Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

5.

Revisionato ✅

28 SETTEMBRE

Erano le nove di sera e Nicole e Sophie erano appena arrivate al luogo prestabilito per il party. La mattina, Nicole, si era svegliata piena di speranze e dopo aver fatto un lungo bagno era rimasta una buona mezz'ora a osservare i suoi occhi allo specchio. Per tutto il tempo aveva cercato di ricreare, con il suo riflesso, il contatto visivo che aveva avuto con il ragazzo ma aveva ottenuto solo pessimi risultati. Aveva passato il resto della giornata cercando di non pensare alla festa perché sapeva che se lo avesse fatto sarebbe impazzita nelle sue complesse paranoie iniziando a chiedersi cosa avrebbe fatto se non fosse venuto. Fin dalla mattina presto l'aria cupa aveva fatto credere che sarebbe piovuto prima di sera, invece il cielo alla fine si era rivelato solo coperto, non c'era un filo di vento e l'aria afosa faceva sembrare tutto tranne che fosse quasi ottobre. Nicole non ci aveva messo molto a prepararsi, aveva vestito e scarpe già pronti, capelli puliti che si era piastrata la mattina, aveva deciso di indossare solo una collana, sempre per rimanere sul semplice e cinque minuti dopo essersi messa il suo solito, adorato profumo Rosa e Fragola era pronta per uscire. Ora che era arrivata riflettee su una cosa a cui aveva pensato il primo giorno di scuola ma alla quale non aveva trovato una risposta:"se lo vedo, cosa devo fare? Mi devo presentare o aspetto che sia lui a venire da me?"
Diede un'occhiata veloce intorno a sé.
Non era proprio la festa che Nicole si sarebbe aspettata da una scuola così prestigiosa, ma solo quando arrivò capì che l'istituto non aveva organizzato niente e che era solo un party all'aperto pianificato da qualche studente.
Il luogo era decisamente migliore di quello che avevano scelto i rappresentanti d'istituto due anni prima, erano circondati da boschi perciò nessun abitante di qualche casa poteva venire a reclamare per il troppo baccano. Davanti a lei c'era un piccolo fuoco con intorno 5 o 6 persone che stavano cuocendo marshmallow, più in là un gruppetto di ragazzi si era radunato intorno al tavolo delle bevande e altri studenti vagavano ubriachi senza meta o si davano alla pazza gioia ballando come matti.
La maggior parte delle persone erano brille e si poteva ben notare da come andavano totalmente fuori tempo e dai loro occhi che ogni tanto si guardavano intorno come dei cuccioli smarriti. Cavolo come ballavano male, un bambino di quattro anni sarebbe stato in grado di fare dei passi più convicenti!
Nicole cercò di rimanere sempre concentrata sul suo obiettivo senza farsi distrarre dalla musica altissima, si guardò intorno ma del ragazzo neanche l'ombra.
<<Lo vedi?>> chiese Sophie speranzosa.
<<No>>
Provò ad aiutare Nicole cercando qualcuno che corrispondesse alla descrizione, ma la sua ricerca si interruppe quando mise gli occhi su un ragazzo biondo che sicuramente non era il tipo di Nicole, ma poteva essere il suo.
<<Guarda quello che bello!>>esclamò Sophie
<<Non è lui>>
<<Lo so, ma è bellissimo!>>
<<È troppo basso e ha troppi muscoli, mi da' l'impressione di essere uno di quei maci pompati che se la tirano>>
<<Immagina se questa sera ci fidanzassimo entrambe, tu con il ragazzo dello sguardo e io con quello>>
<<Ora è diventato il ragazzo dello sguardo?>>
<<Si, ragazzo-meraviglia era troppo romantico>>
<<Capisco>> disse Nicole ridendo.
In mezzo a quella confusione a stento sentivano le loro voci, "forse ancora deve arrivare", pensò Nicole. Continuò a osservare sempre più attentamente, si voltò alla sua destra per chiedere a Sophie come potevano ammazzare il tempo, ma lei la precedette prima che potesse aprire bocca.
