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CAPITOLO 29


Madelaine's Pov

"Allora mi vuoi dire dove cazzo devo girare o devo mettere un fottuto navigatore per raggiungere la casa?"   Si lamenta Elliot nervoso.

È da quando siamo saliti in macchina che non facciamo altro che battibeccare, so quale è la strada ma con la mente sono ancora alla festa impaurita che Kate vada in cerca della sua borsa e venga a conoscenza che le sue chiavi le ho prese io.

"Gira a destra e vedi di darti una calmata" ringhio in risposta, mi fa andare fuori di testa, ma almeno non sta fumando.

La macchina gira e dopo qualche minuto di silenzio ci troviamo nel quartiere di Kate.
"Ecco parcheggia qui" dico indicando la casa ed il parcheggio più vicino ma lui mi ignora passando dritto.

Mi volto ad osservarlo a bocca aperta "hai sentito cosa ti ho detto?" Alzo la voce.

Lui alza gli occhi al cielo "si ti ho sentita bambolina solo che non me ne fregava nulla" dice semplicemente ed io lo fulmino con lo sguardo.
Spaccone.

Si ferma poco dopo nella via adiacente alla casa, accosta e spegne il motore.
"E cosa è cambiato? Ora dovremo fare strada a piedi" mi lamento pensando al dolore che mi creano questi tacchi ai piedi.

"Ogni volta che devo fare qualcosa parcheggio non troppo vicino ma nemmeno lontano in modo che non possano identificare la mia macchina ma anche che in caso di urgenza possa scappare velocemente" risponde alla mia domanda scrutandomi in viso alla fioca luce dei lampioni.

"Ok James Bond, vado a prendere la pennina e torno tu aspetta qui" faccio per aprire lo sportello ma lui mi ferma prendendomi il braccio.

"Vai? Non hai capito vengo anche io" dice sistemandosi la felpa come se fosse già deciso.

"Cosa? Non se ne parla! Non ti farò entrare in casa della mia amica di nascosto" dico indignata, anche se quello che sto facendo io non è di certo meno grave.
Incrocio le braccia al petto.

Lui mi osserva con un leggero sorriso come se questo gesto da bambina capricciosa lo divertisse resta qualche secondo in silenzio prima di parlare con un tono nuovamente serio.

"E se qualcuno ti aggredisse? Ricordati che questo non è uno scherzo come ci hanno aggrediti una volta possono rifarlo e senza di me non credo avresti molte possibilità"  finisce il suo discorso con un mezzo sorriso,   il che mi da i nervi però potrebbe avere ragione, e se qualcuno ci stesse seguendo e non aspettasse altro che saltarmi addosso? Per di più odio ammetterlo ma senza di lui sarei praticamente morta.
Rabbrividisco a questi pensieri e sospiro.

"D'accordo vieni anche tu" dico alzando gli occhi al cielo.

Lui fa per avvicinarsi, il suo corpo emette un certo calore nonostante non ci sia nessun contatto tra noi mi perdo nel suo profumo, non capisco come possa sentirmi tanto protetta con lui, si avvicina ancora per poi abbassarsi sulle mie gambe.

"Che stai facendo?" Dico confusa mentre lui apre il vano porta oggetti tirando fuori con nonchalance la stessa pistola di quella sera.

Se la sistema sotto la felpa e tira su il cappuccio "ok possiamo andare" dice tranquillo.

"Non se ne parla quella la lasci qui!" Squittisco agitata indicando la pistola ora nascosta.

"Senti bambolina potrebbe succedere di tutto quindi per precauzione questa viene con me, poi se tu in caso di quache casino vuoi difenderti a colpi di borsetta fai pure" dice sgarbato sfidandomi con lo sguardo.

"Idiota" rispondo uscendo dalla macchina e sbattendo lo sportello.
Lo sento imprecare quindi non credo che il mio gesto gli sia piaciuto ma non me ne curo, faccio qualche passo e il dolore alle scarpe aumenta, per non parlare del rumore che procurano ad ogni minimo passo.

