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Capitolo 43: Sei mia, lo sai?

Mi tiene per mano, e lentamente mi fa fare una giravolta.
La musica rimbomba dolcemente nella stanza, anche se il volume è piuttosto basso. Il leggero vestito che indosso si alza un poco a causa dei miei movimenti. Seguo la musica, e il mio corpo riproduce senza difficoltà le mosse che ho imparato.

Un sorriso appare sul suo caldo viso, mentre si accorge che riesco a seguirlo senza calpestargli i piedi.

«Dove hai imparato a ballare così bene, principessa?» chiede, sfiorandomi la guancia con la mano libera.
«Royal mi ha insegnato...» ammetto.
«Royal, eh?»

Per un attimo una luce strana lampeggia nei suoi occhi rossi, poi tornano normali. Continua a muoversi a ritmo con la musica, trascinandomi con sé. Non smette di fissarmi, mentre il suo viso si rilassa un po'.

«Cos'altro ti ha insegnato?» chiede.
«Un po' della sua lingua: l'italiano. Non è molto difficile, potrei insegnarla anche a te» propongo.

Lui non risponde, si limita a guardarmi gli occhi, per poi scendere sulle mie labbra.

«Mhm...» mormora.

Si china verso di me, e quando penso che la sua bocca stia per toccare la mia, cambia subitamente direzione, e le sue labbra trovano il mio collo. Sospira su di esso, per poi passare la lingua dall'incavo del collo fino all'orecchio. Un brivido improvviso mi scuote, e mi fa stringere gli occhi. Tutto il mio corpo si infuoca.

«Questo te l'ha mostrato, il tuo succhiasangue?» mi sussurra all'orecchio.
«N-non lo chiamare così...» mormoro, mentre mi chiedo quale magia stia facendo per farmi sentire in questo modo.
«Scusa, mi è scappato» si dispiace, per poi allontanarsi dal mio collo.

Abbassa un poco gli occhi, per farmi capire che le sue erano scuse oneste. Io non ci faccio caso, perché sento ancora tutto quel calore. Mi tocco il collo, che è ancora leggermente umido.
Alzo lo sguardo verso di lui, che torna a fare un sorriso sghembo, alzando un poco il mento.

«Che c'è, ne vuoi ancora?» alza un sopracciglio.

Io deglutisco e abbasso gli occhi. Le sue parole sono state ancora peggio del suo tocco di prima: se prima avevo caldo, adesso sono un incendio.
Lui si avvicina di nuovo, e spero con tutta me stessa che mi tocchi di nuovo. Le sue caldissime mani mi prendono per i fianchi, e mi adagiano sul divano accanto a noi. Mi bacia il mento, poi scende sul petto, cercando la cerniera del mio vestito con le mani.
Non so che cosa stia facendo, ma lo lascio fare, perché questa sensazione di calore che si propaga nel mio corpo è troppo bella per essere fermata.

Torna a guardarmi e con una mano si tocca i capelli rossi con le dita. Si avvicina a me fino a sfiorare il mio naso con il suo.

«Sei mia, lo sai?» dice.
«Lo so, Kai.»

Apro gli occhi.
Resto immobile nel letto per qualche secondo, poi abbasso lo sguardo sulla mia pancia, e mi accorgo del piccolo braccio di Jessica che stringe leggermente la mia maglietta. Stavo per mettermi ad urlare, ma quando la vedo, il viso ancora assonnato appoggiato alla mia spalla, riesco stranamente a calmarmi.
Tocco con una mano i suoi capelli castani, e glieli accarezzo leggermente.
Quindi per "mi muovo nel sonno" intendeva questo, eh?

Cerco di non svegliarla, e mi alzo. Lei mormora qualcosa, poi si gira dall'altra parte.

Che incubo... ricordo benissimo quel momento, d'altronde come potrei dimenticarmelo? Le prime volte non si scordano mai, non è vero?

Faccio per uscire dalla stanza quando mi accorgo di due ombre leggermente sospette.

«Aideen!» esclamano i due amorini.
«Shh!» sibilo, allontanandoli dalla stanza, «Jessica sta ancora dormendo, abbassate la voce!»
«Scusa» mormorano insieme, «Ma comunque lei non può né vederci né sentirci.»

