Capitolo 59: Mi copri le spalle?
Aideen
«La troverà» mormoro cercando di convincere il guardiano del pugnale di Caitlìn, che sembra un po' perplesso.
Evil annusa per terra e continua ad avanzare, girandosi verso di me come se si aspettasse delle parole di incoraggiamento. Era da un po' che non gli avevo chiesto di cercare qualcuno, ma da sempre è abituato a trovare degli oggetti per me: delle chiavi, dei vestiti...
Quando Nicklaus è piombato in casa mia Evil è uscito fuori ululando perché non aveva idea di chi fosse, e ammetto che mi sono un po' offesa perché non mi ha salutata come si deve. Okay, forse dopo mi è saltato addosso e per staccarmelo di dosso ci ho messo un po'... Kai aveva appena detto che lo avrebbe mandato, ma non mi aspettavo che arrivasse così in fretta.
«Sei sicura?»
«Sì.»
«Evil è bravo in queste cose...» mormora Royal, «Ma quando li troviamo che facciamo? Abbiamo un piano?»
«No.»
Sinceramente non ci ho ancora pensato, ma so che non devo sottovalutare Matt. L'altra volta aveva un arma con sé, quella che ha ferito Theo... E se l'avesse di nuovo potrebbe fargli del male sul serio.
Mi giro verso di lui, che si trova accanto ad Anakin. I due si stanno tenendo per mano, ma Lentiggini sembra distratto: forse anche lui sta pensando all'ultima volta che ha visto Matthew e a che cosa gli ha fatto. Mi vengono i brividi soltanto a pensarci.
I due sono venuti dopo che un'ombra aveva sussurrato qualcosa su Beatrice ad Anakin, e dopo ci siamo incamminati. Ho spiegato loro tutto, mentre seguivamo Evil, ma ancora non so che cosa dovremmo aspettarci.
«Dovremmo guadagnare tempo con lui. Parlargli, così da poter analizzare la situazione prima di agire» dice Lentiggini, «Le sue emozioni sono il suo punto debole, ed è imprevedibile.»
«Ma non possiamo perdere tempo!» Nicklaus aggrotta le sopracciglia, «Ha preso Beatrice... lei ha il pugnale, è questo che vuole.»
Annuisco, anche se ancora non sono sicura delle intenzioni di Matt. So che vuole vendicarsi, che vuole farmi del male perché la voglia di vendetta è l'unica cosa che lo tiene in vita... ma ancora non sono certa di come agirà: se vuole il pugnale, allora non può uccidere Beatrice, o almeno, sarebbe una cosa da stupidi.
«Aideen, ricordi che cosa ti ha detto Kai?» dice Royal, «Che avevi delle Dee che potevano aiutarti?»
Deglutisco e scuoto la testa. So che cosa intendeva Kai, ma non abbiamo tempo, non posso fermarmi per trattare o chiedere aiuto.
Royal non dice niente, ma penso abbia capito. Se penso che prima l'unica preoccupazione che avevo era il nostro litigio...
Evil comincia ad abbaiare, e gli poggio una mano sulla testa per farlo smettere. Immediatamente tace, ma continua a puntare su un punto preciso. Guardandomi intorno realizzo che siamo in una foresta, con degli alberi altissimi. Il punto che Evil sta fissando è più isolato, senza alberi, con la terra secca come se fosse contaminato o malato.
Riesco a vedere soltanto un punto, ma capisco che Matthew dev'essere lì.
«Grazie Evil, adesso mi devi fare un ultimo favore» gli accarezzo il muso, «Devi andare da Ecate, e restare con lei finché non è finito tutto questo.»
Lui sembra contrariato, poi però gli ripeto il nome di Ecate e scodinzola. Credo che sia meglio così: almeno Ecate sarà al corrente che c'è qualcosa che non va, e forse mi terrà d'occhio...
«Che cosa facciamo?» chiede Anakin, avvicinandosi a me.
«Seguite me.»
Cammino verso il posto che Evil stava guardando, e gli altri mi seguono. Non so che cosa succederà, so soltanto che dovrò pensare in fretta, più in fretta dell'ultima volta.
Ad un certo la mia testa sbatte contro qualcosa e faccio un balzo indietro.
«Aideen! Tutto okay?» esclama Royal avvicinandosi rapidamente a me.
«Che cazzo era?!» sbotto rialzandomi aiutata da lui.
«Sembra una specie di barriera» mormora Theo, poggiando la mano su quello che sembra un vetro.
Fantastico. Sbuffo e comincio a prendere a pugni questo dannato coso che mi blocca.
«Sorellina, non penso funzioni così» dice Anakin, ma non fa in tempo a finire la frase che mi lancio di spalla sullo scudo, e un secondo dopo sono dall'altra parte.
Cado quasi in terra talmente sono disorientata, poi mi giro e schiudo le labbra. Anakin, Theo, Royal e Nicklaus sono scomparsi. C'è soltanto la foresta. Sono sola: non ho idea se qualcuno di loro riuscirà a sorpassare lo scudo... e non posso aspettarli in eterno.
Spalanco le sopracciglia quando sento la voce di Matt.
«Sei furba, piccola strega, ma non abbastanza. Presto i tuoi amicherei verrano a cercarti, e se non mi avrai annoiata forse sarai ancora in vita per vederli un'ultima volta. Chissà che faccia farà la nostra Aideen...»
«Io mi domandavo che faccia farai tu quando ti rimanderò all'Inferno a calci in culo» borbotto.
Piego la testa di un lato mentre mi avvicino alla sua voce. All'inizio non vedo nulla, e non capisco perché: sembra che ci sia soltanto uno spazio vuoto, ma l'erba troppo corta mi insospettisce. Continuo ad avanzare, finché non riesco a scorgere qualcosa, che poi diventa sfocato e sempre più nitido.
E l'immagine che riesco a vedere mi fa stringere i denti. Matthew è sempre lo stesso, se non forse per lo sguardo più arrabbiato: è vestito con un completo nero, come se si fosse preso il tempo di vestirsi per bene una volta scappato dall'inferno. I suoi capelli biondi sono scompigliati, però, e la sua espressione lo tradisce, perché non sembra affatto uno per bene.
Beatrice invece è diversa, e l'espressione che ha sul viso non l'avevo mai vista prima. È come se fosse già pronta al peggio, come se si fosse già immaginata questo momento dalla prima volta che ha aperto gli occhi. Ha i denti stretti e la bocca chiusa, ed è legata ad un palo, le mani incrociate dietro la schiena.
«Allora sei proprio inutile» ridacchia Matt, abbassando lo sguardo su di lei, «Pensavi di poterci nascondere, mhm? E anche se tu ci fossi riuscita?»
Beatrice non dice niente, e alza il mento per non incrociare i suoi occhi infuocati. Appoggia la testa al palo di legno al quale è legata, e appoggia lo sguardo su di me: è come se mi stesse parlando con gli occhi, e mi stesse dicendo che non sarei dovuta venire. Allora è stata lei a mettere quella barriera? Voleva intrappolarlo qui? E lei cosa avrebbe fatto poi? Lucifero...
«Lasciala stare» gli dico, forzando un sorriso, «Perché non vieni qui, così vediamo che cosa sai fare.»
Matthew mi guarda come se si fosse ricordato solo ora della mia presenza, poi fa un enorme sorriso.
«Ti conosco proprio bene, allora! Sapevo l'avresti detto! Sai una cosa? Guarda» dice, chiudendo la mano a pugno, per poi riaprirla di scatto, e le sue dita si illuminano.
All'inizio non capisco di che cosa si tratti, ma realizzo troppo presto che si tratta di fuoco. Non avevo idea che potesse farlo... forse Kai si era leggermente scordato di dirmelo, dannazione.
«Ti ricordi cos'è successo all'altra?»
Sento il petto stringersi, e stringo i denti.
«Non riesci nemmeno a nominarla» sibilo.
Matt aggrotta le sopracciglia, guarda la strega, poi si gira di nuovo verso di me.
«Jessica» dice, e la sua bocca si stende in un sorriso.
Poi una delle sue dita infuocate si avvicina al collo scoperto della strega, e la sfiora. Beatrice comincia a stringere gli occhi, e cerca di muoversi per scappare al fuoco.
«Senti?»
E io ci provo. Ci provo davvero a non reagire alle lacrime che le rigano le guance, ma sento lo stomaco che si stringe, e ho l'impressione che sto per crollare a terra. La sua pelle si arrossa così tanto e distolgo lo sguardo. Non sta succedendo di nuovo, non di nuovo.
Ma capisco che quello che Matthew vuole che io capisca è che Beatrice non urla. Non piagnucola, non esce nemmeno un suono dalla sua bocca.
