Il bagno
Il grosso portone di mogano si aprì lentamente.
"Benvenute!", esclamò Archer.
I suoi capelli ricci ricadevano morbidi sulla fronte e una linea nera adornava la rima inferiore dei suoi occhi, facendo risaltare di più il blu delle iridi.
Indossava una tunica di seta dello stesso colore, adornata da ricami argentati di foglie stilizzate.
"Grazie dell'invito", risposero quasi all'unisono le streghe.
"Spero la mia casa sia di vostro gusto."
Selene staccó gli occhi da Archer per guardarsi in giro.
Non vedeva una casa del genere da prima della fuga.
I soffitti di volte a crociera, retti da alte colonne di pietra, erano affrescati minuziosamente con disegni di uccelli e vegetazione su un fondo azzurro.
Sulle pareti laterali invece campeggiavano enormi arazzi raffiguranti scene di guerra.
L'ampio soggiorno era arredato con casse di legno intarsiato e divani ricoperti di stoffa dorata.
Selene si convinse che il mestiere di Archer c'entrava poco con la sua ricchezza, doveva averla ereditata dalla sua famiglia.
Dietro di lui comparvero due ragazze pressapoco identiche, dalle umili vesti e con capelli bruni raccolti in una treccia.
"Non intendo in alcun modo offendervi, ma ho pensato che vi avrebbe fatto piacere. Ho fatto preparare per voi un bagno", disse Archer mettendo le mani sulle spalle delle servitrici.
"Jade e Amber saranno felici di aiutarvi."
Grimilde e Selene si guardarono negli occhi.
"Vi lascio nelle loro mani", aggiunse Archer prima di congedarsi.
Le due serve si fecero porgere le borse e i mantelli delle streghe e li misero via. Poi le accompagnarono verso il bagno.
Nella stanza vi era una grande vasca di legno da cui esalavano vapori. Il profumo nell'aria era soave e l'acqua era cosparsa di petali di rose.
"Selene... Non so cosa tu abbia fatto a quest'uomo ma ti prego di insegnarmelo."
Selene avvampò. Effettivamente la gentilezza cominciava ad essere eccessiva.
Nonostante ciò, decise di goderne e di non rimuginarvi troppo sopra.
"Grimilde, non essere indiscreta", sussurrò Selene lanciando un'occhiata alle servitrici.
"Parlate la nostra lingua?", chiese Grimilde.
Amber e Jade rimasero in silenzio. Grimilde alzò le spalle.
"Parla pure", fece slacciandosi la cintura. Subito Jade accorse in suo aiuto.
"Posso fare da sola" disse Grimilde cercando di farsi capire a gesti.
"Credo sia solo attirato dal mio essere riservata" ipotizzò Selene togliendosi i gioielli.
"Ah, fai quella difficile... Trucco da manuale", rispose la sua amica mentre si toglieva le scarpe.
"No, non credo in quel senso. Penso solo voglia conoscermi" affermò Selene mentre Amber l'aiutava a slacciarsi il vestito.
"Certo, e per farlo è necessario un bagno tra petali di rosa."
"Devo ammettere che è esagerato... Ma mi ha detto più volte che non mi vede in quel modo."
Selene si sfilò la biancheria e si affrettò ad entrare nella vasca.
"Ah, Selene... Come puoi essere così tonta non me lo spiego proprio", disse Grimilde mentre si toglieva gli ultimi indumenti. Prima di entrare nell'acqua si guardò un attimo allo specchio ed Selene non riuscì ad evitare di fare lo stesso.
Osservò le sue curve morbide e invitanti, poi distolse lo sguardo.
"Non sono tonta, è che non voglio pensare che giri tutto intorno a quello. Inoltre, non mi sembra possibile che lui faccia tutto questo solo per condividere il letto con me", confessò Selene stringendosi le ginocchia al petto mentre Grimilde entrava nell'acqua.
"Mi spiace deluderti, ma dalla mia esperienza funziona proprio così. Potrebbe anche darsi che il mostro brama quel cuore perché apparteneva alla donna che non gli si è mai concessa. Ma non è un male. Intorno cosa preferisci che giri? Ai soldi? Alla guerra? Anzi. Forse è così. Tutto ciò che vogliamo davvero è il potere, e anche il sesso è una forma di potere", asserì Grimilde abbandonando la testa nell'acqua. I suoi capelli si disposero intorno alla sua testa come raggi di sole infuocato.
"Ora mi dirai di nuovo che sono tonta, ma è questo ciò che non voglio pensare. Non potrebbe basarsi tutto sull'amore, piuttosto? Sulla lealtà, sull'amicizia", suggerì Selene facendosi sempre più piccola.
Grimilde alzò gli occhi al cielo. Si immerse nell'acqua completamente per poi uscirne con i capelli tutti tirati indietro come una sirena.
"Come facciamo ad essere amiche non me lo spiego proprio", osservò Grimilde mentre Jade le massaggiava il cuoio capelluto.
"Sarà che ci bilanciamo. Io mitigo il tuo essere stronza e tu il mio essere tonta", disse Selene facendo scoppiare a ridere la sua amica. Intanto anche Amber le aveva insaponato i capelli e glieli stava districando con un pettine d'osso.
