Capitolo 4.
Capitolo 4.
La mattina dopo il primo a svegliarsi fu Thomas che osservò l'amico dormire sereno.
Gli spostò una ciocca di capelli dal volto con un tocco delicato per non disturbare il suo sonno e solo dopo senza far rumore si alzò dal letto mettendosi alla scrivania dove ricontrollò tutti gli appunti presi in quei giorni, aveva pensato di allegare a essi anche quelli del giorno dell'incidente.
Dopo aver corretto qualche piccolo errore chiuse il raccoglitore sospirando: Come faccio a parlarci? Non ho idea di come interagire con lui. Non ci ho mai parlato di persona hanno sempre fatto tutti gli altri. Oggi ci vado con Kevin, ma poi dovrò farlo da solo. Che casino...
Kevin aprì lentamente gli occhi, scese dal letto andando ad abbracciarlo alle spalle borbottando: «Posso venire con te tutte le volte che vuoi. So che non hai idea di come fare per parlargli normalmente»
«Mi conosci veramente bene» constatò lui senza giri di parole.
«Mi sembra logico. Ci conosciamo da quando avevamo tre anni e non ci siamo mai separati» rispose tranquillamente Kevin nascondendo il volto contro il suo collo: «Quando vuoi andare?»
«Andiamo dopo colazione, ma prima portiamo le nostre cose a casa. Andiamo in ospedale con la mia moto» disse semplicemente il ragazzo posando le mani su le sue braccia chiudendo gli occhi godendosi quel momento.
Poco dopo si prepararono per la loro giornata e solo dopo andarono a fare colazione.
Non avrebbero perso tempo nel tornare nelle loro stanze, ma sarebbero andati direttamente a casa e poi in ospedale.
Terminato di mangiare lasciarono l'edificio scolastico dirigendosi verso casa di Kevin che si affrettò ad aprire la porta varcandone la soglia seguito da Thomas.
La madre del ragazzo si affacciò dalla finestra: «Kevin, Thomas buongiorno»
«Buongiorno, mamma. Sono venuto a portare i vestiti sporchi poi andiamo in ospedale a portare gli appunti delle lezioni a Leonard»
Erika che stava mangiando corse dal fratello chiedendogli: «Posso venire anch'io?»
«Magari sabato prossimo. Andiamo a trovarlo a casa sua» gli rispose tranquillamente Kevin.
«Me lo prometti?» chiese la bambina guardandolo seriamente.
«Certamente. Sono certo che anche a lui farà molto piacere rivederti» disse con dolcezza il ragazzo dandole un piccolo bacio su la guancia.
La donna prese in consegna la borsa del figlio: «Oggi metto a lavare i tuoi vestiti. Tornate qui per cena?»
«Non saprei, mamma. Pensavo di restare un po' di più con Leonard visto che non abbiamo scuola» disse tranquillamente lui.
«D'accordo. In caso contrario fammi sapere» disse lei portando il borsone nella lavanderia.
Erika corse in cucina recuperando un contenitore porgendoglielo dicendo: «Ieri ho fatto i biscotti con la mamma. Mangiateli con Leonard»
«Saranno buonissimi» disse semplicemente Thomas prendendo il contenitore dalle mani dell'amico mettendolo nello zaino dove aveva messo il raccoglitore: «Adesso andiamo. Fai la brava»
«Io lo faccio solo se tu proteggi il fratellone» rispose la bambina guardandolo seriamente.
«Come sempre, Erika» rispose Thomas sorridendole per poi uscire di casa seguito da Kevin.
I due si diressero poco dopo a casa di Thomas che si limitò a entrare in casa, posare il borsone in lavanderia, per poi recuperare le chiavi della moto.
Uscì di casa, si tolse lo zaino dalle spalle posandolo nello scompartimento sotto il sedile, diede uno dei caschi a Kevin per poi indossare l'altro salendo su la moto.
Kevin si mise alle sue spalle legandogli le braccia attorno ai fianchi e poco dopo partirono per la loro nuova destinazione.