Sospiro. È vero, me n'ero leggermente dimenticata: adesso sono visibili solo a me e a Peter, come ho chiesto loro.
Amaris e Emrys mi fissano, sorridendo e mostrando i loro candidi dentini.

«Quando siete arrivati?» chiedo loro.
«Ieri, però siete subito andati a letto, quindi non vi volevamo disturbare» dicono.

Ah beh, se non volevano disturbare potevano anche tornarsene da dove sono venuti.

«Per favore, non-» sto per dire loro di stare tranquilli e di non strillare troppo, ma vengo bloccata da un rumore.

Aggrotto le sopracciglia. Jessica è ancora a letto, quindi non può essere lei. Faccio segno agli amorini di stare zitti e mi avvio verso la cucina.
Quando mi accorgo di una ragazza che sta preparando qualcosa da mangiare, mi trattengo dallo sbuffare. Già, c'è anche lei.

La ragazza si gira verso di me, e quando mi vede sgrana leggermente gli occhi verdi.

«B-buongiorno Aideen!» si avvicina un poco a me, «Io sono Allison, ci siamo già viste ma non credo di essermi mai presentata.»
«Ti ho vista accanto a Bella, mentre tirava i capelli a Jessica» mi limito a dire, ignorando la sua mano tesa.

La ragazza sgrana gli occhi e la vergogna le tinge le guance di rosso. Indossa un grembiule beige e i suoi capelli castani sono a metà legati in una coda.

«G-già, quello... Io non sono come lei, lo giuro...»

Alzo le spalle, perché non mi interessano le sue scuse. Chiunque fa male o lascia altre persone far male a Jessica non merita la mia attenzione. Come si permette anche solo ad essere qui?
Mi siedo e guardo fuori dalla terrazza. I due angioletti sono usciti a parlare fra loro, e anche se non mi soffermo su quello che stanno dicendo, sembrano leggermente arrabbiati.

«Peter, ben svegliato!» esclama Allison, avvicinandosi a lui.
«Ciao Allie» mormora, stropicciandosi un occhio, «Ciao Aideen.»

Io non dico niente, leggermente innervosita dalla vicinanza dei due. Osservo per qualche secondo il viso assonnato di Peter, e aggrotto un po' gli occhi a causa dell'odore di tristezza che si fa sentire.

«Sembri stanco, sicuro di aver dormito abbastanza?» chiede la ragazza, che sembra essersi accorta anche lei dello stato del novellino.
«Mi fa un po' male la testa, già...» cerca di nascondere il suo umore strano con un sorriso.
«Mi dispiace... se vuoi ti porto la colazione a letto» chiede- che cosa?!
«Uhm...»

Peter si mette una mano dietro la nuca, imbarazzato, mentre la ragazza gli tocca la guancia. Io giro la testa, e quasi sussulto quando mi accorgo dei due amorini che si sono avvicinati.

«Ma chi è questa?» borbotta Amarys.
«Aideen, dagli una bella lezione!» esclama Emrys.

Io scuoto la testa ed esco fuori, in terrazza.

«Voi due dovete capire che non posso parlarvi in presenza di altre persone!» sibilo, mentre mi giro di schiena, per poter parlare senza essere vista, «A parlare da sola mi prenderanno per pazza.»
«Quella Allie non mi piace» assottiglia gli occhi Amarys.
«Nemmeno a me. Anche se non è sua intenzione, ci rovina il divertimento» aggiunge il maschio.

Io scuoto la testa e non commento. È vero, quella ragazza mi fa innervosire, ma non voglio dare ragione a quei due angioletti.

«D'ora in poi se c'è qualcuno vicino a me non vi risponderò, okay?» dico invece.
«Va bene...» annuiscono, un po' delusi.

I due restano fuori mentre io torno dentro.
Allison è da sola, e io aggrotto le sopracciglia.

«Dov'è Peter?» le chiedo.
«È tornato in camera: ha detto che non si sentiva bene.»

Annuisco, e senza dire nulla mi allontano. Vado verso la camera di Peter e apro piano la porta. Lui è nel letto, girato di schiena.

Mi avvicino a lui e mi siedo sul letto. Riesco a sentire la sua tristezza da qui. Chissà a che cosa starà pensando... Forse ha fatto un incubo anche lui. Al solo pensare al mio mi viene il mal di pancia.
Poggio una mano sulla sua testa, e gli accarezzo piano i capelli, aspirando via un po' dei suoi problemi. Lui non si muove, e io non dico niente.
Quando mi sono accertata che non stia sentendo nessun dolore fisico, mi chino verso di lui e gli lascio un bacio sulla guancia.

Dopo un'ultima carezza mi alzo ed esco dalla stanza. Il suo dolore è mentale, non fisico. Io quello non lo posso aggiustare. Certo, potrei aspirare quello che sente fino a non fargli provare più niente, ma quello non lo aiuterebbe.
Mi piacerebbe essere diversa, riuscire a consolare le persone. Ma se non riesco a consolare me stessa, come potrei consolare qualcun'altro?

«È un peccato che Pete si senta male proprio adesso... Volevo tanto passare del tempo con lui» mormora Jessica.
«Potresti ripetermi perché Allison è restata lì?»
«Mhm?» si gira a guardarmi, «Credo sia preoccupata per Pete.»

Alzo gli occhi al cielo e scuoto la testa.
Il novellino ha fatto finta di aver il mal di pancia, ed è restato a casa. Allison ha insistito per restare con lui, nel caso dovesse portarlo da qualche parte.
Bleah. Secondo lei non sa fare da solo? Mi viene da vomitare al pensare che adesso quei due sono insieme.

Gli amorini hanno protestato quando hanno visto che Peter restava a casa con lei, e hanno deciso di fare la guardia. Comunque non è per questo che sono più tranquilla.

Jessica sorride e guarda davanti a sé. Mi tira un poco il braccio per attirare la mia attenzione.

«Il mare! Guarda!» esclama, puntando il dito davanti.

Alzo lo sguardo e mi accorgo che siamo arrivati alla spiaggia.
È piuttosto grande, ma non ci sono tante persone. Grazie al diavolo.

Jessica corre fino a mettere i piedi nell'acqua, che sembra molto pulita, mentre io metto tutto a posto. Fisso l'ombrellone e stendo gli asciugamani, per poi raggiungere Jessica una volta rimasta in costume.

Quando arrivo vicino a lei, mi accorgo che un sorriso le ricopre il viso. Sembra molto contenta. I suoi capelli castani sono legati in una coda per non farli bagnare, e il suo costume è un bikini giallo a righe, molto semplice.
Poco dopo però, lei riparte verso l'ombrellone, si mette in costume e torna con una ciambella rosa sotto il braccio.

«Che cosa...» mormoro, confusa.
«L'ultima volta che sono andata al mare era con i miei genitori... Insomma, non ricordo molto bene come si nuota» ridacchia, un po' imbarazzata.
«Non sei mai andata in piscina?» chiedo.
«N-non proprio...» fa una smorfia, «Sono più debole quando sono in costume. E poi Bella-»
«Ho cambiato idea, non voglio sapere» la interrompo.

Scuoto la testa e avanzo fino a far arrivare l'acqua al mio ombelico.
Jessica mi segue e mi mette una mano sulla spalla. Quando mi giro mi accorgo che ha lasciato la ciambella fuori dall'acqua. La proteggerò io, se dovesse avere paura.

«Dai, non ti arrabbiare» mormora.
«Va bene» sospiro, ma solo per accontentarla.

Ad un certo punto lei si getta su di me, stringendomi il braccio.

«Mi ha toccato qualcosa!» chiude forte gli occhi.
«È solo una foglia, Jess» ridacchio.

Lei si calma, leggermente in imbarazzo.  Io sorrido divertita. Com'è carina...

«Oh, hanno messo della musica» dice ad un tratto.

Io ridacchio, e la prendo per un braccio. Poi le circondo la vita con il mio.

«C-che fai?!»
«Ballo con te» dico, «Non ti va?»
«È solo che... non ho mai ballato in acqua» ridacchia, anche se poi annuisce.
«Non ti preoccupare, è facile. Seguimi e basta.»

Lei fa quello che dico, e ci ritroviamo a ballare, anche se un po' stranamente, visto che stiamo nell'acqua. Questo nostro gesto mi ricorda il sogno di stanotte, ma adesso è tutto diverso da allora. Adesso non sono in prigione, e per Jessica non sono un oggetto. Sono un'amica.

«Se ti alleni un po', potresti mostrarlo anche ad Arrow» propongo.
«Ma lui è già molto bravo a ballare. Sono sicura che l'acqua non sarebbe un problema per lui» mormora.

Nell'istante in cui ho pronunciato il nome di Arrow, i suoi occhi si sono come illuminati, e un timido sorriso è apparso sul suo volto. Mi chiedo quanto possa durare questa cosa fra loro. Sono consapevole che Arrow è un vampiro e lei un'umana, lui eterno e lei effimera, eppure non faccio niente al riguardo. Semplicemente voglio lasciare Jessica essere felice, anche se so che fra loro le cose dovranno finire per forza.

«Come vanno le cose tra voi?» le chiedo.
«B-bene» mormora, poi sospira, «Credo proprio che io mi stia innamorando di lui...»

Spalanco gli occhi. Non che non lo sapessi già, ma mi ha sorpresa il fatto che lei me l'abbia detto.

«Credi che anche lui potrebbe innamorarsi di me?» mi chiede.
«Non lo so... non sono brava in queste cose.»

Ammetto che sono divisa. Arrow è sempre stato un solitario, e prima di Jessica non ha mai avuto una relazione... Eppure questa volta sembra leggermente diverso.

«Sai, sono contenta che tu e Peter vi sopportiate un po' di più.»

Io aggrotto le sopracciglia.

«Perché sei così sorpresa? All'inizio non potevate stare nella stessa stanza...» mi guarda male.
«Già...»

È vero, me n'ero quasi dimenticata... Adesso lui mi sembra completamente un'altra persona. Adesso che ci penso, starà un po' meglio?
E Allison...

«Sembri quasi preoccupata per lui» aggrotta le sopracciglia.
«Lo sono. Sembrava molto triste questa mattina» ammetto.
«Aspetta...»

Mi giro verso Jessica, che ha gli occhi marroni sgranati e la bocca aperta. Si porta le mani sulle guance.

«Che c'è?» chiedo.
«V-voi... l-lui...» balbetta, gesticolando con le mani. 
«Jessica, stai bene?» sto iniziando a preoccuparmi.
«Provi qualcosa per lui... vero?»

Adesso sono io a sgranare gli occhi. Da dove le salta fuori questa conclusione?

«Vi siete baciati?» esclama, «State insieme?»
«Che cos-»
«Aiuto, mi sento svenire...» mi interrompe.

Io scuoto la testa e cerco di tirarla fuori dall'acqua con un braccio, mentre lei si lamenta.
La porto fino all'ombrellone e cerco di calmarla.

«Di Peter ne parliamo più tardi, ti va?»
«S-sì, forse è meglio...» mormora.

Si stende sull'asciugamano e io vicino a lei.
La guardo un po' preoccupata, sperando che non svenga da un momento all'altro.
Speriamo solo lasci perdere l'argomento del novellino...

«Sono felice che tu sia qui» dice, dopo un po' a riflettere.
«Anche io» mormoro, leggermente sollevata.

Chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi, ma due secondi dopo sento di nuovo la sua voce.

«E adesso dimmi di Peter!»

Salve lettori notturni! Ce l'ho fatta ad aggiornareee!
In questo capitolo comincia la vacanza! Povero Peter, chissà che cos'ha? E che cosa sarà successo con Allison mentre Aideen non c'era?
In questo capitolo mi sono concentrata soprattutto su Jessica, perché mi era mancataaa!
Non sono sicura di poter aggiornare presto, perché dopo-domani parto anche io in vacanza, e stavolta non solo con i miei personaggi 😂❤️
Spero questo capitolo vi sia piaciuto, comunque!
Baci 😈
-Gaia 💜

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