranno prima o poi.'' ''La tua superficialità, la tua invidia ed il tuo tempismo del cazzo però no.'' aggiunsi mentalmente. Finchè non arrivammo alla fermata del parco io e Paride ascoltammo la musica dal mio telefonino e con le mie cuffiette, solo e rigorosamente Eminem, perchè solo Lui ci accumunava, a sua detta non avevo altra musica (se Ariana Grande, le Fifth harmony, le Little mix ecc non sono niente...)
Quando ci ritrovammo sole, Glenda era fredda nel rivolgersi a me ''che rapporto civile che avete tu e Paride.'' ''stiamo solo andando d'accordo.'' ''vi siete abbracciati.'' non mi guardava, mangiava il suo panino ''Lui mi ha abbracciata, io non volevo.'' ''Io non lo capisco.'' aggiunsi, ma Lei mi ignorò, mi ignorò finchè non arrivarono le altre, a quel punto fu tutta sorrisi ed io mi incupì, non mi sentivo parte del gruppo e non mi ci sarei mai sentita.
La sera decidemmo comunque di andare a mangiare fuori: andammo al nostro amato KFC. Avevo chiesto ad Emma ed alle altre, ma non erano volute venire, così mi ritrovavo di fronte a Paride e Saladanna, Paride non mi parlava e più provavo a spronarlo, più si infastidiva, solo Saladanna mi parlava. Nell'altro tavolo non c'era altro che divertimento. Mi misi a scrivere ad Emma ''dovevi venire, mi sto tagliando le vene. Cazzo. ahah'' la risposta non tardò ad arrivare ''Non vogliono mai venire Sara ed Irene, sennò venivo.'' ''massì, tranquilla ahah.'' ''tanto poi mi racconti.'' il dolce pensiero di me ed Emma che nel cuore della notte ci raccontiamo mi strappò un fugace sorriso ''as always.'' ''exactly. Noi stiamo andando in Hotel.'' ''che gioia. Mi sa pure noi tra un po'... la vita di certa gente.'' e non erano nemmeno le 9. Uscimmo dal KFC, non certo per continuare una serata iniziata splendidamente, ma per concluderla nel migliore dei modi. Ci dirigemmo verso la via del ritorno, le ragazze erano disposte a coppie ed io ero rimasta con Paride e Saladanna, io e Saladanna parlavamo, ma io ero infastidita dalla presenza di Paride. Seminai i ragazzi per prendere a braccetto le ragazze ''non lasciatemi in disparte, che poi mi tocca stare con Paride e Saladanna.'' ''ma noi lo facciamo per farti stare con Paride.'' mi rispose Glenda G. si staccò da me e tornò a parlare con la commare. Io rimasi allibita e ferma sul posto mentre tutti andavano avanti. Ora che tutto è finito ti importa di noi? Ma davvero lo fai per me? Egoismo. Quanto egoismo. Ipocrisia. Quanta ipocrisia. Falsità. Quanta falsità.
Entrammo in un negozio di alimentari carinisssimo: azzurro pastello. Uno di quei locali che pare costruito dagli americani al solo ed unico scopo di far foto tumblr al loro interno, tutti presero qualcosa tranne io e Paride, rimanemmo un po' lì finchè Glenda G. non si accorse di aver dimenticato l'ombrellino al KFC, fui felice di tornare indietro perchè avevo notato che il cameriere mi guardava, mi seguiva con lo sguardo e gironzolava cercandomi, nonostante la mia aria cupa. Paride tornò a casa con Saladanna, mi dispiacque per Saladanna, costretto a una vita sociale così limitata. Chissà cosa voleva realmente fare. Ma la serata per me non era ancora finita. ''Ma te lo sei vista?'' ''chi?'' mi chiese Glenda ''come chi? Chi, secondo te? Paride!'' ''Ancora gli dai retta? lo sai com'è fatto.'' ''ti ricordo che oggi mi parlava, mi abbracciava.'' saltai sù inviperita ''basta! Basta lasciarti prendere in giro! Basta mettermi in mezzo! Non ne voglio più sapere niente. Mi avete rotto.'' tacqui e mi allontanai da Lei, che nel frattempo si avvicinò a Jassira ''ah, ti incazzi? fai la presa male? bene, fai pure.'' come al solito stava facendo tutto Lei. Come sempre. ''No, non faccio la presa male. Non ho niente da dire.'' Il viaggio di ritorno fu una vera tortura, io in disparte e le altre a coppie.
Tornai a casa, ad ascoltarmi avevo la mia fidata Emma che era rimasta senza parole ''cosa faccio? Vado o non vado? Sono andata a chiarire con Paride e non vado a chiarire con Lei?'' scesi, ma Lei stava giocando con Jassira e non mi degnò nemmeno di uno sguardo, quando le feci notare che ero scesa per chiarire con Lei, lei mi disse: ''non c'è niente da chiarire. Cosa c'è da chiarire? Basta, sono stanca di stare in mezzo. Non ne voglio più sapere. Non parlarmi più di Lui, parlane con le altre.'' ''no, eh!'' saltò sù una delle mie care compagne. Dov'è il senso dell'amicizia? Dove sono le mani che dovrebbero sorreggerti ed accarezzarti? Dove le spalle su cui piangere? Io vedo solo cuori infami e gente che d'amore non sa proprio nulla. Cerchiamo cure per tutto, ma la vera malattia siamo noi. Esseri maligni. Cerchiamo la bellezza eterna, quella che con gli anni sciupa via e non ci curiamo di avere valori, principi con cui vivere. Viviamo allo sbando, vittime dell'egocentrismo. E tu, tu Glenda, sei la prima vittima. La prima peccatrice e l'ultimo giudice. La sentenza l'ho sputata io ed ora avrai un ''a'' scarlatta per il resto della tua esistenza.
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