19- La scalinata delle star
Il venerdì sera Ludo si presenta a casa mia con un sacchetto dell'OVS enorme in mano. Ha dei tacchi a spillo talmente alti che mi raggiunge senza problemi e le gambe sono coperte da una sottile calza a rete.
-Ehi Ludo- la saluto mettendo in pausa Bugs Bunny e guardandola perplessa. -Non avevamo detto che uscivamo domani sera?-
Lei schiocca la lingua e si avvicina a me, sedendosi sulla spalliera del divano. -Domani sera non hai detto che Stefano esce?-
Annuisco, sistemandomi la mia maglietta extralarge del campo Mezzosangue. -Si, ogni sabato sera va da qualche parte. Ma non so dove-
-Non mi interessa dove. L'ho visto al piano di sotto a giocare. Chi è il riccio che gioca con lui?-
-Credo sia Edo, ma dovrebbe esserci anche Tommy-
Il suo sorriso si amplia sempre di più. -Qui dentro ho un vestito che potrebbe andarti più che bene e che farà in modo di renderti più che desiderabile-
-Okay... ma come facciamo ad andare in discoteca? Nessuna delle due ha la macchina-
-Ho chiamato Leo. Ci porta lui ma dobbiamo andare via per l'una.-
Scrollo le spalle e spengo la tele, mettendo il telecomando sul tavolino accanto alla console che Stefano tiene al piano di sopra.
-Quindi tu mi vuoi portare in discoteca solo perché così indosso un abito che farà eccitare i cavernicoli al piano di sotto?-
-Esattamente, vedi che inizi a capire!-
Scuoto la testa divertita e accendo la luce nella stanza. Mozart alza pigramente la testa dal mio letto ma quando si accorge che sono io la ributta giù come se pesasse una tonnellata.
Ludo estrae il vestito, nero, dal sacchetto e me lo passa. -Non ho visto tua madre-
-Lei e Manuele sono a una sorta di cena di lavoro. Per il lavoro di Manuele, so solo che tornano domani.-
-Dov'è la cena?-
-Distante. Non so dove ma mamma mi ha chiesto un consiglio sugli hotel. Mi ha detto che probabilmente avrebbero bevuto e Manuele non vuole mettersi al volante di notte-
Lei annuisce aprendo la scarpiera accanto all'armadio, nuovo acquisto fatto all'IKEA, ed estrae un paio di decolté nere. -Queste sono perfette. Sotto non metterti niente, il reggiseno è incorporato-
Inizio ad aver paura di come possa essere il vestito che mi ha portato e quando me lo infilo inizio a sentirmi decisamente a disagio.
-Questo lo avevi su al compleanno di Marika- ricordo, guardandomi allo specchio e osservando la ragnatela di fili dietro la schiena che ne lasciano scoperta gran parte.
La gonna, di pelle finta, mi arriva una spanna abbondante sopra il ginocchio e mi aderisce nemmeno l'avessero attaccata con la colla. Ma la parte più eccessiva è quella davanti: non solo il reggiseno è incorporato ma è anche push-up e mi ritrovo uno scollo più abbondante di quelli di Belen. La cosa carina sono i fili che partono da un lato all'altro, incrociandosi e schiacciandomi ancora di più il seno.
-Sei un vero schianto. Se fossi lesbica ti chiederei il numero!- esclama Ludo con un sorriso da diavoletto. -Ora manca il trucco. Il vestito fa tanto ma devi assolutamente togliere quelle occhiaie. Gli zombie non sono così sexy-
Le mostro il dito medio ma la seguo verso il bagno, lasciandole carta bianca.
Dopo mezzora quando mi guardo allo specchio non sembro nemmeno io e la cosa mi piace decisamente. -Okay, allora. Ora vai di là, ti metti le scarpe e scendi le scale come se fossi alla serata degli oscar-
Aggrotto la fronte ma non ho nessun intenzione di contraddirla. -Ci starebbe molto se la facessi con della musica di sottofondo, come nei film-
-Si, ci starebbe. Ma non ti metterò la musica. Sarebbe troppo ovvia come cosa e poi questo non è un film, ne un musical-
Schiocco le dita. -Mannaggia. E io che speravo di poter iniziare a ballare e cantare mentre tutti gli altri si muovono in una coreografia perfettamente ordinata e coordinata!-
Lei mi guarda di traverso e riapre il mio armadio. -Sopra ti metti la giacca di pelle, quella con i bordini pellicciati. Dov'è?-
-Al piano di sotto. L'ho messa questa mattina per andare a scuola.-
-Bene, io ti aspetto di sotto e chiamo Leo.-
-Ci ha aspettato fuori per tutto questo tempo?-
Lei scuote la testa e mi sento più rilassata. -No, mi ha accompagnato un amico. A Leo gli ho detto di essere qui per le dieci e mezzo.-
Guardo l'orologio del cellulare prima di metterlo nella borsettina. -Sono le undici meno un quarto praticamente!-
-Non siamo poi così in ritardo allora! Ti aspetto di sotto. E ricorda, ancheggia e muovi quel sedere come una porno star!-
Faccio una smorfia. -Ti prego Ludo! Non scenderò mai a questi livelli!-
-Però ci sei andata vicino lunedì!- commenta con un sorriso da lato a lato. Afferro un cuscino e glielo lancio, facendola barcollare.
