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Capitolo 4: L'unica lingua che mi interessa è la tua.

Aideen

«Che diavolo di lingua sarebbe questa?!»

Stringo i denti mentre osservo Katherine disperarsi davanti al pezzo di carta che le ho dato non appena sono entrata nel suo castello. Si passa una mano nei lunghi capelli rossi boccolosi.
È da quando sono arrivata che non smette di sbuffare: credo che le stia dando fastidio il fatto che non riesca a capire nulla di quello che c'è scritto.

«Non lo so, pensavo mi avresti aiutato tu» alzo le spalle, «Di solito sai tutto.»
«Io so tutto!» esclama Kate, lanciandomi uno sguardo di fuoco, «Probabilmente questa lingua è morta migliaia di secoli prima che io nascessi, chi se la ricorda più? E chi la usa soprattutto?!»
«Di sicuro Ecate.»
«Quella sta male.»

Sospiro mentre Katherine torna a fissare il foglio, e mi guardo intorno. Questo posto è completamente l'opposto della grotta buia e inquietante di Ecate. Se non sentissi le grida, non penserei mai di essere all'Inferno.

Tutti i muri, i mobili e gli scaffali sono ornati d'oro o di colori molto belli e sinonimi di ricchezza. Tutto questo, il palazzo, i vestiti, i servi... è tutto per esaltare il potere di Katherine.

Potrei quasi ridacchiare nel vedere Kate così disperata per quell'incantesimo se non fosse una cosa davvero essenziale per me. Quell'incantesimo è la mia salvezza, ma se non trovo nessuno che riesce a tradurlo, diventa completamente inutile.

«Aideen!»

La voce di mio fratello mi fa sussultare, e non ho nemmeno il tempo di girarmi che il demone mi salta addosso.

«Che cattiva, non mi hai detto nulla?» sibila a Katherine mentre mi abbraccia e mi accarezza la schiena con le dita.
«È arrivata poco fa.»

Kin sembra capire, poi si stacca da me.

Quasi protesto, perché era davvero bello stare tra le sue braccia. Mi sentivo così... al sicuro.

Finalmente riesco a guardarlo in faccia: anche se è sempre lo stesso, mi conforta vederlo. Oggi non indossa anelli o trucco, ed è più naturale che mai. Vederlo così è leggermente strano, ma ha decisamente un fascino che riesce ad ammaliare tutta la stanza.

«Ciao Anakin» mormoro.

Lui spalanca gli occhi scuri, sorpreso, poi sorride.

«Parli di nuovo.»
«A quanto pare...» stringo le labbra, guardando da un'altra parte.

Non intendevo tornare a parlare così presto. Anzi, non è una cosa che controllavo: semplicemente sentivo che non potevo, che non ne avevo il diritto. Forse può sembrare strano, ma per me è stato così.

Una parte di me ringrazia Kin per non aver insistito sulla questione.

Il pensiero della pietra e di quello che mi ha mostrato mi gira ancora in testa. Royal, la sua voce... E Arrow.

Cerco di scacciarmi la sua espressione sofferente dalla mente e provo a concentrarmi su Anakin. Vedere i miei vampiri mi ha fatto del male, ma contemporaneamente mi ha dato forza.

«Che cos'hai lì, Kate?» chiede Anakin, avvicinandosi al tavolo.
«Vorrei capirlo anche io, diavoletto.»

Mio fratello mi guarda curioso.

Quasi sorrido nel vedere come Katherine si rivolge a lui. Mi piace che non sia solo qui, e sapere che Kate lo sorveglia mi rassicura.

«Potete andare a giocare di là» Katherine ci liquida con la mano, «Io vado a vedere se trovo qualcosa in biblioteca.»

Aggrotto le sopracciglia perché ci ha appena trattati come se fossimo dei bambini, ma non dico niente mentre la osservo alzarsi. Prima di uscire dalla stanza si guarda allo specchio, si sistema il top rosso e la gonna a quadretti rossi e viola.

Quando il suono che fanno i suoi stivali col tacco che gli arrivano alla caviglia non si sente più, mi giro verso Anakin e lui mi prende la mano. Rabbrividisco perché il suo tocco mi fa sentire a casa.

«Sai che ho una stanza tutta mia?» sorride, tutto orgoglioso.
«Davvero?»

Lui annuisce e mi mostra la sua camera. Non è arredata nel suo stile, credo perché Kate non glielo ha ancora permesso, ma nell'armadio posso scorgere alcuni dei vestiti di mio fratello. Come ho pensato prima, mi fa piacere che Katherine si prenda cura di lui mentre non ci sono, a modo suo.

«Che cosa mi racconti, sorellina?»
«Niente di molto interessante...» faccio finta di nulla.
«Sicura?» insiste.

Gli sorrido un poco.

«Ho ottenuto un incantesimo per rompere l'accordo con Kai» gli sussurro all'orecchio.

