Capitolo 7
Capitolo 7.
La settimana passò tranquilla e la cosa sorprese un po' Thomas perchè aveva pensato a qualche ripicca da parte di Simon cosa che non era successo.
Dopo essersi preparato per quella giornata e aver portato i vestiti sporchi a casa si diresse a casa di Leonard per portargli i nuovi appunti e i compiti che doveva fare.
Aveva deciso di andare un po' prima perchè voleva farlo uscire di casa e portarlo a prendere un po' d'aria fresca, ma gli aveva anche promesso in un certo senso di andare al cimitero per portare dei fiori ai genitori.
Arrivato a destinazione suonò alla porta venendo accolto dalla nonna del ragazzo: «Ciao, Thomas»
«Buongiorno, signora. Leonard è sveglio?» chiese sorridendo giocando con una ciocca di capelli.
«Sì. Stava portando a termine alcune modifiche al suo progetto di meccanica e ingegneria» ammise senza pensarci due volte facendosi da parte per farlo passare.
Thomas guardò nella direzione della stanza per poi dire: «Posso parlare un attimo con voi senza che lui ci senta?»
«Certo. Vieni in cucina» rispose lei andando in cucina.
Una volta nella stanza il ragazzo disse: «Pensavo di portare, Leonard, a prendere un po' d'aria fresca»
«Va bene. Gli servirebbe, ma dove andrete?» chiese il nonno del ragazzo.
«Pensavo di portarlo a mangiare qualcosa fuori per pranzo, ma anche a trovare i suoi genitori. Immagino che almeno una volta a settimana ci vada e da quando è bloccato su quella sedia non l'ha potuto fare» ammise lui senza giri di parole.
I nonni del ragazzo si guardarono per poi annuire.
La donna si affrettò a recuperare dei soldi dal portafoglio dandoli al ragazzo: «Va bene. Con questi soldi comprate da mangiare e i fiori da mettere in cimitero»
«Prenderemmo il mazzo più bello» disse lui mettendo i soldi in tasca per poi raggiungere Leonard.
Bussò alla porta attirando la sua attenzione.
Leonard si voltò a guardarlo sorridendogli: «Thomas, non ti aspettavo così presto»
«Sì. Lo immaginavo, ma vorrei portati fuori oggi» disse tranquillamente lui per poi aggiungere: «Hai bisogno di prendere un po' d'aria fresca»
«Penso che possa farmi stare bene uscire di casa» ammise lui spegnendo il pc dopo aver salvato il file sul quale stava lavorando.
Thomas posò la borsa su una sedia prendendo il raccoglitore dicendo: «Ti ho portato gli appunti di questa settimana e il resto dei compiti che ci hanno assegnato»
«Ti ringrazio, Thomas» rispose lui sorridendogli con dolcezza.
Poco dopo lasciarono la stanza, mangiarono qualcosa e poi uscirono di casa.
Leonard aveva indossato degli abiti comodi per coprire bende sul braccio e la gamba, ma dato l'aria fresca di quella giornata Thomas gli aveva messo su le gambe una coperta.
Con calma, Thomas, spinse la sedia fino a un fioraio dal quale prese un mazzo di fiori che diede a Leonard assieme a un altro piccolo mazzo.
Il ragazzo perplesso gli chiese: «Dove stiamo andando?»
«Andiamo a trovare i tuoi genitori. La settimana scorsa non sei potuto andare» disse con dolcezza lui: «Ho pensato che potesse farti piacere»
«Ti ringrazio, Thomas» disse arrossendo imbarazzato per quel gesto così semplice quanto grande nei suoi complessi.
Poco dopo ripresero il cammino arrivando a destinazione.
Ne varcarono il cancello e Thomas gli chiese: «Da che parte andiamo?»
«Da quella parte...» rispose lui indicandogli un passaggio che passava tra due strisce di tombe.
Si fermarono poco dopo davanti a due tombe dove Leonard rimase in silenzio.
