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17- Il Bacio

Inizio Amor's Pov's
<<Non ci posso credere che Berlino mi abbia trattato in quel modo, non gli è bastato tutto il dolore che mi ha provocato in passato? Ora ci mancava solo il colpo di grazia…>>
Camminò per il corridoio arrabbiata e delusa.
È vero che ho iniziato io a parlarne, però non immaginavo la sua reazione!
Ho sbagliato, su questo non c’è dubbio, ma lui non doveva nascondermi una cosa così importante!
E poi... non mi merito tutto questo, è cosi ingiusto!
Mi arrabbiai ancora.
Amor calmati, non serve arrabbiarsi per una persona così, non ne vale la pena, perdi solo tempo.
Feci un sospiro e non pensai più a Berlino, ormai lui non esisteva più per me.

Fine Amor's Pov's

4 giorni dopo:

Questi Giorni sono stati i peggiori della mia vita.
Al lavoro alla stamperia non riuscivo più come prima, in poche parole…non ero lì con la testa.
Come potevo dopo tutto quello che era successo giorni prima?
In questo periodo lontano da Berlino capii che mi ero comportata da stupida.
Come potevo dire delle cose così orribili a una persona che ha i giorni contati?
Mi sentii ancora più male.
Volevo andare da Berlino a chiedergli scusa per il mio comportamento, ma ogni volta che facevo un passo per andare da lui il mio corpo si bloccava.
Perché facevo cosi? Quando riuscirò ad andare una volta per tutte e cercare di risolvere questa situazione?
Come se già la mia situazione non era complicata, ci si mise anche Adriana a peggiorarla ulteriormente.
Aveva iniziato a fare di tutto per rendere la mia vita ancora più infernale.
Appena arrivai dopo la litigata di Berlino, Ariadna, fece sapere a tutti i miei compagni che me la ero fatta con Berlino, quindi iniziarono ad odiarmi perché odiavano tutti quelli della banda.
Arrivarono pure a dirmi che ero una poco di buono, e mi guardavano malissimo.
Poi Ariadna, mi nascose il mio kit dove c'era tutto il necessario per l'igiene, e il sacco a pelo.
Dovetti dormire senza di quello per terra, tanto che quella notte per non farci mancare nulla piovve, quindi sentii un gran freddo.
Avevo quasi rischiato di prendere un raffreddore, e nei peggiori dei casi una ipotermia, ma per fortuna la signora che mi aveva prestato le pillole, mi offrì di dormire con lei, per riscaldarmi.
Il giorno dopo la ringraziai con tutto il cuore e grazie a lei riuscì a riprendere il mio kit e il sacco a pelo.
Ma le mie disgrazie non finirono qui.
Pensavate di sì? Beh, vi sbagliavate.
Dopo un tregua da parte di Ariadna che pensavo mi avrebbe lasciata finalmente in pace, un uomo mi iniziò a creare dei problemi, si chiamava…. Arturito.
Iniziò a guardarmi strano ogni giorno, mi fissava per ore, e quando mi girai magari per vedere in giro, lui distoglieva lo sguardo, e iniziava a parlare a caso con altre persone.
Come se non lo avevo visto che mi guardava.
Una volta quando stava andando in bagno a lavarmi, vidi con la coda dell'occhio che mi stava seguendo.
Fortunatamente quei corridoi li conoscevo bene, e cambiai strada seminandolo.
Il mio cuore iniziò a battere veloce per la paura.
<<Berlino...>>
Quanto mi mancava. Se in questo momento ero con lui, non mi sarebbe successo niente, ora capisco quando diceva quelle parole.
Constatai di persona che ero in pericolo con i miei compagni, non mi potevo fidare di nessuno.
Era una giungla, l'unica cosa che potevi fare era sopravvivere.
Io cercai di andare avanti giorno per giorno, ma non ne potevo più, tutto ciò mi stava facendo impazzire.
Non credo che sarei riuscita a resistere ancora per molto.
Chi me lo faceva fare?
Mi mancava terribilmente Berlino, e quello che gli avevo detto mi faceva stare sempre più male ogni secondo che passava.
E ogni giorno che passava lui era sempre più lontano da me.
Forse era così che dovevamo stare, lontani.
Almeno. non ci facevamo del male tutti e due.
Ma era la soluzione migliore?
Non lo so, ma in questo modo non ci facevamo del male entrambi.
Chissà cosa starà facendo Berlino in questo momento?
Sarà seduto o in piedi?
penserà, o guarderà…
i conti al posto mio?
Oppure... mi penserà come sto facendo io in questo momento?
A volte mi faccio queste domande, per passare il tempo, e per non ricordare i brutti avvenimenti che mi stavano capitando in questi giorni.
Mi rispondevo anche da sola.
Ma la risposta non lo saprò mai perché, anche se avrò Berlino davanti, lui mi dirà tutta un’altra cosa.
La vera domanda era dentro alla sua testa.
Era inutile che mi scervellavo in quella maniera.
Mi stavo solo logorando ancora di più, e questo mi portava a stare ancora più male di quello che già stavo.
Feci un sospiro.
Era ora di raggiungere gli altri, chissà cosa mi sarebbe successo.