«Questa insolente si è tolta la voce, e io non so come ridargliela» borbotta Matt, smettendo di bruciarla, «Ma voglio il pugnale. E se non ho che cosa voglio, mi arrabbio. Sai cosa succede quando mi arrabbio, no?»
«E io che ne so come ridarle la voce?» sibilo, cercando di non tremare.
«Devi saperlo!» urla avvicinandosi di un passo.
Poi si ferma, per non allontanarsi troppo dalla strega.
«Perché vuoi il pugnale? Vieni a prendermi se hai il coraggio!» rispondo alle sue urla, aprendo le braccia.
«Voglio farti del male. E quel pugnale... è l'unico modo. L'altra volta... non è stato abbastanza. Ho sentito dire che l'hai rivista... che...» sussurra.
È fuori di testa. Pensa di non avermi fatto abbastanza male? Lo crede davvero? Pensa che rivedere Jessica mi abbia guarita? Tutto quello che è successo da quando è morta è colpa sua, e pensa di non avermi fatto del male? Mi tremano le mani per la voglia di picchiarlo.
«Non ti darà il pugnale, lasciala stare.»
«Va bene» annuisce freneticamente, sorridendo come un pazzo, «Se non me lo darà, allora...»
Si abbassa fino a toccare l'orlo dei pantaloni di Beatrice.
«Dovrà morire come muoiono le streghe come lei!»
Faccio un respiro profondo e sbuffo.
«Sei proprio una testa dura» mormoro, «Allora fallo. Io non so come dirle di darti il pugnale, non la conosco nemmeno così bene, pensi davvero che mi ascolterà? Non so mica come ridarle la voce, non sono una strega!»
«Ah... okay!» ridacchia, spalancando gli occhi, poi avvicina il dito infuocato al palo di legno e non rifletto più.
Faccio un passo avanti e con la mente gli spezzo il collo. Dannazione, non di nuovo, non di nuovo. Non l'avevo fatto prima perché volevo aspettare che arrivassero gli altri... non so nemmeno tra quanto si sveglierà di nuovo.
«Perché non gli hai dato quel pugnale del cazzo?» sbotto quando arrivo accanto a Beatrice.
Lei scuote la testa ma non dice niente, appunto perché non ha la voce. Sbuffo e faccio per liberarle le mani, ma il filo con il quale è legata non si spezza. Non importa quanto tiro, non si smuove di un millimetro.
Alzo lo sguardo su di lei e mi accorgo che mi guarda come se sapesse già.
«È un incantesimo?»
Lei annuisce. Allora mi chino sul fuoco che sta crescendo sempre di più, e cerco di spegnerlo in ogni modo possibile. Ma non ci riesco. Allora cerco di spezzare il palo. Provo ogni singola cosa che mi venga in mente. E non funziona niente.
Mi giro verso il punto dal quale sono arrivata ma non vedo niente.
Cerco qualcosa nelle mie tasche, qualcosa che possa aiutarmi, ma l'unica cosa che trovo è una piccola fiola. Aggrotto le sopracciglia ma spalanco gli occhi quando mi rendo conto di che cosa si tratti. Se soltanto avessi saputo dell'incantesimo... se avessi saputo, che cos'avrei fatto?
«Andrà tutto bene» mi giro verso Beatrice, «Andrà tutto bene.»
Lei sta piangendo, perché il fuoco ha raggiunto le sue gambe.
E non so con quale forza io riesca a girarmi e a correre via, lontano da lei. Non la sento protestare, non la sento piangere, ma so che ormai il fuoco la starà divorando a poco a poco. Resisto e non mi volto, poi mi butto contro il muro invisibile che mi divide dagli altri.
Non appena riesco ad attraversarlo, cerco Nicklaus con gli occhi. Non m'importa degli altri, non adesso. Non appena lo vedo, lo prendo per un braccio e corro il più lontano possibile dalla foresta, trascinandolo con me.
«Che cazzo è successo?! Dov'è Beatrice?» mi chiede, mentre io cerco di farlo stare fermo.
«Devi ascoltarmi bene.»
Lui ha le lacrime agli occhi, non so se sia per la corsa o perché ha sentito qualcosa, visto il suo legame con la strega. Tiro fuori la fiola e gliela porgo.
«Questo ti permetterà di tornare indietro nel tempo... ho bisogno che tu mi dica che lei non può essere liberata, che è legata con un incantesimo.»
«Cosa?!»
«Torna indietro nel tempo e dimmelo! Altrimenti morirà!»
Nicklaus fa un espressione terrorizzata, e forse non avrei dovuto aggredirlo così. Gli sto chiedendo un enorme favore... ma è l'unico modo.
«E perché non puoi farlo tu?»
Stringo i denti e non gli rispondo. È solo che... nessuno di loro sa che cos'è successo lì dentro. Nicklaus non ha visto. E io non voglio ricordare. E so che i viaggi del tempo non sono il massimo, perciò se rimando Nicklaus, che tecnicamente non sa tanto... forse le conseguenze potrebbero essere meno gravi...
«Okay... ma i viaggi nel tempo... c'è sempre un prezzo-»
«Lo so.»
Nicklaus prende in mano la fiola e annuisce. Non c'è tempo per dire altro. Spero soltanto che funzioni.
«Buona fortuna» mormoro mentre beve l'unica possibilità che ho per rimediare.
Royal
Aideen si sta massaggiando la fronte e guarda il punto sfocato che l'ha bloccata con uno sguardo omicida.
«Che cazzo era?!» sbotta mentre la aiuto a rialzarsi.
Mentre le tocco la fronte per essere sicuro che stia bene, sento l'angelo avvicinarsi.
«Sembra una specie di barriera» mormora, poggiando la mano su quello che sembra un vetro.
Aideen sbuffa e fa per buttarsi contro la barriera, ma viene fermata dalla voce del guardiano del pugnale di Caitlìn.
«Aideen aspetta!» esclama avvicinandosi a noi, «Ho bisogno di parlarti... da solo. È importante.»
«Adesso?» chiede lei, aggrottando le sopracciglia.
«Sì.»
Aideen mi guarda e mi fa un cenno, forse per dirmi di aspettare. Incrocio le braccia al petto e faccio finta di restare al mio posto, quando in realtà ascolto la loro conversazione.
«Senti... lo so che ti sembrerà strano... ma mi hai mandato indietro nel tempo» dice Nicklaus, con il respiro un po' veloce.
«Eh?»
«Avevi una pozione, qualcosa... non so che cosa sia successo, ma mi hai detto di dirti che Beatrice non poteva essere salvata, che era legata con un incantesimo, qualcosa del genere» parla così velocemente che quasi non lo capisco.
Aggrotto le sopracciglia ma cerco di fare finta di nulla. Dopotutto, non dovrei origliare, ma la questione sembra troppo importante. È da quando Beatrice è sparita che non riesco a smettere di essere in pensiero. Non voglio che le sia fatto del male, e so che se le succedesse qualcosa Aideen si darebbe la colpa per sempre.
«Ti ho detto qualcos'altro?» chiede Aideen, come se fosse una cosa normale.
Poi non dicono più niente, allora mi giro e li osservo.
Nicklaus sta scuotendo la testa, poi si tocca la fronte e Aideen gli mette un braccio intorno alle spalle prima che lui possa cadere.
«Ehi, tutto okay?»
«Mi gira la testa.»
«Lentiggini! Aiutalo» sbotta, e l'angelo obbedisce.
Nicklaus rimane indietro con lui, mentre Aideen torna accanto a me e suo fratello. Penso che il viaggio nel tempo abbia steso il guardiano. Faccio per chiedere ad Aideen di spiegarmi la situazione, ma lei sembra essere di fretta.
«Cambiamo piano» dice, sedendosi in terra, «Evoco Ecate.»
«Che cosa?»
Aideen si tocca nervosamente i capelli mentre gira la testa verso di me.
«Avevi ragione. Ho bisogno di aiuto, e lei non rifiuterà.»
Raddrizza le spalle e mi fa un piccolo sorriso.
«Mi copri le spalle?»
Mi metto dietro di lei e annuisco.
«Sempre.»
Aideen invoca Ecate, e nel mentre rifletto alle parole del guardiano. La fiola... ricordo che Aideen mi aveva parlato di un viaggio nel tempo che le aveva proposto Cassandra: ha usato quell'opportunità unica per salvare la streghetta... chissà che cos'era successo... che furba che è Aideen, mandare il guardiano che non sembra aver visto nulla perché quello che è successo davvero non venga mai scoperto.