<<Torno subito>> disse dando una veloce pettinata con le mani ai suoi capelli marroni. Si diresse al tavolo delle bevande e Nicole capì che non sarebbe tornata più per quella sera, sicuramente si sarebbe ubriacata e avrebbe passato la notte con il primo ragazzo che le avrebbe fatto la corte. Era fatta così, le piaceva darla via. Nicole vicino al tavolo delle bevande riuscì a riconoscere Dylan, stava parlando con qualcuno che lei non aveva mai visto prima e nel frattempo lanciava occhiatacce a Sophie. "Ecco perché è andata proprio lì Sophie, conoscendola l'avrà fatto apposta per stuzzicare Dylan" pensò Nicole. Era indecisa se avvicinarsi per cercare di sentire cosa stesse dicendo Dylan a quel ragazzo o se rimanere indifferente lì dove era facendo finta di non vederlo. "Resterò qui" si convinse. Aveva paura che lui si sarebbe accorto che stava origliando e non voleva fargli credere che lei gli desse troppa importanza, come faceva lui che non mostrava il minimo interessa per lei. Non aveva intenzione di togliergli il saluto, ma non voleva neanche essere lei a fare la prima mossa per ricongiungere la loro amicizia, perlomeno non quella sera. Aveva altre cose a cui pensare, non poteva occuparsi di troppe cose contemporaneamente, una cosa per volta avrebbe risolto tutto. Distolse il suo pensiero da Dylan e tornò al vero obiettivo della serata: trovare il ragazzo.
Nicole si mise a braccia conserte, ma a un certo punto ebbe l'impressione di somigliare a un palo della luce e in una festa del genere non voleva sembrare una scema, perciò si fece rassicurare dal pensiero che il ragazzo misterioso sarebbe arrivato presto e si diresse verso il fuoco per scaldarsi. Dopo qualche passo qualcosa la urtò.
<<Ops... non ti avevo vista>> disse una voce. Non era qualcosa, ma qualcuno. Olivia parlò con una tale ironia e senso di superiorità che Nicole dopo essersi girata di scatto voleva farle capire che non era nessuno, che era uguale a tutti loro della festa e non aveva nulla di più, voleva farle abbassare la cresta da gallo che le si era alzata da qualche anno.
Quando faceva la superiore la faceva innervosire, ma si limitò a guardarla da capo a piedi. <<Per caso ti ho sporcata? >> continuò con la sua vocina stridula. Aveva in mano un bicchiere di birra, le era andata a sbattere per rovinarle l'abito. Nicole guardò il vestito ma fortunatamente la birra si era riversata solo per terra senza toccare l'abito.
Non rispose di nuovo alla provocazione, non voleva stare al suo gioco. <<Forse posso rimediare>> disse Olivia pronta a lanciare contro il vestito rosso l'ultimo sorso di birra che le era rimasto. Nicole, capendo di non avere scampo visto che si trovavano a due centimetri di distanza e era impossibile che la mancasse, chiese:<<Che cosa vuoi?>>
<<Fammi pensare. Telefoniamo a un numero a caso e diciamo "maccheroni">> disse Olivia prendendola in giro.
<<Non ho tempo da perdere con te Olivia, ho di meglio da fare>>
<<Tipo?>>
<<Si può sapere cosa vuoi>> chiese di nuovo Nicole infastidita
<<Non so. Secondo te i castori si possono allevare?>>
<<Ma che problemi hai? Non... senti, non so perché tu ce l'abbia così tanto con me, ma io contro di te non ho nulla quindi lasciami in pace>> sbottò Nicole
Olivia sbuffò e guardò Nicole da capo a piedi, come se fosse veramente un castoro gigante. Odiava essere guardata in quel modo perché aveva l'impressione di avere qualcosa che non andava o di essere sbagliata.