Intanto, Leonard, dopo essersi svegliato si mise seduto tra le coperte.
L'infermiera entrata nella stanza gli sorrise: «Buongiorno, Leonard. Posso aiutarti in qualche modo?»
«Volevo solo andare un attimo al bagno» ammise lui spostandosi una ciocca di capelli dal volto.
«Certo. Prendo la sedia e ti aiuto» rispose lei affrettandosi a recuperare la sedia a rotelle per poi aiutarlo a salirci.
Solo dopo lo portò fino al bagno per poi chiedergli: «Vuoi provare a fare da solo?»
«Mi sento un po' più forte oggi. Forse riesco da solo, ma ti chiamo se ci sono problemi» rispose lui alla sua domanda.
«Va bene» disse tranquillamente l'infermiera spingendo la sedia fino al bagno.
Rimasto da solo, Leonard, si prese il tempo che gli serviva per poter fare i suoi bisogni e per lavarsi.
Solo dopo si rimise seduto su quella sedia lasciandosi andare a un sospiro: Caricare il peso su la gamba sana e usare solo una mano è dannatamente difficile e faticoso...
Poco dopo fece muovere la sedia usando il cerchio in acciaio attorno alla ruota per poi aprire la porta del bagno accennando un sorriso: «Fare tutto con una mano è difficile e faticoso»
«Sì non è facile, ma ci prenderai la mano e riuscirai a fare sempre più cose» rispose lei accompagnandolo nuovamente in camera.
Arrivati a destinazione, Leonard, si trovò davanti Kevin accompagnato da Thomas.
L'infermiera lo guardò preoccupata, ma sembrava piuttosto tranquillo per questo lo riportò a letto aiutandolo a mettersi comodo per poi togliergli le bende e medicargli le ferite ricoprendogliele nuovamente: «Ti portò qualcosa da mangiare, Leonard?»
Kevin intervenendo disse: «Ho portato dei biscotti. Erika li ha fatti ieri con la mamma e mi ha chiesto di portarteli»
«Allora ci vuole del latte o del tè caldo. Che ne dici?» chiese lei sorridendogli.
«Un tè caldo va bene. Non ho molta voglia di mangiare al momento» ammise lui sorridendole mettendosi più comodo tra le coperte.
Kevin guardò Thomas perplesso, ma poi gli diede una lieve gomitata sul fianco facendolo ritornare alla realtà.
Il ragazzo si affrettò a togliersi lo zaino dalle spalle aprendolo portando fuori il contenitore con i biscotti e un raccoglitore mordendosi l'interno della guancia per non mostrare quanto fosse agitato.
Kevin si avvicinò a Leonard sistemandogli la coperta su le gambe sussurrandogli all'orecchio: «Meglio che sia tu il primo a parlargli o non dirà niente per tutto il giorno»
Leonard annuì leggermente per poi rivolgersi al ragazzo: «Thomas, cosa c'è nel raccoglitore?»
Sentendosi chiamato in causa si voltò a guardarlo borbottando in modo del tutto incomprensibile: «Cisonogliappuntidiquestigiornideituoicorsi»
«Scusa? Potresti ripetere?» gli domandò perplesso il ragazzo.
«Gli appunti dei tuoi corsi» rispose lui assumendo tutte le sfumature di rosso esistenti in natura.
Il ragazzo notando quella sua reazione si lasciò andare a un leggero sorriso spostandosi una ciocca di capelli dal volto: «Capisco. Avrò molto da studiare...»
«Ci sono anche molti compiti da fare per ciascuna materia» aggiunse Kevin alle sue parole afferrando il contenitore con i biscotti aprendolo.
In quello stesso momento arrivò l'infermiera con un vassoio sul quale aveva messo una tazza di tè caldo, si avvicinò al letto posandolo su le gambe del ragazzo: «Eccoti il tè»
«Grazie» rispose lui sorridendo.
Lasciò poco dopo la stanza in modo che i tre ragazzi parlassero tranquillamente.
Rimasti da soli, Leonard, mangiò qualche biscotto con il tè.
Thomas facendosi coraggio gli chiese: «Ti fanno molto male le ferite?»