-Stronza!-
Lei mi manda un bacio prima di scendere le scale.
Sospiro, andando un attimo in bagno per guardare la mia figura nello specchio e dicendomi che ce la posso fare.
I tacchi sono altissimi e già al primo scalino rischio di rompermi una caviglia.
Mi aggrappo alla balaustra ma non faccio nemmeno in tempo a girare l'angolo, affacciandomi al salotto, che metto male il piede.
Un secondo prima sento i piedi saldi sul gradino e il secondo dopo mi ritrovo a fissare il soffitto con la schiena che mi pulsa in maniera decisamente non normale.
Si può che ogni volta che devo fare la persona sexy e attraente finisco per essere una sorta di Gabibbo o imbranata totale?
Cosa c'è che non va in me?
-Cazzo- sussurro guardando il bianco del soffitto mentre ricaccio indietro le lacrima.
-Ehi, tutto bene? Ho sentito un tonfo!- Esclama la voce di Stefano. Ormai la sua voce mi è talmente famigliare che potrei riconoscerla tra mille altre.
-Merda... Si, tutto bene.- Urlo alzandomi e cercando per bene l'equilibrio prima di procedere. Sorrido, ignorando il dolore alla schiena ma non provo più ad ancheggiare. Rischierei una scivolata mitica e dolorosa sul parquet.
Il lato positivo è che appena passo davanti al divano tutti e tre i ragazzi distolgono lo sguardo dal televisore e mi seguono con lo sguardo.
-Ehi, io sto uscendo.- Avverto, principalmente rivolta a Stefano che mi fissa allargando leggermente le gambe.
Sento le guance andarmi a fuoco e inizio a pensare che quel dannato vestito sia un pochino troppo aderente e provocante.
-E dove stai andando?- La sua voce non lascia trapassare alcuna emozione.
Scrollo le spalle osservando il riccio e Tom velocemente. Entrambi hanno un sorrisetto ebete stampato in faccia eppure riescono ad essere decisamente attraenti. -Io e Ludovica andiamo in discoteca. Ci porta suo cugino- Spiego, ravvivandomi i capelli.
Vedo le spalle di Stefano irrigidirsi e un muscolo guizzargli sulla mascella. -In che discoteca?-
-Bho, non lo so. Credo che decideremo strada facendo-
-Leo è fuori che ci aspetta!- Urla Ludo arrivando al mio fianco e sorridendo radiosa. Mi passa la giacca e mi fa l'occhiolino. -Ciao ciao ragazzi-
Mi giro, dandogli la schiena, e infilo la giacca. -A dopo. Se mia madre chiama dille che sto già dormendo!-
Recupero la borsa e andiamo verso la porta.
-Aspetta Anna-
Mi blocco, paralizzata, mentre Stefano ci raggiunge vicino all'ingresso. I suoi occhi scrutano velocemente Ludo per poi posarsi su di me. -Si? Abbiamo fretta, Leo ci sta aspettando in macchina- Dico, forse un po' troppo stronza.
Lui rimane in silenzio per quella che sembra un'eternità. Alla fine sospira e si mette le mani nelle tasche dei jeans. -Se hai bisogno chiama. Il mio numero ce l'hai-
Apro la bocca, abbastanza scioccata per poter parlare. Ludo mi afferra per il braccio e mi trascina verso di lei. -Grazie, Stefano. Ma nel caso lo riusciamo a trovare un passaggio-
Mi faccio trascinare fuori ma prima di chiudere la porta mi giro velocemente incontrando gli occhi di Stefano.
Bastano quei pochi secondi a mandarmi il cuore in gola e a farmi venire le gambe molli.
-Anna, ricordati la scommessa!- mi dice Ludo e quelle semplici parole bastano a farmi tornare in me.
Non gli permetterò di usarmi. Non anche a lui!
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro