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Capitolo 47: Chiamami Klaus, per favore.

Aideen

«Sorellina...» borbotta Anakin, tirandomi un po' i capelli.
«Mi odia» piagnucolo, spingendo il viso contro le sue gambe.

È passata qualche ora da quando Royal si è arrabbiato con me ed è uscito di casa, ma non sono riuscita ad alzarmi per andare a cercarlo. Penso che Anakin mi abbia seguita fino a qui o che sia venuto a cercarmi, perché dopo un po' ho sentito la sua voce e mi sono ritrovata in questa posizione. Lui è seduto sul mio letto, mentre io sono rannicchiata accanto a lui, la testa appoggiata sulle sue gambe. Alla mia frase mi tira un po' di più i capelli.

«Non ti odia, era solo molto irritato... a volte le pozioni di Bea hanno questo effetto collaterale» alza le spalle, tornando ad accarezzarmi la schiena.

Era molto irritato, in effetti... e lo capisco benissimo, però mi fa sempre strano quando Royal si arrabbia con me. Succede molto raramente, e non so come reagire, questa volta.

Dopo aver visto quello che mi ha mostrato Cassandra, mi è tornato in mente che esistono due tipi di dolori: quelli simili a come mi sono sentita nel momento in cui ho creduto che Royal fosse morto, e il resto.

Questo non vuol dire che "il resto" non faccia male, ma almeno mi rassicura sapere che c'è di peggio.

Alzo la testa e aggrotto le sopracciglia, accorgendomi di una cosa che ha detto mio fratello. Bea?

«È una mia... amica» mormora, «credo... è una strega, e ha curato le ali di Theo.»

Non appena sento il suo nome, mi dimentico di quella Bea.

«A proposito di Lentiggini» mi alzo di scatto, girandomi verso di lui per poterlo guardare.
«Aideen, non mi sembra il momento...» scuote la testa, cercando di allontanarsi dal mio sguardo.

Ma ovviamente non ci riesce, e io mi aggrappo al suo braccio per impedirgli di scappare. Sembrava così turbato prima, all'Inferno... non mi piace quando è turbato.

«È solo che...» si arrende, le ombre che si radunano attorno al suo collo, «Lui è così bello. È così... non va bene.»
«Non era bello prima?»
«Lo è ancora di più adesso...»

Mi gratto la fronte, un po' confusa, e Anakin se ne accorge. Sospira ancora, poi alza gli occhi al cielo.

«Finché ero soltanto io... finché lui non mi guardava in quel modo andava bene...»

Non sono soddisfatta da questa risposta, ma non lo costringo a dirmi altro. Anakin è sempre stato riservato sui suoi sentimenti, ci ha sempre messo un po' prima di aprirsi, anche se quando deve parlare di quello che desidera o di che cosa ha fatto nella sua giornata, la sua bocca non si chiude mai.

«Devo tornare all'Inferno.»
«Cosa?» spalanco gli occhi.
«Non posso... non posso innamorarmi ancora, Aideen.»
«Non puoi tornare laggiù, Kin!»

Non ho idea di che cosa gli sia saltato in testa, ma mi viene la voglia di dargli qualche schiaffo per svegliarlo.

«Perché no? Tu l'hai fatto. E poi è il mio posto, quello. La Terra non è mai stata casa mia» aggrotta le sopracciglia, come se fossi io quella scema, «Sono venuto qui per te. Ma se rimango non riuscirò più ad andare via, capisci?»

Stringo le labbra, lasciandolo parlare, perché non sembra intenzionato a smettere e a fermarsi per ascoltarmi.

«E sarò molto, molto triste quando sarò costretto»
«Non sarai costretto...»
«Pensi che lui voglia davvero avermi intorno per sempre? Si stancherà di me, ad un certo punto, o peggio, sarò io a stancarmi di lui, e sarà orribile in tutti e due i casi.»

Io non so che cosa dire. Se fossi stata nel suo caso, probabilmente non ci avrei mai pensato e avrei fatto di testa mia perché sono egoista, ma lui... Eppure se la merita, un po' di felicità, e non voglio che torni all'Inferno! Ormai mi sono abituata alla sua presenza qui... non potrei sopportare che se ne vada di nuovo, non adesso che Arrow... rabbrividisco.

«Anakin, perché non ne parli con lui?»
«Non lo so» alza le spalle, «Ha avuto così tante cose per la testa, non voglio togliergli la cosa che lo faceva pensare ad altro.»

Raddrizza la schiena, come se questa fosse la fine del nostro discorso.

«Devi andare a dire scusa a Royal» lo guardo malissimo, poi Anakin sbuffa, alzando gli occhi al cielo, «E io ne parlerò con Theodor... forse.»

Assottiglio gli occhi, perché non sono sicura che mi stia dicendo la verità, ma non dico niente. Invece mi alzo, e torno a pensare a quando mi ha parlato di una pozione che ha reso Royal talmente irritabile da comportarsi come è successo prima. So che è colpa mia, ma se quella pozione avesse funionato e basta, forse lui mi avrebbe ascoltato... quindi non è soltanto colpa mia, no?

Mi sistemo i capelli, poi mi avvio verso la porta e mi giro di nuovo verso Anakin.

«Dov'è che abita questa Bea?»

Beatrice

«Ti va di preparare qualcosa da mangiare?» chiedo a Nicklaus.

Lui alza un po' la testa verso di me: è stravaccato su uno dei pouf che ho in salotto, mentre io sono davanti alla cucina.

Ormai è qui da qualche giorno, ma resta spesso nella sua camera, soprattutto la mattina, poi esce magari verso pranzo e da lì in poi mi chiede sempre se ho bisogno di aiuto.

Non ho scoperto molto su di lui, perché non è molto chiacchierone, e cerco di non sparlare troppo, per non metterlo a disagio... ma è vero che sono piuttosto curiosa.

«Che cosa vorresti fare?» chiede girandosi completamente verso di me.

Indossa una canottiera bianca, che lascia libere le sue braccia muscolose, e dei jeans neri.

«Non lo so» alzo le spalle, mentre Nicklaus si avvicina a me, poggiando i gomiti sul tavolo della cucina, «Ti va la pizza?»
«Okay.»

Sorrido leggermente alla sua risposta: la maggior parte del tempo fa così, risponde a monosillabi. È strano, a volte agisce in modo malizioso e quasi superiore, ma dura forse per un minuto, e poi torna ad essere il solito silenzioso, e il Nicklaus che avevo conosciuto in quella stanza sparisce di nuovo.

Forse pensa di non poter essere sé stesso perché lo sto ospitando? Non saprei... non riesco ancora a leggerlo!

Senza dire una parola Nicklaus comincia ad ascoltarmi mentre gli spiego come fare per preparare la pasta per la pizza.

Quando mi giro verso di lui, dopo una decina di minuti, mi accorgo di un po' di farina sulla sua guancia.

«Hai un po' di...» indico la mia guancia, e lui cerca di pulirsi con una mano, peggiorando ancora di più la situazione.

Gli faccio cenno di smettere, poi senza pensare avvicino la mano al suo viso. Lo sento immediatamente irrigidirsi, forse non si aspettava questo gesto da parte mia... con il pollice gli tolgo la farina rimanente. Cavolo, forse ho oltrepassato i suoi limiti!

«Oh» ridacchia, osservando la sua mano capendo perché da solo aveva soltanto messo più farina, «Grazie.»

Rilassa le spalle, poi torna ad impastare. Io invece resto un po' imbambolata a fissarlo: non aveva mai ridacchiato così prima.

«Che cosa stai facendo?»

Alzo la testa dal libro che sto leggendo e mi accorgo della presenza di Nicklaus. Aggrotto le sopracciglia: mi trovo nella stanza dove preparo le mie pozioni, insomma... la stanza dove dovrei essere sola!

Credo di aver lasciato la porta aperta... di solito non sono così sbadata!

«Ciao!» esclamo, tornado a guardare il mio libro delle ombre, «Uhm... sto preparando alcune cose!»
«Posso aiutarti?» mi chiede, avvicinandosi al tavolo sul quale ci sono alcuni ingredienti e un calderone per le mie pozioni.

Ed eccolo che ricomincia... ogni volta, dopo pranzo, mi viene a cercare e mi chiede se può fare qualcosa per me. Forse si sente in debito...

A pranzo non abbiamo mangiato le pizze, perché la pasta doveva riposare un po', e ho preparato qualcosina io mentre lui era tornato nella sua stanza.

«Per che cos'è?» chiede, osservando il calderone, che per adesso è pieno soltanto a metà con alcune erbe.

Alzo lo sguardo verso di lui, che adesso è accanto a me, le mani incrociate dietro la schiena. Riesco quasi a sentire la sua spalla contro la mia.

«Per scoprire i segreti» gli spiego, «Rivelare ciò che non sappiamo, insomma.»

Forse crederà che sono un'impicciona... ma faccio sempre così prima della luna piena! E mi sono detta che questa sera sarebbe stato un'opportunità per provare questo incantesimo!

«E che segreto vorresti scoprire?» chiede il guardiano.

Quasi spalanco la bocca, perché mi parla sempre il minimo necessario, e le volte in cui mostra curiosità sono poche.

«Non saprei... qualunque cosa io debba sapere!» sorrido, spostandomi per prendere degli ingredienti.

Mi alzo sulle punte ma non c'è verso: ovviamente quello che devo prendere è allo scaffale più alto... dovrei andare a prendere la scala.

Quando sto per spostarmi, mi imbatto contro qualcosa, e quando vedo una mano raggiungere lo scaffale, capisco che è il petto di Nicklaus. Cavolo!

«Grazie» mormoro quando mi porge quello che cercavo.

I suoi occhi nerissimi osservano il piccolo spazio dove c'è un contatto con le nostre mani, poi torna accanto al tavolo e comincia a leggere il libro.

Il resto del pomeriggio lo passiamo a preparare la pozione e alcune altre cose, e sorrido pensando che abbiamo passato molto tempo insieme. Di solito si limita a passare soltanto qualche ora con me, o metà giornata, niente di più.

«Credo abbiamo finito!» esclamo, pulendomi le mani sulla maglietta.
«Se funziona me lo dirai?» chiede, indicando la pozione per rivelare i segreti.

Annuisco, prendendo la pozione tra le mani.

«La metterò fuori per la luna piena, questo le sarà energia.»
«La luna piena?» chiede, e sembra quasi sorpreso.
«Sì, è stasera!» esco dalla stanza, e lui mi segue.
«Che cosa?» mormora, «Stasera, sei sicura?»

Gli indicando il mio calendario lunare, appeso in cucina.

«Anche tu vuoi mettere qualcosa fuori? Magari dell'acqua di luna?» chiedo, piegando la la testa da un lato.

Guardandolo, mi accorgo che i suoi occhi neri sono fissi su un punto del muro della cucina.

Non dice niente per un po', poi aggrotta le sopracciglia.

«Perché il pugnale è incastrato nel muro?» chiede.

Spalanco gli occhi, alzando lo sguardo sul pugnale che, effettivamente, è conficcato nel muro.

«Riesci a vederlo?» chiedo, imbarazzata.

Nicklaus mi guarda come se avessi detto qualcosa di strano.

«Nulla, lascia stare. Non mi andava di chiedere a Theo di prenderlo» scuoto la testa, «L'ho coperto con un incantesimo, ma forse non ha funzionato...»
«Credo abbia funzionato. Ma io lo vedo sempre, non importa l'incantesimo.»

Ma certo! Pensavo davvero di poter nascondere il pugnale al suo guardiano? Ho pensato più volte alla storia del pugnale, e ancora non mi sono decisa... di sicuro l'arrivo della sorella di Anakin in casa mia mi ha un po' scombussolato. Sembrava davvero terrorizzata da quel pugnale... E poi, la leggenda Aideen Stella Del Mattino è entrata in casa mia? Devo ancora metabolizzare!

Mi riavvio i capelli dietro l'orecchio, poi mi avvicino alla pasta della pizza che devo dividere, condire e infornare.

Nicklaus torna nella sua stanza senza dire nulla, mentre io comincio a preparare da mangiare. Mi aspettavo che mi chiedesse di nuovo se avevo bisogno di aiuto, ma sono più che felice che mi abbia aiutato per fare la pozione, e penso che troppo tempo passato con me lo avrebbe irritato, comunque. Gli farò una sorpresa per il condimento... spero gli piaccia... non ho ancora capito bene i suoi gusti, ecco.

Quando metto la pizza in forno, faccio per scendere da Nicklaus, ma lo vedo spuntare davanti a me prima che io possa fare niente.

Faccio per dire qualcosa, ma poi mi accorgo che indossa una giacca.

«Devo andare» dice nell'esatto momento in cui apro la bocca per chiedergli se sta uscendo.
«Dove? Vuoi che ti accompagno?» gli chiedo, seguendolo verso la porta.
«No» mormora, «Vorrei stare un po' da solo.»

Lui si ferma e apre la porta.

«Nicklaus, aspetta, almeno mangia qualcosa prima di uscire!» lo rincorro, con ancora la farina sulle mani.
«Sto bene così.»

Si gira verso di me, facendomi un leggerissimo sorriso.

«E chiamami Klaus, per favore.»

Poi indica si indica la guancia, prima di andarsene.

Aggrotto le sopracciglia, e quando torno in casa e mi guardo allo specchio, mi accorgo di un po' di farina sulla mia guancia.

Vorrei stare un po' da solo, ha detto. Cavolo... lo sapevo, non dovevo chiedergli di fare la pizza con me, ha bisogno dei suoi spazi! Non è mica stato lui a decidere di essere legato al pugnale e di essere legato alla mia casa...

Ma allo stesso tempo non sono stata nemmeno io a deciderlo! Insomma, io lo sto ospitando e tutto... Torno in cucina e mi lavo le mani, pensando all'ultima cosa che mi ha detto.

Chiamarlo Klaus? E questo adesso che cosa significa? Forse voleva soltanto uscire un po', non perché la mia presenza lo irritava... ma allora le pizze? Perché non ha mangiato prima di andare?

Ad un certo punto sento qualcuno bussare, e mi avvicino alla porta. Forse Nicklaus ha cambiato idea? Quando apro la porta, faccio quasi un passo indietro nel rendermi conto di chi ho davanti.

«Ciao» dice Aideen Stella Del Mattino, con un'espressione talmente seria che mi tremano le mani.
«B-buongiorno!» balbetto, «Sta cercando qualcuno? Sono sola al momento.»
«Cercavo te.»
«Io?» faccio un sorriso nervoso indicandomi con un dito.

Lei mi guarda in un modo strano, ma posso quasi sentire che mi sta trovando un po' ridicola. I suoi capelli neri sono molto più corti della volta in cui l'ho conosciuta, ma anche se il suo viso sembra meno cattivo, per il resto è restata uguale a prima.

Ricordo che Anakin aveva accennato al fatto che fosse stata "strana" ultimamente, e che con il pugnale di Caitlìn e tutta la storia di Royal l'abbiano guarita. Mi domando quanto sia diversa, adesso...

«Entri pure!» esclamo, e lei mi segue all'interno.

Chiudo la porta dietro di me, e sento il forno che suona per avvertirmi che la prima pizza è pronta.

«Ne vuole un po'? È appena sfornata!» chiedo, quando metto la pizza su un piatto.
«L'hai fatta tu?»

Annuisco freneticamente, e spero davvero che lei accetti. Forse mi troverà più simpatica se le piace la mia pizza? Senza aspettare una sua risposta, taglio la pizza a metà e metto una parte in un piatto che le porgo.

«Sei tu Beatrice, vero?» chiede, mentre comincia a mangiare.

Annuisco di nuovo, un po' offesa che non si ricordi di me e del modo in cui mi aveva trascinata sul palco del Lux per ballare insieme a lei. Per non parlare del modo in cui mi ha baciata! Certo, tutti vorrebbero baciare Aideen Stella Del Mattino almeno una volta nella vita, almeno per dire di averlo fatto, ma comunque!

«Royal si è arrabbiato con me a causa di tua pozione» dice mentre si lecca le labbra e allunga la mano sul mio piatto, «Devi aiutarmi a farmi perdonare, adesso.»
«Oh, mi dispiace tantissimo! Non volevo... non so perché facciano così... forse è perché metto troppo-»

Il suo sguardo mi fa smettere di parlare all'istante. Lei comincia a mangiare anche la mia parte di pizza, ma non le dico niente perché ovviamente chi potrebbe azzardarsi a dirle qualcosa, ma anche perché la sua affermazione mi ha fatto passare la fame. Perché le mie pozioni fanno irritare le persone?! Cavolo, non ne faccio una giusta!

«Io non so proprio come aiutarla» sospiro imbarazzata.
«Comincia col smettere di darmi del lei» dice, accennando un sorriso.

D'un tratto non sembra più così cattiva... Cerco di fare alcuni respiri profondi per calmarmi, ma la sua presenza mi ha agitata, e poi con la storia di Nicklaus, insomma, non sono in perfetta forma al momento!

«Di solito uso sempre il mio corpo per farmi perdonare, ma questa volta non può funzionare» incrocia le gambe e sposta lo sguardo verso il giardino, come se stesse parlando con una sua vecchia amica.
«Potresti portargli dei fiori?» mi agito sulla sedia.
«Dei fiori?»
«Sì...» mormoro, senza trovare altre idee.

Aideen Stella Del Mattino non dice niente, e continua a mangiare la mia pizza. Dopo aver osservato per un po' la mia casa, aggrotta le sopracciglia, e indica qualcosa.

«Cos'è questo?» indica un mazzo di fiori fatto di carta che ho fatto poco fa.
«L'ho fatto a mano... ti piace?»

Lei si alza, e si avvicina al mazzo che è appoggiato su un mobile.

«Penso che a Royal piacerebbe molto!» annuisco, contenta che l'abbia notato.
«Allora aiutami a farlo.»

Dopo aver finito di mangiare la pizza - lei me ne ha lasciato un pezzo - tiro fuori la carta colorata e comincio a farle vedere come si fa, e lei fa i miei stessi movimenti. Alla fine ci ritroviamo con due mazzi: il suo contiene dei fiori di carta neri e blu, tranne una rossa, mentre nel mio ci sono fiori rosa e gialli.

«È carino» dice osservando il mio mazzo.

Sorrido e la ringrazio, un po' sorpresa di questa sua affermazione. Non avrei mai pensato di fare qualcosa del genere con... be', lei!

Lei mi chiede se sarebbe meglio aggiungerci un biglietto, e annuisco.

«Dov'è il pugnale?» chiede Aideen dopo essere stata zitta per un po', «Prima era sul tavolo.»
«L'ho nascosto» rispondo, ricordandomi di quando lei era entrata in casa mia, in lacrime, «Stavo pensando a che cosa farne... ho un'idea, ma-»
«Non m'importa dove lo metti, e non voglio neanche saperlo. Ma se c'è un modo per far sì che nessuno lo abbia mai più, allora non esitare nemmeno. Non c'è un ma. Fallo e basta. O ti vengo a cercare, okay?»

Spalanco gli occhi e annuisco, deglutendo. Ti vengo a cercare non è per nulla la peggior cosa che poteva dirmi, quindi sono piuttosto sollevata: forse le sto simpatica! Potrei fermarmi un secondo a leggerla, però... be', mi intimidisce. Non vorrei farla arrabbiare.

Aideen prende il suo mazzo e si avvia verso la porta, ma prima di uscire si gira verso di me, aggrottando le sopracciglia.

«Oh, e un'ultima cosa, se per caso te lo stessi chiedendo...» sorride piano prima di andarsene, «Non avrai un altro bacio.»

Ciao ragaaa! Lo so, ho tardato tantissimo, e mi dispiace, perdonatemi! Con il rientro a scuola il tempo per scrivere mi si è davvero ridotto, ma ci provo!
In questo capitolo Aideen ha scoperto perché Anakin era così strano sull'argomento Theodor... gliene parlerà? E come reagirà Theo? Gli chiederà di restare, oppure...
In seguito scopriamo un po' la quotidianità di Bea e Nicklaus! Che ne pensate? Perché Nicklaus se ne sarà andato così?
Aideen che si invita da sola da Bea, poi? A me è piaciuta un sacco questa scena! Secondo voi che cosa avrà pensato Aideen di Bea? E quando darà quel mazzetto di fiori a Royal, pensate che lui la ascolterà e la perdonerà?
Baci 😈
-Gaia 💜

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