Arrivai dopo un po’, e da tutti traspariva un solo sentimento, come ogni singolo giorno: Disprezzo.
Ma ormai non ci facevo più caso.
L’unica cosa che mi faceva andare avanti era Berlino.
Anche se lui questo non lo sapeva.
Mi preparai, almeno era ora di mangiare, l'unica cosa positiva della giornata.
Presi il mio pasto, oggi non c'era Nairobi, ma un ragazzo ricco, era molto giovane, sembrava avere 16 anni.
Mi fece un sorriso quando mi diede il piatto e io ricambiai.
sembrava gentile.
Poi c'era una ragazza con i capelli neri, a caschetto.
Mi diede le forchette in malo modo; sembrava scocciata, a momenti me le tirava in faccia.
Mi guardò in modo serio, e io la guardai allo stesso modo.
Non saremo andate d'accordo questo ne ero sicura.
Andai in posto lontano da tutti, almeno mi sentivo più a mio agio e non subivo le occhiatacce.
Iniziai a mangiare tranquillamente, e un po' il nervoso mi andò via.
Finché... il piatto in cui mangiavo cadde all'improvviso per terra rovesciando tutto il mio cibo
<<Mi dispiace tanto non l'ho fatto apposta>>
Rise sarcasticamente.
Mi iniziai a innervosire.
Riconoscevo quella voce.
Alzai la testa innervosita e arrabbiata.
<<Ariadna, perché lo hai fatto? sono stufa di subire tutte queste cattiverie nei tuoi confronti, devono finire!>>
Mi alzai innervosita.
<<Be' devo ammettere che fino adesso è stato davvero divertente, perché smettere? Tanto, ormai non sei più da Berlino, quindi... posso approfittarne>>
<<Lascia Berlino fuori da tutta questa storia, lui non c'entra niente!>>
<<A proposito...>>
<<Ti ho detto di smetterla Ariadna!>>
<<Mi sono davvero divertita l'altra sera con lui>>
Parlò in modo provocatorio.
Mi bloccai, no non poteva essere vero, Berlino non poteva farmi questo.
Ma che sto dicendo! Berlino poteva fare qualunque cosa.
Non eravamo fidanzati.
Il mio viso si rattristì dopo quello che avevo sentito.
Anche questa volta Ariadna aveva trovato il modo di distruggermi completamente.
Ormai stavo cadendo a pezzi.
<<Be' goditi il tuo... pranzo>>
Rise e mi lasciò lì, senza che io dissi una parola.
Mi venne un gran tristezza dentro, gli occhi erano lucidi.
Che senso aveva andare avanti in questo modo? Essere calpestata, e non avere una dignità.
E ora quel briciolo di speranza che era Berlino non c'era più.
Basta…il mio limite della sopportazione era arrivato al massimo.
Dovevo uscire da lì.
Era un suicidio perché c'era polizia pronta a sparare se qualcuno usciva. Beh, che mi sparassero! Almeno la mia vita era finita e avrei sofferto di meno.
avrei aspettato che tutti iniziarono i turni. C'era meno gente attorno, e quindi meno componenti della banda a controllare.