Stava oltrepassando il limite e Nicole non era mai stata una che se ne stava zitta e buona quando le facevano un torto. Si voltò maldestramente e infuriata, non voleva dare a Olivia la soddisfazione di farsi vedere nervosa e non voleva continuare quella conversazione. Fece di nuovo qualche passo in avanti, vedendo dove l'avrebbero portata le sue gambe, non aveva più voglia di andare vicino al fuoco. Tenne gli occhi bassi per guardare gli stivali che ogni tanto scalciavano quei pochi sassolini che incrociavano in mezzo all'erba e...pouf! Andò a sbattere contro qualcuno.
"Perché cazzo non guardo mai dove vado?" pensò Nicole stufa di scontrarsi con chiunque.
Era sicura che si trattasse di una persona, se fosse andata a sbattere a qualche albero l'impatto sarebbe stato molto più forte. Sentì una mano prendere la sua, era calda e aveva una bella stretta. La portò lontano da tutta quella confusione, arrivarono su un vecchio ponte vicino al bosco dove la musica si sentiva appena.
<<Di nuovo tu!>> esclamò Nicole. Era felice che l'avesse portata in un posto così tranquillo.
<<A quanto pare è destino che ci incontriamo>> disse Axel ridendo. <<anzi scontriamo>> si corresse. <<chi era quella pazza?>>
Nicole osservò i capelli marroni che gli ricadevano sugli occhi, il colore nonostante fosse lo stesso sembrava completamente diverso da quello di Sophie, era molto più scuro. Nell'ultima settimana si erano visti qualche volta, avevano diverse ore di lezione insieme, fra di loro era nata una grande amicizia ma solo in quel momento si rese conto che non sapeva nulla di lui.
<<Da quello che posso capire allora sei nuovo in questa scuola, la conoscono tutti si chiama Olivia ed è una vera stronza>> dedusse.
<<Si, sono nuovo però l'ho vista un paio di volte con mio fratello, credo siano stati insieme>> disse Axel. Continuarono a camminare lentamente uno affianco all'altro. Per un breve momento di silenzio si creò dell'imbarazzo fra di loro, ma se ne andò subito. Nicole non era imbarazzata, non con lui, era suo amico e sapeva di poter essere davvero se stessa perché non l'avrebbe giudicata, sembrava una persona fantastica.
<<Allora di cosa vogliamo parlare? Se ti va raccontami un po' di te>> disse Nicole tentennando, era a corto di argomenti. Di solito non le piaceva parlare della vita privata delle persone, ma allo stesso tempo era curiosa di sapere più cose di lui.
<<Non c'è molto da sapere su di me, non sono così interessante>> disse Axel alzando le spalle.
<<Neanche io>> disse Nicole per consolarlo. La prese per mano e con passo svelto percorsero tutto il piccolo bosco. Non era mai stata lì di notte e l'assenza melodiosa del dì, del cinguettio degli uccelli o dei versi degli altri animali non la rassicurava. In quel momento sentiva solo rumori confusi dai cespugli che si spostavano, probabilmente era qualche volpe che cercava da mangiare, o il vento che muoveva le foglie degli alberi.
<<Dove stiamo andando? >> chiese Axel. Il leggero soffio d'aria fece ondulare leggermente i suoi capelli facendoli scompigliare, in lui vide una certa somiglianza con il misterioso ragazzo, ma per Axel non provava nessuna attrazione.
<<Amico mio>> disse Nicole voltandosi a guardarlo <<Questo è uno dei posti che preferisco di New York>>
Davanti a loro c'era una piccola cascata, non si poteva vedere perché era troppo buio ma tutti gli altri sensi funzionavano alla perfezione.
