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7- Ma che c***o!?!


Appena in cima alle scale ci ritroviamo in un piccolo salottino, con tanto di camino e televisione a schermo piatto. Due joystick e una bottiglia vuota sono posati su un tavolino davanti al divano in pelle. Le finestre sono coperte eppure passa decisamente tanta luce, soprattutto dal lucernario. Michi mi fa girare e i muri iniziano a restringersi fino a diventare un piccolo corridoio con tre porte: una davanti e due ai lati, parallele. Mi indica quella di destra. -Quella è la tua.-

-Grazie- mi obbligo a dire trascinando Mozart e notando un piccolo cunicolo. Deve essere lo sgabuzzino di cui parlava la mamma, e in effetti la gattiera e le ciotole ci starebbero alla perfezione. 

Fermandomi davanti alla porta della mia stanza faccio un bel paio di respiri profondi ma la curiosità ha la meglio sul nervosismo e quindi entro. 

-Porca puttana- sussurro osservando la stanza, il doppio della mia precedente. 

Il soffitto si restringe ai lati, per via del tetto spiovente, ma non è per niente brutto. C'è un lucernario e una finestra enorme con sotto una panca su cui potersi sedere. Le pareti sono azzurrine ma quello che mi colpisce di più è l'enorme letto, una piazza e mezza, all'angolo con la testiera contro il muro e un comodino a separare il lato di destra dalla parete che si abbassa. Ci sta giusto una piccola abat-jour . 

Appoggio Mozart e lo libero, anche se lui non esce e si limita a guardarsi attorno circospetto. 

Vado verso l'armadio in legno chiaro e apro le anti. -Uh... lo adoro- sorrido, iniziando ad apprezzare sempre di più Manuele. 

-Metterò la scrivania qui- dico, a Mozart (si, parlo molto spesso con il mio gatto anche se so che non può rispondermi) indicando la zona vicino alla finestra. -E qui la libreria. Anche se non so se ci sta visto il tetto. Qui inizia ad abbassarsi la parete... Wow! Questa stanza è una figata-

Prendo il cellulare e mando una foto a Ludo  ed  mi rispode subito con l'emoji con gli occhi a cuore. 

Mozart si è finalmente deciso ad uscire e sta annusando il parquet con molto interesse. -Vado a vedere il resto della casa, non ti muovere- gli dico, anche se prima di uscire tiro fuori il caricabatteria dalla borsa e attacco il cellulare alla presa sopra il comodino. E già che ci sono nascondo il mio quaderno, quello che nessuno ha il diritto di toccare perché è una sorta di diario ma senza "caro diario e bla bla bla". Più che altro ci scrivo frasi che poi si trasformano in testi. Pensieri intimi che non vorrei mai che qualcuno leggesse. 

Mozart sta annusando la finestra e la cassapanca quando esco, richiudendomi la porta alle spalle. 

Faccio un respiro, un mix tra eccitazione e nervosismo, e faccio per andare in bagno chiedendomi se ci sarà la doccia o la vasca. In ogni caso ho sicuramente bisogno di lavarmi penso, abbassando lo sguardo ai jeans strappati e alla maglietta extralarge dei Nirvana. 

Il bagno è esattamente a destra e mi ritrovo a osservare curiosa la porta davanti alla mia. Non ho fatto caso alle foto, mentre salivo, e ora mi chiedo come sia il figlio maggiore di Manuele. In ogni caso mi basta solo che non inizi a rompere e andremo d'amore e d'accordo, per quanto sia possibile che io vada d'amore e d'accordo con una persona che conosco appena. 

Canticchio una delle ultime canzoni che ho ascoltato sull'i-pod, Tell me you love me di Demi, e mi blocco quando sento una risata, o un verso di qualche gallina strozzata. Sono molto simili, possono confondere.  

Mi blocco con la mano sulla maniglia leggermente perplessa.
Quella è decisamente una risata femminile e Manuele ha un figlio. A meno che il figlio non abbia fatto un'operazione di cambio-sesso o gli abbiano tirato un calcio nelle palle, non può essere lui.

-Dobbiamo proprio scendere?- continua la voce della ragazza. Okay, non è decisamente la figlia di Manuele. È troppo...femmina! -Non voglio vedere tuo padre. Mi guarda sempre malissimo!-

I passi si fanno più vicini e mi allontano a rallentatore, osservando impaziente la porta aprirsi.
La prima cosa che vedo, visto che sto fissando il pavimento cercando di fare andare via le guance rosse, sono due paia di gambe, un paio sottili, snelle e chilometriche, le altre sono di un uomo. O di una donna-orango che non si è mai fatta la ceretta, non si deve escludere nessuna ipotesi a priore.

