Capitolo 34
Summer
Avevo finito di fare l'amore con lui un'altra volta, sembrava tutto così magico con Igor.
Non gli avevo ancora raccontato niente di ciò che era successo da mia madre. Avevo una paura tremenda di scoprire altre verità che si nascondevano. Avevo una famiglia, un fratello o forse di più. Nella mia testa c'erano un sacco di domande.
Perché nessuno mi aveva mai cercata?
Perché tutto questo a me?
Avevo lasciato Kreed a casa, mentre io ero uscita per fare la spesa. Fuori c'era il sole, sembrava proprio una bella giornata. Ripensai ai momenti che avevo trascorso con Igor e...
《Non fiatare, altrimenti giuro che ti taglio la gola.》Sentii una voce al mio orecchio, mentre con la mano mi tappò la bocca.
Mi portò in un vicolo cieco mentre continuava a tenere il coltello alla mia gola. Il cuore mi batteva all'impazzata, avevo paura e non sapevo cosa sarebbe successo dopo.
La persona mi spinse per terra brutalmente.
《Guardami, troia.》Sibilò.
Alzai lo sguardo dall'asfalto e guardai l'uomo, non era solo, accanto a lui c'erano altre tre figure che indossavano un passamontagna esattamente come lui.
La paura si impossessò di me, non volevo neanche immaginare a cosa mi sarebbe accaduto.
Uno di loro si avvicinò a me e mi sputò addosso. Mi prese per il collo e strinse forte, cominciava a mancarmi il fiato. Mi dimenai ma l'unica cosa che ricevetti fu un pugno allo stomaco.
《Stai ferma, non voglio ucciderti, non io almeno.》Rise il ragazzo.
《Tappale la bocca, devo fare una cosa.》Disse il ragazzo che stava in mezzo.
《No, per favore lasciatemi andare.》Sentii i miei occhi che furono inondati dalle lacrime.
Uno di loro mi tappò la bocca mentre l'altro mi alzò la maglietta.
Perché dovevo subire ancora una cosa del genere?
Il tipo che stava in mezzo prese una lametta e iniziò a scrivere sulla mia pancia.
《Ci vediamo presto.》Scrisse mentre io non riuscivo a urlare dal dolore a causa della mano del tipo che mi aveva impedito di emettere alcun suono.
Il ragazzo finì il suo lavoro e poi mi spinse contro un muro di cemento. Mi buttò per terra ed iniziò a darmi calci per tutto il corpo e dopo lo fecero anche gli altri due. Passò del tempo e ormai era come se non sentissi più i loro calci, niente. Il sangue mi usciva dal naso e dalla bocca, i ragazzi dopo un po' scapparono lasciandomi per terra inerme.
Non riuscivo a muovermi, il sole splendeva in cielo, chiusi gli occhi e per un attimo pensai che sarebbe stato meglio chiuderli per sempre.
-
Mi svegliai sdraiata su un letto. Accanto al letto c'era un comodino con un'icona di Gesù e con una candela accesa.
Ma dove mi trovavo?
All'improvviso la porta si aprì ed entrò un signore anziano con una tazza in mano. Lui si avvicinò a me ed io iniziai a tremare.
《Per favore, non mi tocchi, per favore...》Scoppiai a piangere.
《Tranquilla, non voglio farti del male, voglio solo aiutarti.》Le sue parole mi sembravano sincere.
《Chi ti ha ridotto così?》Chiese il signore dandomi la tazza di tè.
《Non li ho visti in faccia.》Continuai a piangere.
Il nonnino mi asciugò le lacrime con i pollici.
《Nonno!》Lo chiamò una voce che avevo già sentito.
《Sono qui.》Rispose.
Ad un tratto entrò in stanza Vadim. Lui mi guardò scioccato.
Era suo nipote?
《Summer! Che cosa ti è successo? Chi è stato?》Il moro si catapultò vicino a me.
《Vi conoscete? 》Chiese il nonnino incredulo.
《È la fidanzata del mio migliore amico.》Disse mentre guardava tutti i lividi che avevo.
《Ora chiamo Igor!》Esclamò.
《Non farlo, non voglio che lui sappia cosa mi è successo.》
《Mi ha chiamato centonove volte, secondo te non vorrà sapere nulla quando vedrà questi lividi?》Chiese Vadim.
Cercai di convincerlo a non dire nulla a Igor e ci riuscii. Mi aiutò a nascondere ciò che era successo, andò a fare la spesa per me e mi portò dei vestiti di Anastasia, in modo da coprire i lividi.
Quel ragazzo mi aveva salvata per una seconda volta, sembrava il mio angelo custode.
Ringraziai suo nonno per avermi accudita dentro casa sua e poi lo salutai. Vadim mi diede un passaggio fino alla casa di Igor, lui teneva gli occhi concentrarti sulla strada mentre io iniziai a piangere, mi sentivo uno schifo. Con tutti quei lividi e segni viola sul corpo, a Kreed avrei fatto schifo di sicuro.
《Che hai, Summer?》
《Nulla, grazie di tutto...》Lui accostò e mi guardò dritto negli occhi. Il suo viso era vicinissimo al mio.
《Perché sento che c'è qualcosa che mi lega a te, ogni volta che ti sto vicino?》Chiese vicino al mio viso.
Ad un tratto lo sportello della sua macchina si aprì, rivelando un Igor incazzato nero.
《Sei un fottuto stronzo! Sei un traditore!》Urlò Igor mentre gli diede un pugno in faccia.
《Ma che cazzo dici?》Si dimenò Vadim dalla presa del suo migliore amico.
《Igor fermati!》Cercai di separarlo dal moro.
《Ti sei scopato Summer, mentre mia sorella è incinta!》
Ma cosa diavolo aveva capito?
《Tu sei scemo! Non mi sono scopato Summer!》 Esclamò Vadim riuscendo a staccarsi dalla presa di Igor.
《Ah no? E perché cazzo ha i vestiti di mia sorella? Non era uscita con questi vestiti!》
《Chiediglielo tu, coglione! Forse dovresti proteggerla di più prima che qualcuno la ammazzi per davvero!》
Igor si fermò e mi guardò confuso, non capiva più niente.
A me però aveva fatto male il fatto che lui avesse creduto che fossi andata a letto con il suo migliore amico. Questo non me lo sarei aspettata.
Li lasciai lì nel garage mentre io corsi via dentro casa.
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