«No. Non fanno male, ma serve tempo per guarire» rispose lui per poi aggiungere: «Appena si chiudono dovrò mettere il gesso alla gamba e al braccio per permettere alle ossa di guarire correttamente»
Il ragazzo rimase in silenzio avvicinandosi alla finestra guardando il paesaggio esterno pensando: Come fa a parlarmi liberamente senza urlarmi in faccia il suo disprezzo?
Dopo qualche minuto Leonard disse: «In questi giorni ho pensato a cosa dirti dopo quello che è successo, ma non ho niente da dire perchè alla fine di tutto la colpa è mia. Potevo cerca e parlarti, ma poi avrei peggiorato la cosa mettendoti in mezzo a qualcosa che non avresti accetto anche se alla fine ti ci hanno messo dentro lo stesso»
«Avrei capito. All'inizio non sarebbe stato facile, ma con calma avrei accettato le tue parole senza dare per scontato quelle voci» rispose lui alle sue parole.
«Ne sono certo, però, non sono capace di spiegare a parole quello che mi passa per la testa» ammise semplicemente lui.
Si mosse tra le coperte mettendosi un po' più comodo spostandosi una ciocca di capelli dal volto: «Credo che sia meglio se do un occhiata al lavoro che devo fare per le varie materie»
Kevin gli mise su le gambe il raccoglitore.
Con calma, Leonard, si mise a sfogliare le varie pagine leggendo tutti i compiti che doveva fare. In quei tre giorni avevano davvero esagerato con le cose da fare, però, aveva moltissimo tempo per farli al meglio quindi si lasciò andare a un sospiro.
Il ragazzo preoccupato gli chiese: «Leonard, stai bene?»
«Sì, sto bene. Pensavo da cosa iniziare con questi compiti» ammise lui tranquillamente: «Le ricerche posso lasciarle a ultimo, mentre il resto dovrò organizzarmi partendo dalle cose che mi daranno meno problema e andare avanti in questo modo»
Ci furono alcuni minuti di silenzio, ma poi Thomas gli chiese: «Come farai per il progetto di meccanica e d'ingegneria»
«Qui arriva il problema...» ammise senza pensarci due volte sfogliando i fogli fino a quelli che erano i compiti delle due materie: «Creare un progetto che abbia in esso due materie non sarà per niente facile e poi dovrò anche realizzarlo con una mano sola»
«Possiamo aiutarti noi, se vuoi» disse tranquillamente Kevin.
«Non voglio disturbarvi. Immagino che per scrivere questi appunti per me abbiate lasciato indietro i vostri» rispose lui accennando un sorriso.
Thomas lo guardò per un attimo: «Non ci sono problemi. Possiamo aiutarti in questo, ma dovrai guidarci tu»
Leonard lo guardò per un attimo distogliendo quasi subito lo sguardo mentre un lieve imbarazzo gli colorava il volto borbottando: «Grazie...»
Le ore passarono lente e l'infermiera entrò nella stanza dicendo: «Leonard, ti andrebbe di scendere a mangiare al bar con i tuoi amici?»
«Posso farlo sul serio?» chiese perplesso lasciando correre su la parola amici.
«Sì. Il medico ha dato il permesso per farlo» disse semplicemente lei sorridendogli con dolcezza: «Prima è meglio se metti una giacca sopra e una coperta su le gambe. Quel pigiama è molto leggero e il bar non è proprio in una posizione calda dell'edificio»
Leonard annuì alle sue parole afferrando la giacca che aveva lasciato ripiegata nel cassetto del comodino mettendosela su le spalle per poi farsi aiutare a salire su la sedia a rotelle.
La donna gli mise su le gambe una coperta per poi iniziare a spingere la sedia fuori dalla stanza.
Thomas, però, prese il suo posto quasi subito sorprendendola lasciando senza parole anche Leonard.
Arrivati a destinazione ordinarono da mangiare.
Non ci misero molto a ricevere la loro ordinazione per questo iniziarono a mangiare tranquillamente.