Per arrivare lì solitamente si doveva camminare per una ventina di minuti seguendo un percorso che partiva da un rifugio oltre il bosco ma, Nicole, aveva scoperto una scorciatoia diversi anni prima e in sette/otto minuti erano lì. Per impiegarci così poco tempo dovevano passare sotto dei rami sporgenti, cercare di non cadere sui sassi nascosti sotto le foglie e attraversare il terreno scosceso ma Nicole non si era mai fatta abbattere da questo e aveva aiutato Axel per tutto il tragitto. Si era resa conto che nonostante fosse un ragazzo di città sembrava cresciuto in mezzo ai boschi, sapeva assaporare con goduria la fresca aria che lo circondava e anche quando aveva il fiatone non si lamentava della fatica ne si fermava a riposarsi - se non qualche secondo ogni tanto - per riprendere fiato. Nicole sapeva che non era da tutti comportarsi così, un altro al posto suo probabilmente avrebbe fatto una sosta di dieci minuti ogni due. Axel non aveva un fisicaccio, né sembrava allenato, la voglia di raggiungere l'obiettivo lo spingeva ad andare avanti. La cosa più evidente di lui che Nicole aveva notato fin da subito era la sua timidezza. La gentilezza non gli mancava ma se non si trovava a suo agio ogni suo carattere comportamentale veniva soppresso dalla timidezza che prendeva il sopravvento senza indugio. Nicole era convinta che fosse un ragazzo molto intelligente anche se delle volte sembrava un po' addormentato, amava il fatto che fosse un'appassionato di libri, non aveva mai avuto un amico stretto con cui parlare di questo: Sophie come non amava la scuola non amava neanche i romanzi e Dylan aveva altri interessi, la lettura non rientrava nei suoi programmi e anche quando Nicole gli aveva consigliato alcuni dei libri più belli che aveva letto lui aveva detto molto sarcasticamente che non riteneva la lettura degna del suo tempo. Nicole era convinta che lei e Axel potessero diventare grandi amici, avevano troppe cose in comune per esserlo - come ad esempio l'amore per la lettura e diversi tratti caratteriali - e zero motivi per non esserlo. Nicole conosceva così bene il luogo intorno alla cascata perché da bambina passava gran parte delle sue giornate lì quando era stanca di sentire suo fratello giocare rumorosamente alla PlayStation o litigava con i suoi genitori (che al tempo erano più presenti) andava a rifugiarsi nel prato della cascata e amava distendersi fra i fiori primaverili spuntati da poco. Scriveva e guardava il cielo cercando di decifrare la forma che assumevano le nuvole, era capitato avvolte che si fosse addomermentata e che fosse tornata a casa la sera tardi e ogni volta che sua madre le chiedeva dove era stata Nicole non diceva mai la verità. Spesso finivano a litigare perché i suoi genitori erano preoccupati per le troppe ore che era fuori casa, ma Nicole non poteva davvero dire dove era stata, quello era il suo posto dove rifugiarsi quando qualcosa andava storto, suo e solo suo.
Nicole si rese conto di non aver ancora visto il ragazzo dello sguardo e che, sicuramente, non lo avrebbe trovato da quelle parti o in mezzo al bosco, improvvisamente le venne voglia di tornare alla festa e vedere se fosse arrivato, ma allo stesso tempo sarebbe voluta restare lì, perciò arrivò a una conclusione: sarebbe rimasta lì ancora per un po' per poi tornare alla festa. Nonostante fosse notte tarda e ci fosse una festa piena di ragazzi ubriachi lì vicino alla cascata, si sentiva al sicuro, nessuno sarebbe mai arrivato in quel luogo, se non si conosceva il bosco sarebbe stato difficile non perdersi e in ogni caso la presenza di Axel la rassicurava, sapeva che lui l'avrebbe protetta.

In silenzio Axel e Nicole ascoltarono il rumore dell'acqua che scorreva, si avvicinarono facendo attenzione a dove mettevano i piedi, non volevano inciampare in qualche sasso e rovinare quella deliziosa atmosfera quasi romantica. Nicole immerse un dito nell'acqua ma lo ritirò subito. "È freddissima", pensò. Rise, era felice. Non andava in quel posto dalla morte di Liam e in effetti, da quando non c'era più si poteva dire che non aveva quasi vissuto più, era morta con lui. Ma aveva promesso al suo diario che sarebbe tornata come prima, anzi, sarebbe diventata anche migliore, dopo tanta sofferenza meritava un po' di felicità.