«Royal caro» la voce di Aideen mi fa sussultare, «Quanto tempo.»
Mi allontano un poco da lei e le porgo la mano per farla alzare, poi abbasso un po' il capo in segno di saluto.
Ecate mi fissa attraverso gli occhi di Aideen, e la vedo sorridere.
«Sono lusingata... ma non abbiamo molto tempo.»
Anakin si avvicina e saluta Ecate, mentre l'angelo e il guardiano rimangono indietro.
«Aideen sta bene?» chiedo alla Dea.
Lei non mi guarda ma sorride di nuovo in quel modo enigmatico. È strano vederla prendere possesso del corpo di Aideen, non l'avevo mai visto fare, ma sono contento che sia qui. So che protegge le streghe, e poi ci tiene ad Aideen, quindi sono un po' più tranquillo.
«Pensavo aveste litigato» ribatte.
«Noi non...» mormoro, ma non riesco a dire nulla.
Non volevo litigare con Aideen. È solo che è stato tutto improvviso, e lei mi ha detto tutte quelle cose, e mi sono confuso...
La verità è che non volevo renderla triste, ma non posso più soffrire per questa storia. Non può dirmi quelle cose e aspettarsi che io torni nelle sue braccia così... le parole non bastano, non bastano più. Vorrei solo che me lo dimostri, in qualche modo, non c'è bisogno di tanto, solo...
«Tu. Devo parlarti.»
Mi giro verso Ecate ma mi accorgo che non sta parlando con me: i suoi occhi sono puntati su Nicola, o come diavolo si chiama.
I due si allontano un po', e questa volta Ecate fa qualche trucchetto che mi impedisce di ascoltare.
«Le mie ombre non dicono niente di buono» ovviamente la voce preoccupata di Anakin la sento benissimo.
«Fanno sempre così, Anakin» gli dice Theo, che sta tornando accanto a noi per lasciare la Dea e il guardiano soli.
«Lo so, ma...»
Anakin si mordicchia l'interno delle guance e appoggia la testa alla spalla di Theo.
Capisco il brutto presentimento di Anakin, ma almeno sono più tranquillo adesso, sapendo che siamo tutti qui insieme ad Aideen. L'ultima volta che c'era questo umano pazzo non è finita per niente bene... ma adesso sarà diverso, giusto? L'altra volta non c'era una Dea con noi, e Matt non era solo.
Aideen - cioè Ecate - torna da noi accompagnata dal guardiano.
«Abbiamo un piano. Voi non dovete fare niente. Dovete lasciar fare a me. Poi Aideen si occuperà del resto.»
«Ma-» Anakin fa per protestare.
«Niente obiezioni. È questo o niente» lo interrompe.
Non dico niente, perché contraddire una Dea che potrebbe aiutarci non mi sembra una buona idea. Mi domando quale sia il "piano" ma capisco già adesso che deve avere a che fare con il guardiano.
«Bene.»
Ecate fa un respiro, poi alza la mano e la barriera che ci impediva di avanzare sparisce.
«Sei furba, piccola strega, ma non abbastanza. Presto i tuoi amichetti verrano a cercarti, e se non mi avrai annoiata forse sarai ancora in vita per vederli un'ultima volta. Chissà che faccia farà la nostra Aideen...»
«Io mi domandavo che faccia farai tu quando ti rimanderò all'Inferno a calci in culo» borbotta.
Alzo un sopracciglio mentre osservo Aideen avanzare verso la voce dell'umano. Penso che Aideen abbia preso il sopravvento su Ecate per un momento.
Distolgo lo sguardo da lei e finalmente riesco a scorgere l'umano. Indossa un completo nero, come se avesse voluto fare l'elegante, ma i suoi capelli sono scompigliati.
Non mi sofferto troppo su di lui, perché quella che mi preoccupa è Beatrice. È tutta colpa mia. Se solo l'avessi convinta a non fare quell'incantesimo, se solo il pugnale fosse tornato al suo dannato posto... Niente di tutto questo sarebbe successo.
Non l'avevo mai vista con questa espressione: è come se fosse già rassegnata, come se sapesse già come questa storia andrà a finire. Ha i denti stretti e la bocca chiusa, ed è legata ad un palo, le mani incrociate dietro la schiena.
«Allora sei proprio inutile» ridacchia Matt, abbassando lo sguardo su di lei, «Pensavi di poterci nascondere, mhm? E anche se tu ci fossi riuscita?»
Beatrice non dice niente, e alza il mento per non incrociare i suoi occhi infuocati. Appoggia la testa al palo di legno al quale è legata, e appoggia lo sguardo su Aideen, quasi per pregarla di andarsene.
«Lasciala stare» dice Ecate, «Perché non vieni qui, così vediamo che cosa sai fare?»
Matthew la guarda come se si fosse scordato della sua presenza, poi fa un enorme sorriso.
«Ti conosco proprio bene, allora! Sapevo l'avresti detto! Sai una cosa? Guarda» dice, chiudendo la mano a pugno, per poi riaprirla di scatto, e le sue dita si illuminano.
Del fuoco. Con la coda dell'occhio guardo l'angelo, che sembra stupito quanto me: pensavo fosse un semplice umano, non credevo avesse le stesse abilità di Kai.
«Ti ricordi cos'è successo all'altra?»
«Non riesci nemmeno a nominarla» sento la voce di Aideen tremare.
«Jessica» dice lui, e i suoi occhi sembrano perdersi.
Poi torna in sé, e appoggia il dito infuocato sul collo di Beatrice.
«Senti?»
Stringo i denti e mi costringo a non fare niente. L'unica cosa che vorrei fare è dare tante di quelle botte all'umano che si sta divertendo nel vederla piangere. Ma non faccio niente, e prego soltanto che la Dea la guarirà una volta finito tutto questo.
«Questa insolente si è tolta la voce, e io non so come ridargliela» sbotta, e capisco che si riferisce al fatto che Beatrice non urla, piange soltanto, «Ma voglio il pugnale. E se non ho che cosa voglio, mi arrabbio. Sai cosa succede quando mi arrabbio, no?»
Ecate piega la testa da un lato, e i capelli neri di Aideen vengono scompigliati dal vento.
«Sei sicuro che non abbia più la voce?»
Aideen
Sbatto più volte le palpebre per riabituarmi al mio corpo, e in poco tempo riesco a riprendere il controllo.
È stato stranissimo. Avere Ecate a controllarlo, mentre io potevo soltanto guardare.
E vedere Beatrice in quel modo, mentre lui le bruciava la pelle... è stato orribile dover guardare senza poter fare niente... ma allo stesso tempo penso sia stato meglio così, perché altrimenti non so se sarei stata capace di trattenermi. Credo che gli sarei saltata addosso.
Matthew mi guarda confuso, poi la brucia di nuovo, e questa volta Beatrice urla dal dolore. È un suono orribile, e in questo momento non riesco a pensare a niente di peggiore di questo. È come se mi perforasse i timpani, mi entrasse nel cuore e me lo spaccasse in due. È così che ha urlato Jessica quando lui ha messo fuoco alla sua casa?
«Tu, piccola insolente!» Matthew spalanca gli occhi e le afferra il mento.
Osservo le corde che legano Beatrice e rifletto a quello che ha detto Ecate a Nicklaus mentre era dentro il mio corpo.
«Beatrice, ascoltami» cerco il suo sguardo, «Glielo devi dare. Hai capito?»
«Non posso-» sussurra, la voce roca come se non avesse parlato da anni.
«Devi fidarti di me. Okay?»
Beatrice aggrotta le sopracciglia, ma decide di fidarsi. Lo capisco dai suoi occhi che lacrimano, e dal modo in cui annuisce.
«Ho bisogno delle mani...» mormora.
Matthew mi guarda e gli do la mia parola. Sono un demone ma la mia parola vale lo stesso, eh.
Beatrice comincia a pronunciare alcune parole, e si gira verso Nicklaus per guardarlo. Non mi giro verso di lui, anche perché so che sa che cosa sta per succedere. Con la coda dell'occhio cerco Royal, e lo vedo accanto a me.
Ad un tratto, il pugnale esce fuori dal polso della strega, prima piccolo, e poi comincia a diventare sempre più grande finché non torna alla sua forma originale. Il pugnale è ancora nell'aria, come se fluttuasse, poi Matthew lo prende e sorride come se avesse vinto un trofeo.
Nello stesso istante in cui Matt tocca il pugnale, sento un tonfo, e quando mi giro mi accorgo che è Nicklaus, che è svenuto.
Theo spalanca gli occhi e va subito a riprenderlo. Anakin gli dà due schiaffi ma il guardiano sembra essere entrato in una specie di trance. Royal li guarda preoccupato, ma non si muove.
