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Qualche anno prima...

Camminavo tranquilla, sotto l'abituale pioggia londinese, mentre un arcobaleno di ombrelli si innalzava dalla strada. Ero fidanzata con James, che io chiamavo Jamie, da ormai due anni, e il giorno del diploma si avvicinava sempre di più, così, purtroppo, lo vedevo sempre meno.
Per fortuna, o per sfortuna, a seconda dei punti di vista, eravamo in classe insieme, così potevo stare con lui un po' durante le ricreazioni. Era alto, castano, con due occhi verdi da far paura. Il padre era un noto manager qui a Londra, e tutti lo rispettavano essendo un gran lavoratore.
Arrivai a scuola e chiusi l' ombrello, e lui mi venne incontro raggiante.
- Honey, oggi ho casa libera. Se vuoi puoi venire da me. Mi farebbe piacere, visto che ormai apparte quei 5 minuti non stiamo mai insieme.
- Va bene, mi sembra un'ottima idea.
Mi diede un bacio sulla fronte, amavo quando lo faceva, così mi morsi istintivamente il labbro. Lui se ne accorse e mi baciò.
La lezione passò velocemente, così all' ora di pranzo mandai un messaggio a mia madre, sicuramente impegnata a bere qualche birra, per avvisarla che non sarei tornata per mangiare. Come al solito non rispose.
Quando arrivammo a casa, Elizabeth,  la madre, mi salutò con un caloroso abbraccio.
-Kate, da quanto tempo, sei sempre splendida.
Mi sorrise, e io la ringraziai. Faceva da madre anche a me.
Mi chiamavano tutti Kate, diminutivo di Catherine. Era un nomignolo che utilizzavano le persone che più mi stavano a cuore.
Poi lei uscì di corsa salutando, avvolta nel suo costoso cappotto per andare alla redazione del giornale di cui era a capo.
Molti pensavano che fosse stato il marito a trovarle quel lavoro, la verità era che era una donna straordinaria e caparbia, e se voleva qualcosa la otteneva sempre. Inoltre il giornalismo era la sua passione.

Nella lussuosa villa poco fuori Londra rimanemmo solo io e James.
Mangiammo e poi andammo in camera sua a studiare.
Dovevamo ripassare Catullo, il carme Odi et Amo, il mio preferito.

Odi et amo. Quare id faciam fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior.

Era un distico carico di passione e sentimenti contrastanti. La traduzione era:

Odio e amo. Forse mi chiederai perché lo faccia. Non lo so, ma sento che accade e me ne struggo.

Il poeta odiava la sua amata perché aveva scoperto che lo tradiva, ma allo stesso tempo, non poteva rinunciare al bene che le voleva e all' attrazione fisica che provava nei suoi confronti.

Chiuse il libro.

-Sembra che per oggi abbiamo finito.

Disse sorridendo. Mi fissò con i suoi magnetici occhi verdi, un' esplosione di smeraldi scintillanti. Si alzò e venne verso di me.
Mi prese per mano e mi portò sul letto, baciandomi appassionatamente, senza mai staccarsi da me.
Mi accarezzò il viso, le guance, e poi scese sul collo, sbottonò la mia camicetta e mi liberò da essa.
Si tolse la maglietta e io fissi il suo petto scolpito.
Mi fece sdraiare, togliendomi la converse e i jeans, facendomi rimanere in intimo.
Prese la mia testa fra le sue mani e mi guardò,  per cercare resistenza o un cenno di disappunto.
Ma io lo desideravo troppo, e desideravo che la mia prima volta fosse con lui, così lo baciai e lui ricambiò con altrettanto desiderio.
Cominciò a baciarmi il collo. Sapeva quanto mi piacesse e ne ebbe la certezza quando iniziai a respirare affannosamente.
Con la mano abbassò la spallina del reggiseno, poi l' altra, fino a slacciarlo e sfilarmelo.
Gettai la testa indietro per l' eccitazione, chiudendo gli occhi e ansimando. Riprese a baciarmi il collo, poi il petto, infine si gettò sul mio seno per far aumentare la mia libido.
Iniziò a leccare il capezzolo, con le dita torturava l'altro, sentendo che si indurivano sotto i suoi tocchi.
Gemetti, e lui mi baciò,  come se volesse intrappolare il suono nella mia bocca, e mi accarezzò i capelli. Io gli circondai i fianchi con le gambe, e lui premette la sua eccitazione sulla mia intimità,  facendomi emettere un gridolino.
Sorrise contro la mia bocca, poi scese con la mano verso il basso superando gli slip e cercando il contatto a pelle con il mio sesso.
Iniziò a massaggiare il clitoride, facendomi trasalire, e sentendo tutta la mia eccitazione sulle dita. Poi entrò con un dito, esplorandomi e facendomi gemere nello stesso tempo, accarezzandomi il viso e baciandomi.
Ero sul punto di raggiungere l' apice, ma lui se ne accorse e si fermò bruscamente.
- Non adesso, piccola.
Mi sussurrò all' orecchio.
Sfilò ciò che ci restava addosso e prese una bustina dal cassetto del comodino.  La aprì e indossò il preservativo, ricominciando a baciarmi con passione e desiderio.
Allargai le gambe e lui mi riempì lentamente, per paura di farmi male. Poi iniziò a dare dei piccoli colpi, dapprima piano, successivamente acquistando velocità.
Gemetti nella sua bocca e lui mi accarezzò, morendomi il labbro.
Diede un ultima spinta e raggiungemmo il piacere insieme.
Uscì lentamente da me e mi baciò amorevolmente. Poi si alzò, gettò il preservativo e si stese affianco a me, coprendo entrambi con il lenzuolo. Mi abbracciò e mi sentii amata. Posò le sue labbra contro la mia fronte e mi sussurrò "Ti amo".
Mi strinse a sé, aspettando che mi addormentassi.
Era la prima volta per entrambi.

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