Tutti gli ostaggi iniziarono a mettersi in fila per andare al proprio lavoro.
Aprì la cerniera e guardai che nessuno vide quello che facevo.
Mi misi la maschera di Dalí dentro e racchiusi la cerniera.
In questo modo pensavano che ero uno di loro e sarei andata via senza che mi avrebbero riconosciuto.
Li seguii. Nessuno doveva sospettare niente o per me era la fine, in tutti i sensi.
Arrivammo nel seminterrato dove c'erano le macchine.
Mi ero messa nell'ultima fila cosi non mi avrebbe visto nessuno.
Tutti iniziarono ad andare dentro nelle stanze, uno ad uno
Guardai la Guardia che controllava ciascuno, e appena vidi che non mi guardava, andai via veloce.
Il cuore mi batteva forte.
E se qualcuno mi aveva visto? O peggio la guardia?
No, era impossibile, a quest'ora avrebbe già dato l'allarme.
Aprì la giacca e mi misi velocemente la maschera.
Non si sa mai.

Camminai verso l'uscita, il mio cuore batteva normalmente, per fortuna non avevo incontrato nessuno della banda, perché se mi avrebbero chiesto qualcosa non avrei saputo come rispondere.
Arrivai quasi all'uscita, ma mi bloccai.
C'era un piccolo problemino, anzi forse grosso.
C'erano due componenti della Banda. il Ragazzo di oggi che non sembrava un problema e... Nairobi. Lei sì che era un problema, Nairobi era davvero tosta, e non ce l'avrei mai fatta contro di lei! E poi...
Cavolo mi conosceva bene Nairobi!
Feci un sospiro.
Un problema alla volta Amor.
Prima supera il ragazzo e poi...
Pensa a Nairobi.
Riiniziai a camminare.
Per la prima volta iniziai a sudare freddo.
Superai il ragazzo, non mi disse niente, meno male.
Feci un sospiro. Era quasi fatta.
Mi avvicinai lentamente all'uscita, ma...
<<Ehi! Perché sei qui? Sai che oggi siamo del turno io e Rio a controllare>>
Sorrisi. Molto bene, per lei ero un componente della banda.
Feci un sospiro…potevo farcela!
<<Lo so Nairobi. Stavo solo controllando che tutto andasse bene>>
Feci una voce un po' profonda per non farmi riconoscere.
Nairobi mi squadrò.
<<Mmm…e tu come lo sai che eravamo qui? Non sembri uno dei nostri, riconosco tutti dalla voce>>
Mi bloccai. La situazione stava decisamente degenerando.
<<M…ma cosa dici Nairobi sono ehm... Arizona non mi riconosci?>>.
Nairobi si mise a ridere.
<<Arizona! Oh mio dio! Qui non abbiamo nessuno che si chiama con quel nome>>
Nairobi Ritornò seria e mi puntò l'arma contro.
<<Ultima possibilità, chi sei?>>
Mi bloccai, ora che sarebbe successo?
<<aspetta fermati Nairobi sono io Amor>>
Nairobi si bloccò e abbasso l'arma.
<<Amor ma sei pazza? Potevo ucciderti! Che cosa ci fai qui? Dovresti essere al lavoro ora>>
<<Nairobi ti prego fammi passare, non ce la faccio più a stare qui>>
<<Ma sei matta? Ti potrebbero uccidere scambiandoti per uno di noi>>
<<Nairobi io... voglio morire, per questo sono... qui>>
<<Si tratta di Berlino Vero?>>
<<Sì. Ormai... l’ho perso Nairobi! La mia vita non ha senso.. senza di lui>>
<<Cosa? Aspetta…ti sei innamorata di Berlino??>>
<<Penso di sì!>>
<<Oh Dio! Ora capisco tante cose! Ci mancava solo questo! Questa rapina sta diventando peggio di una telenovela! Ci sono troppe storie d'amore.
Comunque non posso fartelo fare Amor, ora ti porto immediatamente da Berlino>>