"Aspetta" dico sorreggendomi al suo braccio e sfilando i sandali, rimango a piedi nudi e corro verso la macchina  riponendo all interno le scarpe.
L'asfalto è freddo al tatto ma almeno non sento dolore.

"Molto femminile" infierisce Elliot osservandomi "incredibile poi come senza tacchi tu sia proprio una nana" sorride prendendomi in giro.

Stranamente non gli rispondo adirata ma sorrido anche io facendogli la linguaccia.

Proseguiamo lungo la via in totale silenzio, non imbarazzato ma penso per precauzione. A casa di Kate non dovrebbe esserci nessuno il problema è che se qualche vicino ci dovesse vedere potrebbe avvertire la polizia e allora la pistola di cui si vanta tanto servirà a ben poco.
Nella fretta ho dimenticato di prendere il cappotto elegante dall' ingresso  ed il freddo si fa sentire, inoltre avere i piedi così gelidi non mi farà bene di certo, spero di non prendermi qualcosa. Avverto la presenza costante del ragazzo affianco a me cammina sicuro e con il cappuccio alzato sul viso mi ricorda quella sera nel bosco quando tutto è iniziato, avevo paura di lui ma ora  da un lato mi sento più tranquilla ad averlo con me, nonostante tutto non mi ha lasciata sola.
La villa si stende davanti a noi, prendo le chiavi ed apro il piccolo cancello facendo segno ad Elliot di entrare seguendolo subito dopo e chiudendo a chiave una volta entrata.
I miei piedi nudi sono ora a contatto con l'erba del giardino bagnata dagli irrigatori ancora attivi, gli scansiamo attentamente ed apro la porta principale. Finalmente torno a respirare e accendo la luce mentre Elliot si leva il cappuccio dalla testa, i capelli neri spettinati.

"Bene l'astuccio è al piano di sopra in camera di Kate" dico dirigendomi verso le scale.

"Cazzo questa è una villa" esclama lui osservandola.
Ha ragione la casa della mia amica è decisamente enorme visto che ci vivono solo 4 persone. Nonostante tutto anche la mia vecchia casa, quella con cui vivevo con i miei genitori non era nulla di meno, ma d'altronde mia madre era il sindaco di questa città.
Pensare a lei in questo momento mi provoca una certa tristezza ma non voglio darlo a vedere, di certo a lui non interesserebbero le mie sofferenze.

"Che ti prende?" Chiede lui vedendo la mia espressione.

"Nulla sono solo un po' preoccupata" rispondo nonostante non sia questo che mi frulla in testa.

"Rilassati prendiamo quello che ci serve e ce ne andiamo"  dice tranquillo ed io annuisco.

"È un tentativo di rassicurarmi quello che vedo?" Dico con un leggero sorriso ma lui fa finta di niente.
Sento la sua presenza dietro di me mentre saliamo le scale, i suoi occhi sulla schiena leggermente scoperta dal vestito.

Apro la porta della camera di Kate ed individuo l'astuccio sul letto, lo afferro e frugo all'interno mentre Elliot guarda il casino di trucchi e vestiti lasciati questa sera con un certo fastidio.
Giusto lui è un maniaco dell'ordine!

"Eccola"dico tirandola fuori dall'astuccio, i suoi occhi si poggiano sul piccolo oggetto osservandolo avidamente.

"Dammela" dice porgendomi la mano ma io la porto dietro la schiena scuotendo la testa "non scherzare Barrow dobbiamo sapere cosa c'e dentro" aggiunge avvicinandosi ma io mi allontano di un passo.

"Hai detto bene, dobbiamo" dico fissandolo "io ora potrei darti questa pennina e lo farò ma solo con la certezza che non indagerai senza di me, voglio essere a conoscenza di tutto quello che succede"

"Scordatelo" scuote deciso la testa " non ti metterò in questo casino più di quanto ti abbia già coinvolto, ti darò la spiegazione che meriti ma nulla di più"

Il nervoso inizia a crescere in me, non può tenermi nascosto tutto sono grande abbastanza da farmi carico dei miei problemi!

"Non erano questi i patti Johnson!" Sbraito contro di lui che al mio tono troppo alto si guarda intorno preoccupato.

"Abbassa la voce Madelaine e dammi quella cazzo di pennina" dice calmo avvicinandosi a me che indietreggio fino alla scrivania trovandomi però bloccata, prima che sia troppo vicino a me faccio cadere velocemente la pennina dentro la scollatura del vestito sotto il suo sguardo stupito.

"Beh non pensavo che questa storia avrebbe preso una piega erotica" dice malizioso osservando il punto dove è sparita la pennina.

"Nessun gioco sei l'ultimo da cui mi farei sfiorare" dico nervosa "e a meno che non mi prometti ciò che ti ho chiesto avrai fatto un viaggio per niente stanotte " incrocio le braccia al petto.

Elliot scoppia a ridere ma nella sua risata non c'e nulla di allegro, in questo momento potrebbe quasi farmi paura, lì davanti a me armato e fuori di sé.
Ma per qualche strana ragione só che non mi farebbe mai del male.

"Sarai anche abituata a fare la ribelle a scuola ragazzina ma con me le tue minacce del cazzo non servono a nulla" dice avvicinandosi e portando fuori la pistola, gli occhi due pozzi neri "siamo in un fottuto casino e non te ne rendi conto fossi in te cercherei di starne fuori perché puoi starne certa che nella criminalità a nessuno importerà se sei una fottuta ragazzina testarda e prepotente, perché ti ritroverai un proiettile in testa ancora prima di pensare che sei spacciata" dice senza mai staccare gli occhi dai miei "figurati se a qualcuno importerebbe mettere le mani nella tua modesta scollatura".

"Parli tanto ma tu le mani nella mia scollatura non ce le hai messe, non sei come vuoi far credere agli altri" rispondo ancora scossa dalle sue parole.

Lui non risponde ma rimane a guardarmi, il silenzio incombe su di noi per qualche secondo, a pochi centimetri da me le sue labbra carnose che mi attirano  come se fossi una falena bisognosa di luce.
E se accorciassi finalmente questa distanza? Come mi sentirei?

"Kate, Diana!" Una voce si propaga dal piano di sotto rompendo l'atmosfera che si era creata.
Elliot mi guarda sorpreso ed io spalanco gli occhi.

"È la mamma di Kate!"dico spaventata sentendola camminare al piano di sotto.

"Dobbiamo andarcene" dice lui mentre la donna continua ad urlare i nomi delle figlie non ricevendo risposta.

"No" dico decisa non muovendomi di un millimetro "non finché non mi prometti che non mi nasconderai nulla" lo guardo negli occhi e penso che lui nei miei legga che sono abbastanza seria.
La madre di Kate si avvicina e so che se ci vedesse sarebbe un disastro ma so anche che questo è l'unico modo per cercare di convincere uno come Elliot.

"D'accordo" dice sbrigativo come se la cosa non lo toccasse più "ma nel momento in cui si farà troppo rischioso ti farai da parte".

Annuisco e tiro il suo corpo possente verso il bagno, proprio quando la donna entra nella camera da noi poco prima occupata.
La sentiamo lamentarsi mentre Elliot apre la finestra e con una mossa veloce si cala sulla piccola tettoia sottostante facendomi cenno di raggiungerlo. Normalmente mi sarei rifutata ma questa situazione non finirà bene se non mi sbrigo quindi senza pensarci troppo mi siedo sul davanzale e lascio che le mani calde di Elliot mi cingano la vita aiutandomi a scendere.
La gonna del vestito mi si alza sulle gambe e nel brusco tentativo di nascondermi dal suo sguardo mi dimeno facendogli perdere l'equilibrio, precipitiamo per circa due metri e mi sforzo di non urlare, cadendo tra i folti cespugli di more ancora uno avvinghiato all'altro.

Rimaniamo qualche secondo ad osservarci scoppiando poi a ridere di gusto.
Non avevo mai visto Elliot ridere, o almeno lo ho visto sorridere per qualche frase pungente che ha dato l'effetto che sperava ma nulla di più, vederlo invece qui in terra coricato in un prato gelido tra le foglie e ridendo di gusto è forse la versione più bella che ho visto di lui.
Forse perché è così rara, starei per ore ad osservare quel sorriso.

Si solleva improvvisamente a sedere e si alza ancora leggermente divertito, io lo seguo e con il più religioso dei silenzi usciamo dalla casa, dirigendoci verso la macchina lui si ricorda del motivo per cui siamo venuti.

"Bene ora puoi darmi ciò che mi spetta" dice fermandosi ed io con lui.

"D'accordo" annuisco tirando fuori la pennina del reggiseno, lui allunga la mano ma mi fermo guardando negli occhi "ma Elliot, mi sto fidando di te non farmene pentire".

Lui annuisce per una volta privo di qualsiasi ghigno beffardo ed allunga una mano togliendo una piccola foglia incastrata tra i mei capelli.
Il cuore batte forte ed i brividi aumentano come ogni volta che mi sfiora lasciandomi dentro un uragano.

"Sei gelata, dai ti riporto a casa" dice con un tono quasi dolce posandomi la sua felpa sulle spalle.
Sto per rispondere ma il mio cellulare squilla.

"Pronto sim" rispondo alla chiamata e lo sguardo di Elliot non sembra più tanto dolce "si ok arrivo sono qui fuori " mento e attacco.

"Dovo tornare alla festa" dico poco convinta.

"Si ho sentito" sale in macchina.

Rimango un momento scombussolata dal suo repentino cambio d'umore sentendomi quasi ferita, ma mando giù il groppo e salgo accanto a lui infilandomi nuovamente le scarpe.
Il viaggio procede in silenzio, l'allegria di poco prima sparita del tutto quasi non fosse mai esistita e il che mi scoccia ammetterlo ma mi rattrista.

"Lasciami qui" dico quando siamo vicini al locale "daremo nell'occhio se mi porti fino a dentro" dico e lui accosta, scendo e senza nemmeno un saluto ci separiamo.
Ma che diavolo gli è preso?

Torno al locale la voglia di stare ancora a questa festa letteralmente sotto i tacchi ma non posso buttarmi giù così per quell'idiota anche se la veritàche la sua reazione mi ha ferita. Spero solo rispetti la sua promessa.
Scivolo nuovamente nella stanza delle borse sotto lo sguardo dela donna e metto le chiavi al loro posto.

"Mad! Hai visto Kate?" Diana arriva come una furia.

"No" scuoto la testa "che succede".

"Mi ha chiamato mia madre, ha scoperto una certa cosa e ci vuole subito a casa ma non la trovo" sbiascica con le parole evidentemente ubriaca.

"Non puoi guidare così" la indico "sei ubriaca potreste avere un incidente" dico preoccupata sorreggendola.

"Per questo mi serve Kate" dice mentre il suo telefono squilla.

"È mia madre" dice attaccando la chiamata "questioni di famiglia".

"Possiamo accompagnarti io e Sim" dico cercando una soluzione.

"Ma mi serve comunque mia sorella" sbuffa.

"Okok ora la cerchiamo" l'aiuto a camminare.

Gordon arriva verso di noi con evidenti segni di succhiotti nel collo "tesori miei questa festa è fantastica"

"Gord hai visto Kate" chiedo cercando di non pensare ad Elliot e la sua battuta.

"La ho vista andare verso il bagno poco fa" dice allegro sparendo nuovamente.

"Andiamo al bagno" Diana mi tira per il braccio ed io mi lascio trascinare.

Ci facciamo strada tra la gente e i bagni non mi sembrano mai stati così lontani, grazie a dio non c'e praticamente nessuno qui. Diana spalanca la porta e davanti ai nostri occhi appare la scena più pietosa di questa serata.

Kate e Lucas, che si baciano.

Spalanco gli occhi mentre Diana da fiato ai miei pensieri.

"Ma che cazzo" Sbraita.




****Capitolo 29!🎊
Perché Elliot se ne sarà andato così? Che sia geloso?🧐
E Kate e Lucas che combinano?
Mi raccomando le🌟🌟🌟🌟
Grazie a tutti e a presto ❤

-Lostshadow.




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