42.
Nicole prova ad alzarsi dal divano ma ha ancora una spalla dolorante, probabilmente è dovuto alla caduta sul cemento dopo la frenata della macchina, riesce a muoverla e a poggiarci il peso del corpo, le fa solo un po' male, fortunatamente non dovrebbe essere rotta, se la professoressa di anatomia non ha sbagliato la sua spiegazione dello scorso anno.
<<Nicole... Come ti senti? >> chiede Jace.
<<Chi sei? >> risponde Nicole. Lo sguardo di Jace è perso, gli occhi si spalancano. Oddio ha perso la memoria, pensa subito Jace. <<dai Jace scherzo! >> gli fa un lieve sorriso e gli da una pacca sulla spalla.
Lui si rilassa quando vede che il suo è solo uno scherzo. Aveva realmente creduto che avesse perso la memoria.
<<Non perdi mai il senso dell'umorismo, riesci sempre a farmi ridere anche nei momenti peggiori. Anche quando stai male>> dice Jace.
<<Comunque sto bene, più o meno ecco vedi mi fa un po male qui >> dice Nicole indicando la spalla e dalla sua bocca esce un verso di dolore quando ci poggia su la mano.
Lui prende altri cuscini e glieli mette sotto la testa, poi le solleva la testa e la rimette giù. Tutto lo sforzo di Nicole per mettersi seduta è andato perduto.
<<Ora riposati, io vado a prepararti qualcosa da mangiare, devi rimetterti in forze>> dice Jace.
<<No! Sto bene, devo alzarmi, devo andare al ballo, anzi, dobbiamo andare al ballo>> precisa Nicole.
<<Non ci pensare neanche, tu te ne starai qui buona e tu riposerai e io sarò qui per soddisfarre qualunque tua esigenza>> il suo tono è calmo e pacato.
<<Ma io non posso>> replica Nicole.
In quel momento non riesce quasi neanche a girare il collo. Il dolore di quando era distesa lì per terra torna sul suo corpo piano piano e in questo momento le fa male quasi tutto. Ma è un dolore sopportabile se solo si vuole.
<<Sta giù>> le dice Jace tornando con una tazza di the caldo, lo avvicina alla sua bocca e tira un po' su la sua testa sorreggendola con la sua mano <<a te ci penso io>>.
Wow. È bello sentire quelle parole. A te ci penso io. Prima d'ora nessuno le aveva pronunciate così sinceramente per lei, è sempre lei a pensare agli altri e nessuno si preoccupa mai di lei, non in questo modo. Jace si sta veramente prendendo cura di lei.
<<Perché ti stai prendendo cura di me? Avresti potuto lasciarmi nel primo ospedale più vicino>> la domanda sorge spontanea.
<<Perché non dovrei?>> dice Jace facendo un sorriso sinistro. Tipico di Jace rispondere a una domanda con un'altra domanda, pensa Nicole.
Cerca di godersi il momento senza pensare troppo al perché. Ma ora davvero, non può mangiare, non puó lasciare Sophie nei pasticci, deve trovare la forza di alzarsi, non può fare altrimenti. Con la mano sinistra Nicole toglie la coperta dalle sue gambe e poggia i piedi nudi sul pavimento.
Non si era neanche resa conto di non avere più né scarpe né calzini ai piedi.
<<Jace dove sono le mie scarpe? E la mia giacca?>>in quel momento si resi conto di essere rimasta con solo una magliettina blu di cotone, anche il suo giacchettino è sparito ma li dentro quella stanza non fa affatto freddo, Jace probabilmente ha alzato il riscaldamento per lei.
<<Non ti serve saperlo, tanto tu non uscirai da questa casa>> dice Jace, poi incrocia le braccia.
<<Non puoi tenermi qui dentro prigionieria>>
<<lo faccio per il tuo bene, ti sei appena ripresa dopo essere svenuta per 40 minuti, inizio a pensare di aver fatto male a non portarti in ospedale, comunque tu non puoi uscire per andare a ballare sui tacchi alti e la musica a palla che ti rimbomba nelle orecchie, potresti svenire di nuovo>> dice Jace.
<<Ti ringrazio per quello che fai per me, però davvero ora lasciami andare, non mi importa se mi sentirò di nuovo male, l'importante è che resista finché tutto il piano per mettere Sophie in salvo da una figuraccia davanti tutta la scuola non si sarà concluso>> mentre Nicole parla vede le sue scarpe bagnate su un mobile poco più in là, le raggiunge e se le infila, della giacca nessuna traccia ma non ha importanza, non è poi così lontana da casa, resisterà al freddo.
Ora l'unico problema è oltrepassare Jace che se ne sta lì fermo a fissarla mentre lei cerca disperatamente un modo per uscire. Ma prima, deve avere una risposta, è il suo cuore a volerla, deve sapere perché tutto a un tratto è così gentile con lei, cosa è cambiato?
<<Jace, voglio sapere perché sei così con me?>> chiede Nicole senza arrossire, chissà perché quella domanda non le ha creato imbarazzo
<<Così come? >> risponde Jace di nuovo ad una domanda con un'altra domanda.
<<Premuroso>> spiega Nicole.
<<Premuroso?>>
<<Si esatto hai sentito bene, tu con me sei premuroso e voglio sapere il perché, ti prego, ne ho bisogno, ma stavolta voglio la verità>> dice Nicole.
Lui in quel momento è assorto nei suoi pensieri, forse sta cercando una bugia convincente da dire, oppure cerca di trovare le parole giuste per dire la verità, comunque è distratto,
Nicole coglie l'occasione al volo e nonostante voglia assolutamente una risposta vuole anche uscire e andare da Sophie, si fionda alla porta per scappare, ma lui è più veloce e riesce a bloccare la porta.
In quel momento in cui non è riuscita ne ad avere una risposta ne a scappare, è presa da un momento di rabbia.
E poi c'è lui che la guarda con quei suoi grandi occhi.
<<Ma si può sapere cos'hai? Voglio uscire lasciami andare! >> urla Nicole con tutta la sua forza.
È un momento sgradevole sembra quasi che lo stia incolpando di averla rapita o chissà cosa. Non riesce quasi più a riconoscersi. Da quando in qua Nicole Deveraux urla contro un ragazzo in quel modo, tra l'altro dopo che l'ha salvata da una morte quasi certa.
<<No>> dice Jace rimanendo impassibile.
<<Basta! Sei un'arrogante presuntuoso, mi sono stancata!>> dice Nicole, poi gli da uno schiaffo in faccia che gli lascia il segno delle sue cinque dita, con tutta la forza che ha in corpo lo sposta dalla porta e l'apre.
Corre sotto l'acqua più forte che può, corre come il vento. Non si volta indietro. Jace non rimane ferito a lungo dalle parole di Nicole, sa che le ha dette solo perché è arrabbiata e lui la capisce. È questo che c'è di diverso in lui, la capisce.
<< Vuoi sapere una cosa? >> la voce di Jace è più forte del rumore della pioggia che cade. Nicole si ferma proprio mentre sta per oltrepassare il grande cancello nero. Non si volta ma rimane li ferma ad ascoltarlo, è stato il cuore a dirle di farlo <<L'arrogante e presuntuoso dietro di te, ti deve tutto. Si esatto Nicole, hai sentito bene, ti devo tutto. Io non avevo più voglia di vivere mi ero stancato di tutti e di tutto, poi un giorno tu ti sei presentata alla mia porta, dicendo di dover restituire la giacca a mio fratello. Il tuo sguardo stupefatto quando succede qualcosa di inspiegabile, le tue espressioni strane, la tua voglia di vivere, il tuo sorriso, i tuoi occhi blu come il mare mi hanno dato la voglia di andare avanti! Tu mi hai reso una persona migliore Nicole, mi hai reso di nuovo in grado di amare, ti voglio! Farei qualsiasi cosa per te! Non avrei mai pensato di riuscire a dirtelo visto che mio fratello è innamorato di te ma... Nicole... Io ti amo! >> non sa neanche lui come riesce a dire tutto ciò urlando senza avere dolore in gola, la sua voce si è sentita chiaramente, probabilmente anche i vicini hanno sentito, ma non gli importa, vuole che lo senta tutto il mondo, tutti devono sapere quanto è grande il suo amore, tutti, ma la cosa che a lui importa maggiormente in quel momento è che lo sappia Nicole.
Lei rimane lì.
In mezzo al vialetto di casa di Jace, ferma come una statua. Lui fa una breve corsa e la raggiunge, se la cavolata la deve fare, allora deve farla tutta e bene! Le prende il braccio, la gira e la bacia. Lei ricambia il bacio. Lui ha entrambe le mani sul suo viso.
La pioggia continua a cadere, cade sempre più violentemente e i due sono ormai bagnati fradici. Fa un tuono e il cielo si quasi illumina. Un taxi parcheggia nel vialetto e qualcuno apre il cancello.
<<Nicole! >> gli occhi pieni di lacrime e la voce dolorante di Axel, per l'aver visto quella scena, distoglie l'attenzione dei due innamorati.
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