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L'inganno

*angolo autrice*

È da un po' che non pubblico, spero non vi siate dimenticati i fatti antecedenti. La creatura ha avuto il rubino e il capitolo si è concluso con un'incantesimo di dolore che ha colpito tutti.

***

"Selene, stai bene?"

La strega aprì gli occhi lentamente.

Poi gemette mentre una smorfia di dolore le deturpava il viso.

Eron si inginocchiò vicino a lei e le prese le mani.

"Un cerusico, per favore!", chiese a gran voce, ma tutti i medici erano già occupati.

"Eron, ho avuto un'altra visione. Dobbiamo allontanarci da qui", disse tossendo.

"Non preoccuparti, ora. Devi riposare. A volte il forte dolore causa allucinazioni."

"Eron, ascoltami. Non so quanto tempo ho ancora. Io non ho avuto fiducia in te per cui so che non mi spetta, ma devi credermi", sussurrò lei con grande sforzo.

"Di cosa stai parlando? Ti riprenderai."

"Ti prego, portami via di qui", lo implorò lei.

Eron la sollevò da terra e la portò in un luogo più riparato.

"Spiegami cosa sta succedendo", rispose l'uomo.

"Avevi ragione, sono stata una sciocca a non ascoltarti. Archer è un essere spregevole, c'è anche lui dietro tutto questo, ma non è da solo."

Il mantis sgranò gli occhi. Forse aveva sperato di essersi sbagliato, o forse non si aspettava una rivelazione del genere.

"Artemisia lo sta aiutando. Insieme vogliono sbaragliare la Regina e salire al suo posto."

Eron si guardò in giro.

"Sei sicura di quello che dici? Potrebbero giustiziarci adesso anche solo per ingiuria."

"Non importa, io morirò comunque."

"Perchè mai dovresti?"

"La creatura mi ha maledetto. Sento chiaramente la mia linfa vitale scorrere via."

"Selene, non farmi preoccupare."

Eron osservò la strega. Aveva un colorito pallido e le labbra violacee, così come le occhiaie. Non aveva mai visto Selene in quelle condizioni. Aveva attribuito il tutto all'incantesimo di dolore, ma effettivamente il suo aspetto lo turbava.

"Vorrei che fosse uno scherzo. Non so se ha condannato solo me o tutte le streghe. Ma in ogni caso, Artemisia va fermata ad ogni costo."

"Dimmi come", rispose secco Eron.

Selene evitò il suo sguardo.

"Non posso chiederti questo", mormorò lei con la voce spezzata.

Eron allungò una  mano verso il viso di Selene.

"Selene, ucciderei anche la regina per salvarti."

Un piccolo sorriso comparve sul volto di Selene, che stava ancora guardando in basso.

Eron si avvicinò alle sue labbra, ma Selene si scostò.

"Non voglio che sia questo il nostro ultimo bacio. Preferisco che mi ricordi ancora fresca e viva."

"Selene, giuro sul mio onore che non morirai per questa maledizione. La spezzerò oggi stesso", disse baciandole la mano. Poi le fece una carezza sul viso e uscì dalla stanza.

Dopo che si fu assicurata che Eron era lontano, Selene si alzò dal letto. Il sangue parve rifiorirle sul viso e lo sguardo assunse un'aria diversa. Si contemplò allo specchio e si lisciò i lunghi capelli. Poi fece una piroetta su se stessa e sorrise. Le piaceva quel corpo.

Poco dopo si udì un grido provenire dall'esterno.

"Artemisia, hanno colpito Artemisia!"

Selene uscì dalla stanza senza fretta e si avvicinò al capannello di gente che era accorsa, anche Archer era lì, oltre a Grimilde.

In quel momento una barella trasportò il corpo di Artemisia vicino a loro, dirigendosi alla casina di caccia.

"Oddio", fece Alia coprendosi la bocca.

D'improvviso Selene avvertì la presenza di Eron al suo fianco.

"Con chi era la reggente?" chiese il maestro d'arme.

"Era con lui", rispose Archer indicando Eron.

"Affatto, ero con Selene", rispose lui guardandolo in cagnesco.

"Selene, puoi confermare?", domandó Archer.

"No, io ero da sola."

Eron la guardò allibito. "Selene, eravamo in camera poco fa."

"Io in camera con un umile guardia come te? Non credo proprio. Anzi, ho sentito che discutevi l'altra sera con Alia del fatto che sarebbe molto semplice per lei rimpiazzare la reggente ora che è l'unica ad avere un monile."

Eron rimase senza parole.

"Basta così. Guardie, arrestate quest'uomo e Alia!", ordinó Archer.

Il maestro d'arme richiamó a sè alcuni soldati e insieme accerchiarono Eron.

"Selene... Cosa sta succedendo?", chiese lui cercando di sfuggire ai soldati.

