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Capitolo 19: Alle corone d'oro e alle maschere d'argento.

Katherine

Mi infilo velocemente un vestito preso a caso dal mio armadio e mi avvicino allo specchio per assicurarmi che i miei capelli siano presentabili.

Un miagolio mi fa girare la testa, e mi accorgo del gatto nero che di solito mi tiene compagnia. È steso sul mio letto, a pancia in su, come se volesse che lo accarezzassi.

Sospiro e mi avvicino. Non posso resistere! Accarezzo il suo pelo nero e lui comincia a fare le fusa. Gli gratto un po' dietro le orecchie poi mi alzo.

«Sei carino, ma adesso devo andare» ridacchio leggermente.

Il gatto non sembra essere d'accordo perché scende dal letto con un balzo e mi raggiunge, strusciandosi sulle mie gambe.

«Tornerò a farti le coccole dopo, okay?»

Il gatto mi fissa. Poi si gira e torna sul letto.

«Ecco bravo, resta lì» annuisco, per poi uscire e chiudere la porta dietro di me.

Stringo le labbra per qualche secondo, poi mi incammino verso il palazzo di Lucifero. So che Aideen si trova lì, e devo parlarle prima che l'incoronazione cominci.

Questa mattina, quando mi sono svegliata, non c'era una bella notizia ad aspettarmi, soltanto due grosse nuvole che hanno ricoperto l'Inferno durante la notte. Pioverà, e molto presto.

Devo avvertirla. Ricordo quello che ho detto l'ultima volta... ma io le voglio bene, anche se a modo mio. Non so che cosa hanno intenzione di fare i fratelli di Kai, ma se posso aiutarla a scappare, devo farlo.

Kai mi ha dato accesso alla sua mente... e io devo tradirlo. È stato qualcosa... che non riesco nemmeno a descrivere. Entrare nella sua testa è stato come sentirmi al sicuro per la prima volta in tutta la mia esistenza. Anche se volevo essere sicura che non mi stesse nascondendo nulla, ciò che la sua mente mi ha confermato, è stata una cosa... intima.

Sinceramente pensavo che avrei dovuto supplicarlo molto di più, e invece...

Quando sento delle voci, realizzo che sono arrivata dove volevo. Mi affaccio leggermente alla porta accanto a me, e scorgo Aideen.

«Le stringe molto, Signorina Stella Del Mattino?» chiede il demone che le sta aggiustando il vestito.

Lei è in imbarazzo, e piuttosto irritata. Il vestito nero che indossa non le stringe, ma la fa sentire male, le toglie il respiro nonostante sia la sua taglia.

Aideen scuote la testa, e il demone le toglie il vestito. Quando si è rivestita con i suoi, di abiti, entro nella stanza.

Lei per un po' non si accorge di me, poi sembra sentire il mio odore e aggrotta le sopracciglia.

«Aideen.»

Quando la chiamo si gira verso di me, e il suo viso si contrae in un'espressione dispiaciuta. È dispiaciuta... Quando sta per parlare scuoto la testa, e tiro fuori l'accendino dalla mia tasca.

«Non dire niente...» mormoro, mostrandogli il fuoco, «È l'ultimo ingrediente. Anakin sta già preparando tutto al mio castello, è meglio se ci avviamo.»

Aideen si avvicina stupita e lo prende. Avvicina il fuoco alla sua mano.

«Da quanto ce l'avevi?» chiede osservando la fiamma.

Non rispondo, e lei non insiste.

«Grazie» torna a guardarmi.

Annuisco, poi torno a parlare dell'incantesimo.

«Non è molto complicato da fare, ci vorrà qualche ora, credo.»

Lei annuisce, ma sembra preoccupata.

«Io devo andare a cena con Kai questa sera...»
«Sarà pronto.»

Lei annuisce, e ci avviamo verso il mio castello cercando di far sì che nessuno ci veda.

Aideen

Non appena arriviamo al castello di Katherine, lei si chiude nella sua stanza, mentre io vado a cercare Anakin.

Non riesco a credere che Katherine abbia trovato l'ingrediente mancante... se l'incantesimo sarà pronto questa sera potrò andarmene. Potrò... tornare a casa.

Deglutisco e cerco di non illudermi troppo. Le cose potrebbero andare male. Devo esserne cosciente. Non posso illudermi e spezzarmi se le cose non andranno come previsto... Eppure...

«Aideen» la voce di mio fratello mi fa sussultare, e lo vedo impegnato a preparare quello che mi permetterà di tornare a casa.
«Come sta andando?» gli chiedo, avvicinandomi a lui.
«Bene. Sarà pronto per stasera, lo prometto» sorride, tornando a leggere la ricetta.

Appoggio l'accendino sul tavolo, e Anakin lo prende per osservarlo. Guardo la gonna nera che indossa, poi la sua maglietta bucata.

Deglutisco di nuovo mentre cominciano a sudarmi le mani. Non devo illudermi, non devo illudermi... eppure è così difficile. Non ci riesco proprio, non questa volta.

«Sorellina?» la voce di Anakin mi fa alzare la testa di scatto.
«Sì?»

Mio fratello si tocca leggermente i capelli neri e abbassa un po' gli occhi scuri.

«Tornerai a salutarmi prima di andare, vero?» mi chiede.
«Certo Kin» metto la testa da un lato, per fargli capire quanto evidente sia la risposta.

Lo abbraccio velocemente, poi mi siedo accanto a lui, perché mi tremano le gambe.

«Se puoi prepararmi uno zaino con le poche cose che mi servono...»
«Anche Evil?» chiede, ridacchiando.
«Ovvio, anche Evil» annuisco.

Anakin sorride, poi alza lo sguardo. Mi accorgo che Katherine è tornata nella stanza. Si tocca i capelli rossi e si liscia il vestito rosso.

«Bene» si schiarisce la voce, «Adesso non ci resta altro che aspettare.»

«Lilia, devo dirti una cosa.»

Il mio demone del piacere piega la testa da un lato, confusa. Una leggerissima camicetta le copre il petto, mentre i suoi capelli marroni scendono piano sulle sue spalle.

«È un segreto, non lo puoi dire a nessuno, d'accordo? È un ordine.»
«Certo, non le disobbedirei mai» annuisce più volte.

È da qualche ora che sono qui con lei, nella nostra stanza. Avevo bisogno di stare con lei ancora una volta prima di andare. Non voglio illudermi, ma non voglio nemmeno essere pessimista, ecco. Almeno con lei... voglio permettermi di credere a quello che potrebbe succedere.

«Questa sera, se tutto va secondo i piani, me ne andrò.»

Lei aggrotta le sopracciglia.

«Dove?» chiede.
«A casa mia. Sulla Terra.»
«Sulla Terra?»

Abbassa la testa, riflettendo e realizzando piano che cosa vuol dire la mia affermazione. Le prendo piano il mento con due dita, per farle alzare la testa.

«Vorrei portarti con me, lo sai...» mormoro, guardando i suoi occhi nocciola.

Lei annuisce, poi le bacio le labbra. Mi mancheranno le sue labbra, il suo corpo, le sue danze...

«Ho una... una cosa da chiederti» le dico, mentre mi stacco da lei.
«Certo, dica pure» annuisce.
«Mio fratello... tienigli compagnia. Non importa sotto quale forma, basta che lui si senta a suo agio e meno solo» preciso.
«L'ultima volta non era sembrato molto felice...» stringe le labbra.
«Riprovaci. Per favore.»
«Va bene!» annuisce, sorridendo un poco.

La ringrazio baciandola di nuovo, lasciando che le sue mani mi accarezzino il corpo per l'ultima volta.

Sento qualcuno bussare alla porta, e so benissimo di chi si tratta prima che la apra. Guardo Lilia, poi mi giro verso la porta e vedo i capelli rossi di Kai fare capolino nella stanza.

«Piccolo fuoco, dovremmo andare» dice, cercando di non guardare nella la nostra direzione.

Gli dico che mi devo vestire, e così faccio, mentre Lilia mi guarda. Dopo essermi messa un vestito nero e aver applicato la solita matita nera intorno ai miei occhi, torno da lei.

«È stato bello essere il suo demone del piacere» sussurra, cercando di sorridere, anche se sembra piuttosto dispiaciuta della mia partenza.
«Grazie per avermi aiutata a non crollare» le riavvio una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Le lascio un bacio sulla bocca e poi sulla guancia, per poi uscire dalla stanza.

Mi fa strano lasciarla... E anche se non dovrei illudermi, ho come il sentimento che non la vedrò più per un bel po' di tempo.

Raggiungo Kai in fretta, e lui si incammina verso la sala da pranzo.

«Mi dispiace per questa... cena. Ma così vuole tuo padre, e le sue parole sono ordini.»

Sento un pizzico di ironia nella sua frase, ma lo ignoro. Osservo il suo profilo, e mi accorgo che anche lui si è truccato gli occhi, ma di un rosso fuoco. È bravo a truccarsi... chissà chi glielo ha insegnato.

«Che cosa c'è da mangiare?» ribatto.
«Non lo so... speriamo sia impregnato di dolore come piace a te» alza le spalle.

È vero che il cibo impregnato di dolore mi fa impazzire, eppure non sono dell'umore per mangiare, ecco. Sono ansiosa. Anakin dovrebbe trovare un modo di interrompere la cena prima che finisca, per potermi dare l'incantesimo. Dovrò prenderlo e metterne un po' nel bicchiere di Kai e un po' nel mio, come se fosse una specie di pozione magica... e aspettare che faccia effetto.

Sinceramente non ho idea di quali saranno gli effetti collaterali, ma il fatto che mi permetterà di scappare mi basta. Spezzare il legame tra me e Kai... forse farà male. Potremmo essere feriti gravemente... eppure io mi fido di Ecate. Non mi avrebbe dato questo incantesimo se non fosse qualcosa che posso sopportare.

«Ho mandato il sangue ai tuoi vampiri.»
«Grazie» cerco di non sembrare sollevata anche se lo sono.
«Uno di loro ha mandato questo.»

Aggrotto le sopracciglia e mi giro verso di lui, che mi sta tendendo una rosa. È già in brutte condizioni visto l'ambiente infernale, ma è comunque una rosa. La prendo in mano e stringo i denti quando mi accorgo che ha già perso il suo odore.

«Mi è sembrato importante, ma non conosco tutte le festività... degli umani» aggiunge.

Una rosa... quand'è che si dà una rosa... Poco fa era Natale... San Valentino!

Royal e il suo dannato San Valentino... ridacchio tra me, e mi stringo la rosa al petto. Non ci credo che potrò rivederlo... E non ci credo che il tempo passi così in fretta... chissà da quant'è che me ne sono andata...

Kai mi fa segno di sedermi, e faccio come mi dice. Per fortuna che non è uno di quei tavoli lunghissimi, altrimenti sarebbe stato più complicato afferrare il suo bicchiere.

La stanza non è molto grande, ed è illuminata da qualche candela. Sono sicura che non sia stato Kai a scegliere la decorazione. Non è da lui tutte queste candele... eppure sono quasi sicura che le abbia accese lui, sanno del suo fuoco.

«Katherine mi ha detto che avete litigato» dice, cercando di fare conversazione.
«È acqua passata.»

Sono leggermente ansiosa, anche se cerco di non darlo a vedere. Mentre ci versa del vino, Kai annuisce e non fa altre domande.

Beve un sorso dal suo bicchiere, e mi guarda. Indossa il suo completo nero con le scintille che sembrano vere... e i suoi capelli sono leggermente infiammati.

«Aideen... mi dispiace molto per tutta la faccenda dell'incoronazione.»

Io aggrotto le sopracciglia, ma non dico nulla.

«Io non ho mai voluto che tutto questo succedesse. Mi sarebbe piaciuto lasciarti stare sulla Terra» dice mentre i suoi capelli scoppiettano.
«E perché non l'hai fatto?» lo interrompo.
«Siamo all'Inferno, Aideen. Succedono cose brutte... se non si obbedisce agli ordini» fissa il liquido scuro del suo bicchiere.