So che ad Anakin piace raccontare i segreti, ma so anche che quando si tratta di Kai tiene sempre la bocca chiusa. Non mi farebbe mai una cosa del genere.

«E che cosa ti serve? Posso aiutarti?»

Quasi arrossisco. Mi fa piacere che si preoccupi per me e che mi proponga subito il suo aiuto, ma scuoto la testa.

«Katherine non è riuscita a tradurre... Dev'essere qualche lingua antica, per questo è andata in biblioteca.»
«Oh... Quando trovate qualcosa me lo dite, vero?» socchiude gli occhi.
«Certo.»

Lui sorride, poi il suo sguardo diventa malizioso.

«Devo raccontarti una cosa» ridacchia.

Io annuisco, contenta di sentirlo parlare. Non m'importa cosa vuole dirmi, mi basta stare con lui, sentire la sua voce.

Anakin si passa una mano nei capelli scuri e comincia a raccontare.

«In pratica stavo andando in giro per l'Inferno, e ad un certo punto mi sono imbattuto in un demone del piacere.»

A questa sua frase mi torna in mente il mio, di demone del piacere. Quella bellissima ragazza... non l'ho vista da un po'.

Anakin avvicina la bocca al mio orecchio per dirmi il suo segreto, e io lo ascolto.

«Ecco... Aveva l'apparenza di Theodor» sussurra.
«Cosa?» spalanco gli occhi.
«Davvero!» ridacchia, «Insomma, non so esattamente cos'era la sua magia, ma io lo vedevo così.»

Spalanco la bocca, divertita dalla situazione. Certi demoni del piacere prendono la forma delle tue fantasie per ammaliarti. E credo che tutti abbiano capito quella di mio fratello.

«Sei proprio un pervertito» scuoto la testa.
«Ma è lui che si è avvicinato a me!» arrossisce, distogliendo lo sguardo.

E mentre sorrido, cerco di godermi a pieno questo momento leggero che mi dà sollievo dal dolore, anche se, infondo, sono preoccupata da quello che potrebbe trovare oppure no il nostro demone reale.

Katherine

Stringo il pezzo di carta che mi ha dato Aideen tra le dita, con la rabbia che mi ribolle dentro. Quella Dea dell'oscurità è davvero una grande stronza.

Per prima cosa, non ha minimamente avvertito Aideen di quello che stava succedendo con Kai. Poi, non la aiuta per il problema di Royal, che non si può più nutrire di nulla se non il sangue di lei e infine, le dà un incantesimo in una lingua morta che non si usa da millenni senza nemmeno aiutarla!

E adesso devo fare tutto io. Sono felice di aiutare Aideen, lo sono davvero, ma quella strega potrebbe almeno darci una mano!

Lucifero... Ho sempre saputo di essere migliore di lei, ma in questo momento mi delude davvero. Pensavo ci tenesse ad Aideen. Pensavo fossero amiche, o come diavolo dicono gli umani.

Alzo lo sguardo verso l'entrata della biblioteca, e non mi soffermo nemmeno a guardarla. Non ho il tempo per contemplare questo orrore, devo fare in fretta.

«Buongiorno e bentornata» la voce del demone guardia della biblioteca rimbomba nell'enorme stanza.

Gli faccio un cenno con la mano a mo' di saluto. Non ho tempo per torturarlo, devo tradurre questo testo in fretta. Per Aideen. Non posso permettermi di tornare al palazzo senza una risposta: lei crede in me.

In un attimo mi trovo al piano delle lingue. Quassù ci sono vocabolari e libri su tutte le lingue esistenti. Passo direttamente a quelle antiche e comincio a sfogliare qualche libro.

Uno, due, tre, non saprei quanti fottuti libri ho letto senza nessun risultato. Sbuffo e rimetto a posto quello che avevo in mano e che quasi avevo lanciato contro il muro qualche minuto fa.

Chiudo gli occhi e appoggio la fronte allo scaffale. Mi sento sprofondare. Non riesco a trovare nulla. Se solo conoscessi la lingua, se solo avessi studiato di più... Sono proprio inutile.

Torno a guardare lo scaffale delle lingue antiche, e mi accorgo di un libro che non ho verificato. L'ultimo, l'ultimo dannato libro.

Allungo la mano verso di esso, ma prima che io possa toccarlo, la mia mente individua una presenza che non potrei mai confondere con nessun'altra.

Faccio un respiro profondo e mi allontano dal libro. Penetro nella mente del demone perché lui non si possa accorgere del pezzo di carta che ho nascosto in una crepa del muro. Non appena si avvicinerà sentirà come l'impulso di allontanarsi, e non potrà vederlo. So quello che sto facendo: sono piuttosto brava in queste cose.

«Non sapevo ti interessassi alle lingue.»

La sua voce si fa sentire il secondo dopo che io mi sono seduta su una delle poltrone accanto. Incrocio le gambe, lo sguardo fisso sul libro aperto che tengo con una mano.

L'unica lingua che li interessa è la tua, mi trattengo dal dire.

«Sono piena di sorprese» sorrido invece, divertita.

Alzo lo sguardo su Kai, che si è appoggiato allo scaffale. Riesco a vedere il foglio sul quale c'è scritto il modo per dissolvere l'accordo, che si trova a qualche metro da lui. Faccio finta di niente, e mi rilasso. Anche se dovesse vederlo, entrerei nella sua mente ed eliminerei ogni traccia di qualunque cosa potrebbe vedere.

Il demone di fuoco è sempre lo stesso, se non per i suoi capelli spenti per non bruciare per sbaglio qualche libro. Indossa un completo nero con degli ornamenti rossi che somigliano a delle scintille. Sembrano quasi siano vere, ma non oso toccare la stoffa per esserne certa. Da come è vestito, sicuramente sarà appena uscito da qualche riunione importante.

«E tu invece? Come mai da queste parti?» chiedo, alzando un poco il mento.
«Ti stavo cercando.»

Mentre parla il suo sguardo di fuoco scivola dai miei occhi verde scuro fino alla mia gonna, penetrandomi anche l'anima che non ho.

«Ho fatto quello che mi hai chiesto» torna a fissare il mio viso, «Anche se sono sicuro che tu lo sappia già.»
«Allora perché sei venuto fin qui?»

So a cosa si sta riferendo: Aideen. Al fatto che sia riuscito a farla parlare. Non mi aspettavo che lo avrebbe fatto così in fretta, ma non mi lamento, anzi.

«Per riscattare il nostro accordo, tesoro.»

A quelle parole reprimo un sorriso. Prevedibile, è troppo prevedibile.

«Il nostro accordo?» faccio finta di non ricordare.
«Non dirmi che te ne sei dimenticata...» mormora.

Si avvicina a me, arrivando presto alla poltrona sulla quale sono seduta, obbligandomi ad alzare leggermente la testa. Vederlo così vicino mi provoca un brivido, ma faccio finta di nulla.

«Temo di non riuscire a ricordare quanto sia successo...» sbatto le palpebre.
«Questo» mi prende i capelli in un pungo e li tira un po', «ti rinfresca la memoria?»
«Forse» lo stuzzico, la testa tirata all'indietro dalle sue mani.

Lui sta al gioco, come sempre, e si china a leccare il mio collo esposto. Ecco, bravo.

«E questo?» ci strofina il naso.
«Decisamente...» sospiro, mentre la sua mano mi sfiora la coscia.

Kai si stacca da me, e sul suo viso riesco a vedere un pizzico di divertimento.

«Stasera fatti trovare nella stanza che preferisco.»

Si allontana e si ferma proprio vicino alla crepa dove ho nascosto l'incantesimo. Trattengo il respiro.

Ma lui si avvia verso l'uscita.

«Non tardare, mi raccomando» si gira verso di me, un sorrisetto che appare sulle sue labbra, «Altrimenti lo sai che cosa succede.»

Mi mordo le labbra per impedire al mio corpo di seguirlo e di sedurlo per trattenerlo. Quando sono certa che se ne sia andato, recupero il foglio e prendo in mano il libro.

Lo apro, e quasi mi sento sollevata. La lingua scritta su questo libro è la stessa dell'incantesimo. Dopo aver letto un po', riesco a tradurre a stento due parole, ma arrivata alla metà mi sento sprofondare. Le pagine sono talmente vecchie che si sono quasi autodistrutte. Non si legge più nulla, e non riuscirò mai a tradurre il resto.

Tengo il libro in mano e scendo di sotto. Arrivata all'entrata, mostro alla guardia una pagina.

«Sapresti dirmi chi è capace di tradurre questa lingua, qui all'Inferno?»
«Si tratta di una lingua molto antica» il demone aggrotta le sopracciglia rosse.

Ma dai, non l'avevo capito?

Mi trattengo dal distruggergli la mente mentre il suo viso colorato si avvicina alla pagina.

«Allora?» sbuffo, perché sto per perdere la pazienza.
«Il traghettatore dell'Acheronte» dice alla fine, «Lui è, con tutto il rispetto, molto anziano. Potrebbe saperne qualcosa.»

Spalanco la bocca, perché capisco subito di chi parla. Avrei dovuto pensarci prima.

«Il vecchio Caronte è la persona giusta per risolvere il vostro problema, Signorina Katherine.»

Salve! Ormai credo che aggiornerò ogni mercoledì, con gli orari che ho...
Comunque, cosa pensate di questo capitolo?
Aideen torna da Anakin, e Katherine cerca di tradurre senza successo la lingua dell'incantesimo.
C'è anche stata una scena tra Katherine e Kai, infuocata, anche se un po' meno del solito (riesco già a sentire EleeBernabei  che protesta AHAHHA).
Alla fine vi svelo chi incontreremo nel prossimo capitolo! Hehe, le cose si faranno interessanti e mi divertirò un sacco nello scrivere il seguito ❤️🤪
Baci e a presto! 😈
-Gaia 💜

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