Lentamente alzo lo sguardo cercando di non fare la figura della rimbambita e, dopo essermi resa conto che sono entrambi avvolti solo da un asciugamano, passo ai volti.

-Oh cazzo!- sussurro sgranando gli occhi e osservando basita, scioccata e perplessa Stefano. Lo stesso Stefano fuori dalla discoteca che mi ha quasi fatta venire in un parcheggio per poi comportarsi come uno stronzo.

Anche lui sgrana gli occhi mentre la sua Barbie biondo tinta mi fissa aprendo e chiudendo più volte gli occhi.

Tesoro guarda che non scompaio solo perché non mi vedi più!

-Lisa va in camera- sussurra Stefano, la voce roca e le mani sui suoi fianchi. 

-Cosa? E chi è questa? Mi stai per caso tradendo?- sbuffa, indignata. Anche se sembra più ridicola che altro. 

-Uno, non ti posso tradire perché non stiamo assieme, e secondo non sono cazzi tuoi, vai a vestiti che poi ti riaccompagno a casa!- 

La biondina mi fissa con astio prima di sculettare nella stanza davanti alla mia. 

Solo quando sento la porta chiudersi violentemente mi riprendo dal mio stato di schok. Nemmeno mille volt mi avrebbero fatto lo stesso effetto.  

-Ma che cazzo ho fatto di male? Karma del cazzo- sbuffo cercando di non osservare il suo torso nudo, altrimenti rischio di chiedergli di finire quello che avevamo iniziato in discoteca.

-Cosa cazzo ci fai qui?- sibilla avvicinandosi e per poco non casco tradita dalle gambe, diventate improvvisamente di gelatina. 

 Profuma di menta e qualcosa che non riesco a capire ma che è decisamente buono. Ora che non è poi così buio mi prendo giusto qualche secondo per rimirarlo.

 E niente, è anche più figo di come mi ricordavo. I capelli, che sono biondi e non castani come avevo ipotizzato, gli ricadono umidi in ciocche disordinate, gli occhi sono di un azzurro-grigio intenso e se iniziassi a descrivere il suo fisico inizierei a sbavare, non rispondendo alla sua domanda.

Tiro su la schiena e stringo i pugni. -Sono la figlia di Nina, la nuova compagna di tuo padre.- gli spiego, anche se la voce mi esce bassa e leggermente esitante. 

Lui spalanca la bocca ma non dice nulla, forse troppo impegnato a collegare i puntini. 

-Aspetta... Non dovevate trasferirvi qui settimana prossima?-

-Dovevamo, e avrei preferito. Ma a quanto pare il destino è uno stronzo e si diverte a prendermi per il culo- dico a denti stretti mentre raggiungo la nuova stanza cercando di evitare un attacco cardiaco nel frattempo. 

Mi chiudo la porta alle spalle e mi copro la faccia con le mani cercando di non urlare. 

Ma quante possibilità potevano esserci che fra tutte le persone in questa fottuta città mia madre andasse con Manuele?

Lascio le cose a terra e vado a recuperare il cellulare, mandando un messaggio a Ludo mentre Mozart mi raggiunge sul letto.

A: La mia troia♥ (non fate caso ai nomi, avevamo 12 anni e volevamo essere fiche come quelle del liceo, poi non li abbiamo più cambiati)
Cazzo Lu'! Hai presente il ragazzo che ho incontrato in discoteca l'altra sera?

Dopo nemmeno un minuto è già Online e vedo che sta scrivendo.

Da: La mia troia♥
Quello che ti sei praticamente scopata nel parcheggio?

A: La mia troia♥
Si. Esattamente lui...È il figlio di Manuele, il nuovo compagno di mia madre!!!!!!

Da: La mia troia♥
Sei seria??

Le mando una faccina che la guarda male e poco dopo arriva il messaggio che riassume esattamente quello che è successo.

Da: La mia troia♥
Porco cazzo!!!! 


Hola readers!
Ecco, all'alba delle 11 si sera, il 7 capitolo!!
Cosa ve ne pare?
Finalmente iniziano a farsi divertenti e interessanti le cose 😏
Cosa ne pensate?
Lasciate un commento o una stellina. Alla prossima😘

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