7- Ricordi
Nairobi uscì dall'ufficio di Berlino.
Il sangue le ribolliva nelle vene dalla rabbia. Doveva assolutamente calmarsi, o avrebbe fatto sicuramente qualche casino.
Iniziò a camminare su e giù per il corridoio.
Odiava quando Berlino si comportava in quel modo, tirava fuori il peggio di lui.
Il suo fare irritante, strafottente, da prendere in giro portava all'impazzire!
Ora capiva perché Amor non ne poteva più!
Se era al suo posto, a quest'ora Berlino aveva già una pallottola in testa.
Fece un sospiro per calmarsi.
Prima stava per commettere un gravissimo errore.
Se uccideva Berlino, tra di loro si sarebbe creato il caos più totale.
Solo per colpa sua.
Ancora non riusciva a crederci.
Le mancava così poco per uccidere Berlino, per un suo gesto dettato dalla rabbia.
Che cosa stava facendo? Stavo per caso perdendo la testa?
Dovevo subito andare da Berlino e, per quanto la cosa la scocciasse, doveva chiedergli perdono per il suo comportamento.
Ovviamente, avrebbe pure finito il discorso che avevano iniziato.
Ma questa volta sarebbe stata più calma, ed era anche convinta che avrebbero trovato un giusto compromesso.
Aprì la porta di Berlino e lo trovò seduto com'era prima.
Sembrava che non si fosse mosso di una virgola.
<< Nairobi, ancora qui? Sei venuta a finire il lavoro di prima? Speriamo che questa volta ti decidi sul serio cosa fare >> disse Berlino ridendo, provocandola con il suo tono di sfotto.
Nairobi strinse i pugni per la rabbia, e cercò di rimanere calma.
Non poteva permettersi di fare una tragedia.
Ne valeva per tutti loro.
Così cercò con tutta se stessa di accantonare l'idea di sparagli un colpo in testa.
Fece un sospiro.
"Coraggio Nairobi, c'è la puoi fare!", si disse mentalmente.
Si avvicinò lentamente, guardandolo negli occhi.
<< S', ma questa volta voglio parlare con più calma. Berlino, per quanto tu abbia sbagliato a comportarti così con Amor... l'ho fatto anche io, comportandomi male con te. Se solo tu non mi avessi fermato, io ti avrei... ucciso. Per questo... ti chiedo scusa >>
Berlino la guardò, con la sua espressione che si tramutò in sorpresa.
<< Non mi aspettavo una risposta del genere da parte tua, Nairobi. Di solito... non sei cosi. Ad ogni modo accetto le tue più sincere scuse, e mi fa piacere che hai capito la gravità della situazione che poteva diventare >> Berlino fece un sospiro.
<< Beh, qui quello che deve chiedere scusa dal principio sono... io. Ammetto che non volevo assolutamente che la situazione degenerasse così e... non volevo fare ciò ad Amor. Lei... non c'entrava niente. L'unico che ha colpe qui sono io >>
Berlino parlava con voce dura, ma si poteva sentire una nota di amarezza.
Nairobi lo guardò.
<< Non ci posso credere... cosa hanno appena sentito le mie orecchie? Berlino che chiede scusa? Tocca subito segnarlo nel calendario, questo giorno è speciale >> rise Nairobi, volendo prenderlo un po' in giro.
<< Molto divertente, Nairobi. L'ho fatto solo perché ho esagerato, e non voglio che per colpa di Amor inizia un combattimento. Non possiamo permettere che i nostri ostaggi inizino una rivolta. Niente di più >> specificò Berlino con voce severa.
Nairobi fece un sorriso
<< Ora riconosco di nuovo il vecchio Berlino. Bastardo come sempre >>
Amor era in bagno davanti allo specchio.
Era passato qualche ora e, dopo che era uscita dall'ufficio di Berlino, si era diretta in bagno. Anche se non era un posto bellissimo, Amor si sentiva a suo agio.
Non era affollato di gente, e poteva essere se stessa lì dentro senza essere giudicata.
Aveva lo sguardo fisso sullo specchio.
I suoi occhi rossi, e le occhiaie, le stavano dicevano che aveva pianto parecchio.
Non batteva ciglio, era da un po' che era in quella posizione, e i suoi muscoli non davano cenno di muoversi.
Era come paralizzata.
Tutto il suo corpo era paralizzato.
Ogni tanto il suo sguardo cadeva per qualche secondo sui segni del collo ancora rossi e ben visibili.
E da quello, tutto le venne nuovamente in mente.
Sembrava la scena di un film.
Lei che urlava parole taglienti, e lui che le rispondeva a tono, e poi... quello che non si sarebbe mai aspettato.
Ma che, purtroppo, successe: avvicinarsi a lei con tono minaccioso per poi mettergli le mani sul collo.
Il respiro di Amor si bloccò improvvisamente, come se le mani di quell'uomo fossero ancora strette sul suo collo.
Distolse lo sguardo, e finalmente tornò alla realtà.
Si accorse che stava tremando.
Aveva vissuto, per l'ennesima volta, quello che era successo, ma questa volta le sembrava più reale.
Si rese conto che quella cosa le aveva lasciato una profonda ferita, ed un trauma che difficilmente sarebbe andata via.
Che l'avrebbe fatto compagnia per il resto della sua vita, anzi tutto quello che era successo qui dentro sarebbe rimasto per sempre marchiata nei suoi ricordi.
Fece un sospiro per non cercare di non piangere un'altra volta, ma il dolore sembrava tornare di nuovo.
Tirò fuori le pasticche e ne prese tre in una volta sola.
Sì, forse stava esagerato, ma in quel momento voleva solo che il dolore fosse un lontano ricordo.
Si sedette per terra, non sentendo più le gambe, e si appoggiò al muro.
Non passò tanto che iniziò sentire gli occhi che volevano chiudersi.
Cerco di mantenerli aperti, ma ebbero la meglio.
Sentì il corpo iniziare a rilassare ogni muscolo.
Era una sensazione bellissima, che non provava da così tanto tempo.
La sua testa le diceva di lasciarsi andare, e lei rispose affermativamente accasciandosi per terra.
Subito dopo, cadde in un sonno profondo.
Erano ore che pensava e ripensava alla conversazione che avevo avuto prima con Nairobi.
Ripensava alle parole che aveva detto a lei.
Faceva davvero bene a chiedere scusa ad Amor, oppure no? Oppure doveva rimanere in silenzio, senza dirle assolutamente nulla?
Ma che stava facendo?
Avevo completamente sbagliato a dire quelle cose di prima a Nairobi.
Lui era Berlino, non provava sentimenti o sensi di colpa per nessuno.
Era fatto così, e nessuno poteva cambiarlo.
Nairobi aprì la porta velocemente, distogliendolo dai suoi pensieri.
Si girò per guardarla, e la vide nervosa.
<< Berlino, abbiamo un problema >>
<< Che cos'è successo? >>
<< Non troviamo più Amor! Sembra... sia scomparsa! >>
<< Che cosa? Vi siete lasciati sfuggire un ostaggio? Com'è potuto succedere? Lo sapete benissimo che qui nessuno può uscire senza un mio ordine preciso! E voi avete lascito scappare una ragazzina, che ora può essere ovunque... anche dalla polizia a denunciarci tutti >> urlò completamente furioso.
Per una stupida ragazzina, il loro piano poteva saltare.
Stava per ribadire qualcos'altro, ma Tokyo comparve sulla soglia.
<< Berlino, devi subito correre in bagno. Abbiamo un problema >>
<< Tokyo, qui abbiamo un altro tipo di problema, se non te ne sei accorta... e se non lo risolviamo, potremo finire- >>
<< Berlino, abbiamo trovato nel bagno Amor priva di sensi, stesa a terra. Non reagisce alle sollecitazioni, sembra... morta >>
<< Oh mio Dio... non può essere! Come... com'è successo? >> disse Nairobi sconvolta.
Berlino diventò bianco come un lenzuolo e, senza dire nulla, si avviò verso l'uscita superando Nairobi.
Arrivarono in bagno e trovano Amor per terra.
Denver e Helsinki erano vicini a lei, e stavano provando in tutti modi a svegliarla, ma senza successo.
<< Tutto ciò è molto strano. Non c'è sangue per terra, e nemmeno segni che qualcuna l'abbia colpita, o fatto del male. Sembra... che abbia fatto tutto quanto da sola, e solo che non capiamo come >> disse Denver verso i nuovi arrivati, spostandosi leggermente per mostrare Amor.
<< Denver, a volte la tua stupidità mi fa rimanere sconcertato >> sospirò Berlino, alzando gli occhi al cielo.
<< A volte ti dimentichi di pensare, e pensi da idiota >>
Denver si alzò andando vero Berlino, con la rabbia che gli si leggeva nel viso.
<< Come ti permetti di- >>
<< Denver, ora non abbiamo tempo da perdere con le tue sfuriate. Ne ho abbastanza della tua perdita di autocontrollo. Certe volte sembri un bambino che si arrabbia perché gli si è rotto un giocattolo. Ora abbiamo un problema più importante... non credi? >>
Denver lo guardò con sguardo assassino, ma poi si allontanò da lui.
Nairobi diede uno sguardo a Berlino, alzando gli occhi al cielo.
L'uomo si avvicinò ad Amor e si piegò in ginocchio per essere alla sua altezza, la guardò per qualche secondo e poi mise due dita al collo, per sentire un qualsiasi battito del cuore.
Berlino si bloccò e sgranò gli occhi: Amor aveva la pulsazione bassa, ma era ancora viva.
Senza perdere tempo, l'uomo tirò giù la lampo della tuta di Amor.
<< Berlino, ma che stai facen- >>
<< Nairobi, Amor è viva. Dobbiamo agire velocemente >>
Ci fu un attimo di silenzio. La tensione era a mille.
Quando aprì la tuta con forza, a causa di quello scatto, una bottiglietta che era nella tasca uscì rotolando ai piedi di Berlino.
L'uomo la prese in mano. I suoi occhi saettavano veloci sulle scritte.
Mise la bottiglietta nella tasca e prese in braccio Amor, mettendole la testa sulla sua spalla per non farla cadere.
<< Dobbiamo subito farla vomitare, solo in questo modo forse riusciremo a espellere le pillole che ha preso, sperando che non sia troppo tardi >>
<< Pillole? Ma di cosa- >> iniziò Nairobi, venendo però nuovamente interrotta.
<< Ti spiegherò tutto strada facendo, ora non c'e un minuto da perdere >>
Berlino superò gli altri e si incamminò velocemente verso il suo studio.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro