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Capitolo 8.

Capitolo 8.

La mattina dopo, Thomas, fu il primo a svegliarsi.

Leonard dormiva sereno e nel sonno si era avvicinato un po' di più a lui sorprendendolo non poco, ma si affrettò a controllare che il suo braccio e la sua gamba fossero messe in modo da non fargli male.

Notando che erano messe bene sorrise sistemandogli meglio le coperte sopra per poi donargli una dolcissima carezza.

La nonna del ragazzo che passava davanti alla porta si fermò su la soglia: «Buongiorno, Thomas»

«Buongiorno, signora» rispose lui distogliendo solo per un attimo lo sguardo da Leonard.

«Posso prepararti qualcosa per colazione?» chiese lei con dolcezza.

Il ragazzo le sorrise arrossendo imbarazzato dicendo: «Preferirei aspettare che si risvegli anche Leonard in modo di mangiare insieme»

La donna sorrise tranquillamente: «Va bene»

Si diresse poco dopo in cucina dove si mise ai fornelli.

Leonard si mosse lentamente tra le coperte, Thomas, si avvicinò al suo collo posandoci sopra dei piccoli baci.

Il ragazzo mugugnò a quei tocchi spostando la testa di lato: «Thomas... no...»

«Cosa no, Leonard?» gli chiese con un dolcezza sussurro: «Voglio solo risvegliarti dolcemente lasciandoti un piccolo segno sul collo»

Lentamente, Leonard, aprì gli occhi portando la mano sana tra i suoi capelli esponendogli un po' di più il collo: «Non lasciarmi un segno troppo grande...»

«Non lo farò...» gli sussurrò all'orecchio lui con dolcezza riprendendo da dove si era fermato.

Quelle tenerezze fecero rilassare, Leonard, ma qualcosa di nuovo si mosse in lui andando a scaldare il suo corpo in modo anomalo andando a concentrarsi tra le sue gambe.

Non voleva dire niente a Thomas, ma quando quest'ultimo gli mordicchiò la pelle del collo sussultò lasciandosi scappare un piccolo gemito sorpreso che soffocò mordendosi il labbro.

Il ragazzo si allontanò di poco: «Tutto bene?»

«Credo di sì...» ammise lui mordendosi il labbro arrossendo imbarazzato.

«Sicuro?» gli domandò posando la mano sul suo petto facendola scorrere fino al suo addome per poi farla risalire.

A quella carezza, Leonard, sospirò per poi ammettere: «Mi sento strano...»

«Strano in senso positivo o negativo?» gli domandò lui cercando di capire al meglio come comportarsi e cosa dovesse fare.

«Positivo credo...» ammise mordendosi il labbro.

«Ci alziamo per andare a fare colazione?» gli chiese con dolcezza lui mettendosi seduto tra le coperte.

Leonard lo prese per il polso fermandolo: «Aspetta!»

«Cosa succede?» gli chiese perplesso.

«Io...» si morse il labbro non sapendo come spiegarlo, ma Thomas l'osservò attentamente notando che come l'aveva scoperto aveva un rigonfiamento piuttosto esplicito tra le gambe.

Il ragazzo non disse niente, ma lo coprì per celare quello che stava succedendo: «Vuoi che ti lasci da solo?»

«Io non so come fare...» ammise nascondendo lo sguardo con il braccio sano.

Thomas gli posò un bacio su le labbra, il tocco tenero e dolce delle sue labbra fece spostare il braccio al ragazzo così lo tranquillizzò dicendogli con dolcezza: «Posso farlo io per te, se non lo trovi troppo imbarazzante»

«Sarebbe più imbarazzante muovermi e farmi scappare qualche suono che porta a domande altrettanto imbarazzanti» ammise lui guardandolo negli occhi nonostante il volto arrossato.

Thomas con delicatezza si mise disteso vicino a lui accarezzandogli lentamente il petto e l'addome per poi portare la mano fino all'elastico del pantalone che indossava.

Con delicatezza fece passare la mano oltre l'elastico del pantalone e dell'intimo del ragazzo afferrando la sua erezione con delicatezza iniziando a muovere la mano con gesti lenti e sicuri.

Leonard si morse il labbro per non lasciarsi scappare qualche gemito.

Thomas gli mordicchiò delicatamente il lobo dell'orecchio sussurrandogli: «Puoi farmi sentire la tua voce?»

«No...» ansimò lui lasciandosi scappare un piccolo gemito.

«Sei carinissimo...» gli sussurrò all'orecchio lasciandogli dei piccoli baci sul collo per farlo rilassare.

