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25- Una nuova scoperta

La luce della finestra  arrivò agli occhi di Amor, quasi accecandola.
Aprì gli occhi e notò di trovarsi in una stanza.
Cercò di mettere a fuoco, ma non ci riuscì dato che ancora doveva svegliarsi del tutto.
Fece un mugugno, dicendo frasi sconnesse senza alcun senso.
Fece uno sbadiglio e si stiracchiò.
Aveva fatto un bella dormita, e per lei era meglio cosi: era da una vita che non dormiva così bene.
<<Buongiorno Amor! vedo che hai fatto una bella dormita, mi fa piacere>>
Amor si girò verso la voce, ancora un poco assonnata, ma con ormai i riflessi più svegli di prima.
Appena vide chi era la voce, si bloccò.
Berlino era di fronte a lei,  un po' spettinato, ma con l'aria di uno che, come lei, aveva fatto una bella dormita.
<<Ciao Amor!>>
Rimase un attimo ferma, per poi alzarsi di scatto.
<<Oh mio dio! Berlino!>>
esclamò lei, cadendo per terra per la troppa velocità.
<<Che ci fai qui?
E perché sono con te nel divano>>
chiese cominciando ad agitarsi in un attimo.
Berlino buttò la testa all' indietro, ridendo per la scena comica.
<<Stai calma, ti sei addormentata con me ieri sera, tutto qui.
Sei nel mio studio>>
<<Nel tuo studio?>>
Si alzò dando le spalle a Berlino, iniziando a guardarsi intorno.
Era per davvero nello studio, ora iniziava a ricordarsi tutto.
Tornò a guardare l'uomo.
<<Va bene, allora... io va->>
non riuscì a finire di parlare che notò qualcosa di particolare.
Berlino sembrava molto più sveglio di prima e continuava a guardarla con uno sguardo magnetico e furbo.
<<Berlino.... ma perché mi stai guardando con così tanta
insistenza?>>
<<Te l'hanno mai detto che hai un bel didietro?>>
Berlino abbassò lo sguardo, facendola  capire che era solo con la maglietta grigia, e le mutande>>
Diventò completamente rossa
<<Ma che diamine!? Berlino!>>
Gli urlò arrabbiata.
Non si era minimamente accorta  che ero solo con la maglietta.
Prese velocemente la tutta rossa per terra, mettendola  davanti al corpo come per nascondersi dallo sguardo di lui.
Mentre lo fulminava con lo sguardo, lui alzò le mani.
<<Io non c'entro niente questa volta! Amor, hai fatto tutto tu!>
<<Cosa? voglio
delle spiegazioni, ora!>>
Berlino abbassò le mani.
<<Ti sei slacciata la tuta perché sentivi caldo, e poi te la sei tolta>>
Sbattendo gli occhi alle sue parole, sobbalzò nel ricordarsi di averlo fatto per davvero.
Ora si sentiva una stupida.
<<Berlino, ti ho portato i resoconti del->>
Nairobi si bloccò vedendo Amor con la tuta davanti al corpo e Berlino tutto spettinato nel letto.
<<Scusate, ho sicuramente interrotto qualcosa! non->>
<<Nairobi! oh no, ci mancava pure lei! chi altro deve venire ancora?>>
Amor si nascose nella tuta con il viso imbarazzato.
<<Va bene, emh.. ritorno più tardi, Berlino!>>
Berlino fece un accenno e Nairobi uscì dalla stanza.
Quando sentì la porta chiudersi, si girò di scatto vero Berlino.
<<Non dire una parola e girati, mi devo vestire>>
gli disse parecchia innervosita.
Berlino le diede velocemente le spalle.
Era meglio fare quello che diceva lei, si notava lontano parecchi kilometri che era parecchio Nervosa.
<<Ora ti puoi girare, ho fatto>>
Berlino tornò a guardarla.
<<Bene, ora vado a fare colazione>>
concluse lei con tono scocciato, dirigendosi a passo spedito verso la porta.
<<Amor, aspetta!>>
la fermò Berlino, facendola girare verso di lui.
<<Tutto ok?>>
A quella domanda, Amor fece una risata nervosa.
<<Tutto ok?>>
Mi sono svegliata che ero senza la tuta, e come se non bastasse è entrata Nairobi mentre avevo la tuta per coprirmi. Secondo te va tutto ok?
Sono morta di imbarazzo quando e entrata Nairobi,che mi ha vista con solo la tuta a coprirmi. Secondo te va tutto ok? Sono morta di imbarazzo quando è entrata, e ora chissà cosa avrà capito! avrà pensato che->>
Stava andando di nuovo in agitazione.
Perché ogni volta doveva succedere sempre la stessa storia?
<<Amor, ehi guardami>>
cercò di calmarla con tono dolce, prendendole le mani.
<<Berlino, per favore->>
<<Amor guardami>>
Questa volta le parlò con tono deciso.
Amor alzò gli occhi incrociando il suo sguardo.
<<Non hai fatto nulla di male, anzi non abbiamo fatto nulla di male.
Non devi vergognare di te, e sopratutto... fregatene degli altri.
Ma stai tranquilla, Nairobi non è una di quelle che racconterà in giro qualcosa>>
Spiego Berlino sorridendole.
Amor guardò un po' Berlino, con il suo nervosismo che andava man mano scemando.
Quando si calmò del tutto, si mise a ridere.
<<Hai tutti i capelli in disordine. Non Hai una spazzola?>>
<<Io non uso spazzole>>
controbattè lui usando la voce come se fosse un bambino.
<<Ah no? allora perché hai sempre cappelli cosi perfetti?>>
<<E va bene, si c'e lo.
È un pettine>>
<<E dov'è?>>
<<Dentro al cassetto dove ci sono le mie medicine, ma->>
Non fece in tempo a finire che Amor aprì il cassetto prendendo poi il pettine.
<<Che cosa ci vuoi fare?>>
<<Ti voglio pettinare! non posso ringraziarti per avermi fatto dormire con te?>>
<<C'e la faccio benissimo da solo, grazie>>
<<E dai, fammi provare>>
Disse Amor avvicinandosi a lui.
<<Eh no! i miei capelli non si toccano>>
Esclamò Berlino mettendo le mani  sui cappelli come per proteggerli.
Amor si mise a ridere
<<Ora ho capito perché non vuoi che ti tocchi i capelli, sei un narcisista!
Ti importa molto dell'estetica>>
Si mise a ridere di nuovo
Sentendo quella parola, Berlino si irrigidì e cambiò subito umore.
Si avvicinò ad Amor, guardandola in modo serio.
<<Si esatto sono un narcisista.
Ma non si riferisce solo a quello che hai detto>>
Disse parlandole con freddezza.
<<No? E allora cosa?>>
chiese Amor con innocenza, non capendo cosa stava per succedere dopo.
<<Sono arrogante, egocentrico, e ho un forte senso dell'onore.
Chiunque infanga il mio nome, sarà letteralmente schiacciato.
Mi piace sedurre e ammaliare chi dico io.
Sono un capo eccellente, riesco sempre a mantenere la lucidità, e a  essere pragmatico nel tenere le redini al comando.
E sono anche un megalomane.
Mi è sempre piaciuto un ideale di grandezza e potere.
Mi piace manipolare e torturare, le persone, sopratutto gli ostaggi.
E sfrutto le persone per i mie scopi.
Che altro... ah, manco di empatia verso le persone. I loro sentimenti non mi importano>>
Sotto shock, Amor fece cadere il pettine per terra.
La sua faccia sbiancò all'improvviso.
si sentì  mancare il fiato.
Le sembra tutto così irreale.
Sapevo che Berlino non era uno stinco di santo, ma non lo immaginavo cosi!
Indietreggiò  mentre iniziava a salire vertiginosamente.
<<Quindi... tu mi hai solo usato, per... i tuoi scopi?>>
Berlino le si avvicinò
<<Si.... ti ho solo usato.
Èd è stato anche molto divertente>>
Gli occhi di lei cominciarono a riempirsi di lacrime.
<<Tu sei un->
Alzò la mano per darli uno schiaffo, ma lui bloccò entrambe le mani .
<<Lasciami! sei un mostro!>>
<<Non ti lascerò andare Amor, ormai sei mia ti possiedo>>
Disse nel suo orecchio con la sua solita voce seducente.
<<Tutto di te mi appartiene, ogni centimetro del tuo corpo.
Avevi promesso di rimanermi sempre accanto, e così sarà>>
Berlino la attirò a se stringendola forte.
Di tutta risponsta, Amor iniziò a dimenarsi.
<<Lasciami, ti ho detto di lasciami!  aiuto!>>
Urlò mentre delle lacrime le scendevano lungo il viso.
Berlino le diede una spinta e la fece cadere di schiena sul tavolo.
A causa del dolore, Amor fece un mugugno di dolore, poi impallidì nel constatare cosa stava per succedere.
Non non poteva essere, Berlino le aveva detto che avrebbe aspettato.
L'uomo la guardò con sguardo profondo, nei suoi occhi si intravedeva adrenalina e un misto di sadicità.
Voleva per  davvero fare del male?
oppure no?
Si avvicinò a lei con l'intenzione di toccarla.
Ora avevo davvero la prova,  voleva fare del male!
<<Non toccarmi, lasciami! Nairobi! aiutami!>>
Urlò con tutto il fiato che aveva, ma Berlino rise.
<<Pensi che Nairobi verrà qui a salvarti?
Oggi ha il turno, quindi non verrà>>
Non poteva stare ferma con lui intenzionato a mi farle del male, così gli diede una spinta con un calcio, riuscendo ad allontanarlo un po'.
Si alzò dal tavolo.
<<Mi vuoi dire che cosa ti ha preso? Perché all'improvviso ti stai comportando in questo modo?
Che cosa sta succedendo?>>
Berlino rimase un attimo in silenzio, e
dopo essersi ripreso dal calcio, parlò.
<<Questo è la mia vera natura.
Sei tu che devi decidere se stare con me oppure no.
A te la scelta>>
Amor rimase pietrificata.
Cosa poteva fare?
<<Perchè devi sempre complicare ogni cosa? come faccio a prendere una decisione così grande? non posso riavere il Berlino di prima?
Ti prego...>>
Berlino le si riavvicinò.
<<Ritorna quello di prima, non ti ricordi come.. eravamo felici in questi giorni?>>
<<Amor, io sono questo che ti piaccia o no>>
Le ricordò con aria fredda.
<<Allora non mi lasci altra scelta>>
Ormai bagnata di lacrime, lo guardò con aria ferita.
<<Mi dispiace... ma non posso stare con te, mi farai solo del male, e non posso permettermi di stare male nuovamente.
Ho già sofferto troppo>>
Amor scese dal tavolo, allontanandosi definitivamente da Berlino.
Man mano che faceva un passo, poteva sentire il suo cuore rompersi lentamente.
Lentamente, ma con ferite così grandi che non sapeva bene se mai sarebbe riuscita a ricucirle.

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