Il silenzio tra di loro non era pesante, ma nella mente di Thomas c'erano una marea di dubbi, ma anche di certezze che lo turbavano nel profondo facendogli mettere in discussione quella che era la sua eterosessualità.
Kevin che lo conosceva bene ogni tanto l'osservava perplesso, ma l'avrebbe aiutato un passo alla volta a capire cosa potesse turbarlo.
Al termine del pranzo lasciarono il bar avviandosi verso la stanza del ragazzo, ma Kevin si fermò nella cartolibreria presente nell'edificio prendendo un po' di materiale con il quale Leonard potesse fare i compiti e iniziare a disegnare il suo progetto di meccanica e ingegneria.
Solo dopo aver pagato il conto tornò da loro e raggiunsero insieme la camera di Leonard.
Posata la busta da una parte, si avvicinò a Leonard: «Ti aiutò a salire sul letto»
«Non importa. Voglio provarci da solo. Mi sono sempre fatto aiutare a farlo, per una volta vorrei farlo con le mie forze»
«D'accordo. Restiamo qui vicino a te per aiutarti» disse lui bloccando le ruote della sedia per evitare che si muovesse.
Leonard prendendo coraggio caricò il peso sul braccio e la gamba sana alzandosi lentamente per poi issarsi sul letto lasciandosi scappare un piccolo gemito di dolore appena si ritrovò seduto su di esso.
«Tutto bene?» gli chiese Thomas preoccupato.
«Sì...» ammise posando la mano su le costole: «Mi hanno dato un po' di fastidio le costole»
Aprì alcuni bottoni della casacca del pigiama rivelando alcune bende attorno al torace: «Non è facile capire i movimenti corretti e il ritmo della respirazione corretta per evitare il dolore»
«Vuoi che chiami l'infermiera per portarti qualche medicina?» chiese il ragazzo mordendosi il labbro poco dopo.
«Non serve. Sto bene e poi devo disintossicarmi da tutti i medicinali che mi hanno dato per iniziare una cura decente» rispose Leonard senza indugiare afferrandolo per il polso trattenendolo dall'andare via da quella stanza, ma accorgendosi del suo gesto pensò: Perchè lo sto trattenendo? Non riesco a capire, ma non voglio che vada via da questa stanza...
Thomas portò lo sguardo su la mano del ragazzo e in quel momento una scossa gli percorse la schiena andando a concentrarsi sul suo cuore che iniziò a battere più velocemente.
Seguendo, però, l'istinto prese coraggio sedendosi vicino a lui senza liberarsi dalla sua presa: «Non vado da nessuna parte»
Leonard annuì senza pensarci due volte rilassandosi contro i cuscini alle sue spalle: «Credo che inizierò a fare qualche compito»
«Va bene» rispose lui senza pensarci due volte.
Dopo avergli messo la coperta su le gambe e sistemato la giacca su le spalle, Thomas, recuperò il tavolino sul quale adagiarlo da sotto il letto e solo dopo gli diede il raccoglitore mentre Kevin recuperava le cose da dentro la busta.
Leonard sfogliò i fogli arrivando al progetto di meccanica e ingegneria.
Prese uno dei fogli forati che Kevin gli aveva aperto e messo davanti scrivendo i primi appunti riguardanti a due semplici domande: Cosa vorresti creare per aiutare gli altri? Perchè vorresti crearli?
Picchiettò la penna contro il foglio pensieroso borbottando: «Due domande dannatamente difficili...»
Kevin lesse le domande da sopra la sua spalla dicendo semplicemente: «Sei in un luogo dove potresti trovare la risposta alle domande»
Quelle parole fecero sorridere il ragazzo che gli sorrise: «In questo caso la risposta è facile, però, mi servirebbe anche un libro specifico» si mosse quel tanto che bastava per suonare il campanello alle sue spalle.
Alcuni minuti dopo il medico che l'aveva in cura entrò nella stanza: «Cosa succede? Ci sono problemi?»
«No, ma ho bisogno di chiederle una cosa...» ammise semplicemente lui arrossendo imbarazzato.
L'uomo si avvicinò a lui sorridendo: «Cosa posso fare per te?»
«Devo lavorare a un progetto di meccanica e ingegneria, ma voglio fare qualcosa di particolare per questo mi chiedevo se lei per caso ha un libro di anatomia dove io possa vedere le articolazioni, i muscoli, l'apparato circolatorio e nervoso nei dettagli» gli spiegò Leonard senza giri di parole.
«Ho un libro del genere nel mio studio, ma perchè ti serve di preciso?» chiese sempre più curioso l'uomo appoggiandosi comodamente al muro.
Leonard si morse il labbro dicendo: «Non so se sarà fattibile fare una cosa del genere, ma volevo per il momento provare a creare il prototipo di un braccio meccanico in grado da essere collegato a nervi, tendini e muscoli umani per sostituire gli arti persi o danneggiati irrecuperabilmente»
«Capisco. Il progetto sembra molto interessante, se riesci a creare un prototipo funzionante potrei anche proporlo a delle persone che potrebbero dare dei fondi per perfezionarlo e renderlo impiantabile sul corpo umano» disse l'uomo senza giri di parole per poi lasciare la stanza andando a prendere il libro portandoglielo subito dopo.
Una volta con quel libro vicino si mise a sfogliarlo trovando le pagine che gli interessavano si mise a osservare attentamente ogni particolare: «Immagino che in questi tre mesi potrò lavorarci con calma non avendo altro da fare»
«Sembra davvero complicato» constatò Kevin senza giri di parole.
«Sì, ma credo che sia meglio per me avere delle fotocopie a colori di tutto questo per poter rendere il libro al dottore in caso non gli serva» ammise senza indugiare.
Thomas alle sue parole si alzò dal letto dicendo: «Scrivimi su un foglio le pagine che ti servono e vado nella cartoleria al piano di sotto a fare le stampe per te»
«Ti ringrazio» rispose lui scrivendo su un foglio il numero delle pagine da stampare, il titolo del libro e il nome dell'autore da allegare poi al raccoglitore dove avrebbe messo la sua coppia scritta del progetto.
Solo dopo lo consegnò a Thomas che lasciò la stanza prendendo l'ascensore per raggiungere il piano inferiore.
Arrivato a destinazione entrò nel negozio dove fece le fotocopie, pagò il conto e si avviò verso l'ascensore notando due persone anziane si affrettò ad accelerare il passo per prendere lo stesso ascensore.
Una volta dentro si rivolse ai due: «A che piano andate?»
«Secondo piano, caro» rispose la donna sorridendo.
«Andiamo nella stessa direzione...» constatò lui premendo il tasto.
Durante il breve tragitto la donna disse: «Stiamo andando a trovare nostro nipote Leonard»
«Io sono un suo compagno di scuola. Sono qui con Kevin, gli abbiamo portato gli appunti delle lezioni che ha perso in questi giorni» disse semplicemente lui accennando un sorriso.
Alcuni minuti dopo arrivarono a destinazione e Thomas si diresse verso la stanza di Leonard seguito dai nonni di quest'ultimo.
Varcata la soglia della stanza si avvicinò a lui mettendogli il libro davanti: «Ho fatto diverse fotocopie compresa una più grande in modo che tu possa vedere meglio i particolari che ti potrebbero servire. Ci sono anche i tuoi nonni»
«Ti ringrazio, Thomas» disse il ragazzo per poi guardare i nonni: «Non vi aspettavo, ma potevate anche restare a casa a riposare. Da domani mi avrete di nuovo a casa per tre lunghi mesi»
«Sì, lo sappiamo. Non puoi mica lasciare questo luogo andando a giro con il pigiama» constatò la donna sorridendo divertita posando la borsa con i vestiti per il nipote da una parte per poi chiedergli: «Cosa sono quelle fotocopie?»
«Un progetto che voglio provare a fare per il corso di meccanica e ingegneria» ammise tranquillamente mettendo le fotocopie in alcune buste forate in modo che non si rovinassero.
