7. (Parte 1)
29 SETTEMBRE
Driin
<<Maledetta sveglia>> mormora Nicole con un filo di voce. Le gira la testa e riesce a capire dove si trova solo dopo aver fatto cadere e smettere di suonare la sveglia.
È ancora mezza addormentata, si guarda intorno con gli occhi socchiusi e vede il suo braccio penzolare fuori dal letto, il suo diario per terra e la penna qualche centimetro più in là. Si è addormentata mentre scriveva, non ricorda le ultime parole che ha scritto, ma è certa di aver lasciato qualche frase a metà come suo solito.
È romantico quando sei stanca morta e hai solo voglia di metterti a letto e di sprofondare nelle lenzuola e nel pigiama appena lavato, ma la tua voglia di scrivere, di raccontare la tua giornata e di dare sfogo alla tua immaginazione prevale sulla stanchezza.
Nicole alza leggermente la testa e con le braccia si da una spinta per tirarsi su, rimane seduta sulle lenzuola disordinate e guarda il suo cuscino, è tentata di rimettersi al letto. Anche una ragazza studiosa come lei preferisce restare a casa, e magari sognare il ragazzo più figo della Terra, piuttosto che alzarsi per andare a scuola. E chi non vorrebbe? Ma il ragazzo più figo della Terra per Nicole non è nei suoi sogni, è lì fuori e probabilmente sta aspettando che Nicole alzi il culo per andare a cercarlo.
Una scintilla le si accende nella testa, cambia idea, decide di alzarsi e andare a scuola perché forse oggi avrebbe rivisto quel ragazzo, forse hanno qualche ora in comune.
È molto improbabile visto che per tutta la scorsa settimana non lo aveva visto ma si consola con l'idea che forse, si era ammalato e per questo non era riuscito a venire neanche alla festa di ieri.
Questo pensiero è l'unico che le dà la forza per iniziare a prepararsi, si fa una doccia veloce e, mentre torna in camera avvolta nell'accappatoio, si rende conto di non riuscire quasi neanche a focalizzare l'immagine del misterioso ragazzo nella sua testa perché si sente ancora intontita dalla musica della sera precedente.
Si veste mettendosi la prima cosa che trova e non fa in tempo neppure a fare colazione perché Sophie come al solito puntualissima, alle 7 e 45 suona il campanello.
Nicole la invidia, dopo una notte del genere in cui non ha dormito per niente, non capisce dove Sophie trova l'energia per fare tutto.
Nicole, dopo essere salita sul SUV nero di Sophie, appoggia la testa al finestrino e dorme per tutto il viaggio. Quando scende dalla macchina cerca di nuovo gli occhi verdi del ragazzo, si immerge nel suo mondo di fantasia, chiude gli occhi e immagina di essere in uno di quei film in cui sei costretto a ripetere la stessa giornata all'infinito. Pensandoci bene non sarebbe una cosa così carina, ma Nicole, è disposta a fare di tutto per avere una seconda occasione per parlare con quel ragazzo, perché ogni sguardo con lui corrisponde ad un giorno di felicità.
Perciò per vivere una vita di felicità Nicole ha bisogno di vedere quegli occhi almeno una volta al giorno, ha bisogno di quel ragazzo nella sua vita.
Riapre gli occhi, ma, purtroppo, davanti a lei c'è solo Sophie che le sventola una mano davanti agli occhi per farla risvegliare. Sophie credeva che Nicole si fosse addormentata in piedi come i cavalli, non ha idea che invece sperava di riaprirli per trovarsi davanti il misterioso ragazzo.
Nicole va agli armadietti mentre Sophie raggiunge un ragazzo con cui ha fatto amicizia.
<<Nicole!>> urla una voce che nella sua testa suona sconosciuta e confusa. Nicole chiude delicatamente il suo armadietto quasi senza forza, si volta e vede la mano di Axel sventolare in lontananza, si sta avvicinando a lei. La sua voce le rimbomba nella testa, sa che sta parlando piano ma in quel momento anche il più piccolo rumore le sembra forte, e per lei, quello che ha appena sentito è uno strillo.
<<Hai deciso di addormentarti nell'armadietto?>> scherza Axel
<<Per favore parla piano, mi esplode la testa>>
<<Va bene>> Axel, giocando all'agente segreto, si guarda intorno con aria furtiva, come se fosse una spia, poi si avvicina all'orecchio di Nicole e le sussurra di nuovo <<Hai deciso di addormentarti nell'armadietto?>> poi fa qualche passo indietro, come se si fosse avvicinato troppo a lei.