Alcuni minuti dopo il ragazzo si riversò tra le sue dita sorpreso borbottando: «Scusa... non volevo...»

«Va tutto bene. Ti senti meglio?» gli domandò Thomas curioso spostando la mano da sotto i suoi vestiti.

«Sto bene. Cosa mi è successo di preciso?» gli chiese Leonard perplesso.

«È stata colpa mia. I miei tocchi hanno stimolato il tuo corpo portandolo ad avere un'erezione» rispose il ragazzo spiegandogli la situazione.

«Ah...» si limitò a dire Leonard.

«Dai ti aiuto ad alzarti. Dovrai cambiarti i vestiti e metterli a lavare dopo questo» disse Thomas rubandogli un bacio.

Il ragazzo lo guardò seriamente: «Tu non hai problemi?»

Thomas scosse la testa negando per poi dire: «Io posso fare da solo quindi non preoccuparti troppo. Meglio fare un passo alla volta e poi non voglio farti muovere troppo»

Leonard sbuffò alla sua risposta: «Pensi che io sia una signorina impressionabile?»

«No, ma avrai tempo per divertirti con il mio corpo appena ti bloccheranno il braccio e la gamba con il gesso. Prima che tu stia al sicuro da movimenti sbagliati non mi farò toccare» gli rispose lui baciandolo con dolcezza per poi alzarsi dal letto e aiutarlo a fare la stessa cosa dopo essersi pulito la mano con un fazzoletto che gettò nel cestino.

Solo dopo averlo fatto mettere comodo su la sedia a rotelle e aver cercato per lui dei vestiti puliti per la giornata glieli mise su le gambe: «Se ti serve aiuto per cambiarti non esitare a chiedere»

«Lo so...» rispose lui arrossendo imbarazzato chiudendo la porta una volta che fu da solo in bagno.

Con calma si tolse i vestiti anche se con molta fatica stando attento a non farsi male, si lavò per poi asciugarsi e solo dopo si vestì, ma doveva legare i pantaloni e chiudere la cerniera della felpa per stare al caldo: «Thomas, sei lì?»

«Sì, Leonard» rispose lui senza pensarci due volte.

«Potresti aiutarmi? Non riesco a legare i pantaloni e chiudere la felpa» disse senza giri di parole.

Il ragazzo varcò la soglia del bagno avvicinandosi a lui legandogli il pantalone e poi la cerniera della felpa rubandogli l'ennesimo bacio.

Leonard sorrise mestamente quando si allontanarono chiedendogli: «Thomas, tu faresti qualcosa con me?»

«Se intendi sul punto di vista sessuale posso risponderti di sì, ma farei anche molte altre cose» disse semplicemente il ragazzo accarezzandogli con dolcezza il volto.

A quelle parole, Leonard, sorrise sentendosi sollevato, ma una vocina nella mente gli disse: Quando vedrà le tue cicatrici non ti vorrà nemmeno toccare...

«Tu mi toccherai quando vedrai tutte le mie cicatrici?» gli domandò senza riuscire a trattenersi.

«Non m'interessano i segni del passato sul tuo corpo, ma tu» disse semplicemente lui sorridendogli con dolcezza.

Poco dopo lo accompagnò in camera allontanandosi qualche minuto per potersi rinfrescare e vestire, ma soprattutto risolvere il problema della sua erezione pensando: Certo che riesce proprio a risvegliare i miei ormoni. Era davvero carino così imbarazzato per una cosa del tutto normale. Voglio vederlo ancora in quello stato, ma prima devo risolvere il problema delle sue paure...

Una volta pronto tornò da Leonard per poi raggiungere insieme la cucina dove fecero colazione.

Solo dopo aver terminato tornarono in camera per poter finire i compiti per poi mettersi a lavorare insieme sul progetto del ragazzo discutendo sul materiarle da usare, ma soprattutto di dove potessero trovarlo senza spendere un occhio della testa.

Dopo qualche minuto Thomas disse: «Proverò a chiedere a qualche mio compagno di squadra. Forse avranno una mezza idea di dove posso trovare tutto il materiale a buon prezzo»

«Ti ringrazio» rispose lui sorridendogli continuando a scrivere appunti sul quaderno e su un foglio a parte dove stava scrivendo l'elenco dei materiali.

Per tutto il resto della giornata rimasero insieme portandosi avanti entrambi con tutto quello che restava loro da fare per il resto della settimana.


Un mese dopo....

Era un mese ormai che, Leonard, portava il gesso al braccio e alla gamba.

In quel periodo si era visto con Thomas, Kevin, Derek, Simon e Victor creando un legame con loro.

Quella mattina era nella terrazza della sua stanza che scriveva al pc una ricerca per la scuola allegandoci diverse foto per poi poterla studiare con calma in modo che se ci fosse stata una qualche verifica orale poteva darla tranquillamente tramite videochiamata.

Per quanto non poteva andare a scuola aveva iniziato a dare le interrogazioni in quel modo con i vari professori.

In quel momento il telefono posato al suo fianco suonò segnando l'arrivo di un messaggio:


To: Kevin: Ciao, Leonard. Potrei venire a casa tua per parlare di una cosa importante?

To: Leonard: Certo. Puoi venire quando vuoi. Stavo terminando la ricerca di chimica e ho bisogno di distrarmi un po'

To: Kevin: Va bene. Ti porto dei biscotti fatti da Erika

To: Leonard: Ringraziala da parte mia


Non aspettò risposta sapendo che l'amico sarebbe arrivato in pochi minuti per questo vedendo la nonna in giardino sorrise: «Nonna, tra qualche minuto dovrebbe arrivare Kevin»

«Va bene. Gli dico che lo aspetti in terrazza non preoccuparti» rispose lei sorridendogli riprendendo a stendere i vestiti.

Leonard salvò nuovamente il suo lavoro per poi mandarlo in stampa.

Kevin arrivò a casa del ragazzo grazie a un passaggio da parte della madre che stava andando a fare la spesa con la piccola Erika.

Sceso dalla macchina entrò nel giardino e vedendo la nonna dell'amico sorrise: «Buongiorno, signora»

«Buongiorno, Kevin. Leonard ti aspetta nella sua stanza in terrazza» disse lei sorridendogli con dolcezza.

«Lo raggiungo subito» rispose lui raggiungendo l'abitazione varcandone la soglia, salutò con un cenno della mano il nonno dell'amico per poi raggiungerlo in camera.

Leonard vedendolo sorrise: «Ciao, Kevin. Per favore potresti portarmi i fogli che ho stampato?»

«Certo...» rispose lui prendendo i foglio posandoli solo un attimo per togliersi lo zaino dalle spalle mettendolo su una sedia.

Solo dopo lo raggiunse porgendogli le fotocopie: «Cosa sono?»

«Sono i fogli della ricerca di chimica. L'ho stampata per rileggerla con calma e vedere se devo aggiungere o meno qualcosa» ammise lui spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio: «Come posso aiutarti?»

Kevin si mise seduto vicino a lui incrociando le braccia sul tavolo per poi posarci contro la testa borbottando: «Voglio dire a Victor che mi piace, ma non ho il coraggio per farlo»

Leonard sorrise immergendo le mani tra i suoi capelli: «Non è facile, ma che ne dici di uscire con lui e appena siete soli dirgli la verità?»

«Non so cosa dirgli per invitarlo a uscire...» ammise lui nascondendo il volto alla sua vista.

«Potresti dirgli che vorresti andare al mare con lui a cercare qualche conchiglia. Non volevi fare un regalo a tua sorella? Io ho in mente una cosa, ma con questa sedia non posso andare da nessuna parte e in spiaggia ancora peggio» ammise lui sorridendogli.

«Hai ragione!» esclamò Kevin sorridendo felice: «Non ci avevo pensato!»

In quello stesso momento un messaggio gli arrivò sul telefono facendolo suonare per questo lo prese aprendolo:


To: Victor: Kevin, sei a casa? Ho bisogno di vederti

To: Kevin: Sono a casa di Leonard, ma posso tornare a casa subito

To: Victor: Non importa sono a due isolati da casa di Leonard. Posso avvicinarmi io da voi

To: Kevin: Va bene. Ti aspettiamo


Mise via il telefono borbottando: «Victor sta venendo qui. Adesso sono agitato»

«Tranquillo. Andrà tutto bene» rispose lui senza giri di parole.

Alcuni minuti dopo, Victor, era comodamente appoggiato alla terrazza della stanza di Leonard che li osservava sorridendo: «Si sta davvero bene qui al caldo del sole»

Leonard portò lo sguardo su di lui: «Non ci raggiungi, Victor?»

«Potrei venire da voi, ma prima volevo sapere se Kevin vuole venire con me al mare» ammise lui sorridendo appoggiandosi comodamente al parapetto della terrazza.

«Stavo per chiederti io di andare al mare» ammise il ragazzo arrossendo imbarazzato.

«Ma davvero?» gli chiese con dolcezza guardandolo spostandosi una ciocca di capelli dal volto leccandosi leggermente le labbra.

A quel suo gesto, Kevin, arrossì imbarazzato mentre si alzava dalla sedia sul quale si era seduto raggiungendolo andando a mettere la mano tra i suoi capelli senza distogliere lo sguardo dal suo.

Victor ricambiò quello sguardo portando la mano su la sua afferrandola per poi posarci sopra un bacio: «Andiamo, piccolo Kevin»

«Sì...» rispose lui senza giri di parole per poi guardare Leonard: «Ti dispiace se...»

«Su vai con lui e cerca di farti coraggio» rispose il ragazzo senza pensarci due volte.

Kevin sorrise alle sue parole e poco dopo lasciò casa dell'amico raggiungendo Victor per poi andare via con lui.

Il ragazzo era arrivato a piedi, ma per andare al mare presero la moto di quest'ultimo avvicinandosi solo qualche minuto a casa sua.

Presa la moto salirono in sella e partirono per il mare.

Arrivati a destinazione, Victor, fermo la moto nel parcheggio adatto scendendo in spiaggia. Kevin si tolse le scarpe per poter camminare a piedi nudi su la sabbia calda seguito poco dopo dall'amico.

«Ti va di aiutarmi a cercare delle conchiglie per fare un regalino a Erika?» gli domandò mordendosi il labbro.

«Certamente. Ti aiuto volentieri, ma poi sono curioso di vedere cosa vorrai creare» ammise lui sorridendogli.

Il ragazzo sorrise arrossendo imbarazzato: «Io non sono bravo, però, Leonard mi ha detto che mi aiuterà per quello che ho in mente»

«Molto bene. Adesso mi hai incuriosito ancora di più» ammise lui mentre camminavano tranquillamente fermandosi ogni tanto per raccogliere qualche conchiglia.

A ora di pranzo avevano raccolto un bel sacchetto di conchiglie che Victor andò a mettere nello scompartimento sotto il sedile della moto in modo da non portarselo dietro e solo dopo andarono verso un locale per poter mangiare qualcosa.

Kevin prima di entrare nel locale lo prese per il polso dicendo: «Victor, devo dirti una cosa...»

Il ragazzo posò la mano su la sua sorridendogli portandolo nel vicolo al fianco del locale bloccandolo contro il muro: «So cosa vuoi dirmi. L'ho capito dal tuo modo di fare»

«Davvero?» gli chiese lui arrossendo imbarazzato.

Victor gli accarezzò dolcemente il volto: «Il tuo arrossire ogni volta che ti sorrido o parlo, la tua preoccupazione nei miei confronti quando mi vedi troppo silenzioso. Il tuo comprendermi al volo senza che io dica una parola...» s'interruppe per un attimo aggiungendo: «I tuoi sentimenti sono pienamente ricambiati»

Ci furono pochi minuti di silenzio tra di loro, ma poi Victor posò le labbra su le sue in un tenero tocco per poi leccargliele leggermente chiedendo l'accesso a essa che ottenne poco dopo coinvolgendolo in un bacio che di casto non aveva niente. Si separarono solo per mancanza di ossigeno restando per un attimo in silenzio, ma poi Victor disse: «Andiamo a mangiare, adesso»

«Sì...» rispose Kevin con un sussurro cercando di riprendersi un attimo da tutte le sensazioni che l'avevano scosso profondamente.

Poco dopo entrarono nel locale dove ordinarono qualcosa da mangiare per poi sedersi a uno dei tavoli aspettando che la loro ordinazione fosse pronta.

Il cameriere andò a portare loro quello che avevano richiesto e poco dopo si misero a mangiare.

Il silenzio tra di loro era piacevole, non era pesante e fastidioso, ma era dolce e accogliente allo stesso tempo.

Al termine del pasto, Victor, pagò il conto per entrambi e solo dopo lasciarono l'edificio tornando alla moto.

Una volta in sella andarono a casa di Leonard che dopo aver pranzato si era messo nuovamente a lavorare sul suo progetto. Era a buon punto, ma doveva assemblarlo e controllare che funzionasse in ogni sua parte.

Un po' a fatica si mise a cercare in camera quello che serviva, ma nella cassettiera presente nella sua stanza mancavano alcune cose che potevano servirgli per questo si passò la mano tra i capelli: Mi mancano sul serio delle cose...

Prese il telefono dalla tasca mordendosi il labbro scrivendo a Thomas:


To: Leonard: Ciao, Thomas. Cosa fai?

To: Thomas: Ciao, Leonard. Abbiamo appena terminato di parlare della nuova partita di basket. Mi chiedevo se potevi aiutarmi come l'ultima volta.

To: Leonard: Si posso aiutarti. Prima di venire a casa potresti passare a comprarmi delle cose per il progetto. Ormai sono pronto per assemblarlo

To: Thomas: Mandami la lista di quello che ti serve e vado a prenderle per te


Leggendo quel messaggio sorrise con dolcezza.

Non vedeva l'ora di stare con il ragazzo per un po' sapeva che era stato impegnato tra lo studio e il suo sostituirlo nei lavori part-time, però, gli era mancato e passare poco tempo con lui lo logorava moltissimo.

Scrisse la lista a Thomas inviandogliela poco dopo.

Ricevuto il messaggio il ragazzo sorrise per poi lasciare la palestra andando a prendere tutto l'occorrente elencato nella lista per poi raggiungere casa di Leonard nello stesso momento in cui arrivavano anche Victor e Kevin.

I tre si diressero all'entrata dell'abitazione suonando al campanello.

Il nonno del ragazzo aprì la porta sorridendo facendosi da parte per farli entrare: «Leonard è nella sua stanza»

«Grazie, signore» rispose Thomas dirigendosi verso la stanza del ragazzo.

Varcata la soglia sorrise avvicinandosi a lui dandogli un dolcissimo bacio che Leonard ricambiò immergendo la mano tra i suoi capelli.

Quando si allontanarono, Thomas, posò il sacchetto con le cose che aveva comprato sul tavolino: «Come ti senti, Leonard?»

«Sto bene. Ero solo preoccupato per te. Hai lavorato tantissimo ed eri sempre stanco» ammise lui accarezzandogli il volto.

Al suo tocco delicato chiuse gli occhi inginocchiandosi davanti a lui per poi posare la testa su le sue gambe: «Scusa. Vorrei stare con te più tempo»

«Non importa. Mi basta anche solo un messaggio per sapere come va la tua giornata» rispose lui accarezzandogli con dolcezza i capelli.

Thomas si rilassò, ma poi gli chiese: «Puoi aiutarmi con quella cosa che ti ho chiesto?»

«Certo, ma adesso riposati un po'» rispose lui sorridendogli con dolcezza.

Il ragazzo si spostò dalla sua posizione andando a distendersi sul letto addormentandosi subito dopo aver posato la testa sul cuscino.

Leonard guardò Victor chiedendogli: «Potresti mettergli quella coperta sopra?» gli indicò l'oggetto posato ai piedi del letto.

«Sei molto preoccupato per lui?» gli chiese a sua volta il ragazzo sorridendogli con dolcezza coprendo l'amico.

«Non voglio che stia male per seguire il mio ritmo» ammise sorridendo mestamente.

«Non preoccuparti. Lo stiamo aiutando anche noi» disse Victor scompigliandogli i capelli: «Allora cosa devi fare di così importante per il nostro bello addormentato»

«Adesso lo vedrai» rispose lui tranquillamente mettendosi ad armeggiare la pc aprendo il programma che aveva usato la prima volta facendo partire un video della squadra contro il quale doveva giocare Thomas.

Il programma lavorò diversi minuti per poi mandare automaticamente in stampa i risultati degli schemi di gioco usati assieme ai punti di forza e le debolezze degli altri giocatori.

Kevin recuperò i fogli dalla stampante porgendoglieli.

«Grazie, Kevin» disse tranquillamente lui sorridendogli mentre sistemava i fogli da una parte per poi dire: «Adesso lavoriamo sul regalo per tua sorella, ma per farlo ci servono delle cose che si trovano tranquillamente in quel mobile»

Gli indicò il mobile sorridendogli, Kevin spinse la sedia dell'amico fino al mobile permettendogli di scegliere tutto quello che serviva loro.

Solo dopo tornarono al tavolo dove si misero al lavoro.

Leonard diede indicazioni ai due amici su come assemblare quello che sarebbe stato il regalo per la piccola Erika.

Alla fine Leonard controllò che funzionasse e sorrise quando una dolcissima melodia uscì dalla scatola: «Molto bene. È perfetto»

«Credi che le piacerà?» chiese Kevin preoccupato.

«Hai creato tu questo regalo e lo hai decorato con le conchiglie. Sono certo che lo adorerà» disse tranquillamente lui.

«Ti ringrazio per avermi aiutato» disse Kevin sorridendo con dolcezza.

«A me non mi ringrazi?» gli domandò Victor guardandolo piuttosto offeso.

Il ragazzo si morse il labbro, ma poi prese coraggio avvicinandosi a lui baciandolo timidamente.

Quando si allontanarono mantenne la testa basta per nascondere l'imbarazzo, ma Leonard gli scompigliò i capelli dicendo: «Sono felice per te»

«Davvero?» gli domandò sorpreso Kevin.

«Te l'ho detto che dovevi solo farti coraggio» gli rispose lui tranquillamente.

Il telefono di Thomas suonò e Leonard si avvicinò a lui spingendo lentamente la sedia per poi allungarsi e prendergli l'oggetto dalla tasca rispondendo al telefono: «Pronto?»

«Leonard?» chiese la voce dall'altra parte del telefono.

«Sì, allenatore. Thomas arriverà tra qualche minuto in palestra» disse lui guardando il ragazzo che ancora dormiva.

«Capisco. Lo aspettiamo per la partita» disse lui per poi chiudere la chiamata. Leonard scosse la testa alzandosi lentamente dalla sedia, grazie al gesso sentiva meno dolore se si caricava su la gamba, mettendosi seduto sul letto andando a posare dei piccoli baci sul collo del ragazzo.

Thomas si morse lasciò scappare qualche piccolo gemito di piacere risvegliandosi lentamente: «Leonard...»

«Thomas, ha chiamato l'allenatore. Ti aspettavo in palestra» disse con dolcezza.

«Posso dormire qui stanotte?» gli domandò passandosi una mano su gli occhi cercando di svegliarsi.

«Puoi restare tutte le volte che vuoi» gli rispose lui abbassandosi dandogli un tenero bacio.

Il ragazzo immerse la mano tra i suoi capelli coinvolgendolo in un altro bacio.

Quando si allontanarono Thomas si mise seduto tra le coperte: «Ti andrebbe di venire a vedere la partita?»

«Va bene. Ho bisogno di passare un po' di tempo con te» disse lui sorridendogli afferrando con la mano la sedia per potersi alzare dal letto e sedersi comodamente su di essa.

Thomas lo prese per il polso scuotendo la testa alzandosi dal letto per poi sorreggerlo aiutandolo a fare quella semplice azione: «Mi dispiace non essere riuscito a starti vicino più tempo»

«Dai, Thomas. Ti rifarai stasera» disse lui sorridendogli con dolcezza.

Poco dopo aver preso tutti i fogli stampati da Leonard lasciarono la stanza.

La nonna del ragazzo vedendoli sorrise: «Leonard, stai uscendo?»

«Sì. Vado alla partita di Thomas poi torniamo qui» rispose lui sorridendole tranquillamente.

«Va bene. Non prendere freddo» disse lei sorridendogli: «Preparo qualcosa di energetico per la cena così Thomas avrà un po' di energie extra»

Leonard arrossì imbarazzato alle parole della nonna ripensando a quello che si erano ripromessi il mese prima, ma poco dopo uscirono di casa.

Dopo diversi minuti raggiunsero la scuola, ma dato che ancora nessuno degli altri studenti era arrivato andarono in palestra.

Leonard si morse il labbro stringendo il pugno e Kevin diede una leggera gomitata a Thomas sul fianco facendogli un cenno con la testa.

Prima di entrare in palestra il ragazzo si fermò davanti all'entrata dicendo: «Va tutto bene. Chiederò all'allenatore di farti restare vicino a lui, se qualcosa ti preoccupa»

«Non voglio disturbare...» ammise lui mordendosi il labbro.

«Non preoccuparti sono certo che per lui andrà bene e poi devi spiegarci la strategia che vuoi farci usare contro la squadra avversaria» disse lui incoraggiandolo.

Poco dopo entrarono in palestra.

L'allenatore e i compagni di squadra si voltarono a guardarli, ma Thomas scosse la testa facendo loro cenno di stare tranquilli e non pressare Leonard. Con calma spinse la sedia raggiungendoli dicendo: «Mister, Leonard può restare qui vicino?»

«Certo. Non ci sono problemi potrebbe dare consigli utili vedendo la partita» ammise l'uomo.

Leonard tenendo stretti i fogli al petto disse: «Posso farlo anche adesso...» 

«Davvero?» chiese uno dei ragazzi spronandolo con la sua semplice domanda a dire quello che aveva ideato.

Aiutato da Thomas spiegò loro quello che dovevano fare per poi lasciare i fogli all'allenatore che li mise nella sua cartellina dove teneva i vari schemi di gioco della squadra.

Una decina di minuti dopo arrivarono i giocatori avversari e la partita iniziò.

Al termine della partita, Thomas, si avvicinò a Leonard sedendosi praticamente davanti a lui appoggiando la testa contro le sue ginocchia: «Come ti è sembrata la partita?»

«Mmh... non lo so...» rispose lui facendo il vago.

