Capitolo 39: Ho fallito.
Theo
Sento una mano delicata toccarmi la guancia, e non la riconosco. Cerco di aprire gli occhi, ma non riesco a muovere neanche un muscolo.
Ho l'impressione di essere in bilico tra il sonno e l'essere sveglio.
Il tocco sconosciuto arriva fino ai miei capelli, e mi chiedo chi possa essere... La mano sembra quella di una donna.
D'un tratto lei si ritrae, e vorrei lamentarmi, perché mi faceva del bene, ma non riesco a parlare. So solo che sono a pancia in giù, e non sento niente sulla schiena. Come se fosse bendata... o qualcosa del genere.
Sento un rumore, e presumo sia una porta che si apra.
«Che cosa gli è successo?!» esclama una voce, che prima è lontana e l'attimo dopo è accanto al mio orecchio.
È Anakin.
«C-ciao» riconosco la voce di Beatrice, «Tu sei-»
«Anakin. E tu?» la interrompe, come se andasse di fretta.
«Beatrice! Lavoro al Lux!»
Li immagino mentre si stringono la mano, ma non riesco ancora ad aprire gli occhi. Beatrice... e Anakin... Sono ancora stordito, e non ho idea di che cosa stia succedendo.
Sento la mano, questa volta di Anakin, toccarmi la guancia, e poi la spalla.
«Che cosa gli è successo?» ripete il demone, leggermente più calmo.
«Oh, uh... non saprei. L'ho trovato così, e gli ho fatto bere qualcosa per il dolore, poi ho preso il suo telefono e ho cercato il tuo nome perché l'ha mormorato un paio di volte. Spero non sia un problema.»
Qualcosa per il dolore... mi sforzo a cercare di ricordarmi, ma sono talmente debole che non riesco a formulare un pensiero decente e ascoltare allo stesso tempo.
«Grazie... Hai fatto bene.»
«Ho cercato di disinfettare la ferita e di bendarla, ma credo che debba farlo di nuovo» dice Beatrice, «Mi... mi potresti aiutare?»
«Certo!»
Sento la sua mano toccarmi la schiena, ma non sento più nulla in quel punto. Credo sia questo l'effetto della pozione per il dolore. E... ferita? Sono ferito? Per questo non riesco a muovermi ancora?
«Gli devo dare un'altra pozione e quando si sveglierà potremo bendarlo di nuovo.»
«Come lo conosci?» chiede Anakin, e lo immagino aggrottare le sopracciglia.
«È un amico di Arrow, credo... È venuto a bere un caffè prima di partire.»
Prima di partire. Il pugnale di Caitlìn!
«Ma certo, Beatrice! Arrow mi ha parlato ti te!» esclama, e il suo tono di voce si addolcisce, e credo che le stia pure sorridendo.
«E tu sei il suo ragazzo?» chiede Beatrice.
«Ragazzo?»
«Oh... oddio! Scusami! Pensavo... sembravate vicini! Mi dispiace!» esclama, cominciando a parlare a raffica.
Anakin non dice niente per un po'.
«Non importa» sussurra infine.
Sento il viso diventarmi più caldo. No, non ci credo. Non riesco a muovermi ma riesco ad arrossire? Credo che sia un passo avanti, però, ecco...
«A proposito, lui dov'è? Arrow, intendo.»
«Non... non credo tornerà» sussurra Beatrice, e d'un tratto la sua voce perde tutta la gioia che aveva prima.
«In che senso?»
«Sono una strega. E lui era un mio amico» bisbiglia, «Lo percepisco quando succedono queste cose.»
«Quando succede... cosa?»
E mi torna tutto in mente. La storia di Nicklaus, il pugnale, Arrow. Stringo i pugni.
«Si è mosso!» esclama Beatrice.
«Si sta per svegliare?!» Anakin sembra andato in panico.
«Devo fargli bere questa, e si dovrebbe svegliare» dice Beatrice.
In un momento mi ritrovo seduto, i due che mi tengono per le spalle, e la strega che mi fa bere qualcosa. Non appena il liquido arriva nella mia gola, riesco ad aprire gli occhi.
«Theodor! Ci sei?» mi chiama Anakin, tirandomi un po' i capelli.
«S-sì» mormoro, ancora stordito.
Anakin mi sta guardando con i suoi occhi scuri, e mi torna in mente quello che ho visto e sentito in quella stanza. Credo che comincio a tremare.
Arrow...
«È colpa mia» sussurro, scuotendo piano la testa, «Ho fallito.»
«Eh? Di che parli?» chiede Anakin, tenendomi la testa con due mani sulle mie guance.
«Non tornerà. È andato...» mormoro, «Al Paradiso...»
Ad Anakin tremano le sopracciglia, ma non piange. I demoni non piangono. Ma sembra molto, molto triste. Ha lo sguardo di qualcuno che ha perso qualcosa di speciale. Comincio a tremare ancora più forte, e mi scappa un singhiozzo.
Il demone avvicina la fronte alla mia, e non sposta le mani dalle mie guance.
«Angioletto, stammi a sentire. Qualunque cosa sia successa, non è colpa tua. Le tue ali... non sei messo bene, okay? Hai fatto tutto quello che potevi. Lo so già.»
Scuoto la testa, e sento che sto ricominciando ad addormentarmi. No, non adesso!
«Il pugnale... dovete chiamarlo» sussurro.
«Chi?» sento la voce di Beatrice venire da accanto a me.
«Il guardiano» mi giro verso di lei, «Nicklaus.»
E sento i miei occhi chiudersi.
«Theo» mi chiama Beatrice, «Mi senti?»
Aggrotto le sopracciglia e provo ad aprire gli occhi. La luce mi acceca, ma riesco lo stesso a guardarla.
I suoi occhi marroni mi scrutano, e quando si accorge che la sto guardando sorride.
«Ciao!»
Sorrido un poco, poi cerco di guardarmi intorno. Sono ancora sullo stesso letto dell'ultima volta che ho aperto gli occhi. Però mi sento... un po' meglio. Alzando gli occhi realizzo che sono nella casetta di Beatrice, al piano di sopra. Aspetta...
«Ma questo è il tuo letto? Non dovevi-»
«Tranquillo! È okay!» sorride, scuotendo la testa.
«Quanto tempo è passato?» mormoro, continuando a guardarmi intorno.
Se mi sento meglio, allora deve essere passato del tempo...
«Due giorni» dice, «Ti sei svegliato qualche volta, ma dicevi cose senza senso... Dicevi di chiamare un certo Nick... Nicklaus?»
«Nicklaus!» spalanco gli occhi, tornando a guardarla.
Il guardiano. Devo parlargli, devo capire come aiutare Aideen, devo-
Cerco di alzarmi, ma Beatrice mi mette una mano sulla spalla.
«Stai fermo!» esclama, guardandomi male.
«Devo... dobbiamo-»
Al soltanto provare di alzarmi da solo mi è venuto il fiatone... Beatrice rilassa la presa sulla mia spalla, e mi guarda in un modo dolce.
«Stai tranquillo, okay? Anakin è andato a comprare da mangiare. Nel frattempo puoi raccontarmi, ma con calma» i suoi occhi marroni sembrano curiosi, ma anche preoccupati.
«Vorrei... possiamo andare in giardino?» le chiedo.
Sta per ribattere, ma poi annuisce, sospirando, e si alza. Gli metto un braccio intorno alle spalle, e non so come ma riesce ad alzarmi.
«Facciamo piano però. Non voglio che ti si riapra la ferita.»
«Come sto?» le chiedo, mentre scendiamo lentamente le scale.
«Meglio. Ma preferirei che tu restassi qui per un po'. Almeno altri due giorni e poi ti lascerò andare» sorride, e io non posso fare altro che annuire, anche se non sono davvero convinto.
Non sono in condizioni di fare qualcosa... e Aideen si insospettirebbe, poi. Ma mi dà fastidio dover stare qui senza fare niente.
Da una parte questa ferita è un peso... ma dall'altra un sollievo. Tornare illeso mentre Arrow... non avrei potuto. A pensarci comincio a barcollare, e la strega mi tiene più forte.
Grazie all'aiuto di Beatrice arriviamo in giardino, e mi fa sedere su un divanetto morbido. Mi sento un po' meglio, qui, con l'aria fresca della foresta che mi entra nei polmoni.
Guardandomi intorno osservo gli alberi altissimi che ci circondano, poi il mio sguardo cade sull'orto di Beatrice. A proposito... ho fame... Ma lei ha detto che tra poco arriva Anakin...
Anakin. Oh, Dei, e come farò a guardarlo dopo quello che ho visto all'Inferno? Cioè... nella stanza? E come farò a dirgli del vampiro? Mi viene già da piangere.
«Allora, chi è questo Nicklaus? E perché dobbiamo chiamarlo?» mi chiede Beatrice, porgendomi una tazza.
Abbandono il pensiero di Anakin, per fortuna, e mi accorgo che la tazza è calda. È del thè. Comincio a bere, perché a dire il vero, sento la bocca secca.
«È il guardiano del pugnale. Ho sentito dire che potrebbe aiutarci per dirci come usarlo» dico, evitando di dirle come lo so.
Nicklaus... e dove sarà adesso? Ancora in quel castello? Oppure qui intorno?
«Ma non c'era nessuno quando ti ho trovato» Beatrice assottiglia gli occhi castani.
«Dove mi hai trovato?»
«Eri su una panchina per le strade di Los Angeles. La mia pietra non può teletrasportare...»
Aggrotto le sopracciglia. Non ricordo di esserci arrivato... Allora mi ci deve aver portato Nicklaus. Forse attraverso un portale... ma perché mi avrebbe portato lì? Forse è ancora qui intorno?
«Non so dove sia andato... potresti rintracciarlo?»
«Oh, io... insomma, non sono così brava-» spalanca gli occhi, ma una voce la interrompe.
«Theodor!»
Giro di scatto la testa, ma non faccio in tempo a vederlo arrivare che Anakin mi si butta addosso. Stringo i denti perché mi ha fatto leggermente male, ma poi sento le sue braccia intorno a me, e il dolore se ne va. Appoggia la testa sulla mia spalla per qualche secondo, e mi chiedo se io sia di nuovo in quella stanza.
«Sei sveglio» bisbiglia, staccandosi un po' da me.
Aggrotto le sopracciglia, e lui mi mette le mani sulle guance. Sento le sue ombre avvolgermi le spalle.
«Come ti senti? Ti fa molto male? Perché non sei a letto, scusa?!» comincia a parlare molto velocemente.
Non riesco a rispondere, perché non mi ricordo più la prima domanda. Le sue dita sul mio viso mi confondono troppo.
«Mi ha raccontato a che cosa ci serve il guardiano...» dice Beatrice, timidamente.
«Non m'importa molto, adesso, sinceramente. Scusa Bea, forse dopo?» sussurra, guardandola per qualche secondo.
Lei annuisce freneticamente, poi sorride un poco mentre si tocca i capelli ricci. Poi si liscia la maglietta rosa, imbarazzata.
«Vi lascio un po' soli?»
Anakin non risponde, ma lei se ne va lo stesso. La guardo mentre se ne va, e sento che Anakin prende una sedia e si siede davanti a me.
«Theo, mi hai fatto molta paura, lo sai?» torno a guardarlo quando sento la sua voce.
«Scusa» mormoro, abbassando gli occhi.
«Chi ti ha fatto questo?» indica la mia schiena.
Per un attimo non riesco a parlare. Ricordo... il pugnale penetrare la mia pelle... e il dolore. Mi viene da vomitare.
«È stato Arrow. Lunga storia...» poi mi accorgo di aver pronunciato il suo nome, «A proposito di lui...»
Non riesco a guardarlo. Non riesco a dire niente.
«È andato, vero?» sussurra.
Annuisco piano.
«Che intendevi dire quando hai detto che è andato in Paradiso?» chiede abbassando la testa per poter guardarmi negli occhi.
«Una Dea... credo la madre di Aideen, ci ha dato delle pozioni per purificarci dai nostri peccati. Quindi quando è-»
«Ma allora... Ma allora è con quella ragazza... è con Jessica adesso!» esclama, spalancando gli occhi.
Annuisco di nuovo, alzando piano la testa. Anakin sorride, anche se sembra molto, molto triste.
«È... è fantastico» sussurra, mordendosi il labbro.
Mi stropiccio gli occhi con le mani, e cerco di non piangere.
«Mi dispiace» dico.
Anakin scuote la testa, e alza la mano verso di me. Mi tocca una ciocca di capelli che mi copriva gli occhi, e la rimette a posto. I miei occhi sono su i suoi scuri, poi li abbasso sulle sue labbra. Dei.
«Ti fa molto male?» bisbiglia, guardando la mia schiena.
«No... è sopportabile» ammetto.
Anakin annuisce un poco, poi allunga la mano sulla mia schiena, e la fa scorrere dalla nuca in giù. Come per essere sicuro. Le sue ombre lo seguono, e quasi mi fanno il solletico.
«Vi ho sentiti mentre parlavate di questo guardiano» si schiarisce la voce, allontanandosi di nuovo da me.
Si alza, e mi sorride in un modo quasi... imbarazzato.
«Vado a chiamare Royal.»
Royal
«Aideen?!» spalanco gli occhi dopo aver aperto di scatto la porta del bagno.
Aideen ha le forbici in mano, e delle ciocche di capelli decorano il fondo del lavandino.
«Roy! Volevo farti una sorpresa...» si gira di scatto, sorridendo un poco.
Spalanco la bocca. È... non so nemmeno come descriverla.
Si è tagliata i capelli da sola. Prima le arrivavano un po' prima dell'ombelico, e adesso... sopra alle spalle.
Ero uscito perché Anakin mi aveva chiamato, e quando sono tornato... ho trovato questo.
Siamo a Firenze da una settimana, e anche se ero ancora ansioso per Arrow, Aideen è molto brava a farmi distrarre.
Ma oggi mi ha chiamato Anakin e sembrava preoccupato, o qualcosa del genere. Ha detto che l'angelo è tornato, ma che è ferito, e che lo tenevano lì da due giorni. Due giorni senza dirmi niente!
Ma quello che mi preoccupa è che non ha menzionato Arrow. Forse anche lui è ferito e non voleva farmi arrabbiare? Lo capisco... però allo stesso tempo voglio sapere! Dannazione.
Non dirò niente ad Aideen, ovviamente...
«Che cosa ti è preso?» sussurro, sorridendo.
«Non... non ti piace?» aggrotta le sopracciglia, e i suoi occhi cominciano a cambiare colore.
«No! Sei bellissima! Sei...» sospiro, con ancora un sorriso sul viso, «È solo che non me l'aspettavo.»
E lo dico per davvero. È molto, molto bella. Con i capelli corti si vede meglio il suo viso.
«È stata una scelta un po' impulsiva» i suoi occhi tornano del colore normale, «Sentivo... di dover cambiare. Fisicamente, intendo, perché sono cambiata anche... qui dentro.»
Indica il suo petto. Il suo... cuore. Mi avvicino piano a lei, e le tocco i capelli tagliati.
«Sei stupenda, Stella» sussurro, «Peccato, non posso tirarteli come prima»
«Ma per fortuna direi!» dice, scansandosi dal mio tocco, sorridendo un poco.
Alcune ore dopo stiamo camminando per le strade di Firenze, verso la macchina.
«Perché dobbiamo tornare così presto? Io volevo restare...» borbotta Aideen, arricciando il labbro.
«Anche io... Ma c'è un'emergenza al Lux, o almeno, così hanno detto.»
Aideen sbuffa di nuovo, ma non protesta.
Sto mentendo, ovviamente. In realtà c'è un'emergenza, però non è al Lux.
«Dai, torneremo un'altra volta. Se vuoi quando quel problema sarà risolto potremo partire di nuovo» suggerisco, abbassando un po' il viso verso di lei.
«Dove?»
«Questa volta decidi tu.»
Aideen annuisce, e si riavvia i capelli ormai corti dietro le orecchie. I colori che indossa oggi sono chiari, e fanno un contrasto bellissimo con il nero dei suoi capelli e dei suoi occhi.
«Passiamo dalla Piazza Del Duomo? Così lo vediamo, e anche il campanile» dice, e io annuisco immediatamente.
Aideen comincia a raccontarmi alcune cose sul duomo e il campanile, e la ascolto volentieri. Stiamo camminando piuttosto veloce, ma non voglio farle paura dicendole che è davvero grave la ragione del perché stiamo tornando a casa e che dobbiamo fare in fretta.
Faremo con calma. Anakin me lo avrebbe detto se dovevo davvero fare in fretta.
Osservo il duomo, e ricordo le volte in cui siamo saliti tutto in alto, con Stella. Ci rincorrevamo su per le scale. E poi osservavamo tutta Firenze.
Quando abbasso gli occhi mi accorgo di una bancarella. Ecco che cosa dovevo fare!
«Aspetta...» le faccio un cenno con la mano e mi avvicino alla bancarella delle calamite che si trova accanto a noi.
Scelgo una calamita con il duomo e il campanile, cercando di prenderne una che non somigli troppo a quelle che ha già. Spero gli piaccia... ma che dico, ad Arrow sono sempre piaciuti i miei regali, anche se facevano schifo. E non credo che fingesse quando mi sorrideva, tutto contento. Gli piaceva il gesto, credo, ecco.
«È per Arrow» preciso, quando la faccio vedere ad Aideen.
«Ancora? Lucifero, ma se ne ha tantissime!» sorride un poco mentre scuote la testa.
«Me l'ha chiesta lui, che ci devo fare!» ridacchio, dandole un colpetto sulla spalla.
Aideen mi guarda in un modo strano, come se si trattenesse dal ridere. Per nascondersi comincia a camminare più velocemente, ma io la raggiungo da dietro e comincio a farle il solletico, per lasciarla ridere senza che si senta a disagio.
E il suono della sua risata... è la musica più bella.
Busso alla porta della casetta di Beatrice, leggermente preoccupato. Non sento l'odore di Arrow, qui intorno. Non lo sento per niente. Forse Beatrice ha fatto qualche incantesimo?
Non è Beatrice ad aprirmi la porta, ma Anakin. Quando capisce che sono io, la sua espressione si fa più triste. Entro in casa senza lasciargli tempo di dire niente.
Aideen è tornata a casa sua, mentre io con una scusa sono venuto qui. Forse si è insospettita, ma non m'importa molto, in questo momento. Voglio solo vedere Alec. Per tutto il viaggio ho pensato a lui e a come Anakin non l'aveva nominato.
Quando arrivo davanti alla portafinestra che dà sul giardino, mi accorgo di due figure, fuori. Una è l'angelo, e l'altra è Beatrice. La streghetta sta bendando la schiena di Theodor, e quando guardo meglio mi rendo conto che lui ha un'enorme ferita. Come se qualcuno l'avesse pugnalato. Lui stringe gli occhi per il dolore mentre lei lo cura, e il battito di ciglia seguente, capisco.
Anakin mi appoggia una mano sulla spalla, poi quando mi rigiro, mi abbraccia. Mi stringe forte. Io non so che cosa fare. Non so che cosa fare.
«Oh» sussurro.
Non è tornato. Non tornerà mai. Mi ha lasciato.
«Theo mi ha detto che» si tocca piano la nuca quando si stacca da me, «Che non è andato all'Inferno.»
«Non è possibile» riesco a dire, con un filo di voce.
Non lo sto nemmeno ascoltando.
«No, lo è: la madre di Aideen gli ha fatto bere qualcosa che lo ha purificato. Poi uno dei due doveva sacrificarsi e Arrow ha pugnalato Theodor sulle ali perché voleva farlo lui, e poi-»
«Vai dritto al punto» mormoro, senza nemmeno guardarlo.
Non riesco...
«È con Jessica, adesso. È andato diritto al Paradiso. È con lei adesso.»
È con lei? Faccio un respiro profondo, ma ho l'impressione che non mi entri aria. Non riesco... non riesco a respirare.
«Royal...» Anakin si deve accorgere della mia faccia, perché si avvicina.
«Ho bisogno...» mi allontano, «Di un momento.»
Non vedo più niente. Alec. Alec non tornerà.
Quando alzo gli occhi mi rendo conto che sono davanti casa di Aideen. Provo ad aprire la porta ma mi rendo conto che ho qualcosa in mano. La calamita. Mi trema il labbro.
E in un momento la calamita si ritrova frantumata per terra. Non mi fermo a guardarla, ed entro in casa. Salgo di sopra velocemente, e trovo la porta di Aideen aperta. Deglutisco e non rifletto prima di entrare.
Aideen si sta sistemando i capelli, e la guardo.
«Ehi... tutto okay?» si gira verso di me, mettendo a posto la spazzola.
«Sì» mormoro, «Tutto okay.»
Non posso dirle. Non posso dirle niente.
«Sei sicuro?»
Aggrotto le sopracciglia, cercando di trattenermi, ma non ci riesco. Non ci riesco proprio.
Scuoto la testa, coprendomi gli occhi con le mani. E comincio a piangere. Cerco di fare piano.
Non riesco a vedere la faccia di Aideen, perché mi sto nascondendo, però dopo poco la sento avvicinarsi ancora. Mi mette una mano sulla testa e mi attira a sé. La mia testa finisce sul suo petto, e anche se sto continuando a nascondermi, credo abbia capito che sono debole.
Eppure resta. E mi stringe forte.
Non riesco a calmarmi. Non riesco a pensare ad altro. Alec non tornerà mai più.
Ciao ragazzi! Scusate l'orario, ma eccomi con un nuovo capitolo... è un po' confuso, ma è esattamente come si sentono i personaggi in questo momento... ma soprattutto è lunghissimo!
Theo si sta facendo curare da Beatrice ❤️ Per fortuna che c'è lei! Anche Anakin è lì per lui... che ne pensate di come si sono ritrovati? E Nicklaus? Dove sarà andato il nostro guardiano? E Bea riuscirà a rintracciarlo?
Aideen si è tagliata i capelli... vi piacciono? E Royal... che ne pensate della sua reazione? Ve l'aspettavate de parte sua? O pensavate a qualcosa di diverso?
Baci 😈
-Gaia 💜
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