<<Quando stavamo venendo ho notato un fungo sai?>> disse Axel
<<Oh si, ogni tanto di giorno ne ho visto qualcuno anche io ma credevo fosse solo qualche funghetto così, non buono da mangiare>>
<<Quello che ho visto io era un fungo porcino>>
<<Davvero?>>
<<Si, il fungo porcino è l'unico che non riescono a riprodurre>>
<<In che senso?>>
<<Alcuni funghi, come le orecchiette, possono essere coltivati dentro i sacchi, quindi riescono a riprodurli anche se non crescono in natura, il porcino invece non riescono a coltivarlo perché è un fungo che ha il micerio>>
<<Il micerio?>>
<<È una ragnatela che si trova sotto terra dove lui nasce. Il porcino ha tre fasi: la prima fase è quella in cui cresce, la seconda è la più lenta e la terza la più veloce, o viceversa, non ricordo bene. Comunque i funghi porcini possono pesare anche più di un kilo, sono grossi così>> Axel allargò le braccia e fece vedere a Nicole quanto potesse essere grande un fungo porcino. Sembrava un bambino che stesse facendo vedere alla mamma quanto le voleva bene, tipo:"ti voglio bene tanto così".
<<Quindi potrebbero nascere anche qui?>>
<<Certo, se non piove e non fa troppo freddo in mezzo al bosco potrebbero nascere, ma considerando che ne ho visto uno prima credo ci siano le condizioni adatte per farli crescere. Tra l'altro questo è il periodo giusto, di solito ci sono da luglio a ottobre>>
<<Come fai a sapere tutte queste cose su un'argomento come i funghi?>>
<<Ti ho annoiata? Sembra che tu stia parlando di chissà cosa>>
<<Oh no! Non volevo dire questo, intendevo che non è un argomento di cui si parla tutti i giorni o che si studia a scuola, credo>> disse Nicole <<e per la cronaca mi piace imparare cose nuove>>
Era curiosa, per questo amava studiare, la scuola le permetteva di imparare cose nuove.
<<Tranquilla scherzavo, comunque ho imparato tutto da mio padre. Da bambino andavo con lui e i suoi amici in montagna e ogni volta tornavamo a casa con un cestino pieno di funghi. Non ho mai toccato un fungo che non conoscevo per paura che fosse avvelanato e mio padre avendo notato la mia paura mi raccontava ogni volta qualche nuova curiosità sui funghi e io a mano a mano apprendevo e così ho imparato a riconoscere i vari tipi di funghi>>
Nicole capì perché prima Axel non aveva avuto troppi problemi ad attraversare il bosco e nonostante il fiatone non si fosse fermato mai, era abituato.
<<Wow! Sembra molto divertente, io invece con i miei non ho mai fatto nulla del genere, diciamo che non sono tipi da montagna ma solo da città. Tu vai ancora a caccia di funghi con tuo padre?>>
<<I miei sono morti>>
<<Mi dispiace, non te lo avrei chiesto se avessi saputo>>
<<Tranquilla, come potevi saperlo>>
Nicole si sentì tremendamente in imbarazzo, come gli aveva detto non lo sapeva altrimenti non ne avrebbe parlato, ma allo stesso tempo sentì il cuore di Axel a pezzi, non doveva essere facile attraversare una cosa del genere, lei lo sapeva bene, ci era passata con Liam che era come un fratello per lei. Avrebbe voluto fargli capire che lo comprendeva, che sapeva cosa stava provando ma non riuscì ad aprire bocca per paura di peggiorare le cose. Aveva imparato che in queste situazioni ogni cosa detta diventava banale.
<<Inizia a fare freddo>> notò Axel, si tolse il giubbotto nero e lo mise sulle spalle nude di Nicole. Con questo gesto la tolse dall'imbarazzo in cui era entrata e che lui aveva notato.
<<Grazie>>
<<Ti va di tornare alla festa?>> chiese Axel, si era accorto che Nicole era in imbarazzo per quel che gli aveva chiesto prima e in questo modo cercò di riprendere la conversazione per passare oltre.
<<Si, così vedo anche se Sophie è già ubriaca o se ancora riesce a stare in piedi>>
<<Sophie?>>
<<Oh giusto, non la conosci, è la mia migliore amica, sono sicura che quando la conoscerai - un giorno che sarà sobria - ti sarà subito simpatica>>
<<Se ha il tuo stesso carisma non ne ho dubbi>>
Nicole sorrise a Axel e dopo aver attraversato il bosco man mano che si avvicinavano alla festa gli venne sempre più voglia di tornare nel bosco, la musica era assordante, talmente alta che era fastidiosa. I ragazzi che prima erano intorno al falò per cuocere i mashmellow erano immischiati tra quelli che ballavano, davanti un albero c'erano un ragazzo e una ragazza che si baciavano appassionatamente e al tavolo delle bevande la birra sembrava essere quasi finita. Prima di tutto cercò il ragazzo dello sguardo. "Fa che sia arrivato, fa che sia arrivato" pregò Nicole. Ma di lui neanche l'ombra. Improvvisamente per Nicole diventò tutto buoio, era venuta a quella festa solo per lui, aveva smesso di scrivere e leggere solo per lui, "perché non è venuto? E se non è un ragazzo della scuola come farò a ritrovarlo? Come ci rincontreremo?" Si chiese disperata. Avrebbe voluto che Sophie le dicesse qualcosa per consolarla, avrebbe voluto sfogarsi ed esprimere le sue paure sulla possibilità di non rivederlo più, ma lei era ubriaca fradicia al tavolo delle bevande a parlare con un ragazzo moro che Nicole non aveva mai visto, non le sarebbe stata di gran supporto in quel momento, la raggiunge e Axel andò dietro Nicole.
<<Sophie tutto bene?>> chiese Nicole guardando gli occhi di Sophie
<<Ho bevuto>>
<<Lo vedo, non puoi guidare in queste condizioni>>
<<Dormo qui qui sulll'erbaaa>> disse Sophie ridendo come una matta.
<<Va bene, mi raccomando non salire in macchina>> disse Nicole, voleva solo tornare a casa perciò cercò di tagliare a corto la conversazione. Sophie non era nelle condizioni di guidare ne di parlare, avrebbe dovuto rimandare lo sfogo a domani.
<<Ma tu come torni a casa? Dormi con me qua qua sull'erba guarda com'è bella sembra...sembra erba>> disse Sophie ridendo di nuovo come una matta. Era completamente andata.
<<Se non hai nessuno che ti porti a casa posso pensarci io>> disse Axel intromettendosi
<<Te ne sarei grata>> disse Nicole.
<<Oh si vai con lui, così magari...>>
<<Ci vediamo domani Sophie, qualsiasi cosa chiamami>> disse Nicole interrompendola, non aveva intenzione di sentire quel che stava per dire Sophie, aveva capito che sarebbe stato qualcosa che avrebbe messo tutti in imbarazzo, in quelle condizioni non aveva il controllo di quel che diceva.
<<Non riuscirei mai a sbloccare il telefono in questo stato, ma non preoccuparti ora mi addormento sul prato>>
<<Se vuoi Sophie posso portare anche te, la tua macchina la verrai a prendere domani>> disse Axel
<<Voglio dormire sull'erba>> disse Sophie con la voce di una bambina cocciuta che voleva una caramella. Nicole non avrebbe voluto lasciare Sophie li da sola, ma sapeva che per lei era di routine rimanere alle feste fino al mattino, era certa che non le sarebbe capitato nulla e non era così pazza da prendere la macchina in quelle condizioni, quindi Nicole decise di salire sulla macchina nera di Axel.
Il ragazzo per la strada aveva la mente concentrata su una sola cosa e non era l'auto ma, nonostante ciò, rimase comunque attento alla strada. Non poteva credere di avere una creatura così bella seduta sul sedile a fianco al suo.
Aveva avuto molte ragazze ma per nessuna aveva provato quello che sentiva per Nicole. I suoi capelli erano di un colore talmente particolare che non poteva credere che fossero naturali, per non parlare degli occhi, questa sera si era reso conto che cambiavano in base al suo umore.
La settimana scorsa in biblioteca quando era calma e spensierata ricordavano il mare e trasmettevano gioia, invece poco prima, quando la rabbia per quello che aveva fatto Olivia ribolliva in lei, erano come due lastre di ghiaccio fredde, ci si poteva quasi specchiare dentro. Persino il suo nome era meraviglioso. Prima Nicole l'aveva chiamato amico, ma lui non voleva un rapporto di sola amicizia. Gli faceva provare delle emozioni speciali, sperava che piano piano lei potesse ricambiare, magari quando si sarebbero conosciuti meglio. Forse erano stati colpiti dallo stesso fulmine, non l'aveva vista con nessuno oltre Sophie, perciò si convinse che probabilmente, non aveva un ragazzo. "Una come lei come può non averlo?" Si chiese diverse volte. Una parte di lui era speranzosa, ma un'altra gli disse che quel rapporto di amicizia che stavano instaurando gli avrebbe fatto perdere solo tempo e se non avesse fatto subito qualcosa, qualcuno gliel'avrebbe portata via.
<<Quella è casa mia>> disse Nicole indicando con il dito una casa bianca in fondo alla strada. Gli aveva dato indicazioni per tutto il tragitto ma lui l'aveva sentita a malapena.
<<Grazie per il passaggio>> disse quando l'auto si fermò. Aprì la portiera e scese senza fermarsi a guardarlo.
<<È stato un piacere>> urlò Axel abbassando il finestrino, prima non aveva saputo cosa dire ma, per fortuna, Nicole era ancora abbastanza vicina per sentirlo, era ferma sul pianerottolo, si voltò e gli fece un cenno di saluto con la mano, e poi entrò in casa. L'abitazione era completamente vuota, c'era un silenzio tombale, oltre i passi delle scarpe di Nicole non si sentì volare una mosca. I suoi genitori erano a Parigi per sbrigare delle faccende di lavoro, o perlomeno così le avevano detto nel messaggio lasciato nella segreteria telefonica. Ormai era abituata al loro via vai, facevano spesso così, ma questa volta avevano portato con loro anche suo fratello e lei ancora doveva capire se questo significasse avere una persona in meno di cui occuparsi o una persona in meno con cui avere compagnia. Per un secondo si sentì in colpa per aver lasciato Sophie alla festa, ma una parte di lei pensò che forse era stato meglio così, la sua presenza non sarebbe stata tanto gradita. In fondo Sophie era abituata a fare così, la stessa cosa era successa a un party due anni prima, l'aveva mollata per ubriacarsi e divertirsi tutta la notte con il primo che gli aveva fatto la corte.
<<Se la caverà>> disse ad alta voce consapevole che nessuno le avrebbe risposto, si tolse il giubbotto. Il giubbotto!!
Si portò una mano sulla fronte come se si stesse misurando la febbre e sbuffò, si era completamente dimenticata di restituirlo ad Axel. Corse alla porta ma quando uscì la sua macchina, ovviamente, non c'era più e allora tornò dentro. Lo ripose, guardò l'orologio, erano le quattro del mattino, dopo qualche ora avrebbe avuto lezione a scuola e stava morendo di sonno, si buttò sul letto e decise di pensare domani a come restituire il giubbotto ad Axel. Si mise il pigiama, i suoi occhi stavano per chiudersi ma si diede un pizzicotto sulla mano, li fece spalancare perché, prima doveva fare un'altra cosa. Dal cassetto della scrivania prese la penna e il suo diario e iniziò a scrivere.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro