Mani
Precious and fragile things
Need special handling
My God what have we done to you?
We always tried to share
The tenderest of care
Now look what we have put you through
"Precious" – Depeche Mode
"Dai scendi, siamo arrivati" Hashirama pensava che fosse più arduo convincere Madara a scendergli dalla groppa, invece l'amico era scivolato giù agile assecondando il movimento.
Hashirama sorrideva scuotendo la testa, Madara aveva solo finto di essersi addormentato. Ma era stato il contatto più dolce della sua vita.
"Cosa ti fa pensare che io voglia scendere?"
Madara gli aveva fatto un giro intorno conficcandogli un dito sulla spalla, avevano perso il contatto visivo solo nei pochi attimi in cui Madara gli era passato dietro.
Hashirama sorrideva cercando di interpretare lo sguardo da canaglia dell'amico.
Madara aveva fatto un passo avanti allacciandogli le braccia al collo e premendo il petto contro il suo, con un balzo gli aveva stretto le gambe alla vita.
"Cammina, svogliato di un ronzino. Hai dimenticato che sono sbronzo e ho fame?"
"Cosa raccontiamo alla bancarella dei Inarizushi quando vedranno i due capo Clan in queste condizioni?" Hashirama gli aveva agguantato le natiche dopo aver ricevuto un bacio sul naso.
"Inventati qualcosa o dirò io la verità."
"E sarebbe?"
La risposta era stata un bacio e la schiena di Madara inarcata, non era sua intenzione nascondere quello che aveva tra le gambe.
"Un vassoio di Inarizushi, per favore."
"Meglio due" aveva rettificato Madara.
L'uomo si era sporto perplesso dal bancone, poi aveva ritirato il collo. Sì, era proprio come sembrava, Hashirama stava trasportando Madara abbarbicato addosso.
"Ehm... si è slogato una caviglia."
Madara aveva soffocato una risata nella spalla dell'amico.
"E ha alzato il gomito."
Madara aveva pagato l'uomo allibito, poi aveva addentato un Inarizushi ficcando l'altra estremità nella bocca di Hashirama. Aveva iniziato a sgranocchiare costringendo l'amico a fuggire a gambe levate.
Il bacio, per fortuna, era stato fuori dalla luce dei lampioni.
"Sei impazzito?" Hashirama lo aveva attaccato con la schiena a un muro.
"No" gli occhi di Madara scintillavano "Leccami."
"Cosa?"
"Non sai che l'alcol è un vasocostrittore? Potrei essere stretto" Madara gli sibilava nell'orecchio, un'altra strusciata sugli addominali.
Irresistibile. Hashirama aveva abbandonato velocemente la strada per immergersi nel parco. Dal muro, Madara era passato a un tronco.
I vestiti di entrambi si erano afflosciati in terra mentre si guardavano negli occhi.
Hashirama si era inginocchiato davanti a Madara iniziando a passargli la lingua dalla base dell'erezione fino alla punta, lentamente. Percorreva la circonferenza della punta, Madara gemeva artigliandogli i capelli, glieli strappava. Una coscia di Madara gli era finita sulla spalla, muovendo i fianchi, gli spingeva forte nella bocca.
Hashirama lo aveva portato quasi al limite, poi lo aveva fatto uscire. Lo aveva voltato trovandosi davanti le natiche perfette e dure da mordicchiare. Ci aveva tuffato il viso in mezzo, Madara inarcava la schiena per fargli lubrificare meglio l'entrata. Hashirama ci passava ritmicamente la lingua.
Le mani di Hashirama risalivano le gambe slanciate, poi i fianchi, la vita. Si erano strette sul sesso pulsante di Madara. Gli era entrato dentro senza incontrare resistenza.
Erano durati poco, il contatto lungo la strada li aveva già mandati in estasi.
Nel giorno più bello, niente li aveva distratti, nemmeno un fruscio sospetto.
Parole, 505
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