Kevin prese il libro posandolo sul comodino per poi guardare l'orario, ma avevano ancora un po' di tempo: «Cosa pensi che possa servirti per creare questo prototipo?»
«Non ne ho ancora idea, ma cercherò di fare una lista per poi andare a comprare le cose che mi servono» gli rispose lui spostandosi una ciocca di capelli dal volto. Thomas rimasto da una parte si mise a guardare fuori dalla finestra pensando: Non voglio andarmene da qui. Voglio restargli vicino ancora un po'...
Kevin notando la cosa si avvicinò a lui posandogli la mano su la spalla: «Tutto bene?»
«Sì. Non me la sento di tornare a casa...» ammise con un sussurro cercando di non farsi sentire da Leonard e i suoi nonni.
«Che scemo» gli rispose lui dandogli un piccolo colpetto su la fronte per poi rivolgersi al ragazzo: «Leonard per te va bene se questa notte Thomas resta a farti compagnia?»
Quella domanda sorprese non poco il ragazzo che assunse tutte le tonalità di rosso esistenti in natura limitandosi ad annuire alla sua domanda senza riuscire a dire mezza parola pensando: Perchè diavolo sto reagendo in questo modo? Perchè voglio che Thomas rimanga qui con me? Cosa mi sta succedendo? Ho un po' di paura... Non conosco queste nuove sensazioni...
I nonni del ragazzo si guardarono per un attimo dando le spalle ai tre ragazzi per nascondere un sorrisetto divertito dalla reazione del nipote a quella semplice richiesta anche se indiretta da parte di Thomas.
Leonard si voltò a guardarli dicendo seriamente: «Non prendetevi gioco di vostro nipote!»
L'uomo si voltò a guardarlo sorridendo divertito rispondendogli: «Ti si legge in faccia che ti stai chiedendo il perchè delle tue reazioni, ma anch'io se non fossi sposato con tua nonna a un bel ragazzo come lui direi di sì a tutto» portò lo sguardo su Thomas studiandolo attentamente, ma lo faceva per provocare una reazione nel nipote.
«Nonno! Smettila di guardarlo in quel modo!» esclamò Leonard sorprendendo i presenti.
«Sei senza speranze, Leonard...» disse la donna alzando gli occhi al cielo dicendo: «Figlio mio, dammi la forza»
«Cosa c'entra adesso papà?» chiese lui indispettito.
«E no. Noi non ti daremmo le risposte. Le devi cercare da solo» disse lei prendendo per mano il marito: «Cerca di riposare un po' per fare i compiti hai tutto il tempo. Noi torniamo a casa che l'orario delle visite è quasi terminato e poi tra un po' ti porteranno la cena e le medicine»
Leonard strinse tra due dita la radice del naso dicendo: «State attenti quando tornate a casa»
«Come sempre, Leonard» risposero i due lasciando la stanza ridacchiando divertiti da quella situazione che si stava creando mentre la curiosità in loro cresceva.
Intanto, Kevin, prese il telefono mandando un messaggio alla madre:
To: Kevin: Mamma potresti venire a prendermi? Voglio lasciare da soli Thomas e Leonard. Hanno bisogno di parlare tra di loro...
To: Mamma: Tra dieci minuti sono li con tua sorella. Vuole salutare Leonard
To: Kevin: Va bene. Vi aspetto.
Messo via il telefono si rivolse a Thomas: «Mamma sta venendo a prendermi»
«Potevo accompagnarti» constatò il ragazzo guardandolo perplesso.
«Non preoccuparti. Voi dovete parlare un po' e conoscervi. Sono certo che farà bene a entrambi» disse tranquillamente Kevin per poi aggiungere: «Erika poi vuole salutare Leonard»
Una decina di minuti più tardi la donna arrivò in ospedale accompagnata dalla figlia che una volta arrivate davanti alla stanza del ragazzo esclamò: «Ciao, Leonard!»
«Ciao, principessa Erika» rispose lui sorridendole per poi rivolgersi alla donna: «Buonasera, signora»
«Buonasera, Leonard. Come ti senti?» chiese lei sorridendogli.
«Sto meglio. Domani esco da qui, ma dovrò tornare per mettere il gesso» ammise tranquillamente osservando la bambina che guardava perplessa il libro sul comodino: «Sei interessata a quel mattone?»
Erika rise divertita: «Che cos'è?»
Leonard sorrise dicendo: «Quello è un libro malvaggio. Mostra cosa si nasconde sotto la tua pelle e se lo leggi fa venire un gran mal di testa per i paroloni giganti che ci sono nascosti in quelle pagine»
La bambina a quelle parole esclamò: «No! È un libro cattivo!» scappò a nascondersi dietro il fratello che rise divertito da quella scena.
Thomas vedendo quel lato del ragazzo rimase incantanto e senza parole ammettendo a sé stesso: Non so niente di lui... Voglio sapere di più... Voglio vederlo ancora giocare in questo modo...
Un dolce calore si alzò dal suo cuore scaldandolo dolcemente in un modo completamente diverso. Era un calore diverso da quello che provava nei confronti di Kevin, Erika, Derek, Victor e Simon, in quel momento si sentiva bene e voleva far crescere in qualche modo la piccola fiamma che si era svegliata in lui.
Kevin prendendo in braccio la sorella disse: «Dai adesso andiamo a casa e lasciamolo riposare. Ci penserà il cavaliere Thomas a proteggere il mago Leonard dal libro cattivo»
La bambina guardò Thomas, tenendosi stretta al fratello, dicendo seriamente: «La principessa Erika ti ordina di proteggere il mago Leonard, cavaliere Thomas. Il tuo compito di protezione su di me il principe Kevin è finito. Adesso hai una nuova missione»
Il ragazzo tornò alla realtà dicendo con un lieve inchino: «Sono ai vostri ordini principessa Erika»
La madre di Kevin non disse niente ormai pensando: Sono così abituata a questo gioco tra i miei figli e Thomas che non ci faccio più caso, ma chissà perchè adesso a loro si era unito anche il mago. Chi sarà il prossimo?
Poco dopo i tre si congedarono lasciando Thomas e Leonard che si guardarono per un attimo prima di mettersi a ridere divertiti da tutto quello che era successo in quei pochi minuti.
La giornata era passata in un modo così diverso dal solito che le ore erano volate, ma Thomas nonostante tutte le domande che aveva per Leonard le lasciò correre chiudendole in un angolo della sua mente. Le avrebbe scritte su un foglio per poi fargliele casualmente quando gli capitava di restare in sua compagnia.
L'infermiera a ora di cena entrò nella stanza portando per i due qualcosa da mangiare assieme alle medicine per Leonard rivolgendosi al ragazzo: «Resti qui oggi?»
«Sì. Se possibile vorrei passare la notte qui per fargli compagnia» ammise tranquillamente Thomas.
«Certamente. Non ci sono problemi puoi anche usare il letto qui vicino per dormire un po'» disse lei tranquillamente indicandogli il letto sorridendogli.
«Lo farò» rispose lui prendendole in vassoio dalle mani posandolo sul tavolino che aveva messo sopra le gambe del ragazzo liberato dal raccoglitore.
«Ricordati di prendere le medicine appena termini di mangiare» disse lei sorridendo per poi lasciarli da soli.
I due mangiarono tranquillamente godendosi la pace di quel momento elaborando anche tutte le sensazioni che avevano provato in quelle ore.
Al termine del pasto, Leonard, prese le medicine per poi sistemarsi tra le coperte per poter dormire qualche ora.
Thomas dopo aver messo via tutte le cose e averlo coperto in modo che non prendesse freddo si mise sul letto vicino a lui dicendo: «Quelle medicine devono essere pesanti da assumere, vero?»
«Mettono sonno per questo il giorno mi lasciano senza e le prendo solo la notte» rispose lui accennando un sorriso cercando di restare ancora un po' sveglio.
«Riposati. Ne hai bisogno dopo questa giornata» disse semplicemente Thomas scivolando lentamente in un sonno profondo seguito da Leonard che si addormentò profondamente.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro