30- tregua?
Berlino Pov's Inizio:
Mi girai verso Amor vedendo che non aveva ancora risposto, e vidi che si era addormenta sulle sue braccia.
Feci un sospiro
Quando la presi in braccio, sentì immediatamente che qualcosa non andava.
Era troppo leggera.
Data la sua corporatura già magra, aveva capito che aveva perso qualche chilo, e la differenza si vedeva.
Non andava affatto bene.
La appoggiò delicatamente sul divano.
Non riuscivo a capire.
Amor mi ha lasciato, doveva essere felice della decisione presa.
E, di conseguenza andare avanti.
Ma allora... perchè mi ritrovo Amor piangere nel bagno senza un motivo, e dimagrita?
Di solito questi comportamenti si hanno quando una persona è triste.
Non sarà per caso...che Amor è ridotta così male perché... gli dispiace per quello che ha detto?
Se è cosi... tutto è molto più logico ora.
La guardai ancora.
Amor non si riconosceva: il suo viso pallido e la sua tuta larga la facevano sembrare tutt'altra persona.
Come può ridursi una persona in questi condizioni?
Più la guardavo, e più mi si spezzava il cuore nel vederla in quelle condizioni.
Volevo fare qualcosa, ma aveva paura che ormai non si potesse più fare nulla.
Eppure.. ci doveva essere per forza qualcosa per aiutarla! Non potevo lasciarla sola di nuovo, l'aveva già fatta soffrire troppe volte!
Feci un sospiro
Doveva prendere una decisione!
Ad Amor gli stava facendo troppo male, tutto questo tira e molla.
Ne stava andando della sua salute fisica e mentale.
Fine Berlino Pov's
Amor si mosse lentamente e piano piano, con la poca forza che aveva, aprì gli occhi.
<<Amor, come ti senti?>>
Amor si girò verso Berlino e, anche se non aveva la forza di dire nulla, non era molta contenta di vederlo.
Berlino si avvicinò a lei
<<Va tutto bene, ora ci sono io con te>>
Disse prendendole la mano.
Per quanto Amor non volesse vedere Berlino, quel contatto, quel calore, era proprio quello di cui aveva bisogno.
È proprio vero, che quando una persona sta male, il contatto è quello di cui abbiamo bisogno per stare meglio.
Gli strinse la mano con poca forza, era come se gli dicesse non "andare via".
Berlino le sorrise
<<Finalmente Amor.
Questa volta non ti lascierò più, lo prometto su me stesso. Starò vicino a te fino alla fine>>
<<Berlino, mi devi spiegare perché->>
iniziò lei con voce flebile.
<<Ogni cosa al suo tempo, ti spiegherò tutto quando starai meglio, ora non ti devi sforzarti troppo>>
Si abbassò per darle un bacio sulla fronte, facendola diventare rossa.
<<Sei così carina quando diventi rossa.
Dovresti esserlo un pò più spesso per me Amor, sai?>>
<<Beh, ecco io... non ho specificato ancora questa cosa, e se io... non ti ho perdonato Signor Berlino?>>
parlò lei cercando di farlo con voce ferma, ma quando alzò gli occhi incontrando quelli di Berlino, diventò ancora più rossa.
<<Beh, può essere signorina Amor, ma non penso proprio che sia così. La sua voce ha detto questo, ma i suoi occhi ne dicono un' altra.
Sapevi che gli occhi sono lo specchio dell'anima? e che ci dicono tutto quello che pensiamo? Basta uno sguardo per capire di cosa si tratta>>
Berlino fece un sorriso
Amor Abbassò lo sguardo imbarazzata.
Era come un bambino scoperto in flagrante dopo aver rubato delle caramelle.
<<Accidenti! E adesso che faccio?>>
Disse sotto voce per non farsi sentire da lui.
Com'era era possibile che finiva sempre in situazioni imbarazzati con Berlino?
<<Va bene, adesso dovrei andare... mi sento molto meglio, emh...grazie Berlino>>
Mi alzai lentamente ancora imbarazzata.
Anche se non stava bene al 100%, riusciva comunque ad alzarsi.
Si diresse verso la porta, ma poi si sentì prendere delicatamente il braccio.
Sapendo chi fosse, diventò rossa.
<<Berlino, forse non è il caso. io->>
Berlino la attirò a se, e Amor si ritrovò schiacciata sul suo petto.
Berlino mise una mano intorno alla vita, stringendola a lui.
Sempre più rossa in viso, Amor abbassò lo sguardo.
Poteva sentire il suo cuore battere forte.
<<Berlino... io->>
<<Stai tranquilla, va tutto bene>>
Le accarezzò il viso delicatamente, e lì il suo corpo rabbrividì.
No per contentezza, ma per paura.
Era la prima volta che sentì di avere paura per un gesto dolce di Berlino.
Ma questa volta sapeva perché aveva paura di lui.
Aveva paura del suo comportamentto, e che le potesse fare del male.
Amor si allontanò leggermente da lui.
<<Amor... che c'è?>>
<<Non posso fare finta che non sia successo niente Berlino.
Non so per quale motivo l'hai fatto, ma... Io... ho paura che... mi farai del male.
So che mi ami, ma.. la paura c'e>>
Berlino la guardò un attimo senza dire nulla, poi Parlò.
<<Amor.. so che ho sbagliato, e.. mi dispiace, non sai quanto.. ma ho dovuto farlo per un motivo.
Si... è vero, quello che ti ho detto su di me è vero.
Io sono così, non ti ho mai parlato di me perché avevo paura che ti saresti allontanata da me.
Lo ammetto, all'inizio volevo farti fuori, ma poi... qualcosa, con il tempo, è cambiata.
Ho capito che sei molto importante per me.
So che ci vorrà del tempo per perdonarmi.... pensavo che non lo avresti mai fatto.
Ma io.. aspetterò il tuo tempo.
Solo una cosa ti chiedo: di fidarmi di me questa volta, perché... non ricapiterà più quello che è successo, io ti->>
Si bloccò per un attimo facendo un sospiro
<<Io.. Io ti amo, Amor Blanco Àlvarez.
Ti amo dalla prima volta che hai varcato la porta di questa banca, dalla prima volta in cui ho incrociato il tuo sguardo, e ho capito che sarai stato dannato a vita se non avressi mai baciato quelle labbra che ho sempre sognato ogni notte>>
Disse con voce pieno di passione
<<Ti ho desiderato... si ti ho desiderato tante volte e ti desidero anche ora.
È non hai idea di quante volte ho frenato l'istinto di farti mia quando ti incrociavo per strada, oppure quando ti vedevo o venivi da me a lavorare. Ma non l'ho mai fatto, perché.. ho sempre saputo che tu eri diversa dalle altre ragazze che ho conosciuto, e non volevo sprecare questa quest'ultima mia possibilità>>
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