«L'hai almeno guardata?» chiese lui sorridendo malizioso.

In tutta risposta il ragazzo arrossì imbarazzato e prese l'asciugamano gettandolo su la faccia di Thomas rispondendo: «Certo che sì»

A quella reazione i compagni di squadra di Thomas ridacchiarono divertiti nel vedere il loro capitano preso in giro in quel modo.

«Ehi!» esclamò indispettito lui levandosi l'asciugamano dalla faccia, ma Leonard si mosse quel tanto che riusciva a fare per chiudergli la bocca con la sua allontanandosi poco dopo voltandosi dall'altra parte per mascherare il suo imbarazzo.

Thomas ne rimase sorpreso, ma poi sorrise alzandosi da terra scompigliandogli i capelli: «Ti accompagno a casa»

«Ma dovresti lavarti e cambiarti...» constatò lui aggiungendo: «Non voglio che ti prendi il raffreddore per essere uscito sudato da qui»

«D'accordo allora ti lascio nelle mani di Kevin e Victor mentre mi preparo» disse lui vedendo gli amici raggiungerli in campo. 

I due ragazzi raggiunsero Leonard sorridendo: «Lo sai vero che hanno visto tutti il vostro bacio?»

«Beh non penso l'abbiano visto bene» constatò Thomas per poi baciare nuovamente il ragazzo lasciandolo senza fiato raggiungendo gli spogliatoi dove si lavò e cambiò gli abiti.

Solo quando fu pronto tornò da loro e lasciarono la palestra.

Senza indugiare lasciarono si avviarono fuori dal cortile del giardino scolastico per poi separarsi.

Kevin andò a casa con Victor per dare il regalo alla sorella, Thomas andò a casa di Leonard.

Una volta a destinazione si fermarono per poter mangiare tranquillamente in compagnia dei nonni del ragazzo e solo dopo averli salutati andarono in camera.

Thomas aiutò Leonard a mettersi tra le coperte e indossare il pigiama per poi raggiungerlo, dopo essersi cambiato a sua volta, abbracciandolo con dolcezza: «Ti sei divertito oggi?»

«Mi è piaciuto cambiare aria e vedere la tua partita» ammise lui nascondendo il volto contro il suo collo.

«Cosa vorresti fare al momento?» gli chiese accarezzandogli dolcemente la schiena.

«Io vorrei provare a fare qualcosa di più per il nostro legame fisico» ammise lui stringendo tra le dita la maglia del ragazzo.

Thomas sorrise intenerito da quella sua richiesta: «Va bene, Leonard. Possiamo provare a fare qualcosa insieme, ma prima vorrei vedere qualcosa con te per capire come muovermi senza farti del male»

«Va bene» ripose lui accoccolandosi meglio contro il suo corpo.

Thomas prese il telefono cercando qualche video che potesse aiutarli e li guardarono con attenzione.

Leonard assunse tutte le tonalità di rosso esistenti in natura nascondendo ogni tanto il volto contro il suo collo borbottando: «È imbarazzante...»

«Te la senti di farlo?» gli domandò lui passandogli delicatamente la mano lungo la schiena.

Il ragazzo si morse per un attimo solo dicendo: «Sì. Voglio provare a farlo con te...»

Con delicatezza, Thomas, lo fece mettere comodo sul letto.

Stando attento a non fargli male lo sovrastò andando posargli tanti piccoli baci sul collo lasciandoci sopra dei piccoli segni rossi.

Piccole ondate di piacere percorsero il suo corpo andando a concentrarsi tra le sue gambe risvegliando la sua virilità.

Leonard si morse il labbro, ma con un tocco delicata delle dita gli liberò il labbro sussurrandogli all'orecchio con dolcezza: «Fammi sentire la tua voce...»

Quel sussurrò fece gemere un po' più forte il ragazzo, Thomas, sorrise e stando attento a non fargli del male gli aprì la casacca del pigiama che indossava.

Lentamente gli accarezzò la pelle esposta facendolo fremere e ansimare.

Solo dopo iniziò a scivolare su la sua pelle lasciandoci sopra tanti piccoli baci scendendo verso il basso raggiungendo l'elastico dei suoi pantaloni.

Alzò lo sguardo per capire se poteva andare avanti, Leonard annuì e con delicatezza gli calò il pantalone assieme all'intimo.

Si avvicinò poco dopo posandogli una dolcissimo bacio su le labbra per poi tornare tra le sue gambe posando piccoli baci su la sua erezione leccandone timidamente la punta senza distogliere lo sguardo da lui finendo con l'accoglierlo in bocca.

