0: Come sarà il mio futuro?

Iruka, Arion e Jun stavano tornando a casa dopo una stancante giornata di scuola, tutti e tre avevano passato l'intero pomeriggio nell'istituto.
Arion ed Iruka si erano allenati a calcio con gli altri mentre Jun era rimasta un paio d'ore chiusa nella classe di musica dove si era esercitata con il violoncello per il concerto che avrebbe tenuto tra qualche settimana.

Iruka era a pezzi, era entrata da poco nella squadra e non riusciva a reggere molto bene i tempi degli altri e quel giorno ci si era messa anche Jade che, a causa dell'assenza dell'allenatore, aveva quintuplicato la difficoltà degli allenamenti, essendo lei, assieme a Celia, a doversi occupare dei ragazzi.

Arion, invece a differenza dell'amica, era parecchio su di giri, tra qualche giorno ci sarebbe stata un importante partita contro la Royal Academy e non vedeva proprio l'ora.
L'unica che in quel momento sembrava tranquilla era Jun anche se stava cercando di non dare a vedere la fatica che stava facendo per portare il suo strumento, dopotutto il violoncello era uno strumento molto pesante.

La luna, non del tutto piena, brillava nel cielo affiancata dai piccoli diamantini luminosi che tutti chiamavano stelle, e proprio lì, sotto a quel magnifico panorama, Iruka si domandò come sarebbe stato il suo futuro.
Una strana domanda da porsi mentre si é diretti a casa dopo una giornata del genere.
E proprio in quell'istante, una stella cadente passò.

"Guardate ragazzi..." esclamò Jun, puntando il dito verso l'alto. "...una stella cadente! Esprimete un desiderio!"

Tutti e tre chiusero gli occhi.
Iruka credette che quella stella fosse un segno del destino e allora sussurrò:
"Vorrei sapere come sarà il mio futuro"

Poi ci fu una luce accecante.

Disegno meraviglioso di Umbrechu_Girl (Mandami la foto del tuo profilo perché io AMO Umbreon😍)
Umbre,sono riuscita a finire in tempo il prologo dedicato al tuo personaggio.
Mi sento potente, talmente tanto che ora vedo di andare a scrivere gli altri😍😁.
*Sulla sua lumaca unicorna, la scrittrice si diresse verso il computer incurante del fatto che ci metterà anni prima di arrivarvi*