Thomas aspettò pazientemente che dicesse qualcosa, ma quando due piccole lacrime scesero sul suo volto le cancellò con un gesto delicato della mano: «Tutto bene, Leonard?»
«Sì. Vengo qui per provare a ricordare le loro voci, ma quando sono morti ero piccolo e ormai non le ricordo più» ammise lui accennando un sorriso.
«Anche se non ricordi le loro voci. Loro ti sono sempre vicino non devi dimenticarlo mai» disse Thomas posandogli un piccolo bacio su la fronte.
Quel gesto tranquillizzò il ragazzo che gli chiese: «Potresti aiutarmi a mettere loro questi fiori? Lo farei io, ma non posso di certo inginocchiarmi per farlo»
«Sono qui per questo» rispose lui togliendo i fiori ormai secchi posandoli da una parte per poi andare a lavare e riempire i vasi con dell'acqua fresca.
Solo dopo tornò da lui posando i vasi su le tombe: «Come vuoi sistemarli?»
«Possiamo dividere il mazzo in due parti uguali» disse lui sorridendo.
Thomas prese il mazzo più grande dividendolo in due parti uguali sistemando con cura i fiori per poi metterci dentro due bustine delle tre bustine che gli aveva dato la fioraia perchè i fiori restassero freschi più a lungo.
Una volta che ebbero terminato tornarono indietro, ma Thomas gli chiese: «Possiamo andare da un'altra parte prima di andare via?»
«Vuoi andare a mettere questi fiori a un'altra persona?» gli domandò lui a sua volta.
«Sì. Sempre se non ti da fastidio...» disse lui passandosi una mano tra i capelli. Leonard gli sorrise e scosse la testa: «Andiamo. Non ho voglia di tornare subito a casa e poi non voglio toglierti la possibilità di andare da quella persona»
Thomas sorrise portandolo lungo un altro passaggio che portò ai muri del cimitero dov'erano state tumulate le ceneri delle persone.
Solo dopo qualche minuto si fermò davanti a uno dei loculi togliendo i fiori secchi.
«Questo ragazzo mi ricorda qualcuno...» borbottò il ragazzo.
«Sì. È il fratello maggiore di Simon» rispose con dolcezza Thomas: «Quando eravamo bambini ci ha insegnato a giocare a Basket»
Leonard guardò la foto nella piccola cornice: «Thomas, non è che potresti aiutarmi ad alzarmi?»
Non capendo cosa volesse fare bloccò la sedia in modo che non si muovesse nell'intento di fargli fare quel movimento osservò quello che stava facendo e notando che aveva tolto i fiori dal loro involucro di carta si affretto a cambiare l'acqua usando un rubinetto poco distante e dopo averlo rimesso al suo posto ci mise dentro il contenuto dalla bustina.
Solo dopo aiutò Leonard ad alzarsi dalla sedia sorreggendolo permettendogli di mettere quel mazzo di fiori nel vaso per poi farlo sedere nuovamente ricoprendogli le gambe con la coperta.
Simon che era andato a portare dei fiori al fratello si nascose alla loro vista osservandoli attentamente cercando di capire cosa stesse succedendo.
Thomas sbloccò la sedia dicendo: «Vuoi passare di nuovo dai tuoi genitori prima di andare via?»
«No. Va bene così, se vuoi possiamo restare ancora un pochino qui» disse lui tranquillamente: «Forse verrà Simon e penso che gli faccia piacere vedere che ti sei ricordato di suo fratello»
«Non credo che verrà adesso di mattina, ma lo sa che quando posso vengo a portare un mazzo di fiori al fratello e non si sorprenderà di trovarli» disse lui controllando che fosse ben coperto per poi spingere la sedia verso l'uscita del cimitero.
Simon uscito dal suo nascondiglio mise i fiori nello stesso vaso dove Leonard aveva messo gli altri pensando: Perchè diavolo ha messo i fiori nella tomba di qualcuno che non conosce? Perchè era qui con Thomas? Che diavolo sta succedendo?
Portò lo sguardo su la foto del fratello mordendosi il labbro notando quanto ci stessero bene quei fiori così colorati, ma di certo non l'avrebbe mai ammesso con nessuno.
Pochi minuti dopo uscì dal cimitero immerso nei suoi pensieri camminando lungo la strada che l'avrebbe condotto a casa, ma una voce attirò la sua attenzione per questo si voltò a guardare nella direzione dalla quale arrivava vedendo Thomas parlare con Leonard.
«Thomas, è molto lontano da qui il vivaio?» gli domandò senza indugiare Leonard.
«Intendi quello dal quale ho preso i fiori per il tuo giardino?» gli chiese lui sapendo benissimo che stava parlando di quello.
«Sì. Vorrei andare a vederlo» ammise giocando con una ciocca di capelli cercando di mascherare il suo imbarazzo.
Thomas a quella sua richiesta sorrise con dolcezza: «D'accordo, ma che ne dici se prendiamo qualcosa da mangiare? Penso che Derek potrebbe essere lì per aiutare la madre»
«Sì. Per me va bene, ma cosa possiamo prendere?» chiese lui mordendosi il labbro.
«C'è un locale vicino al vivaio che vende diverse cose da mangiare e possiamo prendere quello che vogliamo» disse tranquillamente il ragazzo spingendo tranquillamente la sedia a rotelle.
Simon decise di seguirli guardandoli a distanza cercando di capire cosa stesse succedendo tra i due.
Dopo qualche minuto raggiunsero il vivaio.
Derek che era all'esterno vedendoli sorrise avvicinandosi: «Thomas, Leonard, a cosa devo questa visita?»
«Volevo vedere le piante del vivaio» ammise lui arrossendo imbarazzato.
Il ragazzo gli scompigliò i capelli: «Vi faccio da guida»
Poco dopo entrarono nell'edificio e grazie alle varie rampe che sostituivano gli scalini, Leonard, riuscì a visitare tutto quel luogo restando incantato a guardare i fiori.
La madre di Derek che passava da quelle parti si avvicinò: «Buongiorno, ragazzi. Cosa succede?»
«Facevo fare il giro del vivaio a Leonard» rispose Derek tranquillamente.
«Allora è lui il ragazzo alla quale Thomas ha portato quei fiori?» chiese lei sorridendo.
«Sì, mamma. Ha un giardino bellissimo a casa sua» disse semplicemente Derek.
La donna portò lo sguardo sul ragazzo: «Mi fa piacere conoscerti. Vedo che sei interessato a questi piccoli fiorellini»
«Il piacere è mio signora. Si sono molto carini e poi hanno dei colori bellissimi» ammise lui senza pensarci due volte.
La donna sorrise prendendo due vasetti di quei fiori multicolore portandoli via dicendo: «Questi puoi portarli via quando tornate a casa. Visto che ti piacciono tanto questi fiori te li regalo, ma un giorno voglio vedere di persona il tuo giardino»
«Derek sa dove vivo. Potete venire quando volete» disse semplicemente Leonard sorridendo.
La donna annuì tornando a lavoro e per tutta quella mattina Leonard rimase in quel vivaio. Alcuni minuti dopo si accorse della presenza di Simon e prendendo Thomas per la manica della maglia attirando la sua attenzione per questo si avvicinò a lui perplesso: «Cosa succede?»
«C'è Simon che ci osserva...» gli sussurrò all'orecchio.
Un brivido gli percorse la schiena facendolo fremere: «Vado a chiamarlo. Posso lasciarti qui con Derek?»
«Sì...» rispose lui tranquillamente.
Thomas gli sorrise per poi raggiungere Simon senza farsi vedere: «Non immaginavo ci avresti seguito»
Simon sussultò sentendo la sua voce: «Volevo solo vedere che cazzo ti sta succedendo»
«Potresti essere meno volgare?» gli chiese lui incrociando le braccia la petto.
«Perchè eravate in cimitero?» chiese mordendosi il labbro poco dopo pensando: Che me ne frega del motivo? Non mi devo interessare di lui...
Il ragazzo si passò una mano tra i capelli lasciandosi andare a un sospiro: «Ieri era l'anniversario della morte di sua madre. Oggi ho pensato fosse meglio accompagnarlo visto che non andava da un po' in cimitero a trovare i genitori»
«I suoi genitori sono morti?» chiese senza indugiare.
«Si. Quando era bambino» rispose lui senza giri di parole.
Una risata divertita raggiunse le loro orecchie per questo portarono lo sguardo di Leonard cercando di capire cosa fosse successo.
«Non ridere di me!» esclamò Derek guardandolo tenendo una mano sul cuore: «Quella dannata rana è saltata fuori dal nulla»
«Ma è così piccola...» constatò lui guardando la rana che aveva fatto un salto su la testa di Derek per poi saltare su la sua mano.
Thomas rise divertito per poi guardare Simon: «Dai entriamo...»
«Cosa ti fa credere che voglio farlo?» gli domandò lui osservandolo perplesso.
«Lo farai perchè te lo sto chiedendo io...» constatò semplicemente lui avviandosi all'interno dell'edificio.
Simon non ribadì seguendolo pensando: Mi conosce fin troppo bene...
«Vi ho visto. Perchè ha messo i fiori a mio fratello?» chiese prima che fossero a portata d'udito del ragazzo.
«Perchè pur non conoscendolo, gli ho detto a grandi linee cos'ha fatto quando era in vita per noi. Penso che a lui faccia piacere conoscere persone nuove, anche se non può parlarci personalmente» rispose semplicemente Thomas alla sua domanda per poi entrare nella zona dove aveva lasciato Derek e Leonard.
Il ragazzo vedendolo disse: «Thomas, mi sono fatto una nuova amica»
«Sì. Vedo che è piccola e verde, ma dovremmo metterla al sicuro» constatò lui sorridendo.
Leonard si guardò attorno dicendo: «Nel laghetto li davanti»
«Ottimo posto» rispose lui prendendo la piccola rana stando attento a non farle male per poi uscire nello spiazzo dov'era collocato il laghetto lasciandola andare.
Qualche minuto dopo tornò da loro e notando il volto leggermente arrossato di Leonard si avvicinò posandogli una mano su la fronte: «Stai bene?»
«Sì. Ho solo un po' di caldo» ammise lui sorridendogli.
«Allora è meglio se togliamo la coperta e la giacca» disse lui sorridendogli aiutandolo a sfilarsi la giacca senza fargli male al braccio ripiegandola con cura per poi fare lo stesso con la coperta mettendole nella tasca sul retro della sedia a rotelle.
«Come vanno le ferite?» gli chiese poco dopo.
«Sono quasi del tutto chiuse. Penso che la settimana prossima dovrò andare in ospedale a mettere il gesso alla gamba e al braccio» ammise senza giri di parole per poi aggiungere: «Quando saranno guariti completamente dovrò fare molta riabilitazione»
«Penso che potrei trovare del tempo per aiutarti a fare fisioterapia a casa. Sempre se vuoi che lo faccia» disse tranquillamente Thomas.
Leonard rimase in silenzio per qualche minuto, ma poi sorrise divertito: «Quindi diventerai il mio infermiere personale?»
A quella domanda, Thomas, assunse tutte le tonalità di rosso esistenti in natura: «Penso che come tuo infermiere allora io possa avere degli incetivi a fare bene il mio lavoro»
«Ma davvero? Vuoi anche degli incetivi?» gli chiese lui sorridendo malizioso.
«Penso di sapere cosa potrei volere...» ammise tranquillamente lui stando al suo gioco leccandosi lentamente le labbra.
Simon si schiaffò la mano su la fronte dicendo: «Forse dovreste prendervi una stanza»
«Tu invece dovresti prendere una stanza con Derek» disse semplicemente Leonard accennando un sorriso.
«Che cosa stia dicendo!» esclamò Derek alle sue parole.
Il ragazzo rise divertito rispondendogli: «Da quando è entrato in questa stanza l'hai praticamente spogliato con lo sguardo»
«Non voglio essere un ripiego per Simon. Ho la mia dignità e di certo a non pensa a me nonostante i segnali che gli ho sempre mandato» borbottò lui senza giri di parole rimettendosi a lavoro su la pianta che stava sistemando.
Simon che era rimasto in silenzio ascoltando disse: «Chi ti ha detto che io non ho visto i segnali?»
«L'hai fatto capire incentrando le tue attenzioni su altre persone che non sono io» rispose lui semplicemente alzando lo sguardo per un attimo solo riportandolo quasi subito sul lavoro che stava facendo anche per celare le lacrime che minacciavano di sfondare le sue barriere.
Simon si passò la mano tra i capelli pensando: Mi da fastidio vederlo in questo stato...
Si avvicinò a lui prendendolo per il polso inginocchiandosi davanti a lui e solo quando ebbe la sua attenzione lo baciò senza pensarci troppo.
Quando si allontanarono, Derek, non seppe cosa dire.
Simon lo guardò seriamente dicendo: «Dammi una possibilità»
«Se mi fai del male ti odierò per sempre» rispose lui mordendosi il labbro cercando di mascherare l'imbarazzo che gli colorava il volto.
Leonard sorrise nel vedere quella scena prendendo per mano Thomas.
Il ragazzo fece intrecciare le loro dita tenendola stretta stando attento a non fargli male.
«Thomas, io avrei un po' di fame» ammise con un filo di voce.
«Andiamo a prendere da mangiare al locale qui davanti?» gli chiese tranquillamente lui.
«Sì» rispose Leonard senza indugiare.
Poco dopo lasciarono quel luogo andando al locale dove presero da mangiare per quattro.
Una volta prese le ordinazioni tornarono al vivaio.
Simon e Derek si unirono al loro per il pranzo.
Leonard mangiava tranquillamente, ma per sbaglio mosse il braccio ferito lasciandosi scappare un piccolo gemito di dolore.
«Tutto bene?» gli chiesero Thomas e Derek.
«Sì. Hanno tirato i punti come ho mosso per sbaglio il braccio» ammise lui accennando un piccolo sorriso.
Thomas gli spostò una ciocca di capelli dal volto: «Dopo vorrei vedere le tue ferite e medicartele se serve»
«Va bene...» rispose lui mordendosi il labbro poco dopo per poi riprendere a mangiare tranquillamente.
Al termine di quel pasto, Thomas, prese dalla tasca della sedia le cose che avrebbe usato per medicarlo e con delicatezza gli prese la gamba.
Con delicatezza gli sposto la gamba del pantalone per poi togliergli lentamente le bende attorno alla ferita. Osservò il taglio di tutto lungo su la gamba e con delicatezza ci applicò sopra la pomata cicatrizzante.
Derek guardò quella ferita preoccupato, ma Leonard disse: «Appena si chiude del tutto dovrò mettere il gesso per permettere alle ossa di saldarsi correttamente»
«Mi dispiace...» borbottò Derek tenendo il volto basso.
«Sto bene. Non vedo perchè dispiacersi, capita a tutti di farsi del male» ammise semplicemente lui cercando di farlo sentire meno in colpa per quello che era successo.
Quelle parole sorpresero, Derek, ma Simon sbuffò; «E tu perdoni così chi ti ha fatto del male per così tanto tempo?»
«Non ne vale la pena rovinarsi la vita portando rancore» ammise Leonard portando lo sguardo su di lui.
Thomas gli fasciò con attenzione la gamba in modo che non si sporcasse la ferita e gli sistemò nuovamente i vestiti per poi ripetere le stesse operazioni con il braccio.
Una volta che ebbe terminato mise via tutto.
Leonard lo prese per il polso senza trattenerlo con forza, Thomas, gli sorrise con dolcezza avvicinandosi al suo volto baciandolo dolcemente per poi allontanarsi: «Va tutto bene?»
«Sì. Cosa facciamo adesso?» gli chiese pensieroso.
«Non saprei. Vorrei rientrare a casa per farti riposare un paio d'ore» rispose con dolcezza per poi aggiungere: «Quando hanno finito di lavorare potrebbero venire a trovarti Derek e sua madre per vedere il tuo bellissimo giardino»
Leonard ci pensò un po', ma poi sorrise: «Va bene. Vorrei proprio distendermi un po'»
Thomas sorrise recuperando la coperta e la giacca mettendogliele sopra in modo che non prendesse freddo una volta lasciato il vivaio.
Simon osservò la scena studiando attentamente Leonard e il suo modo di fare, ma non disse niente tenendo per sé i suoi pensieri.
Derek si avvicinò a loro dicendo: «Va bene per me venire a trovarti con la mamma appena terminiamo di lavorare. Così posso anche sistemare le piantine che porterai a casa»
«Ti ringrazio, Derek» rispose lui sorridendogli per poi guardare Simon: «Puoi venire anche tu se vuoi...»
«Verrò per fare compagnia a Derek» rispose lui senza pensarci due volte.
«Non devi giustificare il motivo per cui lo fai» disse tranquillamente Leonard per poi andare via con Thomas che si fermò solo un attimo per prendere i vasetti di fiori arcobaleno che la madre di Derek aveva messo da parte per lui.
Rientrati a casa del ragazzo si diressero fino alla sua stanza e solo quando furono vicino al letto bloccò la sedia aiutandolo ad alzarsi dalla sedia per poi farlo sedere tra le coperte e indossare il pigiama.
Solo quando fu comodamente disteso gli mise sopra le coperte: «Riposa un po'. Io non vado da nessuna parte, anzi visto che ci sono faccio qualcuno dei miei compiti»
«Va bene...» rispose lui scivolando lentamente nel sonno.
Thomas, dopo aver messo i fiori da parte sul tavolo presente nella stanza, si mise comodo su una delle sedie iniziando a fare i suoi compiti con tutta calma.
La nonna del ragazzo entrò nella stanza senza fare rumore: «Thomas, come sta Leonard?»
«Sta riposando un po'» ammise tranquillamente lui per poi aggiungere: «Io intanto faccio un po' di compiti così se gli serve aiuto con il suo progetto sono libero»
«Ti ringrazio per stargli vicino» disse lei senza pensarci due volte.
«Devo farmi perdonare e poi non mi sento così all'altezza di restargli vicino» ammise posando la penna guardando la donna.
«Ti sei preso le tue responsabilità di quello che è successo. Per me sei già abbastanza per stare vicino a mio nipote» disse tranquillamente lei sorridendo: «Posso prepararti qualcosa da mangiare?»
«Magari per quando si sveglierà Leonard. Sono certo che avrà fame» disse portando lo sguardo sul ragazzo che si mosse tra le coperte cercando una posizione più comoda.
«Va bene il tiramisù?» chiese a Thomas prima di lasciarlo ai suoi compiti.
«Va benissimo, signora» rispose lui sorridendole.
La donna si diresse verso la porta della stanza dicendo: «Quei fiori arcobaleno sono bellissimi» solo dopo ne varcò la soglia tornando in cucina.
Thomas si rimise al lavoro su i suoi compiti portandoli a termine senza troppi problemi.
Leonard si svegliò tornando lentamente alla realtà: «Thomas...»
«Sono qui, Leonard» rispose lui chiudendo il quaderno avvicinandosi al letto: «Vuoi alzarti?»
«Sì. Dovrei andare al bagno» ammise imbarazzato.
Thomas sorrise aiutandolo a mettersi seduto per poi sorreggerlo mentre scendeva dal letto facendolo sedere su la sedia a rotelle, solo dopo lo condusse fino al bagno lasciandogli poi la sua privacy.
Leonard con calma fece tutti i suoi bisogno e solo dopo essersi lavato si rimise su la sedia a rotelle muovendola verso la porta per poi aprirla.
Il ragazzo si portò alle sue spalle per poterla spingere tranquillamente fino alla camera dove prese una coperta da mettergli su le gambe e la giacca da mettergli su le spalle.
Solo dopo andarono in cucina dove la nonna aveva portato fuori dal frigo il tiramisù per poterlo servire per merenda.
«Nonna, ho fame. Cosa c'è di buono?» chiese il ragazzo sorridendo.
«Ho preparato il tiramisù mentre dormivi» rispose lei tagliando due fette di quel dolce per poi metterle davanti ai due ragazzi che presero posto a tavola.
Il telefono nella tasca di Thomas suonò e quest'ultimo lo prese aprendo il messaggio:
To: Derek: Thomas, abbiamo finito di lavorare per te va bene se veniamo adesso?
To: Thomas: Certo. Leonard vi sta aspettando
To: Derek: Ok. Tra cinque minuti siamo lì.
Mise via il cellulare dicendo: «Derek verrà tra cinque minuti»
«Davvero?» gli domandò Leonard sorpreso dalle sue parole.
«Sì» rispose lui semplicemente.
Il ragazzo mangiò tranquillamente il suo dolce seguito poco dopo da Thomas che sorrise dicendo: «È buonissimo, ma c'è qualcosa che non capisco...»
«Ho messo alcune gocce di vaniglia nel caffè» rispose lei sorridendogli.
«La nonna prova sempre qualcosa di nuovo, ma alla fine ha un risultato inaspettato» disse Leonard posando la forchetta da dolce sul piatto dopo aver terminato di mangiare.
Alcuni minuti dopo una macchina di fermò davanti a casa dei nonni di Leonard.
I due ragazzi che si erano spostati sul portico di casa sorrisero nel vederli.
Derek si avvicinò loro: «Hai riposato bene?»
«Sì...» rispose lui sorridendo.
«Vado a prendere i due vasi di fiori così li mettiamo in giardino» disse con dolcezza Thomas rientrando in casa andando fino alla stanza del ragazzo dove prese i due vasetti tornando poco dopo da loro.
Thomas diede i vasetti a Leonard per poi spingere la sedia lungo la rampa arrivando in giardino: «Dove vorresti mettere questi fiori?»
Il ragazzo si guardò attorno per qualche minuto cercando il posto migliore e solo dopo sorrise: «Andiamo nel punto dove abbiamo messo gli altri. C'è uno spazio al centro e possiamo metterli lì»
«Hai mai pensato di fare il disegnatore di giardini?»gli domandò Derek senza giri di parole.
«No. Non ci ho mai pensato, ma sarebbe carino come secondo lavoro» ammise semplicemente il ragazzo.
La madre di Derek sorrise dicendo: «Il giardino è bellissimo. Hai fatto tutto da solo?»
«Non proprio. Ho iniziato con mia madre da quelle rose rampincanti. Poi ho continuato anche dopo la morte dei miei genitori» ammise senza giri di parole.
«Mio marito sta cercando persone per il suo corso di Disegnatore di Giardini. Potresti partecipare» disse la donna informandolo di quel particolare.
Leonard rimase in silenzio per qualche minuto osservando Derek e Thomas sistemare i fiori al centro di quelli che avevano piantato la sera prima, ma poi disse: «Sarebbe bello poter fare un corso del genere, però, al momento non posso permettermelo e nemmeno partecipare per come sono ridotto»
«Non credo che potrebbero esserci problemi. Ti serve solo un programma di disegno grafico e una buona mano per il disegno manuale» disse lei incoraggiandolo a prendere in considerazione quell'opzione.
Leonard si spostò una ciocca di capelli dal volto: «Va bene. Vorrei avere più informazioni sul corso»
«Ti farò portare tutte le informazioni da Derek domani» disse lei sorridendo sistemandogli la giacca su le spalle notando che si era spostata.
Thomas e Derek dopo aver terminato si avvicinarono a lui: «Che ne dici?»
«Come immaginavo ci stanno veramente benissimo» ammise senza pensarci due volte.
Simon si avvicinò a Derek legandogli le braccia attorno ai fianchi appoggiandosi alla sua schiena: «Andiamo a casa. Io ho fame, mi hai schiavizzato per tutto il pomeriggio che adesso non mi reggo in piedi»
Il ragazzo al suo gesto arrossì imbarazzato dicendo: «Adesso andiamo. Ti fermi a dormire a casa? Domani possiamo fare qualcosa noi due da soli e il Lunedì andare a scuola insieme»
«Va bene. Non ci vedo niente di male, ma prima dovrei passare a casa a prendere dei vestiti» ammise lui senza lasciarlo andare.
«Noi andiamo. Ci vediamo Lunedì a scuola, Thomas» disse Derek per poi guardare Leonard: «Ogni tanto vieni a vedere le partite di Thomas»
Leonard abbassò il volto borbottando: «Non voglio la compassione delle persone nel vedermi in questo stato anche se momentaneo»
«Se stai con me, Victor, Simon e Kevin le persone non si avvicineranno» disse semplicemente lui sorridendogli con dolcezza.
Il ragazzo alzò lo sguardo per poi annuire dicendo: «Ci penserò. Adesso è meglio che andiate, Simon si sta spazientendo»
Derek sorrise e afferrando la mano di Simon si diresse verso la macchina salutandoli con un cenno della mano seguiti da sua madre che ridacchiava divertita da quella scena.
Una volta che i tre se ne furono andati Leonard e Thomas rientrarono in casa.
Andarono in cucina dove la nonna del ragazzo aveva terminato di preparare la cena e visto che si sarebbe fermato lì, Thomas, apparecchiò il tavolo per poi cenare tutti insieme.
Solo al termine della cena accompagnò Leonard fino al bagno dove gli lasciò la sua privacy aspettandolo come al solito dietro la porta chiusa appoggiato al muro.
Da dentro il bagno, Leonard, gli chiese: «Ti andrebbe di fermarti per la notte?»
«Non mi sembra il caso. Non ho nemmeno dei vestiti di ricambio» ammise lui arrossendo imbarazzato al solo pensiero di restare a dormire lì.
«Sei già restato a dormire con me quando ero in ospedale...» constatò il ragazzo terminando di prepararsi per la notte per poi spingere la sedia verso la porta aprendola tranquillamente.
Thomas gli sorrise spingendo la sedia fino alla camera del ragazzo per poi bloccare la sedia vicino al letto aiutandolo a scendere e distendersi tra le coperte coprendolo in modo che non prendesse freddo.
«Vuoi sul serio che rimanga a dormire con te?» gli chiese con dolcezza lui.
«Sì. Domani potremo fare qualcosa insieme come oggi e poi volevo mostrarti il progetto tridimensionale del compito di meccanica e ingegneria» ammise Leonard tenendolo per il polso in modo che non si allontanasse da lui.
«D'accordo. Resto con te, ma dove dormo?» gli domandò lui sorridendo divertito.
Il ragazzo a quella domanda rise divertito dicendo: «Il mio letto è matrimoniale se non l'hai visto»
«A sì?» chiese Thomas facendo il finto tonto.
«Sì!» esclamò lui sorridendo divertito.
«Va bene. Dove lo trovo un pigiama?» gli chiese lui rubandogli un bacio.
«Nel secondo cassetto dell'armadio» rispose Leonard senza giri di parole tenendo gli occhi chiusi godendosi un po' il momento.
Thomas prese da dentro il cassetto un pigiama indossandolo tranquillamente per poi mettersi anche lui sotto le coperte distendendosi su un fianco accarezzandogli dolcemente i capelli: «Cerca di riposare adesso»
Mentre era in bagno, Leonard, aveva preso le medicine che gli aveva prescritto il medico e lentamente si stava addormentando sotto i tocchi del ragazzo al suo fianco.
Alcuni minuti dopo era crollato completamente così si addormentò anche lui sfinito da quella lunga giornata.
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