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alienata con monomania dell'invidia.

L'allestimento delle opere di Theodore Géricault è pronta per aprire al pubblico.
Sono l'ultima ad andare via perché controllo che tutto sia in ordine, mi piace ammirare i quadri, mi immedesimo nello spettatore, immagino e progetto il modo migliore di esporli.
Non sono avvezza a facili suggestioni, sono rimasta chiusa in una cripta e non ho avuto paura,
ma sento una presenza ogni volta che rimango sola nella sala; mi ripeto che sono sciocchezze.
Esco dalla sala per recuperare la borsa e il cappotto che ho lasciato in ufficio. Percorro il lungo corridoio, mi fermo e guardo indietro, la sensazione di essere osservata mi mette a disagio. Un brivido mi pervade, mi strofino le braccia perché ho la pelle d'oca, poi mi assale il pensiero che non ci sono finestre; sbuffo dandomi della sciocca contemporaneamente una melodia riempie il silenzio.
Le mie gambe si muovono automaticamente e l'unico pensiero è arrivare il più presto possibile in ufficio. Metto la mano sulla maniglia e faccio un sospiro di sollievo:
- Dottoressa!
- Oh! Signore! - Metto le mani sul petto.
- Mi scusi, l'ho spaventata?
Guardo il custode che porta con sé una radiolina, noto che cerca di non ridere perché avrò sicuramente la faccia bianca come un lenzuolo.
- Come mai è ancora qui? L'ho vista dallo schermo del monitor della vigilanza, le conviene affrettarsi a tornare a casa. È la notte di Halloween e...
- Che sciocchezze! È una notte come un'altra, - lo interrompo, - una scusa per mangiare la solita caramella.
L'uomo fa un'espressione di disapprovazione, poi si guarda intorno e sottovoce:
- Signorina per favore, se lei non se ne torna a casa io non potrò chiudermi nel mio ufficio.
- Non capisco, - gli rispondo con la stessa aria cospiratoria.
- Lo sa che cosa era questo edificio prima di diventare un museo?
- No, ma ho la sensazione che me lo sta per dire.
- Un manicomio.
Mi guarda come se la rivelazione mi dovesse far comprendere l'arcano, poi con aria spazientita:
- Si racconta che chi rimane nel museo la notte di Halloween sparisce...
- La prego basta con queste sciocchezze! Abbia pazienza, prendo la borsa e il cappotto e vado a casa.
Il custode fa un'espressione tra il mortificato e l'offeso:
- Vabbè, finisco il mio giro, buona serata.
- Buonasera.
Entro nell'ufficio e noto sulla scrivania la targa del dipinto: alienata con monomania dell'invidia.
- Uffa! Il custode aspetterà ancora dieci minuti per andare a nascondersi.
Prendo la targa e celere vado nella sala. La sistemo e guardo il quadro... qualcosa attira la mia attenzione... all'interno dell'iride della donna sembra muoversi qualcosa. Mi avvicino per guardare meglio e qualcosa di viscoso fuoriesce dal quadro attaccandosi al mio viso e mi risucchia.

- Che terribile incubo! - borbotto.
Mi afferra il braccio e mi trascina per il corridoio, urlo disperata e invano:
- Dove sono? Lasciami!
- Zitta pazza! Agiterai tutti gli altri.
Entriamo in una stanza, vedo un uomo con il camice bianco.
- Legala sul lettino.
Si avvicina e mi stringe il mento costringendomi a guardarlo.
- Non temere dopo la lobotomia non soffrirai più.

#HalloweenVault3 #HV3 #WattpadBrividoIT

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