Non aveva idea di come farlo al meglio per fargli provare piacere, ma si limitò a seguire l'istinto iniziando a succhiare variando la velocità dei movimento della testa.

Diversi gemiti uscirono più forti dalla bocca del ragazzo che strinse tra le dita i suoi capelli tirandoli leggermente: «Piano... non... resisto...»

Thomas sorrise mentalmente portando a termine quello che aveva iniziato portandolo a riversarsi nella sua bocca.

Si allontanò poco dopo leccandosi le labbra per poi leccare via anche quello che era restato ripulendolo: «Come ti senti, Leonard?»

«Sto bene...» ansimò lui sussurrando: «Come facciamo per...»

«Serve qualcosa per lubrificare, ma possiamo arrangiarci per ora» disse lui con dolcezza bagnandosi le dita leccandole lentamente per poi portarle tra le sue gambe andando a stimolare lentamente la sua piccola apertura facendoci scivolare dentro il primo dito.

Leonard sussultò per un attimo, ma si rilassò sentendo che lentamente lo stava muovendo per renderlo più cedevole.

Lentamente ci fece entrare dentro un secondo dito, ma appena il ragazzo si morse il labbro gemendo più forte, per distrarlo dal dolore gli posò tanti teneri baci nell'interno coscia.

Quella tenerezza lo fece rilassare ancora un po' di più.

Solo quando il terzo dito si fece strada di lui una scossa gli percorse tutto il corpo portandolo a spingersi contro le sue dita.

Thomas lo guardò per un attimo dicendogli: «Sicuro di voler andare avanti?»

«Sì... con... te... sì» rispose lui arrossendo imbarazzato.

Stando attento a non fargli male sfilò le dita dal suo corpo e lo aiutò a sfilargli i pantaloni e l'intimo lasciandoglieli però su la gamba con il gesso per evitargli di dargli ulteriore fastidio.

Solo dopo, essersi tolto a sua volta tutti i vestiti, si sistemò tra le sue gambe: «Non ho i preservativi. Per te va bene lo stesso?»

«Thomas, ti ho risposto prima...» rispose lui legandogli il braccio al collo spostando la gamba sana in modo da fargli più spazio per muoversi.

Thomas si fece strada in lui stando attento alle sue reazioni.

Leonard si morse il labbro sentendosi spaccare in due, ma cercò di restare rilassato fino a quando non fosse entrato completamente.

Solo dopo alcune piccole lacrime scesero dai suoi occhi per questo, Thomas, andò a cancellarle con dei teneri baci chiedendogli: «Ti fa tanto male?»

«Un po'...» ammise lui senza smettere di guardarlo negli occhi.

«Mi dispiace. La prossima volta andrà meglio e quando starai meglio possiamo invertire i ruoli» disse Thomas dandogli tanti piccoli baci.

Gli diede il tempo di abituarsi e solo quando lui si mosse spingendoglisi incontro iniziò ad assestare le prime lievi spinte restando sempre dolce e delicato pensando più al piacere del compagno che al suo.

Solo dopo l'ennesimo affondo entrambi raggiunsero l'apice del piacere dove Thomas si riversò in lui mentre lui faceva lo stesso tra i loro corpi.

Il ragazzo si prese qualche minuto per recuperare il controllo del suo respiro.

Solo dopo tenendolo per i fianchi si sfilò dal suo corpo.

Leonard si lasciò scappare un gemito di dolore, ma si affrettò a tenerlo stretto sussurrando: «Ti prego... non lasciarmi...»

«Non vado da nessuna parte» disse lui sorridendogli con dolcezza: «Che ne dici se andiamo a darci una sistemata prima di metterci a dormire?»

«Dobbiamo?» gli chiese lui accoccolandosi meglio contro il suo corpo.

«Certo. Non vorrai sporcare tutte le coperte» rispose lui sorridendogli con dolcezza posandogli un bacio tra i capelli.

«Mi porti in braccio?» gli chiese con voce assonnata.

Thomas sorrise spostandosi quel tanto che bastava per mettersi sopra le mutande e solo dopo gli mise sopra la coperta lasciata su una sedia coprendolo per non fargli prendere freddo e andò dritto la bagno poco distante dalla loro stanza.

Notando che Leonard si stava addormentando lo lasciò riposare lavandogli con dolcezza il corpo per poi lavarsi a sua volta e ritornare in camera dove lo mise a letto rivestendolo raggiungendolo dopo essersi rivestito.

Lo strinse con dolcezza a sé e si addormentarono sfiniti da quella giornata che si era rivelata troppo intensa per entrambi. 

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