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Capitolo 3: Di che cosa hai bisogno?

Aideen

«Piccolo fuoco.»

Alzo lo sguardo e mi sistemo meglio sull'amaca per poter guardare Kai in faccia.

Non saprei dire quante ore, giorni, anni sono passati da quando ho visto per l'ultima volta il mio demone del piacere.
Quando sono con lei mi sento meglio: non penso più a nulla se non alle sensazioni.
Devo ammettere che Kai mi ha fatto un favore dandomi quel biglietto.

Da quel giorno in cui ho ballato un poco con Anakin, Kai non mi ha più portato da nessuna parte. Lui invece esce molte volte, e torna sempre irritato, innervosito e leggermente agitato. Non appena entra in questa stanza, chissà dopo quale evento poi, si mette a dipingere fino a crollare dalla stanchezza.

Adesso mi sta guardando con i suoi occhi rossi, e i suoi capelli sono meno infiammati del solito. Deglutisco mentre mi accorgo che mi sta tendendo una mano, con all'interno una scatoletta.

«Non ho avuto l'occasione di mandarti un regalo per i tuoi precedenti compleanni» dice, indicando il contenuto nelle sue mani.

Aggrotto le sopracciglia. Eh?
Un regalo, ma davvero? Mi metto a sedere ed esito prima di prendere tra le mani la scatola.

Le sue, di mani, sono calde, forti e molto grandi. Non le ho toccate per bene da tanto, ma il contatto con esse è sempre stato delicato e debole, nonostante la loro apparenza imponente.

Non ho ancora parlato dopo essere arrivata qui, e di certo non aprirò la bocca per ringraziarlo, ma sono curiosa.

Apro la scatola. Mi acciglio di nuovo: non capisco. È una specie di... pietra? Ruvida, scura e piatta.

Alzo lo sguardo verso il demone di fuoco, cercando risposte.

«Devi toccare qui» mi indica il centro della pietra, «Non sapevo che cosa desiderassi di più in questo momento, quindi ho pensato di fare in modo che tu lo scelga da sola.»

Lo guardo un po' confusa, ma poi annuisco e ci provo. Poggio la mano sulla pietra, e la mia mente si svuota. Come se la pietra cercasse dentro di essa.

Che cosa vuoi?
Che cosa vuoi vedere?
Di che cosa hai bisogno?
Di chi hai bisogno?

Non rispondo, eppure la pietra comincia ad illuminarsi. Un'immagine appare, ma molto sfocata. È scura, indistinta.
Mi concentro meglio su di essa, e quando si schiarisce capisco di che cosa, o meglio, di chi si tratta.

«Royal» sussurro.

Faccio fatica a non spalancare gli occhi. La voce. Mi è tornata, così, tutto ad un tratto.
Come il nome di Royal mi fosse uscito di forza.

«Ma certo» sussurra Kai, e quando alzo leggermente lo sguardo su di lui mi accorgo che sorride.

Mi fa male la gola per lo sforzo, mentre torno a guardare la pietra.
È proprio lui, è Royal. Riesco a vedere quasi tutto il suo corpo: i pantaloni scuri, la maglietta un po' più chiara, le braccia muscolose incrociate... il viso marmoreo, gli occhi scuri e i capelli neri.

Dallo sfondo posso capire che non si trova al Lux.

«Questo» mi schiarisco la voce, «Sta accadendo adesso?»
«Sì» annuisce il demone, «È come una specie di telecamera. Non appena la accendi, puoi vedere quello che desideri vedere. Non importa quanto sia lontano. E puoi anche sentire che cosa dice, se per caso te lo stessi chiedendo.»

Deglutisco, mentre sento le guance pizzicare e lo stomaco contorcersi. Ho appena parlato per la prima volta da tanto tempo, ma il nome di Royal mi è sfuggito, e poi... Forse ne avevo bisogno. Forse avevo bisogno di una cosa del genere, della certezza che il mio vampiro stesse bene. Di vederlo e basta.

«Adesso ti devo lasciare.»

Alzo lo sguardo verso Kai, e lui si avvia verso la porta.

«Puoi uscire, se lo desideri» aggiunge, «Lasciami un biglietto.»

Annuisco anche se sono un po' sorpresa.
Posso uscire? Non me l'aspettavo, proprio no. Insomma, pensavo che per ottenere di nuovo la sua fiducia ci sarebbero voluti decenni...

Quando Kai sparisce dalla stanza, torno a guardare la pietra.

È sempre Royal ad essere al centro dell'immagine, ma lo sfondo è cambiato e sta cambiando: credo si stia muovendo.

Lo osservo attentamente come non ho avuto l'occasione di fare durante il tempo che ho passato qui. Il suo viso... il suo viso, posso finalmente vederlo.
Certo, attraverso questa pietra non è come essere davvero davanti a lui, ma mi basta, per adesso.

