Capitolo 18
Nathan's pov
Hilary sposta un sassolino con la punta dei piedi mentre camminiamo per il campus. Siamo nel cuore del mio college, nel grande giardino prima di entrare nell'edificio principale, dove c'è anche la caffetteria. E anche l'ufficio del direttore.
Deglutisco a fatica per il solo pensiero. Autumn in questo momento é con quell'idiota di suo padre, che chissà cosa le dirà. Ho anche insistito per accompagnarla e aspettarla fuori la porta, in modo che quel mostro non mi veda, ma lei ha sempre rifiutato. Ha detto un secco no e se ne è andata. Poi si è pentita, è tornata indietro e ha salutato bene tutti, mi ha abbracciato e detto di passare un po' di tempo con Hilary e che poi mi avrebbe fatto sapere. Sto facendo come mi ha chiesto, ma continuo a distrarmi dalla conversazione con la cugina di Kyle per Summer. «Nate, mi stai ascoltando?» Ecco, appunto.
Scuoto la testa. «Scusami. Dicevi?» Hilary si ferma, inclinando un po' la testa per studiarmi meglio. I suoi occhi sono diversi da quelli di Summer. Sono azzurri, l'azzurro che ti ricorda il cielo. Quelli di Autumn sono blu, blu scuro, come quello del mare, dell'estate e della notte subito dopo il tramonto.
Lei sorride leggermente. «Sei preoccupato per qualcosa, è evidente. Vuoi parlarne?» Una volta avevo una cotta per Hilary. Quando avevamo sedici anni e passavamo tanto tempo insieme credevo che non mi sarebbe mai piaciuta nessun'altra ragazza oltre lei. Adesso la guardo e provo affetto per lei, però è quel tipo di affetto fraterno, di una persona a cui vuoi bene e che conosci da tanto. Non è l'affetto che provo per Autumn, la voglia di avvicinarmi sempre di più e di averla. A questo punto mi chiedo se non ho mai confuso il bene che voglio per Hilary, da piccolo, per quella cotta.
«In realtà no.» Non ho voglia di dirle che non dovrei desiderare la ragazza che ha visto poco tempo fa, che è impegnata con qualcun altro che non la merita. Non mi piace rivivere questa situazione. «Cosa ti porta qui, piccola Hilary?» Ha la mia età, infatti è un anno più grande di Morgan e Kyle, ma ha ripetuto un anno di liceo, per cui è al suo primo anno di college.
«Avevo bisogno dei miei amici.» Sospira, portandosi una ciocca di capelli biondi e lisci dietro l'orecchio. «So che sono stata una stronza con te, Nathan. Sapevo della cotta che avevi per me qualche anno fa, ed io ti spiattellavo in faccia che mi ero appena fidanzata. Mi dispiace per questo. Volevo... non lo so, credo dare una possibilità a questo.» Indica prima me e poi se stessa. «Ma so di essere arrivata troppo tardi, ho visto come guardi la brunetta. Scusa, mi sono già dimenticata il suo nome.»
Mi viene da ridere. Hilary è capace di dimenticarsi anche il suo, di nome. E poi adesso il pensiero di noi due insieme in quel modo mi sembra assurdo. «Autumn.» Cerco di non sorridere troppo. «E hai ragione. Lei mi piace.» Così non ho problemi ad ammetterlo. Così, come se fossimo due ragazzi normali e senza problemi, mi esce naturale dire che ho una cotta per lei. Se non penso a Thomas, a suo padre, alla morte di sua madre che si porta dietro, allora sul serio riesco a convincermene. Che siamo normali, siamo okay.
Lei annuisce, quasi a se stessa. «Si vede, sai? Da entrambe le parti. Credo che voleva cavarmi un occhio quando ti ho abbracciato.» Questa volta non trattengo un sorriso. Summer da gelosa... beh, è adorabile il solo pensiero. Non ho notato che era gelosa, ma forse ha finto bene con me. Se da una parte il commento di Hilary mi lascia felice, dall'altro lato ne sono terrorizzato. Lei si è accorta che ci guardiamo in quel modo, e quindi è evidente. Il che significa che se ne può accorgere chiunque, e chiunque lo può dire a Thomas. Autumn potrebbe pagarla cara, sia per quello che ha fatto ieri sia per quello che c'è tra noi, qualunque cosa sia. Hilary continua ad osservarmi. «Non ne sembri tanto felice, adesso. Ti sei rabbuiato, è tutto okay?»
No. Mi giro a guardare la finestra dell'ufficio del direttore per vedere qualcosa, magari assicurarmi che lui è al suo posto e Autumn è a una distanza di sicurezza; ma le tende sono tirate e non si vede niente. «No, non è okay.» Sono terrorizzato per quello che potrebbe farle. Potrebbe mandarla via, farle male fisicamente. Continuare a fingere che la morta di sua madre sia colpa sua. «Quello stronzo.» Mi lascio sfuggire, continuando a guardare male la finestra.
Hilary poggia delicatamente una mano sul mio braccio. «Nate, non so cosa stai passando, ma forse dirmelo ti farà bene.» Vorrei dirle di lasciarmi stare, ma la rabbia e la paura mi stanno consumando. Per cui annuisco, perché forse parlarne mi farà bene sul serio. Ci sediamo sotto un albero del campus. È uno dei miei posti preferiti, qui, perché non ci si mette quasi nessuno. Non ci vengo spesso però.
Racconto ad Hilary la storia generale. Non entro nei dettagli, non gli dico della madre di Autumn, perché questo è decisamente troppo privato. Però le racconto che Summer sta con Thomas, che il padre la forza a stare con lui, e lascio intendere che non sono esattamente le due persone migliori del mondo. Le dico anche che li chiamo Lo Stronzo 1 e Lo Stronzo 2, giusto per tagliare un po' la tensione. A lei scappa un sorriso quando lo dico, ma è tirato. Hilary non è stupida, so che ha capito. E so che ha capito anche che io non ho la più pallida idea di che cosa fare. «Ti ha detto che ti chiamerà, Nate, devi solo aspettare.»
Facile per lei dirlo, non sta aspettando lei la chiamata. Ma se quel piccolo livido diventasse qualcosa di più grave, di pericoloso? Se lui le facesse male sul serio, così tanto che lei non riuscisse neanche a chiamare me o un'ambulanza? Scuoto lentamente la testa e mi alzo, ignorando l'erba che mi si è attaccata ai pantaloni. «No. Vado da lei.»
~ Angolo autrice ~
Lo so, ci ho messo davvero tanto ad aggiornare e mi dispiace, ma non riuscivo a scrivere questo capitolo come dovevo. Non che adesso mi piaccia molto, in realtà non mi piacciono mai, rip, ma almeno è decente. Che ne pensate di Hilary e Nathan insieme, come amici?
-Sil
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