"Devi dircelo tu", rispose lei, altera.

Alla fine il gruppo di uomini ebbe la meglio su Eron, probabilmente perché era ancora sotto shock per il comportamento di Selene. Lo immobilizzarono, per poi portarlo alle segrete.
Poco dopo fu il turno di Alia, che oppose resistenza più che altro con la voce.
Ginevra, una congregata di Bosco Dorato, protestó ma venne subito zittita dai soldati.
Si respirava un'aria di tempesta, solo Archer e Selene parevano rilassati.

"Dobbiamo avvisare la Regina!", disse Grimilde.

"La regina... Credete che alla regina importi qualcosa di noi? Ha forse mandato aiuto per sconfiggere la creatura?", chiese Selene.

Nella folla si generó un brusio. Intanto erano accorse altre persone, tra cui Diogene, che si posizionò vicino Grimilde.

Una risata malefica riecheggiò nell'aria.

"Questo  è ciò che accade quando un uomo si assoggetta ad una strega, evirandosi  completamente. Ho ordinato io al mio mantis di uccidere la reggente.  Ma prima che proviate a toccarmi, sappiate che qui è pieno di soldati  che mi appoggiano. Ricordate questo momento, perchè è l'alba di una  nuova era."

Irys, la strega di Leventis che possedeva un monile fece per lanciare un incantesimo verso Selene, ma ella se ne accorse e con un gesto della mano fece accartocciare su se stessa la ribelle, come aveva fatto già tante volte la creatura.

Le altre streghe di Leventis si avvicinarono alla compagna per cercare di alleviare il suo dolore.
Negli sguardi delle streghe serpeggió la paura.

Un numero consistente di uomini si distaccò dalla folla e si radunò attorno ad Archer.

"Selene, cosa sta succedendo?", le chiese Grimilde, incredula.

"Dovete  sapere che la notte della falce è un enorme bugia, e che c'è stato un  tempo in cui uomini e donne condividevano il dono della magia. Ma  un'antica regina, folle di rabbia per il tradimento di suo marito, sterminò tutti gli stregoni per far sparire ogni traccia di sangue  magico maschile", raccontò Selene con voce sicura. Era salita su un ceppo per fare in modo che tutti la udissero.

"Appare chiaro ormai che le streghe hanno il controllo  totale. Non esiste una sola carica di spicco che sia ricoperta da un  uomo. Lo squilibrio di potere è fonte di caos e frustrazione, non solo tra voi soldati, ma tra noi streghe stesse. Quello che è successo oggi ne è la prova. Una singola strega, ha costretto un uomo ad uccidere una Reggente. Capite quanto è disumano il rapporto che abbiamo con gli  uomini? Sono fatti solo per obbedirci e venerarci", concluse con fare drammatico.

Un brusio si levò dalla folla.

"Abbasso i mantis!", urlò qualcuno.

"Nondimeno,  i mantis sono l'unica occasione per gli uomini di incanalare magia. Ma  se vi dicessi che conosco un modo per distribuire la magia più equamente e liberarvi dal giogo delle streghe?"

"Cosa aspetti a dircelo, strega?", rispose un soldato.

"Con la morte di Artemisia, ho accumulato energia necessaria per rendere  alcuni di voi stregoni. Ovviamente la regina si opporrà a tale pratica,  per cui bisognerà marciare contro di lei."

Sui  visi dei presenti spuntarono espressioni molto diverse tra loro. Chi  era sul punto di piangere, chi rifletteva sulle parole appena udite e  chi accennava un sorriso.

"Non più mantis, ma stregoni. Non più schiavi, ma padroni" tuonarono i soldati attorno ad Archer.

Pian piano si unirono al coro altri soldati, che si fecero avanti.

"Diogene, tutto questo non è possibile...", sussurrò Grimilde all'orecchio del poeta.

"Selene non è in lei, deve essere posseduta dalla creatura o qualcosa di simile."

"Sì, ma perchè le danno ascolto?"

"Sta facendo leva sui tasti giusti. E possiede un arsenale magico e militare non indifferente", osservò l'uomo.

"Diogene, devi aiutarci. Devi avvisare la contessa, devi fare qualcosa!", lo implorò Grimilde.

Diogene  non se lo fece ripetere due volte e si allontanò di soppiatto per  raggiungere il suo cavallo, ma non appena ebbe montato Selene lo indicò e  lo fece braccare.

"Dove vai, tu? Sapevo che avresti opposto  resistenza. Non ti uccido solo perchè dovrai narrare di questo giorno."

"Se qualcuno non è d'accordo, non sarà obbligato a marciare con noi. Ma nessuno potrà allontanarsi dalla zona senza il mio permesso. Sappiate che ho occhi ovunque", annunciò Selene con un sorriso maligno.

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