Quando entra in un locale, riconosco dopo qualche secondo il posto in cui si trova: il Lux.

«Sono tornato.»

La sua voce mi fa pietrificare. Non riesco più a muovermi, a respirare, a pensare.
È sempre la stessa, eppure... sentirla così, come se fosse qui accanto a me... mi fa un certo effetto.

«Ciao Royal» sento la voce di Arrow.

Spalanco gli occhi. Arrow. Il mio amico, il mio amico vampiro. La sua voce un tempo così allegra... quella frase era solo un piccolo assaggio della vivacità che conteneva prima.

«Che diavolo stai facendo?» borbotta Royal, mentre si avvicina a lui.
«Sto cucinando» ribatte.
«Stai bruciando tutto, idiota.»

Mentre il mio vampiro scuote la testa, Arrow fa una smorfia e abbassa gli occhi.
I suoi capelli verdi mi fanno quasi sorridere. I suoi occhi poi... sono sempre spenti, ma vederli mi fa stare bene lo stesso.

«Mi dispiace» dice, «Volevo provare.»
«La prossima volta aspettami. Posso insegnarti se vuoi» propone Royal.

Arrow scrolla le spalle, avvicinandosi al divano, per poi sedersi.

«Sto solo cercando di distrarmi.»
«Lo so, Alec» interviene Royal.
«Chiamami Arrow.»
«Non mi sembra il caso» ribatte.

Il vampiro dagli occhi verdi alza di scatto la testa verso Royal, e si alza.
Sentirli parlare insieme... è bello. Anche se non sembrano tanto felici, sono vivi. Sono vivi ed è quello che importa.

«Non ce la faccio, Royal. Davvero io...» si strattona i capelli con le dita piene di anelli, «Ogni volta che mi nutro di qualcuno... mi torna in mente il suo sapore... e mi dico che non potrò mai più assaggiarla. O vederla, parlarle, sorriderle, cantarle una canzone, farla addormentare, baciarla...»

In fretta poggio di nuovo la mano sulla pietra per farla spegnere, e la nascondo sotto l'amaca. Gli occhi cominciano a lacrimarmi, e mi concentro su qualcos'altro. Non posso crollare. Non adesso, non adesso.

Chiudo gli occhi.
Faccio qualche respiro profondo.
Apro gli occhi.

Anche se le ultime frasi di Arrow hanno fatto male, avevo bisogno di questo. Di vederli, di ricordarmi che cosa ho lasciato sulla Terra. Forse la pietra ha capito che se mi avesse mostrato lui sarei scoppiata in mille pezzi e per tornare ad essere me stessa avrei dovuto aspettare ancora più tempo... Forse è per questo che mi ha mostrato Royal.
Doveva darmi la carica, darmi le energie per tornare all'azione.

Mi alzo dall'amaca e prendo di nuovo la pietra in mano, accarezzandola come se fosse il mio più grande tesoro.
La appoggio su una mensola, poi mi avvicino al bagno.

Osservo il mio riflesso allo specchio. Deglutisco.
Non mi riconosco nemmeno. Il mio viso è molto più pallido del solito, e sembra che io non abbia dormito da anni. Mi sciacquo la faccia, poi mi asciugo e cerco qualcosa per truccarmi. Fortunatamente Kai mi ha lasciato una matita nera che non ho mai usato, ma che decido di prendere in mano.

Il filo di trucco nero mi ha sempre fatto sembrare più forte. Adesso ne ho bisogno. Decisamente.

Dopo essermi sistemata anche i capelli ed essermi vestita con una maglietta corta nera e una gonna, prendo un foglio di carta e qualcosa con cui scrivere, per poter indicare a Kai dove mi troverò per le prossime ore.

Ritrovarmi presso l'edificio in cui vive Ecate mi ha provocato un certo effetto. Lo stomaco mi si era strinto, la voce stava per sparire di nuovo e la testa aveva cominciato a girarmi.

Dopo aver aspettato qualche minuto però, sono stata meglio. Adesso sto meglio.
Deglutisco mentre guardo di fronte a me.

Dall'esterno la casa di Ecate potrebbe sembrare una semplice grotta, eppure so che non è così. Ci sono stata tante, ma tantissime volte. Conosco questo posto come le mie tasche.

Entro, e mi accorgo che nessuna barriera magica mi trattiene. Certo, ne avverto il potere, eppure essa mi lascia passare. Mi scivola addosso e mi permette di entrare nella casa della Dea dell'oscurità.

Tocco piano il muro di pietra scura e la familiarità mi scorre nelle vene. Cammino lentamente, senza fretta. So benissimo quello che voglio, anche se sarà difficile da ottenere.

«Aideen.»

La voce di Ecate mi fa alzare gli occhi, non appena entro nella stanza principale. È piuttosto piccola, eppure è la stanza in cui passavo sempre il mio tempo.

Osservo prima i muri e gli scaffali con migliaia di libri e di fogli, poi il grande tavolo di legno che si trova al centro e finalmente, il mio sguardo incrocia quello della Dea.

«Arriverò dritta al punto» dico, la gola che mi brucia, «Voglio quell'incantesimo.»

Cerco di non soffermarmi sul guardarla, ma è come impossibile: vederla dal vivo dopo così tanto tempo... Non è la stessa cosa.

I suoi capelli scuri intrecciati sono raccolti in una crocchia, con qualche treccia che le cade sulle spalle. Indossa un top nero che le lascia scoperta quasi tutta la pancia, e dei pantaloni scuri bucati.

«Certo che non cambi mai» ridacchia la Dea, portandosi un dito sulle labbra scure.

I suoi occhi verdi mi fissano divertiti, mentre io sono serissima.

«Che cosa ti ha detto mio padre esattamente?»
«Vedo che hai imparato come si ragiona qui.»

Alzo un po' il mento. Be', di sicuro trovare uno spiraglio dentro un patto è qualcosa che so fare abbastanza bene. Sono riuscita a scappare da Kai per cento anni grazie a questo.

«Ha detto che non potevo aiutarti a scappare di nuovo. E che non avrei dovuto creare nessun incantesimo per te.»

Rifletto sulla sua frase. Dannazione, è complicato. L'unica cosa che mi può aiutare è un suo incantesimo, come diavolo dovrei fare?

«Però non ha detto che dovevo distruggere quelli precedenti.»
«Vuoi dire che hai già creato un incantesimo?»

Alza le spalle, poi si siede su una poltrona, e si mette a giocherellare con un cristallo viola.

«Può darsi. Ho già lavorato su un incantesimo che dissolve gli accordi, in questi cento anni.»

Spalanco gli occhi, mentre un lume di speranza si accende nella mia testa.

«Dov'è?»
«Non posso aiutarti. Dovrai trovarlo da sola.»

Stringo i denti, ma non ribatto. Capisco.
Comincio a guardarmi intorno, soprattutto negli scaffali. Mi sollevo con la mente fino ad un certo punto, poi comincio a cercare.

Un libro, deve averlo messo in un libro. Ma quale?
Prima di tutto guardo nei libri di liberazione, ma non trovo nulla. Guardo nei libri di accordi, eppure non c'è niente. Doveva nasconderlo proprio bene, eh?

Non ho idea di quanto tempo sia passato, eppure non ho trovato nulla.

Torno più in basso, e mi accorgo che la Dea si sta divertendo.

«Dov'è?»

Lei scuote di nuovo la testa, perché non può rispondere.

«Di solito dove li metti gli incantesimi molto importanti?»
«Lì.»

Credo di aver fatto centro, perché Ecate mi ha sorriso. Sembrava quasi... fiera.

Mi avvio verso il punto che ha indicato. È il soffitto. Dove diavolo va a nasconderli, eh?

Con le mani tocco la pietra fredda, e mi accorgo di un punto in cui c'è una piccola crepa. Ci infilo la mano, e un foglio mi arriva sul naso. Lo afferro di scatto.

Confusa, torno da Ecate.

«È questo?»

Lei alza le spalle, ma i suoi occhi mi fanno capire che ho fatto centro.

Torno a guardare il foglio, su cui sono scarabocchiati simboli incomprensibili.

«Ma che lingua è, scusa?»
«Una lingua molto antica. Quasi nessuno la sa leggere» risponde.
«Stai scherzando?»

Una cosa più semplice non la poteva fare? Quasi le mostro i denti, ma capisco perché ha preso tutte queste precauzioni. Se qualcuno avesse trovato e tradotto questo incantesimo... sarebbe stata la fine per me.

Guardo il foglio, e per quanto mi sforzi, non riesco a capire nulla.
Torno a fissare Ecate, che intanto si è alzata per sistemare i suoi cristalli.

«Non ti ho perdonata» preciso, prima di avviarmi verso l'uscita.

E mentre stringo fra le dita il pezzo di carta che potrebbe salvarmi, sento il suo sospiro riecheggiare sulla pietra fino alle mie orecchie.

«Lo so.»

Ciaooo! Eccomi con questo capitolo, questa volta punto di vista Aideen!
Allora... Kai ha fatto qualcosa di bello, a quanto pare! Si è rivisto Royal e anche Arrow... e Aideen ha ritrovato la voce!
Adesso che è di nuovo operativa, Aideen ha trovato l'incantesimo da Ecate, ma qualcuno dovrà aiutarla a tradurlo... chissà chissà!
Baci 😈
-Gaia 💜

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