<<No! Se sono qui e perché non c'è l’ho fatta ad andare, sì sono una codarda ok?>>
<<E quindi? pensi che ammazzandoti cambi qualcosa? Tu sei completamente pazza Amor! Non te lo farò mai fare>>
<<Ah davvero? Be' ormai è troppo Tardi Nairobi>>
Amor approfittò della distrazione di Nairobi e spinse il bottone rosso.
Immediatamente ci fu un gran rumore.
le porte si iniziarono ad aprire.
<<Amor che hai fatto?!>>
Nairobi le porte!
Rio urlò
<<Rio non fare scappare gli ostaggi, ad Amor ci penso io>>
<<Va bene>>
Nairobi mi guardò arrabbiata.
<<Nairobi non mi hai lasciato altra scelta, perdonami, ti voglio bene>>
<<Amor che fai? Fermati!>>
Riuscii a superarla, ma lei mi fermò.
<< Non ti lascerò andare via Amor, fosse l'ultima cosa che faccio>>
Amor mi bloccò.
<<Lasciami ti ho detto di lasciarmi>>
Amor Urlò
<<Mi dispiace ma non posso>>
Nairobi si staccò da Amor sempre tenendola
<<Rio mi senti? È un’emergenza>>
Nairobi parlò nel microfono.
<<Sì ti sentò. dimmi Nairobi? Che è successo?>>
<<Non posso spiegarti ora, devi avvertire immediatamente Berlino di venire all'uscita.
Abbiamo bisogno di lui>>
<<Ma Berlino è impegnato a non fare uscire gli ostaggi>>
<<Rio, fallo venire si tratta di Amor. Voleva uscire, suicidandosi>>
<<Va bene, lo chiamo subito>>
<<Grazie Rio>>
<<Nairobi perché lo hai fatto? Perché hai chiamato lui, sai che non lo voglio vedere>>
<<Amor cerca di ragionare! Basta con queste bambinate e ora di risolvere una volta per tutte!>>
<<Non è solo per quello! Tu non sai che cosa ho subito in questi giorni per colpa sua, sono stufa di soffrire>>
Ormai le porte si erano quasi completamente aperte
<<Scusami Nairobi, perdonami per quello che sto per fare per fare>>
Amor spinse forte Nairobi, allontanandola.
Mi rimisi la maschera e mi allontanai verso l'uscita.
<<Amor no! Ferma!>>.
Urlò.
Ma io ero già lontana, stavo quasi uscendo dall'edificio quando...mi sentì prendere per le braccia e trascinandomi via e buttandomi per terra.
<<Nairobi lasciami o sarà peggio per te>>
Qualcuno mi tolse la maschera e lo trovai di fronte a me, era… Berlino.
<<Nairobi chiudi le porte>>
Nairobi chiuse le porte.
<<Berlino che stai facendo? Lasciami, io devo andare là fuori>>
<< E ucciderti per me?>>
<<E tu come lo sai?>>
<<So tutto Amor! Diciamo... che una persona che ti vuole bene ha aperto il microfono e mi ha fatto sentire ogni cosa>>
Berlino sorrise
<<Nairobi sei stata tu? Non do->>
<<Amor ti ho dato una mano. Altrimenti non ce l'avresti fatta>>
Squadrai Nairobi.
<<Comunque ritornando a noi…>>
Berlino si avvicinò a me, eravamo uno di fronte all'altro.
<<Ehi che fai?>>
<<Ti sto coprendo, cioè noi ci stiamo coprendo non vogliamo mica che la polizia ci riconosca>>
Le porte si chiusero definitivamente
<<Comunque…>>
<<Be' sai forse non dovresti…>>
<<Te l’hanno mai detto che parli troppo?>>
<<Cosa? non è.…>>
Berlino mi attirò a sé e mi baciò, rimasi immobile poi mi rilassai e misi le mani nei suoi capelli.
Si staccò da me, e io ero muta e rossa in viso.
<<Ora mi puoi ascoltare?>>
Feci cenno di sì con la testa senza parlare.
<<Bene, ma non qui, andiamo a parlare nel mio ufficio>>
Berlino mi aiutò ad alzarmi, e io ero ancora muta.

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