«Nicklaus!» esclama Beatrice, e fa per muoversi verso di lui.
«Non ti azzardare!»
Beatrice si ferma e deglutisce, mentre Matthew allunga la mano verso di lei per minacciarla, e la muove come se volesse accendere di nuovo le sue dita infuocate.
Osserva il pugnale mentre smuove le dita, ma si osserva la mano quando realizza che non sta funzionando.
Aggrotta le sopracciglia e ci prova di nuovo.
«Che cosa mi hai fatto?» sussurra, alzando lo sguardo verso di me.
Si accascia sulle ginocchia, tenendo stretto il pugnale. E io sorrido, mi fa male il viso per quanto ho voglia di spaccargli quella faccia prima che sparisca, ma resto ferma al mio posto.
«Volevi tanto il pugnale? Be', adesso lo potrai custodire. Sei il suo nuovo guardiano, che ne dici? Resterai chiuso in un castello per l'eternità e non potrai mai, mai uscire» sussurro, mentre Beatrice impallidisce talmente tanto che per un attimo ho paura che svenga anche lei.
Matthew aggrotta le sopracciglia, poi guarda il pugnale e fa un espressione sbalordita quando lo vede sparire.
«Credi che sia finita qui?» assottiglia gli occhi, guardando le sue mani vuote, «Pensavo che non sarebbe servito, ma ti ho portato questo souvenir.»
Comincia a ridere, e mi giro verso Royal per capire dove si trova esattamente. Lui sta guardando Matt, e ha i pugni stretti, nella stessa posizione di prima.
Poi spalanca gli occhi e si irrigidisce. Mi giro verso Matthew e capisco la reazione di Royal: è la stessa arma che aveva quando ha ferito Lentiggini, un'arma infernale che avrebbe potuto impedirgli di volare per sempre.
Dannazione, allora ce l'ha ancora. Non so se sia la stessa o se l'abbia presa dall'Inferno, ma posso sentire il suo potere anche da lontano.
«Non credi sia bellissimo? Lancerò quest'arma, sia l'ultima cosa che io faccia, e finché non avrà raggiunto il suo obbiettivo, continuerà a provarci... è maledetta, almeno sono sicuro che funzionerà, anche se non potrò vederlo... è un peccato, sì» ridacchia.
Si morde le labbra mentre prende la mira.
«L'unica cosa che deve fare» mormora, sorridendo, «È spezzarti il cuore.»
E non appena lancia quell'oggetto infernale, Matthew sparisce. Faccio un passo in avanti, poi alzo la mano e lo prendo al volo prima che faccia del male a qualcuno. Non so in che direzione Matthew l'avesse lanciata esattamente, ma stava già cambiando traiettoria prima che io la fermassi.
Giro la testa verso l'arma e smetto di respirare. Spezzarmi il cuore. Non uccidermi, o farmi del male. Spezzarmi il cuore. Che cosa ironica, come se non fosse già spezzato.
Osservo l'oggetto infernale e piano piano, capisco che l'unico modo che ho per assicurarmi che quest'arma non faccia del male alle persone a cui tengo è di fare esattamente quello per cui è stata maledetta.
Non rifletto nemmeno un secondo, e invece di lasciar cadere l'arma a terra, la porto sul mio cuore, e la affondo nel mio petto finché non cado a terra e non vedo più niente.
L'ultima cosa che sento è l'urlo spezzato di Royal, e se riesco a sorridere prima di perdere conoscenza del tutto, è perché so che se adesso sta facendo male a me, allora non farà mai del male a lui. Non importa se l'arma aveva preso Royal di mira. Adesso starà bene, non potrà più fargli del male. Ed è l'unica cosa che importa.
QUESTO CAPITOLO NON FINIVA PIÙ AAAAAA! Andava detto.
Ragazzi ciaooooo! Scusate tantissimo l'attesa, ormai lo sapete che non riesco mai a scrivere... Spero ne sia valsa la pena?
In questo capitolo lunghissimo succedono tante cosine... viaggi nel tempo, fuoco, cambio di ruolo oooooh ci calmiamo? Che cosa ne pensate? Volevo farvene uno lungo perché vi ho fatto aspettare davvero troppo!
Vi devo dire che non ho idea di quando arriverà il seguito, ma come al solito faccio del mio meglio!
Baci 😈
-Gaia 💜
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