"Mi sembra esatto."
"Comunque, non posso credere che per te il mondo sia così puro. Davvero non pensi costantemente al sesso? Alla fine, l'amore non è altro che una sublimazione del sesso. Un inganno della natura per spingere l'uomo a riprodursi. Meglio capirlo subito e arrivare al nocciolo."
Selene si strinse le braccia al petto. Le vennero in mente il corpo di Eron e il suo avvinghiati, il suo odore, le sensazioni che aveva provato. Ed effettivamente quei pensieri facevano capolino nella sua testa parecchie volte al giorno, ma si vergognava a raccontarlo a Grimilde.
Moriva dalla voglia di farlo per vedere la sua reazione e per avere qualcuno a cui riversare addosso tutto, ma allo stesso tempo si vergognava del fatto che Eron volesse celarlo e che era stato con lei poco prima.
"Sì...Ci penso... Ma non baserei mai il mio rapporto con una persona su questo."
"Mhh...", rispose Grimilde scettica. "Ne sei sicura?"
Selene la guardò stupita.
"Cosa vuoi insinuare?"
"Non so, a volte mi sembra che tu ed Eron non abbiate nulla in comune se non la voglia di saltarvi addosso."
Selene arrossì di nuovo. In quel momento Amber le fece segno di alzarsi per insaponarla.
Selene cercò di dirle che poteva fare da sola ma la serva non volle saperne.
"Ma di che parli? Forse che abbiamo poco in comune è vero, ma perché credi ci sia del desiderio?"
Chiese mentre Amber le passava la spugna su tutto il corpo.
"Non sono cieca. Vedo come vi guardate", sentenziò Grimilde mentre riceveva lo stesso trattamento.
Selene rimase in silenzio per un attimo.
"Non stai negando...", disse Grimilde. "Allora è vero che vuoi saltargli addosso!"
"Beh, forse è vero che lui mi piace. Ma non il suo aspetto. E' una persona molto sensibile, ma non lo fa vedere."
"Ora, dire che non ti piaccia il suo aspetto mi sembra una grandissima stronzata", disse Grimilde ridendo.
È vero, il suo aspetto aiuta...", ammise Selene. In quel momento Amber le versò dell'acqua pulita addosso per sciacquarla. Poi le porse un telo per asciugarsi e l'aiutò a legarselo addosso.
Le due serve cosparsero le streghe di unguenti e profumi, poi asciugarono i loro capelli in boccoli usando un ferro caldo.
Infine porsero loro dei vestiti splendidi, finemente lavorati.
Li indossarono in silenzio, accarezzandone la morbida stoffa e contemplando la magnifica fattura.
Jade si avvicinò a Grimilde per stringere il corsetto del suo abito verde scuro.
Nel frattempo Amber stava chiudendo il vestito bordeaux di Selene con una fila di piccoli bottoni sulla schiena.
La strega sollevó le braccia per osservare le ampie maniche del suo vestito bordeaux.
Poi fece un giro su se stessa per vedere l'ampia gonna sollevarsi e formare un cerchio perfetto.
Grimilde si avvicinò a Selene per tirarle giù leggermente lo scollo a barca che le scopriva solo le clavicole .
Poi guardò la scollatura a V del suo vestito e indicó a Jade di stringerle ancora il corsetto per far risaltare di più le sue forme.
"Selene, non ho mai indossato nulla del genere... Mi sento quasi un'altra persona"
"Puoi sempre rimetterti i tuoi abiti", rispose Selene, ironica.
"No, no... Farò questo sacrificio."
Le streghe si diressero verso il salotto dove Archer le aspettava seduto vicino al camino, con un libro in mano.
Non appena le vide lo richiuse senza neanche badare alla pagina dove era rimasto.
Si alzò in piedi e andò loro incontro.
"Siete incantevoli", disse con sguardo ammaliato.
"Grazie", rispose Selene abbassando il capo.
"Lo sappiamo", fece invece Grimilde guardandolo sicura di sè.
"Fate una piroetta per me!"
Le due streghe lo accontentarono ridendo.
"Oh, e quali effluvi emanate. Spero la toeletta sia stata piacevole."
"Magnifica!", esclamò Selene.
"Ci voleva proprio", sentenziò Grimilde.
"Prego, accomodatevi pure."
I tre presero posto alla lunga tavola.
Al centro campeggiavano due candelabri dorati adagiati su una tovaglia rossa ricamata con filo d'oro.
Davanti a loro c'erano piatti di porcellana dipinta, posate d'argento e bicchieri di cristallo.
Anche il resto della stanza non mancava di opulenza.
Ai lati c'erano casse di legno levigato su cui poggiavano statue di marmo.
Selene arrossì nel guardarle. Raffiguravano donne seminude o nell'atto di coprirsi.
La giovane non aveva mai visto opere del genere, le poche statue che aveva visto erano ritratti funebri per il cimitero.
Le pareti della stanza erano affrescate con lo stesso motivo dell'ingresso.
In un angolo della sala troneggiava un clavicembalo, strumento che i suoi genitori avevano tentato di insegnarle a suonare con scarsi risultati.
"Ebbene, ditemi di più della vostra vita" fece Archer.
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