Mi costringo a non assottigliare gli occhi. So benissimo che Kai non può mentire... e so quindi che ci dev'essere una parte di verità in quello che dice... eppure sono lo stesso perplessa. Mi domando perché Kai si lasci controllare così facilmente.

«È per questo che ogni volta che mi guardi sembri annoiato?»
«No» aggrotta le sopracciglia, «Non sono annoiato... sono soltanto dispiaciuto. Percepisco la tristezza che provi quando sono in giro.»
«Non sai fare la faccia da dispiaciuto» ribatto.
«Almeno ci provo» alza gli occhi al cielo, e quasi mi viene da ridere.

È divertente quando Kai prova a imitare le espressioni degli umani. A volte si impegna molto a sorridere, ma gli viene sempre una specie di ghigno malvagio.

Prima che possa dire qualsiasi cosa, un demone servo lo chiama, e lui sospira.

«Torno subito» mormora alzandosi.

Mi guardo intorno. Sono sola.
Anakin... è adesso o mai più, dannazione. Chiudo gli occhi e cerco di chiamare Katherine con la mente, ma quando li riapro perché sento un rumore, mi rendo conto della fiola che si trova davanti a me. Eccolo.

Cazzo cazzo cazzo.

Devo muovermi. Con la mente avvicino il bicchiere di Kai e il mio, mentre con le mani metto dentro ognuno il contenuto dell'incantesimo. Per fortuna è dello stesso colore del vino.

Metto tutto a posto e mi rilasso. Dobbiamo solo bere, adesso.

Kai torna e si siede, spiegandomi che si trattava del cibo. Io annuisco, e cerco di parlagli. Se lo faccio parlare forse gli verrà sete, no?

«Che cosa farai adesso che sarai principe?» chiedo.
«Ordinerò di fare ammazzare la mia famiglia.»

Io spalanco gli occhi, mentre lui comincia a fare la sua specie di sorriso.

«Non è divertente?»
«Certo...»

So benissimo che questo è un tentativo di farmi credere che si tratti di uno scherzo, ma io ho capito benissimo che non è una barzelletta. Nel frattempo è arrivato il cibo, ma non lo guardo nemmeno.

«Ho un'idea. Facciamo un brindisi, che ne dici?» tremo leggermente.
«Va bene.»

Prende il suo bicchiere, mentre io faccio lo stesso.

«A che cosa brindiamo?»
«Alle corone d'oro e alle maschere d'argento» invento la prima cosa che mi viene in mente, e vorrei schiaffeggiarmi la fronte.
«Sei molto originale, piccolo fuoco. Molto... poetica. Potrei dipingere...»

Si interrompe, e il suo sguardo... diventa assente. Come se stesse ascoltando qualcosa, o qualcuno. Come se fosse da un'altra parte con la mente.

Deglutisco. Che cosa sta succedendo? Kai sbatte le palpebre, e sembra ricordarsi di dove si trova. Alza lo sguardo su di me, e sorride leggermente. Guarda il suo bicchiere e piega la testa, deglutendo.

Lo sa.

Torna a guardarmi e alza il bicchiere.

«Brindiamo» dice.

Cerco di non sospirare di sollievo, e annuisco. Beviamo tutti e due il vino, e quando poggio il bicchiere sul tavolo mi aspetto al peggio. Per un attimo non succede nulla.

Poi Kai comincia a gemere di dolore. La mia vista si annebbia mentre lo vedo cadere dalla sedia.

Un dolore lancinante si fa sentire sulla mia pancia. Mi alzo il vestito per capire che diavolo mi sta succedendo e realizzo che è il mio tatuaggio. Sta bruciando.

Il mio respiro si fa veloce mentre strappo il mio vestito. Per fortuna indosso dei pantaloncini, dannazione. Fa male, ma dopo un po' il dolore si attenua.

Abbasso lo sguardo, e realizzo che il tatuaggio non c'è più. È sparito. Sono libera.

Mi alzo in fretta e mi avvicino a Kai, che si sta ancora contorcendo dal dolore.

«Mi dispiace Kai, ma non posso diventare principessa. Non sarò la schiava di nessuno» scuoto la testa, mentre lui mi guarda negli occhi.

Non dice niente, ma si tocca il braccio e stringe i denti.

Mi inginocchio accanto a lui, e deglutisco, cercando di trovare un modo per farlo soffrire di meno. Io non voglio che stia male. Voglio solo tornare a casa.

Nemmeno il tempo di riflettere che Kai sparisce. Spalanco gli occhi.

Mi alzo mentre mi strofino gli occhi per essere sicura che non sto sognando. I suoi vestiti sono sparsi per terra, ma c'è qualcosa che si muove, lì dentro. Allungo la mano e sposto i vestiti, mentre sento un miagolio. Per Lucifero... davanti a me non c'è più un demone, ma un gatto nero.

«Che diavolo...» mormoro.

Il gatto miagola, ma non mi graffia, stranamente. Mi fissa con i suoi occhioni, poi si lecca la zampa, che sembra addolorata.

D'un tratto la porta si apre e quasi mi viene un colpo, ma poi realizzo che si tratta soltanto di Katherine.

«Che cos'è successo? Dov'è Kai?» spalanca gli occhi e si guarda intorno.

Quando abbassa lo sguardo e vede il gatto, smette di respirare.

«Non è possibile... Tu...»

Io non capisco quello che sta succedendo, e non cerco nemmeno di capire. Non ho tempo per questo.

«Devo andare.»
«Aspetta» Katherine mi ferma prendendomi il braccio.

Mi abbraccia. È vero... questa è l'ultima volta che la vedrò, o almeno per un po' di tempo. Resto leggermente sorpresa da questo abbraccio... ma mi lascio fare.

«Grazie» mormoro, stringendola a me.

Quando mi stacco, la guardo negli occhi verdi. Mi mancherà.

«Mi dispiace per tutto quello che ho detto» sospira.
«Anche a me» dico, annuendo.
«Sii felice, Aideen.»

Katherine mi bacia la guancia e io la lascio da sola con il gatto... cioè... Kai.

Corro verso il palazzo di Katherine, e so che quest'ultima mi sta proteggendo con la mente dallo sguardo degli altri. Appena arrivata sospiro, poi vado in bagno. Mi lavo la faccia e mi trucco di nuovo. Non posso tornare sulla Terra in queste condizioni, sembro una pazza. In nemmeno due secondi sono pronta e mi sono anche cambiata con i primi vestiti che ho trovato.

«Ha funzionato?»

La voce di Anakin mi fa sussultare. Lo fisso... poi quasi gli salto addosso e lo abbraccio.

«Non voglio lasciarti... ma non c'è un altro modo...» cerco di trattenere le lacrime.
«Lo so» sussurra.

Anakin mi accarezza i capelli e mi bacia le guance.

«Non ti preoccupare per me» dice, «Starò bene. Mi farà compagnia Lilia. Forse potrei leggerla a lei la Divina Commedia.»

Lo lascio andare e mi asciugo le lacrime che non sono riuscita a trattenere.

«Scrivimi a volte, okay?» dico mentre lui mi accarezza i capelli.
«Va bene. Magari vengo a trovarti se posso» sorride.

Mi trema il labbro mentre lui mi dice che lo zaino con tutte le mie cose, incluso Evil, lo ha mandato a casa mia, così non avevo un altro peso sulle spalle.

«Ti voglio bene, Anakin» dico, e la mia voce esce spezzata.
«Anch'io, sorellina.»

Faccio un bel respiro per smettere di singhiozzare, e lo abbraccio un'altra volta.

«Mi mancherai, Kin» sussurro prima di uscire dal castello, pronta per tornare a casa mia.

Buon San Valentino 💜 Per tutti quelli single come me, ecco un regalino!
In questo capitolo moooolto lungo succedono un sacco di cose...
Alla fine Kate ha aiutato Aideen a finire l'incantesimo! Lilia sembrava triste che Aideen partisse... e Kai? Che ne pensate di lui... si è trasformato in un gatto nero molto familiare...
Aideen potrà finalmente tornare sulla Terra?
Non ho idea di quando potrò aggiornare di nuovo... ma per adesso vi lascio questo 💜
Baci 😈
-Gaia 💜

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