<<Mi piacerebbe>> risponde Nicole facendo un lieve sorriso.
<<Che materie hai oggi?>> chiede Axel ancora sottovoce, poi prende il foglio che Nicole ha appena tirato fuori dalla borsa e che gli tende con il braccio piegato. Lui ha fisica e lei greco a prima ora. <<Non abbiamo niente insieme, però posso accompagnarti in classe, così almeno eviti di cadere e addormentarti nel corridoio>> dice Axel con tono ironico.
Poi tende il braccio a Nicole come facevano i cavalieri di qualche secolo fà, lei, che a malapena capisce cosa sta facendo, con la testa fa un cenno, come per dirgli: “La classe è di là, andiamo!” Nicole inizia a camminare e Axel si ricompone, la segue i due camminano fianco a fianco.
<<Sono felice di avere un amico come te, ci conosciamo da poco ma sento di potermi fidare più di te che di persone che conosco da tanto tempo>> dice Nicole. La sua voce non emana emozioni, solo sonno.
Nella testa di Axel la parola amico si ripete più e più volte e lui pensa che lei continuerà a vederlo sempre e soltanto così. Lei non sa cosa prova lui, non immagina neppure che la vede come una dea.
Comunque Axel è felice che Nicole lo ritenga perlomeno un amico così importante.
Arrivano davanti alla classe, restano qualche altro secondo lì a salutarsi, Nicole, poi, entra in classe ma appena oltrepassa la soglia, corre di nuovo fuori e raggiunge Axel, gli mette una mano sulla spalla e lui si gira.
<<Che succede?>> chiede Axel, non capisce perché sia tornata indietro, una parte di lui spera che sia per dirgli che l'ama, ma l'altra sa che non è così, e forse non lo sarà mai.
<<Devo dirti una cosa>> dice Nicole e adesso i suoi occhi sono ben aperti, sembra che si sia svegliata tutta a un tratto, il cuore di Axel batte come un tamburo, talmente forte, che lui, improvvisamente, pensa a Pocoyo, un cartone animato che da piccolo spesso vedeva. Il protagonista era sempre vestito di blu e a lui era sempre piaciuto immaginarlo come un abitante dell’India, non sapeva se lo fosse veramente. Ogni tanto, all’inizio di qualche episodio suonava un tamburo, il rumore delle bacchette o delle mani che picchiettavano sull’oggetto era il rumore e la confusione che stava facendo in quel momento il suo cuore dentro di lui.
<<Ieri ti sei dimenticato di riprendere il giubbotto. L'hai lasciato da me, ora non ce l'ho con me, quando posso riportartelo?>> chiede Nicole gentilmente, ancora grata per essersi preso cura di lei la sera precedente. Il tamburellare ansioso del cuore di Axel si spegne e dopo tutta quella suspense trova complicato mantenere il solito tono
<<Dopo la scuola vieni a casa mia, sai dove si trova il Bemelmans Bar? Li vicino c'è una grande casa bianca, io abito lì. Hai presente?>>
<<Se ho presente?!>> la voce di Nicole fa un notevole sbalzo di volume, fortunatamente non c'è quasi nessuno lì vicino, altrimenti si sarebbero girati tutti a guardarli. Il suo stupore prende il sopravvento e facendo un mini applauso esclama:<<È la villa più bella che io abbia mai visto, non posso credere che tu viva lì!>>
La campanella suona, Nicole senza aspettare la risposta di Axel corre in classe e prima di varcare di nuovo la soglia della porta si volta a guardarlo.
<<Ci vediamo dopo!>> grida sventolando una mano in segno di saluto.
Nicole, dopo aver camminato per un po' finalmente arriva a destinazione, per tutto il tragitto a piedi è stata accompagnata dal melodioso cinguettio degli uccelli e dal lieve sole invernale che le ha illuminato il viso, quando arriva davanti la grande casa bianca suona il campanello, ma non apre nessuno.
Resta un po’ lì fuori ad aspettare, poi scavalca un cespuglio li vicino e prova ad affacciarsi alla finestra, non è da lei fare queste cose, ma qualcosa nella testa le dice che deve assolutamente entrare.
Prova di nuovo a saltare per cercare di scorgere qualcosa dal vetro, ma niente, non ci arriva. Si guarda intorno e non vede niente da poter mettere sotto i piedi che le faccia da rialzo. Va di nuovo alla porta e suona per l'ultima volta.
È lì in piedi, con il giubbotto di Axel in mano quando la porta si apre, si trova davanti non Axel, ma il misterioso ragazzo che aveva visto il primo giorno di scuola e che cercava disperatamente.
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